giovedì 30 dicembre 2021

Nell'istante in cui si cessa di credere in lei, la filosofia sparisce - Silvano Tagliagambe

Da: Casa della Cultura Via Borgogna 3 Milano - Silvano Tagliagambe è un filosofo, fisico e accademico italiano, epistemologo.

La visione e lo sguardo... - Silvano Tagliagambe

La scienza tra dubbio e certezza - Giulio Giorello

Lavoro. Il lavoro come arte della conoscenza - Carlo Sini

"Anthròpina phronein: la saggezza del limite" - Salvatore Natoli

Perché la mente non coincide con il cervello - Felice Cimatti

Essere, pensiero e linguaggio - Felice Cimatti

Siamo il nostro cervello? - Gianvito Martino

Vedendo il linguaggio e chi lo usa - Tullio De Mauro 

Alienazione e rivoluzione (digitale) - Enrico Donaggio 

"La materia del soggetto" - Carlo Sini 

                                                                           

mercoledì 29 dicembre 2021

Declinazioni del concetto di natura tra ontologia e storia - Luca Illetterati

Da: AccademiaIISF - 
Luca Illetterati è professore ordinario di filosofia teoretica presso il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell’Università di Padova. 



(1/5) Luca Illetterati - Introduzione: per un’ontologia storica 

                                                                           

(2/5) "Physis" e vita - https://www.youtube.com/watch?v=Pj_3QXt2-Qs 

(3/5) Creature e artefattihttps://www.youtube.com/watch?v=uE6hoca6LXI 


(5/5) Paesaggi contemporanei https://www.youtube.com/watch?v=BK-v7CWPvh8 

domenica 26 dicembre 2021

LA LIBERTÀ, LA MORTE, LO STATO. FILOSOFIE E IDEOLOGIE DELLA QUESTIONE PANDEMICA - Emiliano Alessandroni

 Da: https://filosofiainmovimento.it - Emiliano Alessandroni, Università degli Studi di Urbino 'Carlo Bo'. 

Leggi anche: Dal 2030 il mondo sarà meraviglioso secondo l’Agenda Onu - Alessandra Ciattini 

Sul privilegio. Note critiche su Agamben-Cacciari - Roberto Finelli, Tania Toffanin 

Che cos'è la libertà? Il Covid-19 e la difesa del diritto alla vita - Emiliano Alessandroni 



1. Libertà 
2. Società 
3. La meditatio mortis
4. Cospirazionismo e complottismo 
5. Il quadro internazionale



1. Libertà

Pochi esempi sembrano così eloquenti, per quanto concerne le influenze esercitate dall’ideologia sulla semantica, di ciò che nella storia del linguaggio è accaduto alla parola “libertà”, oggi al centro di un acceso dibattito filosofico e politico sul valore delle misure anti-pandemiche. Questa parola è stata infatti evocata, nel corso della storia, all’interno delle circostanze più svariate e di rivendicazioni fra loro persino contrapposte. “Libertà!” gridavano, ad esempio, gli schiavi neri in rivolta a Santo Domingo e negli Stati Uniti del Sud. Ma “libertà!” gridavano anche i proprietari di schiavi che negli Usa agognavano la secessione dal Nord per continuare a perpetrare la schiavitù su base razziale e chiedevano che lo Stato, il governo centrale, non si intromettesse nei propri affari commerciali. 

Nell’ambito della modernità occidentale, in particolar modo, vediamo spesso incontrarsi e non molto meno spesso scontrarsi, almeno tre idee generali di libertà. 

sabato 25 dicembre 2021

Alessandro Barbero s'infiamma contro la "Buona Scuola"

Da: Alessandro Barbero - La Storia siamo NoiAlessandro Barbero è uno storico, scrittore e accademico italiano, specializzato in storia del Medioevo e in storia militare.



Lo storico Alessandro Barbero, in pochi minuti, riassume il senso di una scuola aperta a tutti per non tornare ad un mondo in cui solo l’elite, quelli che comandano, possiedono la cultura. 

«Per molto tempo a scuola ci andavano in pochi […] si dava però per scontato che andare a scuola […] era indispensabile per avere un ruolo poi dirigenziale nella vita. l’esercito italiano, durante la prima guerra mondiale, ha un disperato bisogno di ufficiali, tanto che alla fine manda a comandare i plotoni e le compagnie dei diciannovenni, ma su una cosa non transige: devono aver finito le scuole superiori.

