domenica 29 aprile 2018

Riflessioni 11... - Stefano Garroni

Da: mirko.bertasi Stefano_Garroni è stato un filosofo italiano. - https://www.facebook.com/groups
Vedi anche. https://ilcomunista23.blogspot.com/2018/04/riflessioni-10-stefano-garroni.html



Sul rapporto struttura/sovrastruttura.

Appartiene alla vulgata marxista la tesi, secondo cui la distinzione struttura/sovrastruttura vada intesa nel senso che, in questa coppia, l’elemento attivo e determinante sia la struttura, la quale trova nella sovrastruttura il proprio riflesso corrispondente.

Lo schematismo riduzionistico della tesi è talmente evidente da far sì che coloro, che la sostengono, precisino, tuttavia, che il riflesso sovrastrutturale non è solo un effetto passivo, dacché ha la capacità, a sua volta, di agire sulla struttura, influendo in qualche modo sulle sue modalità di esistenza.

La debolezza della tesi sembra essere così esprimibile: se l’insieme struttura/sovrastruttura è affermato come un insieme necessario (nel senso che, data una certa struttura, ne consegue una certa sovrastruttura, secondo la formula <se A, allora B>), dunque, se nell’insieme in questione solo una delle componenti (la struttura) è parte attiva, che determina la seconda componente (ovvero la sovrastruttura o parte passiva), tuttavia, in modo del tutto inatteso –perché inconseguente-, si afferma poi una capacità della sovrastruttura di rovesciarsi in parte attiva, che plasma in qualche modo la struttura, la quale a questo punto è divenuta parte passiva.

In altre parole, se in un primo momento la struttura plasma la sovrastruttura, determinando anche i modi di reciproca relazione fra gli elementi che la compongono; se, dunque, in questa fase, la necessità dell’insieme è lo stesso che la necessità della struttura, successivamente, invece, si implica una necessità propria della sovrastruttura, capace perfino di agire su quella che prima era l’unica componente attiva.

Osservando la questione dal punto di vista della modalità logica, sembra possibile sostenere che la tesi in questione sia una sorta di disordinato e inconseguente tentativo di combinare accidentalità e necessità – il piano dell’accidentalità –ovvero di ciò, che è così e così, ma che potrebbe anche non esserlo- si identifica con quello sovrastrutturale e il piano della necessità con quello della struttura. Almeno in un primo momento, dacché poi –lo abbiamo visto- l’accidentale si scopre necessario, mentre il necessario si scopre invece in qualche misura accidentale.

La fonte specificamente teorica dell’equivoco sta nell’errata interpretazione delle espressioni (Bestimmung, bestimmen), che Marx usa, per definire il rapporto struttura/sovrastruttura.

Nel senso che, mentre quei termini vogliono dare il senso di un impulso verso …>, dunque, di una sollecitazione, che proviene dalla base economica a completarsi mediante rapporti sociali, giuridici e politici ecc., e di raggiungere così una adeguata realizzazione di sé ai vari livelli dell’esperienza sociale, da una certa tradizione invece –condizionata anche da preoccupazioni politiche storicamente determinate- quei termini vengono letti nel senso di un determinismo positivistico.

novembre 2012

sabato 28 aprile 2018

"Fenomenologia ed esistenzialismo - Sartre" - Paolo Vinci

Da: AccademiaIISF - Paolo Vinci è docente di Filosofia pratica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma.  http://www.iisfscuoladiroma.it 
leggi anche: Alexandre Kojéve, Introduzione alla lettura di Hegel (Fenomenologia dello Spirito) - Silvio Vitellaro



Vedi prima lezione: "Fenomenologia ed esistenzialismo - Husserl"

venerdì 27 aprile 2018

Note provvisorie per una Teoria della Rivoluzione - Roberto Fineschi

Pubblicato su “Materialismo Storico. Rivista di filosofia, storia e scienze umane", N. 2 (2017)
licenza Creative Commons BY-NC-ND 4.0 (http://ojs.uniurb.it/index.php/materialismostorico/article/view/1305). 
Roberto_Fineschi è un filosofo ed economista italiano (https://marxdialecticalstudies.blogspot.it/). 
Vedi anche https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/12/epoca-fasi-storiche-capitalismi-forme-e.html 
                   https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/08/in-cerca-di-un-soggetto-storico-forme-e.html 




A critical evaluation of the Russian revolution implies e re-consideration of Marx's theory of historical change. In the light of the recent philological acquisitions available thanks to the new critical edition of Marx's and Engels' works. It seems possible to redefine some basic concepts of Historical materialism; this affects both the concept of Revolution and the theory of the historical and political classes supposed to lead this process. The essay begins a reflection on these complex themes and suggest some possible future researches. 
Keywords: Marx; Revolution; Historical materialism; Classes.


