venerdì 23 aprile 2021

I limiti dell’aziendalismo nella sanità: la necessità di un cambio di paradigma - Domenico Laise, Giuseppe Martino

 Da: https://www.economiaepolitica.it - 

Domenico Laise è stato Professore Associato di Economia e Controllo delle Organizzazioni e di Sistemi di Controllo di Gestione presso la Facoltà di Ingegneria dell'informazione, informatica e statistica dell'Università di Roma 'La Sapienza'. Collabora con https://www.unigramsci.it

Giuseppe Martino è stato Professore a contratto di Economia e Controllo delle Organizzazioni e di Sistemi di Controllo di Gestione presso la Facoltà di Ingegneria dell'informazione, informatica e statistica dell'Università di Roma 'La Sapienza'. Attualmente è Consulente di Direzione e docente in diversi Master universitari di I e II livello. 

Leggi anche: Bio-economia e il mito della decrescita felice*- Domenico Laise 

La robotica come forza autodistruttiva del capitalismo - Marco Beccari

Sull'attualità del pensiero economico di Marx”*- M.Beccari - M.Paciotti 


1. Introduzione

Nel corso di tre decenni, circa, con l’introduzione del D.Lgs. 502/1992, (Riordino della disciplina in materia sanitaria), si è affermata l’idea della “aziendalizzazione” delle strutture sanitarie. In tale lasso di tempo, si è, cioè, consolidata progressivamente la convinzione che assimila l’ospedale ad un’azienda. Come ogni azienda anche l’ospedale deve essere, perciò, gestito, dai manager sanitari, nel rispetto dei criteri dell’economicità, dell’efficienza e dell’efficacia (D.Lgs. 502/1992- Art.3, 1ter). Poiché il legislatore non definisce il significato che attribuisce al criterio dell’economicità e poiché nella letteratura aziendale non esiste una definizione di economicità che gode di largo consenso, qui di seguito si riportano, innanzitutto, le definizioni di tali criteri che verranno usate in questa nota.

La gestione dell’azienda-ospedale è efficiente quando i suoi ricavi (espressione monetaria dei servizi resi) sono superiori o uguali ai costi sostenuti (espressione  monetaria delle risorse impiegate per ottenere tali ricavi). La gestione dell’azienda-ospedale è efficace quando i risultati gestionali ottenuti sono uguali o maggiori degli obiettivi pianificati. L’economicità della gestione dell’azienda-ospedale è, infine, soddisfatta quando sono garantite sia l’efficienza sia l’efficacia.

Si tornerà diffusamente sulla nozione di “economicità” nel seguito, per svilupparla e approfondirla. Qui si è voluto anticiparla esplicitamente, a livello di introduzione, poiché essa è il “perno” intorno al quale ruota l’intera filosofia dell’aziendalizzazione delle strutture sanitarie. Dal mancato rispetto dell’economicità – intesa, erroneamente, solo come efficienza – deriva, difatti, che le aziende sanitarie non efficienti sono anche quelle non economiche, che in quanto tali devono essere “ristrutturate” (efficientate, come talvolta si dice), con tagli di posti letto, con chiusura di interi reparti e, al limite, con la chiusura dell’intero ospedale.

giovedì 22 aprile 2021

Viva la guerra! La seduzione bellica tra '800 e '900

Da: Angelo d'Orsi - Angelo d'Orsi è professore ordinario di Storia del pensiero politico all’Università di Torino. (https://www.facebook.com/angelo.dorsi.7

A contrasto con lo stato di “pace” relativa della “Belle Epoque” – dopo il 1870 – si levarono numerose voci che reclamavano la guerra, il “ritorno del cannone”. In particolare in Italia, oltre ai futuristi e a D’Annunzio, fu un pugno di letterati che nel 1910, riuniti nell’Associazione Nazionalista, iniziarono la campagna per andare in Libia, e quindi si scatenarono nella propaganda per l’intervento nella Grande guerra, iniziata nell’estate 1914 e in cui infine le autorità italiane decisero di portare il Paese nel maggio del ’15. Quella scelta, in contrasto con il sentire diffuso della popolazione, costò 600 mila morti. La diffusione di una ideologia bellicistica, ad opera degli intellettuali, ottenne il triste trionfo. 

