giovedì 4 marzo 2021

La lezione di De Cecco - Riccardo Bellofiore

 Da: https://sbilanciamoci.info - Riccardo Bellofiore, Docente di Economia politica all’Università degli Studi di Bergamo, i suoi interessi sono la teoria marxiana, l’approccio macromonetario in termini circuitisti e minskyani, la filosofia economica, e lo sviluppo e la crisi del capitalismo. (Economisti di classe: Riccardo Bellofiore & Giovanna Vertova - https://www.riccardobellofiore.info)

Leggi anche: 

Un economista ‘inattuale’: Augusto Graziani, o dell’economia critica come vera conoscenza. - Riccardo Bellofiore

L’economista in tuta da lavoro: Federico Caffè e il capitalismo in crisi - Riccardo Bellofiore

IL PROFETA DELLA CRISI. TRIBUTO A HYMAN MINSKY - intervento di Riccardo Bellofiore - 5 dicembre 2011

Pensare il proprio tempo. Ateismo positivo e uscita dal capitalismo in Claudio Napoleoni e Franco Rodano. - Riccardo Bellofiore -

Federico Caffè e l’«intelligente pragmatismo». (in appendice “Intervista a Federico Caffè” di «Sinistra 77») - Fernando Vianello

Il capitale monopolistico di Baran e Sweezy e la teoria marxiana del valore - CLAUDIO NAPOLEONI - (Testo a cura di Riccardo Bellofiore)

Tra Schumpeter e Keynes: l’eterodossia di Paul Marlor Sweezy e l'ortodossia di Paul Mattick - Riccardo Bellofiore 

Quale attualità di Claudio Napoleoni: il contributo di Politica Economica

H.G. Backhaus e la dialettica della forma di valore - Riccardo Bellofiore, Tommaso Redolfi Riva

La socializzazione degli investimenti: contro e oltre Keynes - Riccardo Bellofiore -

La Grande Recessione e la Terza Crisi della Teoria Economica - Riccardo Bellofiore e Joseph Halevi -

Tra Schumpeter e Keynes: l’eterodossia di Paul Marlor Sweezy e l'ortodossia di Paul Mattick - Riccardo Bellofiore

Vedi anche: ECONOMIA PER I CITTADINI - RICCARDO BELLOFIORE

Le principali teorie economiche - Riccardo Bellofiore

Augusto Graziani e la Teoria Monetaria della Produzione*- Giorgio Gattei 



“La lezione di un conservatore illuminato”

Un ricordo di Marcello de Cecco, economista sempre stato attento a non separare mai i suoi studi sul potere e sull’economia da un impegno civile e, in fondo, patriottico.


La notorietà internazionale venne a Marcello de Cecco dai suoi studi sul sistema monetario internazionale. Il libro più celebre è Moneta e impero. Il sistema finanziario internazionale dal 1890 al 1914 (Einaudi, Torino 1979). Il volume era in realtà già comparso in una prima versione dall’editore Laterza, nel 1971, con il titolo Economia e finanza internazionale dal 1890 al 1914. La ricerca risaliva al 1968, ed era stata stimolata dalla svalutazione della sterlina dell’anno precedente, come anche dalla impressione che l’autore sempre più nutriva che il sistema di Bretton Woods, fondato su ‘cambi fissi ma aggiustabili’, fosse sulla via del collasso. Grazie alla partecipazione ad un progetto di Robert Mundell sulle crisi per la National Science Foundation statunitense de Cecco potè studiare, a Chicago e a Londra, la presunta età dell’oro del gold standard, ma anche la sua interna e crescente fragilità. In un articolo del 1973 comparso, ancora in italiano, nella Rivista internazionale di storia della banca, de Cecco proseguì il discorso commentando la crisi bancaria del 1914, ed impiegando materiali che allora non erano ancora stati resi noti, in particolare le Crisis Conferences tenute da Lloyd George in occasione della crisi del luglio 1914, trascritte dalla moglie Julia Bamford (professoressa di lingua inglese all’Orientale di Napoli). Questo saggio divenne l’ultimo capitolo di una versione ampliata in lingua inglese: Money and Empire. The International Gold Standard, 1890-1914, pubblicata da Basil Blackwell nel 1974. Il volume fu riedito dieci anni dopo da Frances Pinter, con il titolo invertito (The International Gold Standard. Money and Empire), una nuova prefazione e la correzione di una serie di errori segnalati dai recensori della prima edizione.