In questa relazione vorrei iniziare a indagare, in maniera problematica e necessariamente provvisoria, un tema radicale, che sta forse alle spalle della riflessione sugli eventi dell’Ottobre 1917, vale a dire il significato stesso del concetto di “rivoluzione”. È possibile ricostruirne una teoria tanto in termini generali quanto in termini più specifici relativamente al passaggio dal modo di produzione capitalistico a una società futura?

Quanto segue costituisce solo una riflessione di carattere preliminare; le domande sono più delle risposte. Per trovare le risposte, bisogna però partire dalla domande giuste; spero che questo contributo possa essere di qualche aiuto in questo senso.




1. Che cosa significa “rivoluzione”? 

In termini marxiani, si tratta di una trasformazione che implica una ridefinizione dei rapporti di produzione e distribuzione sulla base di un nuovo modo di produzione e delle relative forme di rappresentazione e consapevolezza di tale processo da parte degli attori coscienti. Questo cambiamento può essere il risultato di un processo politico consapevolmente gestito dagli attori sociali, che oltre ad essere agiti dalle tendenze obiettive, le “agiscono”, se mi si consente la sgrammaticatura. Alcune possibili domande, quindi, sono:

a) quando ci sono state effettivamente rivoluzioni strutturali? 
b) Quando le rivoluzione strutturali sono state risultato di soggetti consapevoli che si erano posti quello scopo?
c) Quale evento storico “rivoluzionario”, a detta dei suoi promotori, ha effettivamente portato a una rivoluzione strutturale?
d) Viceversa, quale rivoluzione strutturale è avvenuta a prescindere dalla consapevolezza dai suoi realizzatori materiali?

Un secondo blocco di domande inevitabilmente collegate a queste sono le seguenti:

e) in quale altra epoca storica la lotta di classe ha prodotto delle dinamiche progressive o ha garantito alle classi antagoniste una via di uscita “progressiva”?
f) Ovvero quali e quante rivoluzioni soggettive, anche di grande portata, sono finite nel nulla?
g) In questo contesto, l’incremento delle forze produttive è una costante storica nel passaggio da un modo di produzione all’altro?
h) Il corrente modo di produzione è sempre stato fecondo del successivo in termini di progresso della produttività del lavoro e della capacità degli uomini di gestire il ricambio organico con la natura?

Alla maggioranza di queste domande, soprattutto a quelle del secondo blocco, si dovrebbe rispondere positivamente sulla base dello schematico modello esposto nella celeberrima Prefazione marxiana a Per la critica dell’economia politica. Parrebbe trattarsi però di una formalistica generalizzazione transtorica di leggi e tendenze che si instaurano nel modo di produzione capitalistico. In effetti, non pare che nel corso storico le cose siano andate esattamente così, dove mondi produttivi sono scomparsi, implosi, senza generare niente di “superiore”; dove le classi in teoria progressive hanno tentato rivoluzioni tragicamente fallite proprio per la mancanza di condizioni oggettive; oppure condizioni obiettive hanno prevalso prendendo determinate direzioni a prescindere dall’azione programmatica delle classi in gioco. 

Per farla breve, Marx ha effettivamente elaborato una teoria degli “altri” modi di produzione? In assenza di essa non si può che prendere atto che tutte le domande di cui sopra sono destinate a non avere risposta. Questo è un problema anche per la teoria del presente e del suo eventuale carattere anticipatorio del futuro. Riprendiamo il discorso dalle fondamenta. 

martedì 24 aprile 2018

"La frattura fenomenologica e la nuova antropologia"- Aldo Masullo

Da: AccademiaIISF - Aldo_Masullo è un filosofo e politico italiano.