                                                                          

“Ci voleva, alla fine un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidumi di latte materno e di lacrime fraterne. Ci voleva una bella innaffiatura di sangue per l’arsura dell’agosto; e una rossa svinatura per le vendemmie di settembre; e una muraglia di svampate per i freschi di ottobre. È finita la siesta della vigliaccheria, della diplomazia, dell’ipocrisia e della pacioseria.” (Giovanni Papini, Amiamo la guerra!, in “Lacerba”, 1914) 

mercoledì 21 aprile 2021

SuperLega: o la concentrazione dei capitali nel calcio - Francesco Piccioni

Da: http://contropiano.org - Francesco Piccioni, redattore editoriale di Contropiano.


Bisognerebbe quasi ringraziare chi ha avuto l’idea di promuovere una “Superlega” nel calcio europeo. 

Scherziamo, ovviamente, ma è la verità.

E’ sempre difficile, a volte “noioso”, spiegare in termini semplici, popolari, con esempi immediatamente illuminanti, cosa significa “concentrazione e centralizzazione dei capitali”, quel processo immanente al processo di accumulazione capitalistica, che porta ai monopoli.

Poi ci pensa un Agnelli di seconda fila – quello messo a dirigere la Juventus, non la Fiat ed evoluzioni successive – a mettere sul piatto la prova evidente, il fatto solare, scatenando la reazione dei capitali “minori” (quelli che hanno gestito fin qui il calcio europeo, pur miliardario) e quella molto meno decisiva dei tifosi di qualsiasi squadra.

Anche in questo caso la pandemia ha accelerato una crisi che covava già da anni. Molti club, di qualsiasi livello, erano pieni di debiti. Frequenti i cambi di proprietà, e ad ogni passaggio di consegne si sono fatti avanti o grandi gruppi multinazionali (per i club più titolati) o avventurieri dall’incerta biografia.

Sia i primi che i secondi cercavano e cercano un modo per rompere la tradizione (“a gestire una squadra si diventa famosi, ma ci rimettono soldi”), “valorizzando” progetti edilizi (“un nuovo stadio!”) e/o scambi impropri (deroghe al piano regolatore, costruzione di centri commerciali, “edilizia in compensazione”, ecc).

Ma alla fin fine, in un mondo che va anch’esso mutando le proprie coordinate fondamentali, il vero business sono i diritti televisivi. I miliardi da investire in strutture, allenatori, calciatori, ecc, vengono di lì.

Ma se il cuore dell’industria calcistica – i suoi proventi principali, per dimensione e certezza (si firmano contratti ad inizio stagione) – è la televisione, si vengono a rompere tutti i legami atavici, territoriali, culturali, economici, sociali, persino politici (do you remember Berlusconi? da presidente del Milan a “nuovo leader della soscietà civile”). E anche quel tanto di condivisione della torta tra club di punta e piccole società.

martedì 20 aprile 2021

La schiavitù, radici antiche di un male moderno - Francesco Gamba

 Da: https://terzapaginavida.edublogs.org -

Leggi anche: LA TEORIA MODERNA DELLA COLONIZZAZIONE - Karl Marx 

IL PAESE DELLE LIBERTÀ: stermini, repressione e lager nella storia degli Usa. - Maurizio Brignoli 

RAZZISMO E CULTURA” - Frantz Fanon 

Razzismo e capitalismo crepuscolare - Roberto Fineschi 

Violenza, classi e persone nel capitalismo crepuscolare - R. Fineschi 

Persona, Razzismo, Neo-schiavismo: tendenze del capitalismo crepuscolare. - Roberto Fineschi 

Colonialismo, neocolonialismo e balcanizzazione: tre epoche di una dominazione* - Saïd Bouamama

Vedi anche: Libertà e schiavitù – Luciano Canfora



È vietata dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 e dalla Convenzione Onu del 1956 eppure esiste tuttora. “Si calcola, che oggi ci siano più di 27 milioni di persone – donne e uomini ma anche bambini – che vivono in uno stato di assoggettamento non dissimile, nelle forme e nelle pratiche, da quello conosciuto in età antica e nei secoli della modernità”: questo stato è la schiavitù e le parole sono quelle del Prof. Giuseppe Patisso, docente di storia moderna dell’Università del Salento.


