Il fascismo non è morto nel ‘45, al contrario, la sua
visione del mondo precede la forma storica assunta nel ventennio ed è più
longeva della dittatura mussoliniana. La tesi di Umberto Eco nei quattordici
punti di questo articolo uscito sulla “New York Review of Books”, il 22 Giugno
1995. La traduzione italiana è tratta da Punk4free. (G. Giudici)
1. La prima caratteristica di un Ur-Fascismo è il culto
della tradizione
Il tradizionalismo è più vecchio del fascismo. Non fu solo
tipico del pensiero controrivoluzionario cattolico dopo la Rivoluzione
Francese, ma nacque nella tarda età ellenistica come una reazione al
razionalismo greco classico.
Nel bacino del Mediterraneo, i popoli di religioni diverse
(tutte accettate con indulgenza dal Pantheon romano) cominciarono a sognare una
rivelazione ricevuta all’alba della storia umana. Questa rivelazione era
rimasta a lungo nascosta sotto il velo di lingue ormai dimenticate. Era affidata
ai geroglifici egiziani, alle rune dei celti, ai testi sacri, ancora
sconosciuti, delle religioni asiatiche. Questa nuova cultura doveva essere
sincretistica. “Sincretismo” non e’ solo, come indicano i dizionari, la
combinazione di forme diverse di credenze o pratiche. Una simile combinazione
deve tollerare le contraddizioni. Tutti i messaggi originali contengono un
germe di saggezza e quando sembrano dire cose diverse o incompatibili e’ solo
perché tutti alludono, allegoricamente, a qualche verità primitiva.Come
conseguenza, non ci può essere avanzamento del sapere. La verità è stata già
annunciata una volta per tutte, e noi possiamo solo continuare a interpretare
il suo oscuro messaggio. E sufficiente guardare il sillabo di ogni movimento
fascista per trovare i principali pensatori tradizionalisti. La gnosi nazista
si nutriva di elementi tradizionalisti, sincretistici, occulti.
La piu’ importante fonte teoretica della nuova destra
italiana, Julius Evola, mescolava il Graal con i Protocolli dei Savi di Sion,
l’alchimia con il Sacro Romano Impero. Il fatto stesso che per mostrare la sua
apertura mentale una parte della destra italiana abbia recentemente ampliato il
suo sillabo mettendo insieme De Maistre, Guenon e Gramsci è una prova lampante
di sincretismo. Se curiosate tra gli scaffali che nelle librerie americane
portano l’indicazione “New Age”, troverete persino Sant’Agostino, il quale, per
quanto ne sappia, non era fascista. Ma il fatto stesso di mettere insieme
Sant’Agostino e Stonehenge, questo e’ un sintomo di Ur-Fascismo.
2. Il tradizionalismo implica il rifiuto del modernismo
Sia i fascisti che i nazisti adoravano la tecnologia, mentre
i pensatori tradizionalisti di solito rifiutano la tecnologia come negazione
dei valori spirituali tradizionali.
Tuttavia, sebbene il nazismo fosse fiero dei suoi successi
industriali, la sua lode della modernità era solo l’aspetto superficiale di una
ideologia basata sul “sangue” e la “terra” (Blut und Boden). Il rifiuto del
mondo moderno era camuffato come condanna del modo di vita capitalistico, ma
riguardava principalmente il rigetto dello spirito del 1789 (o del 1776,
ovviamente). L’illuminismo, l’eta’ della Ragione vengono visti come l’inizio
della depravazione moderna. In questo senso, l’Ur-Fascismo può venire definito
come “irrazionalismo”.
3. L’irrazionalismo dipende anche dal culto dell’azione per
l’azione
L’azione è bella di per sé, e dunque deve
essere attuata prima di e senza una qualunque riflessione. Pensare e’ una forma
di evirazione.
Perciò la cultura é sospetta nella misura in cui viene
identificata con atteggiamenti critici. Dalla dichiarazione attribuita a
Goebbels (“Quando sento parlare di cultura, metto mano alla pistola”) all’uso
frequente di espressioni quali “Porci intellettuali”, “Teste d’uovo”, “Snob
radicali”, “Le università sono un covo di comunisti”, il sospetto verso il mondo
intellettuale è sempre stato un sintomo di Ur-Fascismo. Gli intellettuali
fascisti ufficiali erano principalmente impegnati nell’accusare la cultura
moderna e l’intellighenzia liberale di aver abbandonato i valori tradizionali.