sabato 21 aprile 2018

La filosofia come prassi di nuovo genere - Carlo Sini

Da:  CarloSiniNoema - Carlo_Sini è un filosofo italiano.
Vedi anche: Lezione 1 - Hegel,"Filosofia e Metodo"- https://ilcomunista23.blogspot.it/2017/11/hegelfilosofia-e-metodo-carlo-sini.html
                       Lezione 2 - Heidegger,"Il compito del pensiero"- https://ilcomunista23.blogspot.it/2017/11/il-compito-del-pensiero-carlo-sini.html 
                          Lezione 3 - Nietzsche,"Il difetto ereditario dei filosofi"- https://ilcomunista23.blogspot.it/2017/12/il-difetto-ereditario-dei-filosofi.html 
                             Lezione 4 - Nietzsche,"Il problema psicologico della conoscenza"- https://ilcomunista23.blogspot.it/2018/01/il-problema-psicologico-della.html                                                           Lezione 5"Husserl e la Lebenswelt":  https://ilcomunista23.blogspot.it/2018/01/husserl-e-la-lebenswelt-carlo-sini.html
                                   Lezione 6 - "Il neorealismo di Giulio Preti": https://ilcomunista23.blogspot.it/2018/02/il-neorealismo-di-giulio-preti-carlo.html                                                                                          Lezione 7 - "Il sapere e l'ignoto": https://ilcomunista23.blogspot.it/2018/03/il-sapere-e-lignoto-carlo-sini.html 
Lezione 8 - Wittgenstein, "La filosofia come prassi di nuovo genere“:


venerdì 20 aprile 2018

Ideologia ed Opportunismo: due parole usate a sproposito. - Aldo Giannuli

Da: http://www.aldogiannuli.it - Aldo_Giannuli è uno storico e saggista italiano.



Le parole sono spesso tradite dall’uso e, a lungo andare, perdono il loro significato originario per acquisirne uno ambiguo e spesso deteriore. E’ il caso di due termini come “Opportunismo” ed “Ideologia”. Chi consultasse il dizionario Treccani, proverebbe questa definizione per opportunismo:
<<Comportamento per cui, nella vita privata o pubblica, o nell’azione politica, si ritiene conveniente rinunciare a principî o ideali, e si scende spregiudicatamente a compromessi per tornaconto o comunque per trarre il massimo vantaggio dalle condizioni e dalle opportunità del momento… Con sign. meno negativo, la capacità di saper cogliere e sfruttare il momento opportuno, la buona occasione, anche se con danno dell’avversario (per es., in competizioni sportive).>>
In effetti, in politica, il termine ha il significato solo negativo e riconduce sempre ad un comportamento dettato dal vantaggio individuale sostanzialmente amorale, mentre, nel calcio si dice “è un grande opportunista” di un giocatore che, senza particolare schema di gioco sia pronto a cogliere l’occasione per segnare una rete e, quindi, con giudizio positivo.
Più sfumata e polisemica è la definizione del termine ideologia: lo stesso dizionario, dopo aver fornito la sua definizione etimologica ( scienza del pensiero antimetafisica) e quella data dal marxismo o dalle scienze sociali (complesso di credenze filosofiche, religiose, culturali di una classe o di una società particolari) ne aggiunge una in senso spregiativo:
<< complesso di idee astratte, senza riscontro nella realtà, o mistificatorie e propagandistiche, cui viene opposta una visione obiettiva e pragmatica della realtà politica, economica e sociale>>
ma nell’uso corrente ormai il termine ha solo questa valenza negativa ed è una sorta di equivalente di “pregiudizio” e, per alcuni, una sorta di edizione temporale delle credenze religiose. Ma in questo modo di confonde il termine con un suo particolare uso. Entriamo nel merito. 

giovedì 19 aprile 2018

Il concetto di crisi in Marx - Paolo Vinci


Paolo Vinci è docente di Filosofia pratica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma.  http://www.iisfscuoladiroma.it 
Vedi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/08/la-logica-di-hegel-una-grottesca.html
                    https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/08/marx-hegel-ed-il-metodo-note.html 

mercoledì 18 aprile 2018

Esiste davvero il negazionismo economico? - Guglielmo Forges Davanzati

Da: http://temi.repubblica.it/micromega-online/ - guglielmo.forges davanzati é un economista italiano.


