domenica 15 aprile 2018

Riflessioni 10... - Stefano Garroni

Da: mirko.bertasi - Stefano_Garroni è stato un filosofo italiano. - Leggi anche: https://ilcomunista23.blogspot.com/2018/04/riflessioni-9-stefano-garroni.html
https://ilcomunista23.blogspot.it/2017/04/locke-e-dintorni-stefano-garroni.html 


Sul materialismo 
Con l’espressione <materialismo volgare> (particolarmente frequente nella letteratura marxista –basti pensare, per fare un solo esempio, al Materialismo ed empiriocriticismo, scritto da Lenin), si intende una certa immagine del mondo, a cui si lega una determinata maniera di concepire la conoscenza scientifica.
Il <materialismo volgare> ha una lunga storia ed in epoca moderna domina il pensiero scientifico e filosofico: di esso il filosofo inglese secentesco John Locke in particolare offrì, nel suo Saggio sulla conoscenza umana, una rappresentazione perspicua.
Con questo scritto, intendo esporre appunto tale rappresentazione, qual è contenuta nel libro 2° del Saggio citato –ma, in realtà, il mio obiettivo ha una più lunga gittata: mi interessa, infatti, precisare attraverso Locke cosa sia il <materialismo volgare> per iniziare una sorta di cammino di avvicinamento al Materialismo ed empiriocriticismo, che Lenin scrisse e che divenne il testo epistemologico fondamentale del marxismo terzointernazionalista.
Ma torniamo a Locke, precisando che leggo il testo nell’edizione inglese della Everyman Paperback, a cura di J.W.Yolton, pubblicato a Londra nel 1965.
Così si legge nel paragrafo (d’ora in avanti prf) 1 del libro 2° del Saggio lockiano: 1.“…riguardo alle semplici idee di sensazione, tutto ciò che è naturalmente costituito in modo da esser capace di impressionare i nostri sensi, produce nella mente (mind) una percezione ed al tempo stesso determina nell’intelletto (understanding) un’ idea semplice, della quale, indipendentemente dalla sua causa esterna, quando la nostra facoltà di discernimento, ne prende cognizione (notice), viene contemplata (to look on) e considerata come se fosse una positiva idea nell’intelletto, così come qualunque altra, mentre forse la causa di essa non è altro che una privazione del soggetto.”
Schematizziamo: (a) c’è qualcosa che è naturalmente costruito in modo tale, da impressionare i nostri sensi, producendo così una percezione nella mente e una cognizione, per la mediazione del nostro intelletto. (b) esiste, dunque, un mondo esterno ed indipendente dalla nostra volontà e facoltà conoscitiva; (c) quando tale mondo impressiona la nostra mente e, mediatamente, pone in movimento il nostro intelletto, in noi c’è la tendenza a concepire quella impressione come qualcosa di positivo e non come manifestazione di una mancanza della ‘cosa’, che ci impressiona. Per fare un esempio, se siamo impressionati da un che di inerte, tendiamo a concepire quel qualcosa come dotato di una qualità determinata (l’inerzia) e non invece come qualcosa che manca di movimento. In questa maniera, una negatività (l’inerzia) viene scambiata da noi come una proprietà positiva e non come mancanza. Distinguere le proprietà positive da un lato e le mancanze dall’altro, è fondamentale, se vogliamo comprendere che tipo di particelle e quale organizzazione le caratterizza, nel caso di una qualità positiva o, invece, di una privazione.
(a) Come si vede, Locke ribadisce l’esistenza di un mondo esterno all’uomo e l‘origine obiettiva delle percezioni, nel senso che esse dipendono dalla presenza o meno di un tipo di particelle (gli atomi) e della loro organizzazione.
Per chiarire ancora meglio, consideriamo il prf 3, nel qual leggiamo: (b) Un pittore o un tintore, che pure non si interroga mai circa le loro cause, ha l’idea di bianco e di nero e degli altri colori, distintamente, chiaramente, perfettamente nel suo intelletto– e forse più distintamente del filosofo, che si è occupato nel considerar la loro natura e che ritiene di conoscere in che misura ognuna di esse è, nella propria causa, positiva o privativa; nella mente del pittore o tintore l’idea di nero è altrettanto positiva di quella di bianco, per quanto la causa di quel colore possa essere, nel mondo esterno, solo una privazione.
Nel prf successivo Locke chiama in cusa un concetto assai diffuso tra Sei e Settecento: quello di spiriti vitali, che si inscrive, anch’esso, in una prospettiva di matteralismo meccanicistico o corpuscolare, che è quella di cui Locke è grane sostenitore. Così leggiamo nel prf 4: “Se mio scopo fosse, nella presente occasione, di indagare le cause naturali e il modo della percezione, offrirei la spiegazione del perché una causa privativa possa, almeno in alcuni casi, produrre un’idea positiva, ovvero che essendo tutte le percezioni prodotte in noi a differenti livelli e modi di movimento nei nostri spiriti vitali, variamente agitati dagli oggetti esterni, l’abolizione di un precedente movimento deve necessariamente produrre una nuova sensazione come la variazione o l’incremento di essa, così introducendo una nuova idea, che dipende unicamente da un differente movimento degli spiriti animali nell’organo in questione.”
Per concludere, possiamo dire che il materialismo meccanicistico ( o volgare, nella terminologia marxista) non esclude –anzi implica- una specifica attività della mente e dell’intelletto umani, come anche una riduzione della materia in corpuscoli o atomi che, a secondo della loro organizzazione, colpiscono variamente l’apparato psichico o mentale dell’uomo. 

aprile 2012


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