Quando nasce la storia della filosofia come disciplina?
Possiamo dire che la disciplina è sempre esistita sin dal momento in cui l’uomo
ha incominciato a filosofare, gli stessi “Dialoghi” di Platone sono storia
della filosofia perchè includono il pensiero di Socrate e rappresentano un
esempio di ricostruzione del pensiero del filosofo da parte di un altro
filosofo. Non è quindi eccessivo definire Platone come il primo storico della
filosofia e come il primo interprete delle teorie filosofiche esposte prima di
lui.
Diceva Hegel che le opere dei filosofi non li hanno seguiti nelle tombe e che
ogni periodo ha avuto la sua filosofia, possiamo aggiungere con molta umiltà
che ogni epoca ha avuto i suoi interpreti delle filosofie passate.
Geymonat può essere definito l’interprete della filosofia
che ha seguito metodologicamente l’impostazione enciclopedica dell’illuminismo
e che ha interpretato il pensiero filosofico secondo le categorie del marxismo.
Geymonat era un razionalista, uomo di scienza e nel contempo
filosofo della scienza, fu sua la prima cattedra di Filosofia della scienza
istituita a Milano nel 1956.
Proprio la sua formazione lo portò a concepire la storia delle idee filosofiche strettamente congiunta a quella del pensiero scientifico ed è questo il fatto che segna lo stacco rispetto ad altri modi di vedere la filosofia per esempio come supremo rimedio contro il dolore ma nello stesso tempo la sua impostazione razionalista lo portò ad essere un autentico interprete della filosofia come “epistème” in cui sono svelati il Senso e l’Origine del divenire che si deve liberare dalla protezione dell’immutabile.
Proprio la sua formazione lo portò a concepire la storia delle idee filosofiche strettamente congiunta a quella del pensiero scientifico ed è questo il fatto che segna lo stacco rispetto ad altri modi di vedere la filosofia per esempio come supremo rimedio contro il dolore ma nello stesso tempo la sua impostazione razionalista lo portò ad essere un autentico interprete della filosofia come “epistème” in cui sono svelati il Senso e l’Origine del divenire che si deve liberare dalla protezione dell’immutabile.
Geymonat era convinto che non ci poteva essere sviluppo sociale
senza progresso tecnologico, probabilmente non aveva tutti i torti quando
invitava ad abbandonare le elucubrazioni metafisiche ma c’è da dire che proprio
in ambito filosofico sono nate tutte quelle perplessità verso le “magnifiche
sorti e progressive” e a quali insidiosi vicoli ciechi possa portare
l’eccessiva fiducia nel positivismo logico che non è in grado di esaurire le
domande che da sempre assillano l’uomo.
Geymonat non aderiva al positivismo logico, che ebbe una parte rilevante solo nella sua formazione iniziale (tra l'altro era allievo di Moritz Schlick, noto come il neopositivista più di sinistra e per questo ucciso dagli studenti nazisti che lo gettarono nella tromba delle scale dell'università), ma era decisamente un seguace del materialismo di Marx e Lenin con un'accentuazione del suo aspetto "dialettico". Per gli Editori Riuniti uscì negli anni '70 il libro a più autori "Attualità del materialismo dialettico" da lui ispirato. La sua fiducia nella scienza e nella tecnica erano autenticamente marxiste, dal momento che il grande sviluppo delle forze produttive era per Marx condizione necessaria (ma non sufficiente) per la transizione al comunismo.
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