In un recente articolo sul blog lavoce.info, il prof. Guido Tabellini, ex Rettore dell’Università Bocconi, propone un’entusiastica recensione di un libro di due autori francesi – Pierre Cahuc e André Zylbrerger, un vero best seller – sul c.d. “negazionismo economico”. La tesi di fondo è che “la conoscenza economica ha ora solide basi empiriche e le sue prescrizioni sono diventate più affidabili” e ciò nonostante “questi progressi sono spesso ignorati al di fuori della disciplina, con la conseguenza che il dibattito di politica economica è di frequente viziato da pregiudizi ideologici”. 

È evidente il presupposto dal quale Cahuc, Zylberger e e il prof. Tabellini partono: l’Economia è una scienza esatta, esiste un’unica ‘verità in Economia alla quale si arriva mediante un processo di continua e progressiva eliminazione di errori, l’Economia è una scienza sperimentale il cui statuto metodologico è (o deve tendere a) quello delle scienze della natura. 

Non è una tesi nuova e le obiezioni rivolte a questo modo di concepire l’Economia sono state e sono molteplici. Già nel 1900, Maffeo Pantaleoni, economista italiano di orientamento liberista, ebbe a dichiarare “In Economia esistono due scuole di pensiero: chi la conosce e chi non la conosce”. Non è questa la sede per richiamare i tanti argomenti contrari a questa posizione: è sufficiente rilevare che in Economia, a differenza delle scienze della natura, è impossibile replicare un esperimento[1]

Qui è forse più interessante mettere in rilievo alcune conseguenza implicite di questa posizione: conseguenze per certi aspetti paradossali o contradditorie rispetto a ciò che Tabellini scrive. 

lunedì 16 aprile 2018

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - Renato Caputo


Vedi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/12/controstoria-del-secolo-breve-nazismo.html (I Parte)

                                                                                                                                            "Noi conosciamo un’unica scienza, la scienza della storia" (K. Marx e F. Engels)
     Prima lezione


CONTROSTORIA DEL SECOLO BREVE (II PARTE )
DAL SECONDO DOPOGUERRA AI GIORNI NOSTRI


Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #1 Lezione - Prof. Renato Caputo
20/12/2017 (I incontro) IL SECONDO DOPOGUERRA: il nuovo assetto geo-politico mondiale; l'Onu; Il piano Marshall.
https://www.youtube.com/watch?v=xqwmVLypXWo&feature=em-uploademail

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #2 Lezione - Prof. Renato Caputo
27/12/2017 (II incontro) LA DIVISIONE DEL MONDO e LA GUERRA FREDDA: l'Italia dal 1945 al 1948; le democrazie popolari; il dopoguerra nell'Europa occidentale
https://www.youtube.com/watch?v=cbU9K8Z1Wo4&feature=em-uploademail 

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #3 Lezione - Prof. Renato Caputo

3 gennaio 2018 (III Incontro) - GLI ANNI CINQUANTA NEL MONDO OCCIDENTALE: il sopravvento del moderatismo; gli Usa di Truman ed Eisenhower; i primi passi dell’integrazione dell’Europa centro-occidentale; le forze conservatrici al potere in Europa e in Giappone; l’Italia negli anni del "centrismo". 
https://www.youtube.com/watch?v=iJXwACBarho&feature=em-uploademail 

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #4 Lezione - Prof. Renato Caputo

(IV incontro) - i paesi in transizione al socialismo negli anni cinquanta, relatore prof. Renato Caputo, per Università popolare Antonio Gramsci, anno accademico 2017-2018
https://www.facebook.com/unigramsci/videos/2093336267571138/ 

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #5 Lezione - Prof. Renato Caputo
COESISTENZA PACIFICA, DECOLONIZZAZIONE E TERZO MONDO: Usa e Urss. dalla guerra fredda alla difficile coesistenza; la fine del colonialismo franco-britannico; il conflitto arabo-israeliano; decolonizzazione e Terzo mondo; la politica estera cinese
https://www.youtube.com/watch?v=rxVx4MxnSyo&feature=em-uploademail

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #6 Lezione - Prof. Renato Caputo
GLI ANNI SESSANTA NEL MONDO OCCIDENTALE: gli Stati Uniti da Kennedy a Nixon; la rivoluzione cubana; l'Europa occidentale negli anni Sessanta; l'Italia dal "centro-sinistra" all'"autunno caldo"
https://www.youtube.com/watch?v=DNPG3VOZIIE&feature=em-uploademail