L’argomentazione di de Cecco era originale e in contrasto con le interpretazioni allora consuete.

mercoledì 3 marzo 2021

"supermercati" - Aristide Bellacicco -

Aristide Bellacicco (Medico) fa parte del "Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni"


Quel giorno facevano finta di essere in italia e così sono andati insieme in un grosso supermercato - Sidis Auchan Iperemme non lo so - e appena entrati hanno preso atto ancora una volta che lì c’era proprio tutto, le cose per le bambine, le macchine fotografiche e le caffettiere elettroniche, e poi moltissime scarpe da ginnastica di ogni tipo, vestiti, gonne, camicette, giacche, un’esposizione di computer portatili dual core, dvd recorder da ottanta giga, prosciutti sotto vuoto, orzo biologico, telefoni cellulari con la possibilità di girarci dentro dei film, merendine, uova,  radio-sveglie, ogni bendiddio insomma, e a un certo punto lei ha fatto un mezza giravolta su se stessa e ha detto “oh, mi gira la testa”, ma era per la grande allegria che sentiva, perché l’abbondanza degli oggetti le metteva allegria ma soprattutto le metteva allegria guardare quanta gente stava lì come a casa propria, senza nessuno a disturbare o a mettere fretta mentre toccavano e sceglievano qualcosa da comprare.

“Mi fa piacere che stai bene” ha detto Cori e subito l’aveva presa sottobraccio per farle coraggio, sapeva perfettamente quanta paura lei aveva in quel momento e che i suoi sentimenti stavano tutti sottosopra, e quell’allegria forse andava tenuta d’occhio, ma per lo meno non si sarebbe messa a strillare e forse nemmeno sarebbe svenuta lì in mezzo, e questo era già molto. 

I suoi capelli avevano un buon profumo, Cori lo ha aspirato a fondo e con dolore e per distrarla le chiede se le piacerebbe un foulard, ce n’è un banco enorme, colmo di foulard di tutti i colori che gli facevano venire in mente uccelli tropicali in una gabbia di vetro, si possono tirar su con due dita e provarseli davanti allo specchio, nessuno dice niente, qui siamo in italia, anche se è per finta, dopo tutto è casa nostra diavolo. 

Cori dice che “ah, è bellissimo” e lei se lo sistema come la bandana di un pirata, se lo tiene in testa col cartellino del prezzo che penzola da un lato ricoperto dal codice a barre e poi è tutta contenta come una ragazzina e dice che vuole prendere anche qualcosa per le bambine e per sua madre, dice che ha voglia di comprare tutto quello che c’è, perché comprare è bello, capisci cosa voglio dire tesoro? è come abbracciare, stringersi, stare in un posto caldo e accogliente dove gli altri ti sorridono e non ti si mettono contro, perché sono contenti come te e allora va tutto bene, è così come dovrebbe essere sempre, tutto normale, tranquillo e gioioso. 

Cori la teneva ancora sottobraccio, poi l’ha presa per mano per lasciarla più libera ma non se la sente di rinunciare alla stretta e di farla andare avanti da sola a vedere tutte quelle cose, in quel momento lei ha una paura terribile che non sa di avere e tutto ciò che le sembra bellissimo potrebbe in un attimo trasformarsi nel suo esatto contrario, quante volte era già successo? bastava niente, un dettaglio o un minuscolo intoppo nell’armonia del mercato, qualcosa che la portasse a pensare alle cose che le fanno così tanto male e allora addio allegria, siamo punto e da capo col dolore. 

lunedì 1 marzo 2021

Il banchiere-usuraio: Draghi o Gobseck [1]? - Alessandra Ciattini

Da: https://www.lacittafutura.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni) insegna Antropologia culturale alla Sapienza di Roma.