Inizia così il breve ma partecipato excursus di Alessandro Barbero sulla riforma della “Buona Scuola”, continua:

[…] poi, lo sappiamo tutti cosa è successo. è successo che si è detto: in un grande movimento democratico […] non si deve più avere un mondo in cui solo l’elite, quelli che comandano, possiedono la cultura. tutti devono averla. tutti i ragazzi devono avere anni e anni, durante i quali studiano e imparano, anziché dover lavorare come è sempre successo ai loro padri e ai loro nonni. […] quando han cominciato ad andarci anche i figli degli operai si è cominciato a dire “ma appunto, in fondo in fondo siamo sicuri che tutto questo serve?” […] e si è arrivati adesso all’assurdità che si è tornati a dire ai ragazzi, come ai loro nonni analfabeti: “anche se avete soltanto sedici o diciassette anni o diciott’anni, però, un po’ di lavoro lo dovete fare. che è questo lusso di passare quegli anni solo a studiare a scuola? no, no: alternanza scuola lavoro!”» [applausi]. (

                                                                          

venerdì 24 dicembre 2021

Dire dove la storia andrà Tra Dante e Marx. Noterelle sull’azione storica - Roberto Fineschi

Da: La città futura - Roberto Fineschi (Marx. Dialectical Studies) è un filosofo italiano. Membro del comitato scientifico dell’edizione italiana delle Opere di Marx ed Engels. 
Leggi anche: Dante nei “Quaderni del carcere”: il canto decimo dell’Inferno di Antonio Gramsci. - Giorgio Gattei

1. In occasione del centenario dantesco vorrei sviluppare qualche noterella sulle sue riflessioni di teoria politica. Che, tra le istituzioni universali, il primato spetti all’imperatore piuttosto che al papa, che la loro conflittualità, lo scarso interesse del primo alle questioni “italiane” ecc. giochino effettivamente un ruolo nella governance mondiale, ai nostri occhi non appare onestamente un tema rilevante, almeno in questi termini. Significa questo che i problemi teorici affrontati da Dante, il contesto in cui la sua riflessione si articola non abbiano niente su cui farci riflettere? Ovviamente no. Tra i temi più interessanti, a mio parere, figura la complessa relazione tra istituzioni, bene universale, e le “parti”, nonché la questione dell’efficacia del “ben fare” rispetto al corso storico. 


Limitandosi ai cosiddetti canti politici (il sesto di ciascuna cantica), già nel discorso su Firenze di Ciacco – punito nel III cerchio dell’Inferno tra i golosi – emerge il tema delle “parti” (qui i guelfi bianchi e i guelfi neri) e della loro lotta intestina: 

… Dopo lunga tencione
verranno al sangue, e la parte selvaggia
caccerà l’altra con molta offensione
(Inferno, 64-66). 

La causa del loro agire pernicioso è da ricondurre a

superbia, invidia e avarizia sono
le tre faville c’hanno i cuori accesi
(Inferno, 74-75).

giovedì 23 dicembre 2021

Oltre Omicron: che cosa potremmo aspettarci da COVID-19

Da: https://www.lescienze.it - di Ewen Callaway (L'originale di questo articolo è stato pubblicato su "Nature il 7 dicembre 2021. Traduzione di Lorenzo Lilli, editing a cura di Le Scienze.) 

Ascolta anche: Guerriglia Radio intervista Fabrizio Chiodo https://www.spreaker.com/user/11689128/caffe-e-cornetto-speciale-guerriglia-rad?

Vedi anche: Omicron, pandemic control e vaccini- Cross Words 

Leggi anche: Ecco perché la variante Delta si diffonde così rapidamente di Sara Reardon/Nature 

All’origine della variante Omicron di Sarah Wild/Scientific American 

La variante Omicron non sfugge del tutto alla protezione immunitaria di Lars Fischer/Spektrum der Wissenschaft 

Quale impatto sulla pandemia avranno i vaccini anti COVID per bambini di Max Kozlov/Nature 

Raffigurazione artistica di successive varianti di SARS-CoV-2 (© Science Photo Library/AGF) 


Lo studio della rapida diffusione di nuove varianti offre indizi su come SARS-CoV-2 si stia adattando e su come la pandemia potrebbe svilupparsi nel corso dei prossimi mesi 


A inizio 2020, mentre il mondo precipitava verso una pandemia, il biologo evoluzionista Jesse Bloom scrutava il futuro di SARS-CoV-2. Come molti specialisti di virus in quel momento, prevedeva che il nuovo patogeno non sarebbe stato eradicato. Sarebbe invece diventato endemico: il quinto coronavirus a stabilirsi permanentemente negli esseri umani, accanto a quattro coronavirus "stagionali" che provocano raffreddori relativamente leggeri e circolano tra di noi da decenni o più.