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #7 Lezione - Prof. Renato Caputo
GLI ANNI SESSANTA NEL MONDO ORIENTALE: l'Urss da Kruscev a Breznev; la "primavera cecoslovacca" e la repressione sovietica; l’inasprimento del conflitto sino-sovietico; la rivoluzione culturale in Cina.
https://www.youtube.com/watch?v=wCJ_j2HWS5A

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #8 Lezione - Prof. Renato Caputo
L TERZO MONDO: L’India nel dopoguerra; la liberazione dell’Africa dal colonialismo; l’America latina dal populismo alle dittature militari; la guerra del Vietnam.
https://www.youtube.com/watch?v=ORXYb5SpH4c&feature=em-uploademail

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #9 Lezione - Prof. Renato Caputo
GLI ANNI SETTANTA: gli Usa dall'omicidio dei Kennedy al Sessantotto; la Cina dopo la rivoluzione culturale; la crisi petrolifera del 1973.
https://www.youtube.com/watch?v=qjuydtoPbLg&feature=em-uploademail

Unigramsci - Controstoria del Secolo Breve (II Parte) - #10 Lezione - Prof. Renato Caputo
GLI ANNI OTTANTA
https://www.youtube.com/watch?v=7y20dRqW7Dg&feature=em-uploademail 

11. (7 marzo) GLI ANNI NOVANTA: gli Stati Uniti d’America sola grande potenza mondiale; i nuovi termini della questione arabo-israeliana; i nuovi conflitti internazionali dopo la fine della guerra fredda.
https://www.youtube.com/watch?v=i6i0REdMcw4

12. (14 marzo) IL PRIMO DECENNIO DEL XXI SECOLO: i nuovi termini della questione arabo-israeliana; i nuovi conflitti internazionali dopo la fine della guerra fredda; il mondo alle soglie del terzo millennio.
https://www.youtube.com/watch?v=zFwMtsZQ2AM 

13. (21 marzo) I NOSTRI GIORNI: il radicalismo islamico; la casa comune europea.
https://www.youtube.com/watch?v=fKct67p7XGA 

14. (28 marzo) LA STORIA D’ITALIA DAGLI ANNI SETTANTA AGLI OTTANTA: il rinnovamento della società italiana; la strategia della tensione; il terrorismo; la crisi economica.
https://www.youtube.com/watch?v=Rv3P2-bWPX8 

15. (4 aprile) LA STORIA DI ITALIA DAGLI ANNI NOVANTA AI GIORNI NOSTRI: scandali e questione morale; l’Italia negli anni novanta; il primo decennio del ventunesimo secolo. 



domenica 15 aprile 2018

Riflessioni 10... - Stefano Garroni

Da: mirko.bertasi - Stefano_Garroni è stato un filosofo italiano. - Leggi anche: https://ilcomunista23.blogspot.com/2018/04/riflessioni-9-stefano-garroni.html
https://ilcomunista23.blogspot.it/2017/04/locke-e-dintorni-stefano-garroni.html 