La schiavitù ha un passato che affonda le radici nella preistoria e che ha lasciato diverse cicatrici nella storia dell’umanità: una di queste viene ricordata il 25 marzo con la Giornata internazionale di commemorazione delle vittime della schiavitù e della tratta transatlantica degli schiavi. La tratta è stata la più imponente migrazione forzata della storia, durata dal 1526 al 1867 e ha interessato tra i 10 ei 12,5 milioni di uomini, donne e bambini africani che furono rapiti dalle loro terre d’origine e spediti attraverso l’Oceano Atlantico alle Americhe; qui, se sopravvissuti al viaggio, venivano torturati e costretti a lavorare senza paga per schiavisti europei e americani. La giornata istituita dalle Nazioni Unite, ricordando questa pagina drammatica della storia dell’umanità, vuole anche sensibilizzare sulle cause che hanno portato l’uomo a compiere un gesto simile: non solo motivazioni economiche, ma anche e soprattutto pregiudizi, discriminazione e razzismo che sono state in antichità e sono ancora adesso causa di schiavitù.

lunedì 19 aprile 2021

Pandemia e Capitalismo del XXI secolo -Alessandra Ciattini e Beniamino Caputo

Alessandra Ciattini (collettivo di formazione marxista "Stefano Garroni”) insegna Antropologia culturale alla Sapienza, 
Beniamino Caputo, Biologo. Collabora con https://www.lacittafutura.it - https://www.unigramsci.it

Lezione 1: A.Ciattini - Inquadramento generale del fenomeno pandemico nello scenario del tardo capitalismo 
                 B.Caputo - La diffusione del virus Sars Cov 2. Analisi biologica e epidemiologica 

                                                                                       

1. La diffusione del virus SarsCov 2.Analisi biologica e epidemiologica (II parte) 
2. Dall’utopia capitalistica ad uno scenario apocalittico (Introduzione)


sabato 17 aprile 2021

Immanuel Kant - Vittorio Hosle

Da: Maria Teresa de Vito - Vittorio Hosle è un filosofo, saggista e traduttore.



                                                       Prima parte:
                                                                           

                                                                              A seguire la seconda parte: https://www.youtube.com/watch?v=ocvfsFh4BTY
                                                                                           

lunedì 12 aprile 2021

Il lato inquieto dello spirito. Osservazioni su alcuni momenti della filosofia dello spirito jenese di Hegel [1] - Carla Maria Fabiani

 Da: http://www.dialetticaefilosofia.it - Carla Maria Fabiani, Università del Salento. Department of Humanities - dialettica.filosofia - FRANCESCO-VALENTINI 

Vedi anche: Dall’essere all’idea. Le articolazioni decisive della "Logica" di Hegel - Paolo Vinci 

A partire da Hegel - G. Cantillo - F. Li Vigni 

Leggi anche: L’ineffabile, l’anima e l’origine. Una riflessione sul Geist hegeliano - Carla Maria Fabiani

- Breve introduzione ai Lineamenti della Filosofia del Diritto di Hegel - Carla Maria Fabiani 



[1] Il male è il niente in sé, il puro sapere di sé – quest’inferno dell’uomo chiuso in se stesso [2] Lo spirito, in quanto assoluto spirito etico, è essenzialmente come il negativo infinito, il togliere la natura in cui esso è divenuto a sé un che di altro, il porre la natura come se stesso, e poi l’assoluto godimento di se stesso, giacché ha ripreso in sé la natura [3]. 


1. Da dove sorge lo spirito. La sua prima natura 

Lo spirito sorge dalla natura: e più precisamente si presenta, in questi due corsi di lezioni tenute da Hegel a Jena tra il 1803-04 e il 1805-06, come l’elemento etereo della coscienza che si emancipa dalla determinazione meramente organica e particolaristica del mondo animale-terrestre. Lo spirito è coscienza, proprio in quanto interiorizza le infinite distinzioni – o le singolarità dell’uno numerico come le chiama Hegel – del mondo animale; le interiorizza concependole. «Questo concetto dello spirito è ciò cui si dà il nome di coscienza» [4]. 