Bloom, che lavora al Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, pensava che questi coronavirus stagionali avessero le potenzialità per indicare un possibile percorso evolutivo di SARS-CoV-2 e il futuro della pandemia. Tuttavia, sappiamo poco su come continuano a prosperare questi altri virus. Uno degli esempi più studiati – un coronavirus stagionale detto 229E – infetta le persone più volte nel corso della vita. Non è chiaro però se questi nuovi contagi dipendano dall’indebolimento delle risposte immunitarie negli ospiti umani o se il virus aggiri l’immunità grazie a mutazioni. Per scoprirlo Bloom ha preso campioni di sangue vecchi di decenni, prelevati da persone probabilmente infettate da 229E, e li ha testati alla ricerca di anticorpi contro varie versioni del virus, risalenti anche agli anni ottanta. 

mercoledì 22 dicembre 2021

Il ritorno della sinistra in Cile e le casse vuote dello stato - Alberto Negri

Da: https://edicola.quotidianodelsud.it - https://www.facebook.com/alberto.negri.9469 - Alberto Negri è giornalista professionista dal 1982. Laureato in Scienze Politiche, dal 1981 al 1983 è stato ricercatore all'Ispi di Milano. Storico inviato di guerra per il Sole 24 Ore, ha seguito in prima linea, tra le altre, le guerre nei Balcani, Somalia, Afghanistan e Iraq. Tra le sue principali opere: “Il Turbante e la CoronaIran, trent’anni dopo” (Marco Tropea, 2009) - “Il musulmano errante. Storia degli alauiti e dei misteri del Medio Oriente” (Rosenberg & Sellier, marzo 2017) - “Bazar Mediterraneo” (GOG edizioni, Dicembre 2021)


Gabriel Boric Font è un politico cileno di origini croate, figura del movimento studentesco del 2011, è deputato dal 2014. Il 19 dicembre 2021 viene eletto Presidente del Cile. Entrerà in carica l'11 marzo 2022.



Fermato il pinochetismo, Boric deve fare i conti con uno Stato dalle casse pubbliche prosciugate per i fondi concessi durante la pandemia. Nel 2021 in Cile è stato elargito l’equivalente di un intero Pil nazionale in sussidi a famiglie e imprese. 

Il difficile comincia adesso ma il Cile comunque volta pagina. In Cile Gabriel Boric l’ex leader delle proteste studentesche, il più giovane presidente mai eletto, ha nettamente sconfitto Jose Antonio Kast, il candidato dell’estrema destra, ammiratore di Pinochet. 

Il nuovo inquilino della Moneda (si insedierà a marzo) non avrà vita facile. Boric _ come del resto sarebbe accaduto anche a Kast _ non può contare su una maggioranza in Parlamento, deve fare i conti con i lavori dell’Assembla Costituente, che sta scrivendo la nuova Carta, e si trova con uno Stato dalle casse pubbliche prosciugate dai fondi concessi durante la pandemia. 

Nel 2021 in Cile è stato elargito l’equivalente di un intero Pil nazionale in sussidi a famiglie e imprese. Questo ha permesso a molti di sopravvivere alla crisi economica, ma il Cile non sono gli Stati Uniti, non possono stampare moneta per sostenere l’economia nazionale. Sospeso tra passato e futuro, il presente del Paese che per molto tempo è stato erroneamente considerata come un’isola felice in Sudamerica è tutt’altro che semplice. 

Quale era la vera posta in gioco di queste elezioni? Al centro della partita elettorale c’era il sistema economico e sociale estremamente controverso, che ha reso il Cile un paese prospero e la prima economia dell’America Latina ma anche il secondo per tassi di povertà estrema dopo l’Uruguay. Il Cile ha pagato la sua crescita con una disuguaglianza che frattura la società dall’interno. Una disuguaglianza che ha nutrito la rabbia delle proteste dei liceali nel 2006 e degli universitari del 2011, delle continue mobilitazioni dei mapuche nel Sud e nelle mobilitazioni contro le grandi centrali elettriche in Patagonia, e che infine è esplosa nelle proteste del 2019. 

martedì 21 dicembre 2021

Critica economica della riforma della scuola - Emiliano Brancaccio

Da: Manifesto Nuova Scuola - Emiliano Brancaccio è professore di Politica economica presso l'Università del Sannio - www.emilianobrancaccio.it

Vedi anche: Carla Maria Fabiani intervista Roberto Finelli: "DAL PROBLEM SOLVING AL THEORY BUILDING" - https://www.youtube.com/watch?v=oxNB7HjEsTc 


Incontro con il prof. Emiliano Brancaccio (Università del Sannio) per discutere sulle esigenze economiche che imporrebbero una riforma radicale della scuola. Una necessità in vista della ripresa del paese o una strumentale operazione politico-ideologica? 
(A cura di  G. Carosotti e S. Arangino)

                                                                            

lunedì 20 dicembre 2021

La madre di Cecilia - Alessandro Manzoni

Da:  https://www.libriantichionline.com - Alessandro Manzoni, I promessi sposi - capitolo XXXIV (Milano, Ferrario 1825/27).


