Leggi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/09/hegel-scienza-della-logica-1812.html
[...] In filosofia conta il procedimento e il risultato. L'uno determina l'altro. Cioè la via che determina il risultato è costitutiva. E' quello che Hegel chiama il 'presupposto posto'. Questo fatto che un risultato e la via che porta al risultato è altrettanto necessario come il risultato. Questo per Hegel, e lo dice nella prefazione alla Fenomenologia, è la ragione fondamentale della differenza tra matematica e filosofia.
La logica del Concetto. Che cos'è il concetto hegeliano?
Begriff
Questa sezione chiamata Concetto, terza parte della Scienza
della Logica, è un concetto dei concetti. Questa è la prima cosa da capire.
Cioè in questa sezione della logica noi abbiamo una teoria del concetto. Una
teoria del concetto che poi ci può far vedere come funzionano i concetti
filosofici.
Quando diciamo concetto, per Hegel, diciamo lo strumento
fondamentale del conoscere filosofico. Però Hegel non è un costruttivista puro. Spesso usa l'espressione 'un semplice concetto'. Perché il concetto da
se è vuoto. Anche per Hegel, come dice Kant, il concetto si deve riempire.
Soltanto che Hegel ha una idea di una qualche omogeneità tra la forma e il
contenuto.
I concetti hanno bisogno di contenuto. Il concetto hegeliano
è un modello di rapporto tra universale e particolare. Questo rapporto non è quello classico che
c'è tra universale e particolare per cui l'universale sussume il particolare.
Un modello non sussuntivo di rapporto tra universale e particolare, questo è il
concetto hegeliano.
Cosa vuol dire rapporto sussuntivo tra universale e
particolare?
Vuole dire che io ho un concetto universale, cioè un
concetto astratto che vale per molti, p.es. il concetto di cane vale per gli
alani come per i bassotti e così via per tutti i cani più diversi del mondo, tutti rientrano nel concetto generale di cane. Prendo un cane particolare e lo
sussumo nel concetto generale di cane. Questo per Hegel è qualcosa di grandioso:
questa idea di universale e particolare; particolare concreto e universale
astratto; l'universale astratto che ingloba il particolare concreto; tutto ciò
è un'idea da cui non possiamo prescindere perché noi pensiamo così. Però non
basta.
La filosofia, per Hegel, non funziona così. Non funziona
sussumendo il particolare nell'universale [...]
Qui Hegel anticipa un problema che si porrà poi nella
filosofia di fine 800. Anticipa un problema che sta anche nella biologia: che
noi abbiamo la necessità di cogliere il particolare non solo attraverso leggi
universali. Perché per esempio la storia così non riusciamo a farla. E qual è
il modello alternativo a questo più classico: Legge universale-Fenomeno
particolare, sussunzione del particolare nel generale?
L'altra visione che Hegel cerca è una visione per cui è il particolare
che sviluppandosi, si innalza all'universale. E quando questo riesce,
sottolineo quando questo riesce, allora io posso dire che quel particolare è
una articolazione dell'universale, una determinazione dell'universale.
il linguaggio hegeliano qui fatica a dirci questa cosa:
sembra panlogismo, sembra che il metodo sia puramente deduttivo. Hegel ci dice
che il concetto è quell'intero capace di autodeterminarsi e allora sembra che
il concetto hegeliano generi da se stesso i propri contenuti e il proprio
determinato.
In realtà il concetto si articola e si determina come un
intero ma a partire sempre da contenuti determinati che poi si raccolgono in un
intero e quando questo riesce allora possiamo dire che abbiamo un intero, un
rapporto tutte parti, per cui le parti sono momenti dell'intero.
La logica del concetto è fondamentalmente un confronto con
Kant perché la formulazione più rigorosa e più grandiosa di questo rapporto
legge e fenomeno ce la da Kant. [...] La logica del concetto si confronta con
questo e quindi l'insieme della Scienza della Logica: Logica dell'Essere,
Logica dell'Essenza e Logica del Concetto è anche una grande ricostruzione
dell'intera storia della metafisica, dell'intera storia della filosofia. Hegel
dice: io dopo Kant non chiamo più la mia filosofia metafisica, la chiamo
filosofia speculativa perché, in qualche modo accetto, in parte, la critica di
Kant alla metafisica. Dopo Kant la metafisica è diventata logica e quindi io
invece di scrivere una metafisica scrivo una scienza della logica. La Scienza
della Logica mi da queste strutture che poi io ritrovo in tutte le
articolazioni del sapere. Tutti i saperi della natura e i saperi dello spirito.
E in che senso questa logica è una logica dialettica?
La logica hegeliana è una logica dialettica. Hegel la caratterizza
così: il logico è tripartito perché il logico è sempre un determinato. Un
determinato che risulta la negazione del proprio altro. Questa negazione
diventa costitutiva. Questo determinato è se stesso e non del proprio altro. A
quel punto questo determinato entra in contraddizione con se stesso, avendo
questa contraddizione immanente, quindi si sviluppa.
E questo può diventare un
modo per esporre la scienza. Tra l'altro Hegel dice che questo noi lo facciamo 'dopo'
che la scienza l'abbiamo, come dire- i contenuti della scienza -, li abbiamo
già assimilati. 'Poi' li esponiamo in questo modo. Chiama questa esposizione
Darstellung. Nell'introduzione all'Enciclopedia Hegel dice che per poter far questo noi prima dobbiamo studiare la fisica, la chimica, la biologia, le
scienze umane ecc. e solo poi la filosofia costruisce l'enciclopedia delle scienze
filosofiche in cui si tenta di mettere ordine a tutto il sapere, in un momento
dato della storia, attraverso questa modalità. Per cui tutto questo sapere non
viene semplicemente giustapposto ma, in qualche modo, se ne cerca l'anima
immanente. Questo filo che collega le varie tappe.
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