Sul materialismo 
Con l’espressione <materialismo volgare> (particolarmente frequente nella letteratura marxista –basti pensare, per fare un solo esempio, al Materialismo ed empiriocriticismo, scritto da Lenin), si intende una certa immagine del mondo, a cui si lega una determinata maniera di concepire la conoscenza scientifica.
Il <materialismo volgare> ha una lunga storia ed in epoca moderna domina il pensiero scientifico e filosofico: di esso il filosofo inglese secentesco John Locke in particolare offrì, nel suo Saggio sulla conoscenza umana, una rappresentazione perspicua.
Con questo scritto, intendo esporre appunto tale rappresentazione, qual è contenuta nel libro 2° del Saggio citato –ma, in realtà, il mio obiettivo ha una più lunga gittata: mi interessa, infatti, precisare attraverso Locke cosa sia il <materialismo volgare> per iniziare una sorta di cammino di avvicinamento al Materialismo ed empiriocriticismo, che Lenin scrisse e che divenne il testo epistemologico fondamentale del marxismo terzointernazionalista.
Ma torniamo a Locke, precisando che leggo il testo nell’edizione inglese della Everyman Paperback, a cura di J.W.Yolton, pubblicato a Londra nel 1965.
Così si legge nel paragrafo (d’ora in avanti prf) 1 del libro 2° del Saggio lockiano: 1.“…riguardo alle semplici idee di sensazione, tutto ciò che è naturalmente costituito in modo da esser capace di impressionare i nostri sensi, produce nella mente (mind) una percezione ed al tempo stesso determina nell’intelletto (understanding) un’ idea semplice, della quale, indipendentemente dalla sua causa esterna, quando la nostra facoltà di discernimento, ne prende cognizione (notice), viene contemplata (to look on) e considerata come se fosse una positiva idea nell’intelletto, così come qualunque altra, mentre forse la causa di essa non è altro che una privazione del soggetto.”
Schematizziamo: (a) c’è qualcosa che è naturalmente costruito in modo tale, da impressionare i nostri sensi, producendo così una percezione nella mente e una cognizione, per la mediazione del nostro intelletto. (b) esiste, dunque, un mondo esterno ed indipendente dalla nostra volontà e facoltà conoscitiva; (c) quando tale mondo impressiona la nostra mente e, mediatamente, pone in movimento il nostro intelletto, in noi c’è la tendenza a concepire quella impressione come qualcosa di positivo e non come manifestazione di una mancanza della ‘cosa’, che ci impressiona. Per fare un esempio, se siamo impressionati da un che di inerte, tendiamo a concepire quel qualcosa come dotato di una qualità determinata (l’inerzia) e non invece come qualcosa che manca di movimento. In questa maniera, una negatività (l’inerzia) viene scambiata da noi come una proprietà positiva e non come mancanza. Distinguere le proprietà positive da un lato e le mancanze dall’altro, è fondamentale, se vogliamo comprendere che tipo di particelle e quale organizzazione le caratterizza, nel caso di una qualità positiva o, invece, di una privazione.
(a) Come si vede, Locke ribadisce l’esistenza di un mondo esterno all’uomo e l‘origine obiettiva delle percezioni, nel senso che esse dipendono dalla presenza o meno di un tipo di particelle (gli atomi) e della loro organizzazione.
Per chiarire ancora meglio, consideriamo il prf 3, nel qual leggiamo: (b) Un pittore o un tintore, che pure non si interroga mai circa le loro cause, ha l’idea di bianco e di nero e degli altri colori, distintamente, chiaramente, perfettamente nel suo intelletto– e forse più distintamente del filosofo, che si è occupato nel considerar la loro natura e che ritiene di conoscere in che misura ognuna di esse è, nella propria causa, positiva o privativa; nella mente del pittore o tintore l’idea di nero è altrettanto positiva di quella di bianco, per quanto la causa di quel colore possa essere, nel mondo esterno, solo una privazione.
Nel prf successivo Locke chiama in cusa un concetto assai diffuso tra Sei e Settecento: quello di spiriti vitali, che si inscrive, anch’esso, in una prospettiva di matteralismo meccanicistico o corpuscolare, che è quella di cui Locke è grane sostenitore. Così leggiamo nel prf 4: “Se mio scopo fosse, nella presente occasione, di indagare le cause naturali e il modo della percezione, offrirei la spiegazione del perché una causa privativa possa, almeno in alcuni casi, produrre un’idea positiva, ovvero che essendo tutte le percezioni prodotte in noi a differenti livelli e modi di movimento nei nostri spiriti vitali, variamente agitati dagli oggetti esterni, l’abolizione di un precedente movimento deve necessariamente produrre una nuova sensazione come la variazione o l’incremento di essa, così introducendo una nuova idea, che dipende unicamente da un differente movimento degli spiriti animali nell’organo in questione.”
Per concludere, possiamo dire che il materialismo meccanicistico ( o volgare, nella terminologia marxista) non esclude –anzi implica- una specifica attività della mente e dell’intelletto umani, come anche una riduzione della materia in corpuscoli o atomi che, a secondo della loro organizzazione, colpiscono variamente l’apparato psichico o mentale dell’uomo. 

aprile 2012


sabato 14 aprile 2018

"La Tenda di Pitagora" - Carlo Sini


Da: Dante Channel - Carlo_Sini è un filosofo italiano. CarloSiniNoema

Lezione 0 - "La Tenda di Pitagora":


Lezione 1 - Il boccio, il fiore, il frutto”: https://ilcomunista23.blogspot.it/2018/02/il-boccio-il-fiore-il-frutto-carlo-sini.html 



venerdì 13 aprile 2018

Chi sta preparando la guerra? - Alessandra Ciattini

Da: https://www.lacittafutura.it -  insegna Antropologia culturale alla Sapienza.
Leggi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2018/04/la-pietra-dinciampo-siriana-orazio-di.html
                      https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/10/le-pipeline-in-siria-e-iraq-il-vero.html


Siamo entrati in una nuova Guerra fredda che potrebbe sfociare in una guerra vera e propria.