Scendeva dalla soglia d'uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna, il cui aspetto annunciava una giovinezza avanzata, ma non trascorsa; e vi traspariva una bellezza velata e offuscata, ma non guasta, da una gran passione, e da un languor mortale: quella bellezza molle a un tempo e maestosa che brilla nel sangue lombardo. La sua andatura era affaticata, ma non cascante; gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d'averne sparse tante; c'era in quel dolore un non so che di pacato e di profondo, che attestava un'anima tutta consapevole e presente a sentirlo. Ma non era il solo suo aspetto che, tra tante miserie, la indicasse così particolarmente alla pietà, e ravvivasse per lei quel sentimento ormai stracco e ammortito ne' cuori.

Portava essa in collo una bambina di forse nov'anni, morta; ma tutta ben accomodata, co' capelli divisi sulla fronte, con un vestito bianchissimo, come se quelle mani l'avessero adornata per una festa promessa da tanto tempo, e data per premio. Né la teneva a giacere, ma sorretta, a sedere su un braccio, col petto appoggiato al petto, come se fosse stata viva; se non che una manina bianca a guisa di cera spenzolava da una parte, con una certa inanimata gravezza, e il capo posava sull'omero della madre, con un abbandono più forte del sonno: della madre, ché, se anche la somiglianza de'volti non n'avesse fatto fede, l'avrebbe detto chiaramente quello de' due ch'esprimeva ancora un sentimento.

Un turpe monatto andò per levarle la bambina dalle braccia, con una specie però d'insolito rispetto, con un'esitazione involontaria. Ma quella, tirandosi indietro, senza però mostrare sdegno né disprezzo, «no!» disse: «non me la toccate per ora; devo metterla io su quel carro: prendete». Così dicendo, aprì una mano, fece vedere una borsa, e la lasciò cadere in quella che il monatto le tese. Poi continuò: «promettetemi di non levarle un filo d'intorno, né di lasciar che altri ardisca di farlo e di metterla sotto terra così». Il monatto si mise una mano al petto; e poi, tutto premuroso, e quasi ossequioso, più per il nuovo sentimento da cui era come soggiogato, che per l'inaspettata ricompensa, s'affacendò a far un po' di posto sul carro per la morticina.

La madre, dato a questa un bacio in fronte, la mise lì come su un letto, ce l'accomodò, le stese sopra un panno bianco, e disse l'ultime parole: «addio, Cecilia! riposa in pace! Stasera verremo anche noi, per restar sempre insieme. Prega intanto per noi; ch'io pregherò per te e per gli altri». Poi, voltatasi di nuovo al monatto, «voi», disse, «passando di qui verso sera, salirete a prendere anche me, e non me sola». Così detto, rientrò in casa, e, un momento dopo, s'affacciò alla finestra, tenendo in collo un'altra bambina più piccola, viva, ma coi segni della morte in volto. Stette a contemplare quelle così indegne esequie della prima, finché il carro non si mosse, finché lo poté vedere; poi disparve. E che altro poté fare, se non posar sul letto l'unica che le rimaneva, e mettersele accanto per morire insieme? Come il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccio, al passar della falce che pareggia tutte l'erbe del prato. 

domenica 19 dicembre 2021

Come nascono le storie - Ascanio Celestini

Da: Festival della Mente Sarzana - Ascanio Celestini è un attore teatrale, regista cinematografico, scrittore e drammaturgo italiano. 
                                                                           

sabato 18 dicembre 2021

Omicron, pandemic control e vaccini

Da: Cross Words - 
Ascolta anche: Guerriglia Radio intervista Fabrizio Chiodo https://www.spreaker.com/user/11689128/caffe-e-cornetto-speciale-guerriglia-rad?


Tornano Thomas e Gianluca, con una discussione a più voci sullo stato della pandemia oggi, dopo l'annuncio della variante Omicron che ha inizialmente messo in allarme il mondo. 

Fabrizio Chiodo ci aggiorna sui risultati dei vaccini a Cuba - che ha il 94,9% vaccinati su popolazione vaccinabile, di cui 97% di bambini dai 2 anni in su, dove non esistono novax, e dove ancora ci si protegge con mascherina obbligatoria. E' partito anche uno studio osservazionale sull'utilizzo come boost del Soverana Plus, in partnership con l'Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, con schemi di vaccinazione a dosi multiple (c'è anche lo spiegone di cosa è un boost). Fabrizio racconta anche come è stata affrontata la variante Omicron e le sue mutazioni, cos'è un vaccino proteico adiuvante e quali sono le differenze con vaccino a mRna (Pfizer e Moderna) e gli altri (Astrazeneca, J&J, Sputnik, altri). Seguite @fabriziochiodo su twitter per ulteriori aggiornamenti quotidiani. 