Lo spirito si chiama coscienza; ma a cosa esattamente pensiamo quando diciamo, appunto, coscienza? Al sorgere del mondo umano, al suo levarsi, alla sua preistoria; alla fenomenologia dello spirito umano, il quale, certo, si innalza sul mondo animale dal quale pure proviene, poiché lo comprende (e non viceversa), ne comprende la precipua infinità, interiorizzandola, smaterializzandola nell’etere della sua coscienza. 

«[La coscienza] è l’essere uno della distinzione che è e della distinzione tolta [aufgehobenen].» [5] Hegel considera due piani della medesima realtà: natura (mondo animale) e spirito (mondo dell’uomo). 

Nel mondo animale la singolarità-alterità è irriducibile e costitutiva (ci troviamo di fronte a una serie infinita di molti uno numerici, di individui giustapposti), è l’essenza stessa di questo mondo: l’animale è così e non altrimenti. L’uomo invece è così e altrimenti: è un singolo che pensa la sua singolarità. Esso è la distinzione e al contempo il superamento della distinzione: questo processo avviene nell’elemento etereo della coscienza, nel pensiero. Questo processo è lo spirito, ossia l’uomo che si concepisce; ma ciò non vuol dire che l’uomo non sia anche e innanzitutto animale, natura organica, natura in genere, terra, ecc. Ciò vuol dire semplicemente che il mondo dell’uomo si distingue dal mondo animale (l’essere uno della distinzione che è) superando proprio la fissità della distinzione che caratterizza quel mondo (la distinzione tolta). 

domenica 11 aprile 2021

150° anniversario della Comune di Parigi, una memoria capitale – Joseph Confavreux

 Da: http://effimera.org - 

Leggi anche: La Comune di Parigi e i giudizi dei contemporanei - In appendice l'"indirizzo" di K. Marx sull'epica impresa dei "comunardi"

Vedi anche UniGramsciRicordando la Comune di Parigi https://www.facebook.com/unigramsci/videos/149195210460269

A un secolo e mezzo dall’inizio della rivolta parigina, un libro-sommario racconta in dettaglio la realtà dell’evento e le controversie politiche e storiografiche che continua a suscitare ancora oggi. 

1442 pagine, 35 ricercatori, 500 note biografiche, centinaia di documenti iconografici e articoli su tutti gli elementi storici e politici sollevati dall’insurrezione parigina del 16 marzo 1871, 150 anni fa.

Sebbene l’aspetto massiccio dell’opera intitolata La Commune de Paris 1871. Les acteurs, l’événement, les lieux, che hanno appena pubblicato le éditions de l’Atelier, lo impongono un po’, sarebbe però un peccato ridurlo a una summa di riferimento commemorativo, in quanto esplora allo stesso tempo quella che era la realtà della Comune di Parigi, di cui lo storico Michel Cordillot, suo coordinatore, ricorda che essa “non ha mai cessato di essere oggetto di nuova ricerca e di dibattito appassionato”, e le modalità con cui questo evento risuona ancora oggi. Gli usi politici di questo evento “incapace di produrre consenso” sono stati infatti molteplici da un secolo e mezzo. La Comune di Parigi è stata “arruolata” al servizio del Fronte popolare, prima di tornare spettacolarmente sul fronte della scena dal maggio 1968, “in opposizione a un PCF considerato fossilizzato”, e, negli ultimi anni, per irrigare la sinistra radicale come “messa in discussione libertaria della democrazia”, ​​nelle parole dello storico Jacques Rougerie, o come modello per la difesa di uno spazio autonomo, presente nelle ZAD o nella prosa del Comité Invisibles. Più inaspettatamente, “una sezione dell’estrema destra sovversiva – dai boulangisti agli identitari ai fascisti francesi – si sforzò di appropriarsi della Comune”. Al punto che Jacques Doriot (1898-1945) salì con le sue truppe, nel 1944, al Muro Federato per onorare i morti della Comune contemporaneamente a quelli della divisione SS Carlo Magno, costruendo, così facendo, “una chimera della memoria, un’assemblea improbabile e mostruosa”.