4. Nessuna forma di sincretismo può accettare la critica
Lo spirito critico opera distinzioni, e distinguere è un
segno di modernità. Nella cultura moderna, la comunità scientifica intende il
disaccordo come strumento di avanzamento delle conoscenze. Per l’Ur-Fascismo,
il disaccordo e’ tradimento.
5. Il disaccordo è inoltre un segno di diversitàrazzismo
L’Ur-Fascismo cresce e cerca il consenso sfruttando ed
esacerbando la naturale paura della differenza. Il primo appello di un
movimento fascista o prematuramente fascista è contro gli intrusi.
L’Ur-Fascismo è dunque razzista per definizione.
6. L’Ur-Fascismo scaturisce dalla frustrazione individuale o
sociale
Il che spiega perché una delle caratteristiche tipiche dei
fascismi storici e’ stato l’appello alle classi medie frustrate, a disagio per
qualche crisi economica o umiliazione politica, spaventate dalla pressione dei
gruppi sociali subalterni. Nel nostro tempo, in cui i vecchi “proletari” stanno
diventando piccola borghesia (e i Lumpen si autoescludono dalla scena
politica), il fascismo troverà in questa nuova maggioranza il suo uditorio.
7. A coloro che sono privi di una qualunque
identità sociale, l’Ur-Fascismo dice che il loro unico privilegio è il più
comune di tutti, quello di essere nati nello stesso paese
È questa l’origine del nazionalismo: inoltre, gli unici che
possono fornire una identità alla nazione sono i nemici. Così, alla radice
della psicologia Ur-Fascista vi e’ l’ossessione del complotto, possibilmente
internazionale.I seguaci debbono sentirsi assediati. Il modo piu’ facile per
far emergere un complotto è quello di fare appello alla xenofobia. Ma il
complotto deve venire anche dall’interno: gli ebrei sono di solito l’obiettivo
migliore, in quanto presentano il vantaggio di essere al tempo stesso dentro e
fuori. In America, ultimo esempio dell’ossessione del complotto è rappresentato
dal libro The New World Order di Pat Robertson.
8. I seguaci debbono sentirsi umiliati dalla ricchezza
ostentata e dalla forza dei nemici
Quando ero bambino mi insegnavano che gli inglesi erano il
“popolo dei cinque pasti”: mangiavano più spesso degli italiani, poveri ma
sobri. Gli ebrei sono ricchi e si aiutano l’un l’altro grazie a una rete
segreta di mutua assistenza. I seguaci debbono tuttavia essere convinti di
poter sconfiggere i nemici. Così, grazie a un continuo spostamento di registro
retorico, i nemici sono al tempo stesso troppo forti e troppo deboli. I
fascismi sono condannati a perdere le loro guerre, perché sono costituzionalmente
incapaci di valutare con obiettività la forza del nemico.
9. Per l’Ur-Fascismo non c’è lotta per la vita, ma piuttosto
“vita per la lotta”
Il pacifismo è allora collusione col nemico; il pacifismo è
cattivo perché la vita è una guerra permanente. Questo tuttavia porta con sé un
complesso di Armageddon: dal momento che i nemici debbono e possono essere
sconfitti, ci dovrà essere una battaglia finale, a seguito della quale il
movimento avrà il controllo del mondo. Una simile soluzione finale implica una
successiva era di pace, un’eta’ dell’Oro che contraddice il principio della
guerra permanente. Nessun leader fascista è mai riuscito a risolvere questa
contraddizione.
10. L’elitismo è un aspetto tipico di ogni ideologia
reazionaria, in quanto fondamentalmente aristocratico
Nel corso della storia, tutti gli elitismi
aristocratici e militaristici hanno implicato il disprezzo per i deboli.