Manlio De Domenico* - fisico di sistemi complessi - commenta Omicron in termini di modelli di previsione del contagio e "competitività" delle varianti (l'Europa è maggiormente colpita da Delta, e si vede che ora Omicron "infetta meglio" e si sta facendo strada). Manlio ci racconta brevemente il suo paper sull'andamento epidemico, e il nuovo metodo che permette di comparare la risposta di 44 paesi nel mondo, tenuto conto delle loro differenze. Un esempio di scienza della complessità, che cerca di capire anche come si riprenderà un paese in funzione di come ha reagito all'inizio alla pandemia (paesi proattivi e paesi reattivi). Seguite Manlio su twitter @manlius84 

Domenico Somma ci aggiorna su infiammazione sistemica causata da covid_19, su alcuni risultati della sua nuova ricerca sull'artrite reumatoide, e su effetti "Long Covid" su pazienti guariti da malattia in forma severa. Domenico su twitter è @Doom3Gloom 

Una discussione di aggiornamento per approfondire la nuova situazione pandemica. 
                                                                           

*Manlio De Domenico è Fisico di sistemi complessi, con 13 anni di esperienza nella ricerca. La sua ricerca è focalizzata sullo studio delle interazioni responsabili di fenomeni emergenti – come le epidemie – in sistemi interdipendenti naturali e artificiali, dalle cellule alle società. I suoi lavori fondamentali includono la struttura, la dinamica, la capacità di informazione e la resilienza alle perturbazioni di sistemi biologici e sociali complessi, con applicazioni che vanno dalla medicina di rete al comportamento umano e al processo decisionale basato su modelli in risposta alla diffusione di epidemie. Nel 2020 ha condotto un progetto di ricerca sulla valutazione infodemica con il team EPI-WIN dell'OMS. 

Manlio è attualmente Ph.D.Associate Professor of Applied Physics - Dept. of Physics & Astronomy "Galileo Galilei", University of Padua - Complex Multilayer Networks Lab e National Coordinator of the Italian Chapter of the Complex Systems Society http://italy.cssociety.org/ - 

Fino a novembre 2021, in Bruno Kessler Foundation / Complex Multilayer Networks Lab 2018 - 2021, POVO (ITALY) - Principal Investigator and Head of Laboratory. Research areas: systems of systems; molecular biology; network epidemiology; network medicine; computational social sciences

giovedì 16 dicembre 2021

Ritornare al punto di vista di classe - Alessandra Ciattini

Da: https://www.lacittafutura.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma.


Il trionfo del neoliberismo ha distrutto la coscienza di classe: come ricostruirla?


Come sappiamo, le idee, le concezioni del mondo sono importantissime, perché si possono impiegare come armi per far sì che gli agenti sociali interiorizzino l’ordine sociale esistente, i suoi valori, le sue regole. Questa impostazione non appartiene solo al marxismo, che certo ha stabilito una stretta correlazione tra sistema economico-sociale e le istanze sovrastrutturali [1]. È noto che la questione (struttura/sovrastruttura), cui dedicheremo qualche parola costituisce uno dei nodi teorici più rilevanti del marxismo, i cui fautori ne hanno dato numerose interpretazioni, che vanno dal determinismo più rigoroso all’idea dell’autonomia di un certo sistema di idee. Credo che la posizione che si prende su questo tema costituisca addirittura un discrimine tra chi è marxista e chi non lo è, nonostante si professi tale.