Queste successive appropriazioni politiche si sono aggiunte alla persistenza di una leggenda rossa come una leggenda nera dell’evento, ad esempio nel Metronomo di Lorant Deutsch che, con il pretesto di una passeggiata attraverso Parigi, in realtà, equipara la Comune al vandalismo, secondo i dirigenti di una vecchia vulgata reazionaria. Tutto ciò ha contribuito a seppellire la sequenza storica sotto miti e “fantasie relative a ciò che la Comune era e a ciò che voleva essere”, il che significa che, paradossalmente visti i mille riferimenti bibliografici che la riguardano, “la Comune di Parigi resta poco conosciuta”.

venerdì 9 aprile 2021

"J'ACCUSE!" - Carlo Sini

Da: Dante Channel - Carlo Sini è un filosofo italiano. Laureatosi in Filosofia, dopo aver conseguito l’abilitazione inizia ad insegnare all'Università degli Studi dell'Aquila per poi ricoprire la cattedra di Filosofia teoretica della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Milano, dove ha anche svolto per un triennio la funzione di Preside di facoltà. - CarloSiniNoema

LA SCRITTURA - Carlo Sini
Il linguaggio nel pensiero di Aristotele - Enrico Berti
CONOSCENZA,SAPIENZA,SAGGEZZA: il triangolo che non c'è più - Silvano Tagliagambe


                                                                            

                                                                            ...a seguire la seconda parte: https://www.youtube.com/watch?v=OFXB14iTAsw 

giovedì 8 aprile 2021

La democrazia statunitense e quella cinese - Alessandra Ciattini

Da: https://www.lacittafutura.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni) insegna Antropologia culturale alla Sapienza di Roma.
Vedi anche: Ruolo e funzioni del Partito Comunista Cinese nella Repubblica Popolare Cinese 

Caratteri della “democrazia” statunitense e della “dittatura” democratica cinese.


Il 18 e il 19 di marzo passato si è svolto un importante incontro, durato due giorni, a Anchorage (Alaska) tra Antony Blinken e il consigliere della Sicurezza nazionale Jake Sullivan con il direttore dell’Ufficio della Commissione centrale cinese degli affari esteri Yang Jiechi, e il ministro degli Esteri Wang Yi. Si è trattato del primo confronto ad alto livello tra Stati Uniti e Cina dopo che Joe Biden è diventato presidente della superpotenza lacerata da gravi contraddizioni.

Gli interventi di apertura, che sono durati più di un’ora invece di pochi minuti come si suole in questi casi, sono stati improntati a critiche e avvertimenti reciproci, e ambo le parti hanno accusato l’ospite di violare il protocollo degli incontri.

Il dissidio tra i due grandi paesi ha molte ragioni: economiche, politiche, militari, ideologiche, ma in questa sede mi limiterò ad abbozzare la differenza tra i due regimi politici: nelle parole dei dirigenti statunitensi “democratico” il loro, “autoritario” quello cinese (insieme a quello russo).

Questa interpretazione è stata duramente contestata da Yang, il quale ha esortato Washington a smetterla di propagandare la propria versione di “democrazia” in un momento in cui negli stessi Stati Uniti si sono verificati gravi avvenimenti che ne hanno turbato l’equilibrio politico. Ha proseguito: “Crediamo sia importante che gli Stati Uniti modifichino la loro immagine e cessino di voler promuovere la loro «democrazia» nel mondo, anche perché molti cittadini di quel paese in realtà sembrano nutrire scarsa fiducia in quella tanto decantata democrazia”. Certo, Yang pensava alle violenze della polizia contro gli afroamericani e alle migliaia di profughi latino-americani, tra cui 4.000 bambini non accompagnati, bloccati alla frontiera tra Messico e Stati Uniti in condizioni subumane in attesa di un’apertura assai difficile da prevedere.

mercoledì 7 aprile 2021

il Simposio di Platone e la sessualità antica - Eva Cantarella

Da: LEZIONI DI STORIA - Eva Cantarella ha insegnato Diritto romano e Diritto greco all’Università di Milano ed è global visiting professor alla New York University Law School.
Giuseppe Girgenti discute il Simposio di Platone - https://www.youtube.com/watch?v=XCqjcpsB0RQ&list=PLK5hgpDmwPABd0Di1B5tnXFmanP6CmN5W&index=16
Ascolta anche: SIMPOSIO - PLATONE - audiolibro - https://www.youtube.com/watch?v=hVOcIUtUyNA