L’Ur-Fascismo non può fare a meno di predicare un “elitismo popolare”. Ogni
cittadino appartiene al popolo migliore del mondo, i membri del partito sono i
cittadini migliori, ogni cittadino può (o dovrebbe) diventare un membro del
partito.Ma non possono esserci patrizi senza plebei. Il leader, che sa bene
come il suo potere non sia stato ottenuto per delega, ma conquistato con la
forza, sa anche che la sua forza si basa sulla debolezza delle masse, così
deboli da aver bisogno e da meritare un “dominatore”. Dal momento che il gruppo
è organizzato gerarchicamente (secondo un modello militare), ogni leader
subordinato disprezza i suoi subalterni, e ognuno di loro disprezza i suoi
sottoposti. Tutto ciò rinforza il senso di un elitismo di massa.
11. In questa prospettiva, ciascuno è educato per diventare
un eroe
In ogni mitologia l'”eroe” è un essere eccezionale, ma
nell’ideologia Ur-Fascista l’eroismo è la norma. Questo culto dell’eroismo è
strettamente legato al culto della morte: non a caso il motto dei falangisti
era: “Viva la muerte”. Alla gente normale si dice che la morte è spiacevole ma
bisogna affrontarla con dignità; ai credenti si dice che è un modo doloroso per
raggiungere una felicità soprannaturale. L’eroe Ur-Fascista, invece, aspira
alla morte, annunciata come la migliore ricompensa per una vita eroica. L’eroe
Ur-Fascista è impaziente di morire. Nella sua impazienza, va detto in nota, gli
riesce più di frequente far morire gli altri.
12. Dal momento che sia la guerra permanente sia l’eroismo
sono giochi difficili da machogiocare, l’Ur-Fascista trasferisce la sua volontà
di potenza su questioni sessuali
È questa l’origine del machismo (che implica disdegno per le
donne e una condanna intollerante per abitudini sessuali non conformiste, dalla
castità all’omosessualità). Dal momento che anche il sesso è un gioco difficile
da giocare, l’eroe Ur-Fascista gioca con armi, che sono il suo Ersatz fallico:
i suoi giochi di guerra sono dovuti a una invidia penis permanente.
13. L’Ur-Fascismo si basa su un “populismo qualitativo”
In una democrazia i cittadini godono di diritti individuali,
ma l’insieme dei cittadini è dotato di un impatto politico solo dal punto di
vista quantitativo (si seguono le decisioni della maggioranza).
Per l’Ur-Fascismo gli individui in quanto individui non
hanno diritti, e il “popolo” e’ concepito come una qualità, un’entità
monolitica che esprime la “volontà comune”. Dal momento che nessuna quantità di
esseri umani può possedere una volontà comune, il leader pretende di essere il
loro interprete. Avendo perduto il loro potere di delega, i cittadini non
agiscono, sono solo chiamati pars pro toto, a giocare il ruolo del popolo. Il
popolo è così solo una finzione teatrale. Per avere un buon esempio di
populismo qualitativo, non abbiamo piu’ bisogno di Piazza Venezia o dello
stadio di Norimberga. Nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo Tv
o benito-mussoliniInternet, in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato
di cittadini può venire presentata e accettata come la “voce del popolo”.
A ragione del suo populismo qualitativo, l’Ur-Fascismo deve
opporsi ai “putridi” governi parlamentari. Una delle prime frasi pronunciate da
Mussolini nel parlamento italiano fu: “Avrei potuto trasformare quest’aula sorda e grigia in un
bivacco per i miei manipoli.”
Di fatto, trovò immediatamente un alloggio migliore per i
suoi manipoli, ma poco dopo liquidò il parlamento. Ogni qual volta un politico
getta dubbi sulla legittimità del
parlamento perché non rappresenta più la “voce del popolo”, possiamo sentire
l’odore di Ur-Fascismo.
14. L’Ur-war is peaceFascismo parla la “neolingua”
La “neolingua” venne inventata da Orwell in 1984, come la
lingua ufficiale dell’Ingsoc, il Socialismo Inglese, ma elementi di Ur-Fascismo
sono comuni a forme diverse di dittatura. Tutti i testi scolastici nazisti o
fascisti si basavano su un lessico povero e su una sintassi elementare, al fine
di limitare gli strumenti per il ragionamento complesso e critico.
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