Sicuramente il fatto che negli ultimi decenni si sia trascurata la nozione di ideologia sostituendola con la nozione di cultura di matrice antropologica sta a significare che si intendono sganciare le idee dal loro substrato sociale, spiegando per esempio le differenze di classe con differenze puramente culturali. Si pensi, per esempio, al problema degli immigrati, presente non solo in Europa ma anche nell’America centrale, che di fatto costituiscono il sottoproletariato, ma che sono presentati come individui diversi da noi solo per determinati connotati etnici e culturali. In definitiva, l’abuso del termine cultura da parte dei mass media ha imposto un approccio puramente culturalista ai fenomeni sociali, marginalizzando sempre più la visione in termini di classe che è quella che dobbiamo pienamente recuperare, evitando tuttavia analisi piatte e semplicistiche delle altre dimensioni, dalla cui relazione reciproca scaturisce una certa formazione economico-sociale, ossia l’intero. D’altra parte, come è noto, è quello che insegnava Engels quando parlava di relazione reciproca tra le varie istanze sociali e della determinazione in ultima istanza (quindi del condizionamento esercitato in maniera indiretta attraverso molteplici mediazioni) della dimensione economico-sociale. Inoltre, lo stesso Marx osservava: “Per l’arte è noto che determinati suoi periodi di fioritura non stanno assolutamente in rapporto con lo sviluppo generale della società, né quindi con la base materiale, con l’ossatura per così dire della sua organizzazione. Per esempio i greci paragonati con i moderni, o anche Shakespeare”. E a ciò aggiungeva che gli autori greci “continuano a suscitare in noi un godimento estetico e costituiscono, sotto un certo aspetto, una norma e un modello inarrivabili”, a causa del fatto che le loro opere sono connesse alla fanciullezza dell’umanità legata a condizioni storico-sociali, che non si possono più presentare.

martedì 14 dicembre 2021

Il revival del pensiero magico nel dibattito pubblico: tra No Vax e Censis - Stefano G. Azzarà

Da: Stefano G. Azzarà - Stefano G. Azzarà insegna Storia della filosofia politica all’Università di Urbino. È segretario alla presidenza dell’Internationale Gesellschaft Hegel-Marx. Dirige la rivista “Materialismo Storico”(materialismostorico - http://materialismostorico.blogspot.com). È impegnato in un confronto tra le grandi tradizioni filosofico-politiche della contemporaneità: liberalismo, conservatorismo, marxismo.


Pensiero magico è quello degli sciroccati No Vax, pensiero magico - nel senso del culto del capitale - è quello del Censis che si fa prendere in giro dai terrapiattisti e che assimila al pensiero magico anche la critica dell'economia politica.

                                                                           

domenica 12 dicembre 2021

"CRISI DISUGUAGLIANZE E POVERTÀ" - Sergio Cararo intervista Francesco Schettino

Da: casa del popolo ladri di biciclette -  Sergio Cararo, Rete dei Comunisti, Direttore di CONTROPIANO - Francesco Schettino è un economista italiano. 



Francesco Schettino, Fabio.Clementi, Crisi, disuguaglianze e povertà. Le iniquità del capitalismo, da Lehman Brothers alla Covid-19, La Città del Sole, 2020.

                                                                         
Vi sono intere generazioni costrette a scandire l'intera esistenza con le conseguenze di crisi economiche, sociali e ambientali sempre più gravi e ravvicinate. La pandemia ha messo in luce molte iniquità del capitalismo in questa fase, innanzitutto le disuguaglianze: a fronte di un élite sempre più ricca e potente, vi sono nel nostro paese e in tutto il mondo enormi masse che vivono nell'indigenza e che non hanno accesso ai servizi essenziali. Chi desidera conoscere l'origine e l'evoluzione delle ultime crisi mondiali e locali troverà in queste pagine le analisi, le spiegazioni e le evidenze che consentono di rintracciare la verità che le classi dominanti tentano di nascondere. 

Francesco Schettino è professore di Economia politica presso l’Università della Campania “L. Vanvitelli”. È autore di monografie e pubblicazioni di respiro internazionale (World Development, Cambridge Journal of Economics, Review of Income and Wealth, Structural Change and Economic Dynamics, Journal of Economic Inequality, Journal of Policy Modeling). Redattore della rivista “La Contraddizione”(https://rivistacontraddizione.wordpress.com), è coordinatore europeo della RICDP (Rete internazionale per lo studio del debito pubblico), fondatore di Radio Quarantena, è docente e tra i fondatori dell’Università popolare A. Gramsci (https://www.unigramsci.it). 

                          

venerdì 10 dicembre 2021

La postfazione di Yolanda Díaz al Manifesto del Partito Comunista

Da: https://www.sinistraineuropa.it - Yolanda Peréz Diaz è un avvocato e politica spagnola.



Yolanda Díaz è l’attuale ministro del Lavoro del governo spagnolo, elemento di spicco del Partito Comunista di Spagna e coordinatrice nazionale di Esquerda Unida (il ramo galiziano di Izquierda Unida).

Lo scorso settembre è stata pubblicata in tutta la Spagna una nuova edizione del Manifesto del partito Comunista di Marx ed Engels, che conteneva una sua postfazione di grande interesse, che qui abbiamo il piacere di riproporvi integralmente.


di Yolanda Díaz – America Ym News

Il pensiero di Karl Marx sembra scritto, con inchiostro indelebile, nel vento della storia. Riaffiora sempre, in un contesto di crisi economica e sociale, con tutta la sua lucidità e la sua capacità di stimolare la riflessione. Il suo sguardo sui meccanismi della produzione capitalistica continua a illuminare e comprendere i principali problemi del nostro mondo e del nostro tempo.