Leggi anche: Per una democrazia pluralista, conflittuale e sociale - Alessandra Algostino

l'intervista di Radio Quarantena a Alessandra Algostino: https://www.spreaker.com/user/11689128/210123-audio-algostino 



Un ardito parallelo: Mario Draghi assomiglia a Gobseck, lo straordinario personaggio di Balzac?



La figura di Mario Draghi, la sua santificazione, la sua celebrazione spropositata (ormai tutti i protagonisti dei mass media sono dei geni) sembrano aver acceso una scintilla in quel che resta dei gruppi di opposizione classista, che sono insorti con un no chiaro al governo delle banche e del potere finanziario. E ciò, perché sulla base di precise e documentate analisi economiche (l’Europa non ci regalerà fantastiliardi) [2] sanno perfettamente che un governo del genere prefigura l’aumento del tasso di sfruttamento, l’impoverimento dei salariati, l’ulteriore deregolamentazione del mercato del lavoro, una forma di dittatura dell’Unione europea, dominata da Germania e Francia [3], che detteranno nel dettaglio la politica italiana.

Persino un moderato come Nicola Fratoianni, portavoce di Sinistra Italiana, facente parte insieme a Liberi e Uguali della Sinistra che dovrebbe rimettere insieme i cocci di alcuni gruppuscoli tra loro conflittuali, scrive: “Non è il governo dei migliori. È il governo della parte più ricca e potente del paese. È il governo che riporta nei ministeri anche i campioni della disuguaglianza e della discriminazione. Per questo non possiamo dargli la nostra fiducia”. Immediatamente due parlamentari del gruppo (De Petris e Palazzotto) hanno dissentito e assicurato il loro voto al nuovo governo a prova della vacuità politica, dell’assenza di principi che segnano la vita parlamentare italiana ormai in uno stato di profonda degenerazione alimentata anche dall’incalzante rafforzamento dell’esecutivo (per es. i famosi Dpcm di Conte). Dunque, Fratoianni è l’unico del suo gruppo di tre sparuti parlamentari che si è trovato a votare contro il governo Draghi, il quale dovrebbe salvare il paese, trovando risposte efficaci a una crisi dalle molte sfaccettature che ormai appare senza fine.

Anche se il governo Conte non ci è sembrato essere – come sostiene Fratoianni – “un percorso di sperimentazione politica… un confronto non facile tra forze produttive e mondo del lavoro”, condividiamo l’opinione che il passaggio al governo “tecnico-politico” diretto da Draghi costituisca un salto di qualità, ossia nelle nostre parole un ulteriore avanzamento verso una catastrofe abissale per le classi popolari.

sabato 27 febbraio 2021

"SOCRATE" - Giannantoni, Gigon, Hösle

 

                                                                            


venerdì 26 febbraio 2021

Rosa Luxemburg cento anni dopo - Claudia von Werlhof

 Da: http://www.rifondazione.it/formazione/ -  Nata a Berlino nel 1943, Claudia von Werlhof si è laureata in economia e in seguito ha conseguito il dottorato in sociologia presso l’Università di Colonia; ha insegnato all’Università di Bielefeld e dal 1988 al 2011 come professoressa emerita (Political Science and Women ́s Studies) all’Università di Innsbruck. Nel 2010 ha dato vita alla Fondazione “Planetary Movement for Mother Earth” e nel 2015 alla rivista “BOOMERANGJournal for the Critique of Patriarchy”. Tra le sue opere in inglese si ricorda: Women, the Last Colony, Zed London 1988; There is an Alternative, Zed, London 2001; The Failure of Modern Civilization and the Struggle for a “Deep” Alternative, Lang, Frankfurt-New York-Paris 2011. In Italiano è recentemente uscito il volume, recensito in questo numero della rivista, Nell’etá del Boomerang. Contributi alla teoria critica del patriarcato, Unicopli, Milano 2014. 

leggi anche: L’INFERIORITÀ DELLA DONNA TRA NATURA E CULTURA - Alessandra Ciattini

La civiltà coloniale europea tra dialettica e frammenti* - Alessandra Ciattini

L’ingannevole abbaglio della libertà sessuale*- Alessandra Ciattini

Il rispetto delle differenze culturali: relativismo o antirelativismo?*- Alessandra Ciattini

Il feticismo da un punto di vista antropologico. - A.Ciattini*, S.Garroni.