Come è noto, Papa Bergoglio ha dichiarato che si sta già combattendo la terza guerra mondiale, ma a pezzi, ossia in diversi luoghi simultaneamente. Però, come tutti i papi, si è dimenticato di indicare chi sono i veri colpevoli di questo immane disastro, al di là della responsabilità generica da attribuire a tutti gli esseri umani.
A differenza del papa, noi invece siamo interessati a scoprire i veri responsabili, analizzando alcuni degli eventi più gravi in questo senso che si stanno verificando sotto i nostri stessi occhi e che però non sono notati dall’uomo comune distratto, né ricomposti in un disegno d’insieme dai mass media egemoni.
In primo luogo, sulla base di quanto scrive Manlio Dinucci, ricorderò che nel Rapporto del Pentagono 2018 si può leggere che la Russia viola i confini delle nazioni limitrofe ed esercita il potere di veto sulle decisioni dei suoi vicini. A ciò il Rapporto aggiunge: “Il modo più sicuro di prevenire la guerra è di essere preparati a vincerne una”. Con queste finalità il Pentagono chiede ai paesi alleati di aumentare le spese militari per rendere la NATO più potente.
Questi temi sono stati tutti ignorati dagli squallidi contendenti della campagna elettorale italiana, che hanno anche evitato di parlare dei contingenti militari italiani stanziati a ridosso della Russia e delle nuove bombe nucleari B61-12. Queste ultime saranno presto posizionate in Italia al posto delle B61 già presenti (circa 70). Come scrive sempre Dinucci: “La B61-12… è una nuova arma: ha una testata nucleare a quattro opzioni di potenza selezionabili a seconda dell’obiettivo da colpire; un sistema di guida che permette di sganciarla non in verticale, ma a distanza dall’obiettivo; la capacità di penetrare nel terreno per distruggere i bunker dei centri di comando in un first strike nucleare”.
Nel luglio del 2017 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha elaborato un trattato con lo scopo di individuare uno strumento legalmente vincolante atto a proibire la fabbricazione e l’impiego delle armi nucleari, a favore del quale hanno votato 122 paesi. Gli Stati dotati di armi nucleari, inclusi i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza, non hanno partecipato ai negoziati né alla votazione. Alcuni paesi, come Cuba, Venezuela, Messico, Palestina, Tailandia lo hanno già ratificato, mentre i 29 paesi della Nato hanno dichiarato che il trattato ignora i pericoli che oggi il mondo deve fronteggiare, ossia la Corea del Nord. Esso entrerà in vigore dopo che sarà firmato e ratificato da 50 paesi.

giovedì 12 aprile 2018

"Fenomenologia ed esistenzialismo - Husserl"- Paolo Vinci

Da: AccademiaIISF - Paolo Vinci è docente di Filosofia pratica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma.  http://www.iisfscuoladiroma.it
Vedi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/08/la-logica-di-hegel-una-grottesca.html




martedì 10 aprile 2018

1978: “LA SVOLTA DELL’EUR”

Da: http://tempofertile.blogspot.it - http://www.pietroichino.it -  https://www.ilpost.it
Leggi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2018/04/7-aprile-una-interpretazione-degli-anni.html
                   
IL Contesto: 1977/78 un paio d'anni particolarmente difficili. 

il 15 gennaio 1977, ad un convegno di intellettuali al teatro Eliseo di Roma, Berlinguer lancia la "politica dell'austerià" - [https://www.ilpost.it/2010/08/27/berlinguer-austerita/];

il 26 gennaio 1977, per "frenare l’inflazione e difendere la moneta attraverso il contenimento del costo del lavoro e l’aumento della produttività”, CGIL-CISL-UIL firmano un accordo con la Confindustria che prevedeva l’eliminazione degli scatti futuri di contingenza dal conteggio del TFR e l’abolizione di sette festività, inoltre aumenta l'orario di lavoro;  

il 17 febbraio 1977 Lama parla all’università La Sapienza di Roma, ma è violentemente contestato da studenti dell’Autonomia in lotta contro la riforma Malfatti. Seguono scontri fra servizio d’ordine del PCI e studenti, e Lama è costretto a fuggire. 