Ci sono molti marxismi in Marx, molte confutazioni e salvataggi. Ottica postcolonialista o ortodossa, visioni che condannano il suo pregiudizio patriarcale o che celebrano il suo rapporto con la natura e l’ambiente. In ogni caso, come teorico sociale, Marx sconvolse gli schemi ideologici della classe borghese, del capitalismo, rompendo le cuciture e le trappole del suo linguaggio e, al tempo stesso, della sua capacità di dominio.

mercoledì 8 dicembre 2021

Il Truman Show della politica estera italiana - Alberto Negri

Da: https://ilmanifesto.it - Alberto Negri  è un giornalista e reporter di guerra. Per «Il Sole 24 Ore» ha seguito dal 1987 al 2017 i principali eventi politici e bellici come inviato in Medio Oriente, Balcani, Asia Centrale e Africa. - https://www.facebook.com/alberto.negri. 


https://www.gogedizioni.it/prodotto/bazar-mediterraneo/ 


La politica estera italiana è un Truman show, dove non c’è nulla di vero e siamo stati tutti adottati da un’emittente televisiva. Bastava ascoltare i discorsi in diretta tv del presidente del Consiglio Draghi e del ministro degli esteri Di Maio al Med, secondo i quali l’Italia si «batte per i diritti umani» del Mediterraneo.

Due giocolieri, neppure troppo abili, che in due ore di sproloqui riescono a non pronunciare mai i nomi di Giulio Regeni, di Patrick Zaki e di Al Sisi. I loro flessibili consiglieri dicono che lo fanno per non irritare ulteriormente il generale egiziano che già di malavoglia tollera la presenza degli avvocati al processo Zaki, di cui sapremo la sorte in queste ore.

Quale delicatezza per il macellaio golpista del Cairo, che tiene in carcere e ammazza gli oppositori.

L’Italia si batte così a bassa voce e in maniera talmente generica per i diritti umani perché in realtà è un Paese dalla coscienza sporca assai. All’Egitto vendiamo miliardi di euro di armamenti, quindi non bisogna disturbare il manovratore anche quando insulta le nostre istituzioni, dalla magistratura al Parlamento. 

Come se difendere i diritti umani precludesse dal fare affari: è difendendoli che ci si fa valere come interlocutori, ribadendo i propri ideali, posto che ne siano rimasti.

martedì 7 dicembre 2021

Epidemia di sovrapproduzione - Carla Filosa, Gianfranco Pala, Francesco Schettino

Da: https://www.carmillaonline.com 

Gianfranco Pala è un economista italiano. Direttore della rivista LA CONTRADDIZIONE (https://rivistacontraddizione.wordpress.com).

Carla Filosa insegna dialettica hegeliana e marxismo. Redattrice della rivista LA CONTRADDIZIONE. Docente alla Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it - https://www.facebook.com/unigramsci).

Francesco Schettino è un economista italiano, docente All’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli e alla Università Popolare Antonio Gramsci. Redattore della rivista LA CONTRADDIZIONE. 

Pubblichiamo di seguito un estratto della “Premessa” di Crisi globale. Il capitalismo e la strutturale epidemia di sovrapproduzione (Lad, 2021, pp. 210, € 15,00). 

Il volume affronta da un punto di vista teorico le moderne crisi capitalistiche con riferimento alle dinamiche valutarie transnazionali criticando gli approcci sottoconsumisti e neoclassici. In questo contesto gli autori mettono in discussione l’immagine dello shock pandemico come circostanza esterna alla dinamica dell’accumulazione, esplicitando le modalità con le quali tale evento viene utilizzato per comprimere quote di ricchezza sociale destinate alle classi lavoratrici.(https://www.carmillaonline.com) 

La “missione” del capitale, o più precisamente la necessità di sviluppare incessantemente le forze produttive che la storia sembra avere affidato a questo modo di produzione, presenta sempre più chiaramente l’insieme delle sue contraddizioni. L’allevamento intensivo di animali – come anche lo sfruttamento progressivo e senza remore delle risorse naturali senza ritegno a sconvolgere gli ecosistemi del pianeta – è dettato sicuramente dall’aumento della popolazione mondiale e dallo sviluppo sempre più veloce della molteplicità dei suoi bisogni, ma l’uso tecnologico e organizzativo di questo processo, dettato dal dominio delle cose, è dovuto al perseguimento del fine “miserabile” e contraddittorio della produzione di plusvalore, quale unico fine di questo sistema. La involontarietà poi, quella che invece viene moralisticamente scambiata per crudeltà od anche brutalità, sta a significare qui la incapacità, non individuale ma proprio del sistema, a far emergere una responsabilità umana cioè razionale delle azioni impiantate, unicamente soggette invece alle leggi di sviluppo precipue della produzione di merce in quanto valore, e indipendentemente dal valore d’uso, che viene così a costituire uno scarto da non considerare. Ѐ chiaro che i comportamenti individuali degli operatori possano essere repellenti od anche riprovevoli, ma il problema non concerne i molti singoli resi subalterni, bensì la centralizzazione sempre crescente del comando sulla forza-lavoro e la classe che ne gestisce il pluslavoro, secondo modalità, ritmi, efficienza, comportamenti indotti, anche valutabili come criminali e disumani.