Stiamo vivendo la prima crisi economica dell’Antropocene - Adam Tooze

Cinque risposte su marxismo ed ecologia*- John Bellamy Foster

L’IDEA DI COMUNITÀ IN IVAN ILLICH - Marianna De Ceglia

IL ROSSO, IL ROSA E IL VERDE. Classe, genere e natura. - Riccardo Bellofiore

Il capitale «apre» i confini: accumulazione e crisi del globale in Rosa Luxemburg - MICHELE CENTO e ROBERTA FERRARI

ESSERE MARXISTA, ESSERE COMUNISTA, ESSERE INTERNAZIONALISTA OGGI - Samir Amin

Genere e famiglia in Marx: una rassegna*- Heather Brown 


Il processo di accumulazione originaria “continuata” e la crisi della riproduzione del capitale oggi.

Era il 1976 quando, grazie al pensiero di Rosa Luxemburg, elaborai la mia prima scoperta teorica. Gli effetti sarebbero stati di ampia portata. Si tratta del nuovo concetto di “ accumulazione originaria continua” o “progressiva” (Werlhof 1978). Fino a quel momento esisteva solo il concetto di “accumulazione originaria” o “primitiva” formulata da Karl Marx (Marx 1974a), il cui presupposto era la violenta espropriazione della popolazione rurale e artigianale europea nel processo della formazione del capitale all’inizio dell’età moderna. 

Il capitale è venuto al mondo “grondante sangue e fango”, come scrisse Marx. L’estorsione dei mezzi di produzione, la loro “separazione” da coloro che con essi lavoravano e la sottomissione di costoro – da ultimo nella guerra dei contadini del XVI secolo – come pure il trasferimento di tali mezzi di produzione, ovvero le terre, nelle mani di una nuova classe padronale diventarono il fondamento dell’economia moderna. In questo modo, per Marx, la questione era in linea di principio risolta perché da quel momento i contadini e gli artigiani presero di fatto a trasformarsi in “liberi lavoratori salariati”, più precisamente in proletari, diventando così doppiamente “liberi”, in quanto affrancati sia dai mezzi di produzione, sia liberi di vendere la loro forza lavoro. 

Da parte sua, Marx considerava l’accumulazione originaria innanzitutto come una fase storica poi più o meno conclusasi. Essa rappresentava così la fase di accumulazione quasi anteriore, quella che aveva preceduto la fase dell’effettiva accumulazione di capitale, e quindi quella che stava alla base del lavoro salariato e della fabbrica. E mentre il lavoro salariato si fonda sull’ “obbligo economico” indiretto, che non richiede più l’uso della frusta, per Marx esso era “il mistero” del processo di accumulazione originaria, che si basava sull’obbligo diretto e politico, ovvero sulla estorsione mediante violenze e guerre.

Nei successivi dibattiti dedicati al tema dell’accumulazione originaria e della sua continuazione l’accento era sempre stato posto sul fatto che anche oggi si tratterebbe di una forma ancora precapitalistica del processo di accumulazione (per es. in Frank 1977). Il concetto era rimasto quello di un tempo: poiché i contadini e gli artigiani non si erano ancora trasformati in lavoratori salariati, più precisamente in “un esercito industriale di riserva”, da loro non può ancora venire un contributo al processo di accumulazione genuinamente capitalistica.