Disordini alla Sapienza nel giugno 1977 per "favorire l’occupazione” viene varato il “contratto di formazione lavoro” che avvia in Italia il processo di precarizzazione e frantumazione del rapporto di lavoro che farà molta strada da allora; 

la nuova linea proposta da Lama nell'intervista è ratificata, dopo un'ampia discussione nelle diverse federazioni, dall'Assemblea della CGIL-CISL-UIL che si svolge nel quartiere romano dell’EUR; 

il 28 febbraio 1978, Aldo Moro avanza finalmente all'assemblea delle DC l'ipotesi di un futuro governo con il PCI; 

il 16 marzo 1978, Aldo Moro è rapito dalle Brigate Rosse mentre si reca al giuramento del governo Andreotti (monocolore DC) che vede il decisivo appoggio esterno del PCI; 

il 9 maggio Aldo Moro è ritrovato ucciso; 

il 13 dicembre 1978 l'Italia ratifica, con il voto contrario del PCI annunciato da un vigoroso discorso [http://tempofertile.blogspot.com/2014/03/giorgio-napolitano-il-rilevante.html] di Giorgio Napolitano l'adesione allo SME. 


L'intervista a Luciano Lama, a cura di Eugenio Scalfari - la Repubblica il 24 gennaio 1978

1978: In un momento di crisi economica nazionale grave il Segretario Generale della CGIL illustra le basi teoriche e i contenuti pratici della "SVOLTA DELL'EUR" che vede in quel periodo impegnate unitariamente CGIL, CISL, UIL.

lunedì 9 aprile 2018

INTRODUZIONE a “Scritti filosofici” di Mao - Stefano Garroni


Stefano_Garroni è stato un filosofo italiano. 


Il lettore non si lasci ingannare: il titolo del libro è Scritti filosofici, ma con le pagine qui raccolte la filosofia in realtà ha ben poco a che fare e, quando invece è evidentemente presente, lo è ad un livello assai modesto, che non esclude addirittura errori.

La realtà è che il marxismo deve la sua complessità anche al fatto di essere varie cose, per quanto collegate l’una all’altra.

Il marxismo, ad esempio, è un certo modo di disporsi di fronte al mondo, riconoscendosi il soggetto umano parte attiva di esso, principalmente perché orientato – il soggetto – all’umanizzazione del mondo (e qui si vede la grande influenza, in particolare, della Fenomenologia hegeliana su Marx); impegnato a fare del mondo qualcosa, che concreta, potenzia ed arricchisce la libertà umana e non l’avvilisce, invece, alla condizione della mèra dipendenza dalla “leggi del mondo” (o di dio: è la stessa cosa).

In altre parole il marxismo è una visione del mondo (Weltanschauung), il che significa non solo un modo di giudicar le cose (ad esempio, l’affermazione del loro esser conoscibili e non rappresentare, invece, quella sostanza vera, che travalicando le apparenze, si colloca oltre le possibilità conoscitive umane).

Ma proprio perché visione del mondo, il marxismo è, anche, assunzione di un atteggiamento morale (per fare gli esempi più ovvi, si pensi all’anti-talmudismo di cui diceva Togliatti o alla serrata critica della tradizione giudaico-cristiana – e di ogni religione –, che si trova                                                                          esplicitamente in Marx, non a caso allievo di Hegel e di una lunga tradizione classica).

È utile qui ricordare Lenin, quando afferma della religione che essa è << … una delle cose più ignobili, che possano esistere al mondo …>>. 

Si potrebbe dire che è, quindi, quasi ovvio il fatto che l’interesse del marxismo sia focalizzato essenzialmente sulla storia e sull’economia, dunque, sulle complessità della concreta vita sociale umana.

E proprio qui il marxismo raggiunge quelli, che forse sono i suoi più rilevanti risultati: riuscire a fornire la scienza sociale degli strumenti per cogliere le connessioni (anche variamente contraddittorie) tra i diversi livelli della realtà sociale; ed ancora una riorganizzazione della tradizionale disciplina economica, che così diventa effettivamente parte fondamentale della vicenda storica complessiva.

Dunque, il marxismo come visione del mondo, come modo di concepire la storia dell’uomo ed, ancora, il marxismo come critica dell’economia politica, in nome di una radicale riorganizzazione dell’economico.

Ma non basta.