                            Il video inizia al m. 13,00...
                                                                         

lunedì 5 aprile 2021

Un anno di covid - Marco Bersani

 Da: https://ilmanifesto.it - https://sinistrainrete.info -  marco bersani, filosofo, dirigente pubblico e fondatore di Attac (https://www.attac-italia.org),

Leggi anche: Riflessioni comparative sulla pandemia - Alessandra Ciattini

La prima pandemia dell’Antropocene - Ernesto Burgio 



Una generazione (gli anziani) è stata falcidiata, un'altra consegnata all'isolamento e al disagio (infanzia e adolescenza), le famiglie (specialmente le donne) precarietà.


Dall’inizio della pandemia, e senza soluzione di continuità fra governo Conte e governo Draghi, le misure messe in atto per fronteggiarla hanno seguito sei precise traiettorie, ispirate da una comune quanto discutibile idea generale.


Le sei direzioni dell’intervento sono:

a) ridurre al minimo le restrizioni all’attività delle imprese, che, quasi ovunque, hanno continuato a produrre senza vincoli;

b) intervenire con sussidi, il 70% dei quali per sostenere le imprese stesse e il restante 30% per tamponare in qualche modo la disperazione sociale;

c) nessun intervento sul sistema sanitario, che ha continuato ad essere privo di ogni dimensione territoriale e ad essere focalizzato sull’ospedalizzazione, determinandone la saturazione ad ogni nuova ondata di contagi;

d) nessun intervento sul sistema dei trasporti pubblici locali, che hanno continuato ad essere veicoli di contagio per le persone costrette ad utilizzarli;

e) focalizzazione delle scuole come problema, con la sostanziale chiusura per due anni scolastici di scuole superiori e università, e chiusure continue, in alcune regioni continuative, anche delle scuole dell’obbligo;

f) narrazione colpevolizzante dei comportamenti individuali, raccontati come causa primaria di ogni aumento dei contagi.

L’idea guida è stata che il benessere delle imprese determina il benessere della società e che, di conseguenza, quest’ultima deve adattarsi alle necessità delle stesse. Una domanda tuttavia sorge spontanea: c’è qualcuno che, a un anno di distanza dall’arrivo dell’epidemia e dopo oltre 105.000 morti (110.000 ad oggi), ha l’onestà intellettuale di fare un bilancio serio sull’efficacia delle misure prese? Non si direbbe. E allora proviamo a farlo noi.

sabato 3 aprile 2021

Dall’essere all’idea. Le articolazioni decisive della "Logica" di Hegel - Paolo Vinci

Da: AccademiaIISF - Paolo Vinci è docente di Filosofia pratica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma. 

                                Prima parte: 
                                                     


                                                                                                                Seconda parte: 
                                                                  

Vedi anche:  
Leggi anche: 


venerdì 2 aprile 2021

Riflessioni comparative sulla pandemia - Alessandra Ciattini

Da: https://www.lacittafutura.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni) insegna Antropologia culturale alla Sapienza di Roma.
Vedi anche: Guerra dei vaccini 2 - Aldo Giannuli 


Cosa ricaviamo se compariamo la nostra situazione sanitaria a quella degli altri paesi?


Due terzi dei morti a causa del Covid-19 nel mondo (ad oggi 19 marzo 2021 2.680.469) sono latinoamericani e si concentrano in Messico e in Brasile, in cui non è stata applicata la quarantena obbligatoria e che per tasso di mortalità si colloca dopo gli Stati Uniti e prima della Colombia. Il Brasile ha registrato sino ad oggi quasi 12 milioni casi e 287.000 decessi, mentre la superpotenza ha avuto quasi trenta milioni di casi e 539.000 morti e avrebbe somministrato la prima dose di vaccino a 121 milioni di persone. L’Europa con circa 42 milioni casi e 920.508 morti mostra che siamo ancora lontani dalla soluzione del problema pandemia. In questa drammatica classifica l’Italia batte gli altri paesi europei con 103.001 morti con solo 2.337.00 di individui completamente vaccinati. Persino la Russia, con 141 milioni di abitanti, si colloca dopo di noi. È bene ricordare, tuttavia, che i dati sono sempre discutibili e che molti specialisti si sono chiesti se i deceduti in questo periodo di pandemia sono morti a causa del Sars Cov 2 o semplicemente erano a esso positivi e sono deceduti per altre ragioni.