Come ha mostrato sia la storia sia l’inclusione nella analisi del modo di produzione e di accumulazione capitalistici di altri produttori e produttrici nonché regioni del mondo, questo voler circoscrivere il concetto di accumulazione originaria a una fase “storica” nel senso di “passata, finita” non corrispondeva alla realtà. 

Rosa Luxemburg fu la prima che fece notare come su scala mondiale la fase dell’accumulazione originaria non fosse finita nemmeno all’inizio del XX secolo, e come quindi si stesse assistendo a una sorta di “continuazione” di tale processo (Luxemburg 1913). In questo modo la Luxemburg aprì la discussione su una nuova definizione del concetto di “riproduzione del capitale”, e quindi del capitalismo come modo di produzione.

Quindi noi ora, cento anni dopo Rosa Luxemburg, dobbiamo cimentarci con due temi: la questione del modo di produzione capitalistico e la sua vera essenza, posta da Rosa Luxemburg nel XX secolo, e il dibattito sul modo di produzione capitalistico e la sua “crisi” del XIX secolo, nella misura in cui è riconducibile al pensiero luxemburghiano. E lo è.

In entrambi i casi l’argomento ruota intorno alle forme dell’accumulazione capitalistica e in particolare su quella appartenente alla sfera della cosiddetta accumulazione originaria. Le contraddizioni che Rosa Luxemburg ha scoperto cento anni fa non sono affatto sparite e nemmeno superate dalla storia. Al contrario, esse si sono allargate, rafforzate, emerse in molteplici forme anche al di fuori del settore agrario. In definitiva sono contraddizioni ben rintracciabili, costituendo la base “logica” generale del capitalismo globale in sé e per sé.

mercoledì 24 febbraio 2021

Il vaccino cubano, come funziona - Fabrizio Chiodo, Domenico Somma

Da: Cross Words - Fabrizio Chiodo, laureato in Chimica e tecnologie farmaceutiche nel 2008 a Palermo, ha effettuato un dottorato di ricerca in Spagna (San Sebastian) in chimica applicata (chimica ed immunologia dei carboidrati). Dal 2013 ha lavorato in Olanda in diversi Medical Centers (Leiden ed Amsterdam) su progetti personali (grant e borse di studio per progetti indipendenti) con un focus su interazioni tra patogeno ed ospite (mediate da carboidrati) soprattutto nel contesto dei vaccini. Lavora a ponte tra chimica biologica ed il sistema innato ed adattativo, sempre con un focus su carboidrati e vaccini (ma anche tumor immunology). Dal 2014 collabora attivamente con Istituto vaccini Finlay di Havana, e dal 2014 è Professore alla Facoltà di chimica di Havana. Al momento e' ricercatore al Amsterdam Medical Center e da fine 2020 e' rientrato in Italia come ricercatore a tempo indeterminato al CNR di Pozzuoli (Istituto di Chimica Biomolecolare). Su twitter è @FabrizioChiodo 
Domenico Somma Immunologo molecolare all'Univ. di Glasgow, in Scozia.

Leggi anche: Pandemia nel capitalismo del XXI secolo - A cura di Alessandra Ciattini, Marco Antonio Pirrone

Ascolta anche: Intervista col prof. Fabrizio Chiodo - Radio Quarantena  https://www.spreaker.com/user/11689128/sul-vaccino-cubano-intervista-col-prof-f 

Un vaccino sviluppato dal governo cubano sta per entrare nelle sperimentazioni di Fase 3 a marzo e, se approvato, circa 100 milioni di dosi potrebbero essere prodotte dal paese per uso interno ed esportazione entro la fine dell'anno. #Soberana2(spagnolo per “sovrano”) è un vaccino diverso da quelli che abbiamo imparato a conoscere fino ad ora, ovvero prevede che un antigene sia fuso a una molecola di trasporto per rafforzare la stabilità e l'efficacia del vaccino stesso. Per capire meglio di cosa si tratta, Gianluca, Thomas e Domenico Somma ne hanno parlato con Fabrizio Chiodo* che meglio di altri conosce il vaccino cubano, poiché collabora attivamente con l'Istituto vaccini Finlay di Havana, e dal 2014 è Professore alla facoltà di chimica di Havana. Una conversazione di approfondimento, con tutti i dettagli sul nuovo vaccino cubano. 