La crisi di capitale, strutturale, è quindi la necessità – finché durerà questo modo di produzione – cui l’eccedente accumulazione di plusvalore va incontro, proprio per l’ottimizzazione del suo riprodursi ad ogni rotazione dei singoli capitali, anarchicamente concentrati e centralizzati. Se dunque l’accumulazione decresce anche per la saturazione dei mercati esistenti, si deve intensificare lo sfruttamento sia delle risorse inorganiche sia di quelle animali e umane, tutte eguagliate nell’unica accezione di merce, cioè veicolo di valore. Per promuovere inoltre tali condizioni che svelerebbero i fini indicibili del sistema, questo deve ammantarsi di rappresentazioni ideologiche rassicuranti in cui si proclamano ed esaltano benefici per tutti, nascondendo i danni che da questi si producono, finché non appaia la contraddizione reale, imponderabile o magari anche messa in conto, ma che non dovrà mai intaccare – al momento – i profitti attesi che si appelleranno all’“emergenza”. Il boomerang economico sotto forma di virus lo diventerà solo quando il numero di vittime si farà troppo alto per non poterlo più affrontare in termini di eccezione, ma si presenterà all’interno della indicibile norma. I morti cinesi, od anche africani, sudamericani preoccupavano, ma poi non eccessivamente, finché non sono diventati anche europei, statunitensi e poi mondiali.

La rappresentazione del capitale anche qui ha dovuto mostrare allarme per il bene dell’umanità tout court, quando al contrario aveva già predisposto investimenti su un mercato ancora inedito per questo promettente livello, quello dei vaccini su scala mondiale presumibilmente per tutti. La cosiddetta vendetta della natura è stata così trasformata in un investimento produttivo (di plusvalore) insperato – una forma di politica espansiva di contrasto alla crisi di capitale -, mentre l’attesa messianica del vaccino da parte delle masse soggette all’infezione e alla morte sarebbe stata mediaticamente percepita solo come una soluzione alla “calamità naturale”, facilmente credibile. I nuovi vaccini sono subito apparsi però per quello che fondamentalmente sono: merce esclusiva. I diritti proprietari o brevetti si sono mostrati diretti all’innalzamento dei prezzi, o alla incetta delle dosi che prioritariamente sarebbero servite alla vantaggiosa ripartenza competitiva delle proprie industrie, a scapito delle altre costrette a rallentare la produzione. L’interesse generale dei “benefattori del mondo intero” si è ristretto nei luoghi della centralizzazione dei capitali egemoni. L’unificazione del mercato mondiale, quale intrinseca legge di sviluppo di questo modo di produzione, impersonale e separata da ogni controllo da parte sia dei produttori sia della popolazione in genere, diventa così la fonte da cui partono tutte le contraddittorietà reali, tra cui l’ipotesi di “un’era di pandemie” come sembra abbia pronosticato l’attuale Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. La crisi di capitale riaffaccia allora anche qui la sua sotterranea presenza nello scambio ineguale di plusvalore contro plusvalore, di scambio tra capitali e non contro consumo finale privato. L’investimento netto di capitale da uno Stato all’altro o da una determinata industria – nel nostro caso farmaceutica – avviene entro le gerarchie dell’imperialismo transnazionale, il che comporta che il vaccino veicolerà il plusvalore prodotto dai lavoratori dei paesi dominati o più deboli verso le proprietà egemoniche, col potere di dosarne l’erogazione in base al maggior profitto.

domenica 5 dicembre 2021

Russell e la logica del '900 - Piergiorgio Odifreddi

Da: Piergiorgio Odifreddi - Piergiorgio Odifreddi è un matematico, logico e saggista italiano (http://www.piergiorgioodifreddi.it).


                                                                          

giovedì 2 dicembre 2021

De fato di Cicerone - Remo Bodei

Da: Festivalfilosofia - Remo Bodei (Cagliari, 3 agosto 1938 – Pisa, 7 novembre 2019) è stato un filosofo e accademico italiano.