giovedì 1 aprile 2021

Inside Marx. Viaggio al fondo del pianeta. Cronache marXZiane n. 3 - Giorgio Gattei

Da: http://www.maggiofilosofico.it - Giorgio Gattei è uno storico del pensiero economico ed economista marxista italiano. Professore di Storia del Pensiero Economico presso la Facoltà di Economia dell'Università di Bologna.

Leggi anche: CHE COS'È IL VALORE? - Giorgio Gattei

A proposito di Smith, Ricardo, Marx e anche Sraffa. Commento pirotecnico al libro di Riccardo Bellofiore - Giorgio Gattei

Vedi anche: Das Kapital nel XXI secolo* - Giorgio Gattei

Augusto Graziani e la Teoria Monetaria della Produzione*- Giorgio Gattei**



I Precedenti: 

C’è vita su Marx? Cronache MarXZiane n. 1 -

Che vita su Marx! Cronache MarXZiane n. 2 - 


Sono stato trasportato sul pianeta Marx dall’astronave marxziana “La Grundrisse” nel 1968 e laggiù ho vissuto per più di mezzo secolo, interessandomi soprattutto alla sua composizione geologica costituita da una “crosta” di Prezzi di mercato, da un “mantello” di Prezzi naturali/Prezzi di produzione e da un “nucleo” di Valore, come ho raccontato nella Cronaca precedente. Però sulla sostanza del Valore le congetture teoriche, nell’impossibilità di arrivare fino al nucleo, si erano nel tempo così ingarbugliate che il governo marxziano ha deciso di organizzare una spedizione scientifica apposita per verificare come andassero le cose laggiù. La spedizione è stata affidata ad un esploratore di qualità come Piero Sraffa (che peraltro non era nemmeno un marxziano: era chiamato l’“Uomo dalla luna” per il ritratto che una volta aveva dato di sè scrivendo che, «se un uomo caduto dalla luna sulla terra registrasse l’ammontare delle cose consumate in ogni impresa e le quantità prodotte da ogni impresa durante un anno, ne potrebbe dedurre a quali valori le merci devono essere vendute, se il tasso di profitto deve essere uniforme e il processo di produzione ripetuto: le equazioni mostrerebbero così che le condizioni dello scambio sono interamente determinate dalle condizioni della produzione»).

A differenza però del fallimento del Viaggio al centro della terra, narrato da Jules Verne, che era stato tentato nel 1863 dal professor Lidenbrock ma che al centro della terra non c’era mai arrivato essendo stato espulso in anticipo dal sottosuolo per una eruzione lavica del vulcano Stromboli, ai marxziani, che sono gente tosta, la spedizione è riuscita benissimo, anche per la particolare configurazione del loro pianeta che, come dal dipinto di Hieronimus Bosch (vedine l’immagine che ho riportata nella seconda Cronaca), è una mezza sfera solida mentre l’altra metà è l’atmosfera, sicché il nucleo non sta al centro bensì nel fondo del pianeta. Si è così cominciato a trivellare il suolo con una particolare “talpa perforante” progettata da Sraffa dalla sigla incomprensibile Prodmercxmerc e poi, raggiunto il nucleo, si è piastrellato il condotto di discesa ed infine vi si è montato un ascensore per poterci andare facilmente su e giù. Così anch’io sono andato a vedere di persona la sostanza di Valore di quel “nucleo” che sostiene il “mantello” di Prezzi di produzione/Prezzi naturali che si presentano in superficie come una “crosta” di Prezzi correnti di mercato. E al ritorno ho riassunto le mie osservazioni in un documento che ho intitolato Tablò equonomix in omaggio al Tableau économique del medico francese François Quesnay, che è stato il primo a provare a rappresentare tutte le connessioni di una economia di produzione e scambio dentro un unico quadro complessivo.