                                                                             

Alcuni paper Il Science del 2004 con il primo ed unico vaccino sintetico della storia: https://science.sciencemag.org/conten...

Una Review su vescicole di membrana esterna di MenB: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/arti...

Un lavoro con Cuba su S. pneumoniae: https://pubs.acs.org/doi/10.1021/acsc...

Il pre-print in bioRxiv con cose SARS-CoV-2 e glycans: https://www.biorxiv.org/content/10.11...

Il pre-print in bioRxiv con la parte pre-clinica di uno dei candidati vaccinali a Cuba (Soberana02): https://www.biorxiv.org/content/10.11...


lunedì 22 febbraio 2021

"OPERAI" - Aristide Bellacicco

Aristide Bellacicco (Medico) fa parte del "Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni"

Altri Brevi racconti dello stesso autore: - Wannsee -

- lezioni di volo -

- il grande Scott -

- parlare con Agave -

- morti –

- Tutti festeggiano Cusco -

- "carne" -

- Port - Royal - 

Leggi anche: Attualità del “Germinal” di Emile Zola - Aristide Bellacicco

Il vento

Alle otto di mattina, un operaio polacco chiamato Stanis, riconoscibile dalla magrezza e dall’espressione rassegnata, uscì sul balcone dell’appartamento dove stava lavorando. 

Portava un paio di pantaloni di tela azzurra, una maglietta di lana a maniche corte schizzata di verde e aveva in bocca una mezza sigaretta spenta. 

Era la fine di febbraio, l’aria era rigida e sui colli attorno alla città aveva nevicato.

Stanis accese la sigaretta riparando con una mano la fiamma dal vento gelato che gli tirava addosso. 

‘Sembra che ce l’abbia con me’ pensò. 

Anche il fumo della sigaretta si raffreddava ancora prima di penetrargli nei polmoni.

Erano in cinque nell’appartamento, ingaggiati senza contratto da una piccola ditta di ristrutturazioni. 

Due di loro erano polacchi come lui, un quarto era nero e non si capiva da dove fosse arrivato. 

C’era poi un italiano di nome Marini, un ex muratore di sessantasei anni che faceva da capomastro.

Fra i cinque operai non c’era amicizia. I loro discorsi si limitavano a quanto era necessario dirsi durante il lavoro. A Stanis sarebbe piaciuto scherzare ogni tanto e dire qualche battuta. Ma quando ci si era provato, il silenzio degli altri gli aveva fatto capire che il suo spirito non era gradito. Perciò aveva smesso e ora anche lui parlava il meno possibile..

A mezzogiorno, si sedeva con gli altri alla rozza tavola di legno montata su due cavalletti e mangiava rapidamente e in silenzio ciò che si era portato. Poi si rimetteva al lavoro.

Finita la sigaretta, Stanis la lasciò cadere giù dal terzo piano. Il mozzicone rimbalzò proprio davanti ai piedi di un passante. L’uomo alzò la testa e imprecò.

‘Scusa’ gli disse Stanis sporgendosi da sopra ‘non ti avevo visto. Scusa.’

Gli fece anche un gesto con la mano come a considerare chiuso l’incidente.

‘Un altro po’ e mi prendevi in testa’ gridò il passante, un uomo di una quarantina d’anni che portava a spasso il cane ‘la prossima volta ficcatela nel culo quella sigaretta.’

Aggiunse un insulto e se ne andò scuotendo la testa.

domenica 21 febbraio 2021

" Togliatti " - Aldo Giannuli

Da: Aldo Giannuli - Aldo Giannuli è uno storico e saggista italiano, direttore del centro studi Osservatorio Globalizzazione. - http://www.aldogiannuli.it -

Vedi anche: Aldo Giannuli: Storia del Partito Comunista Italiano - https://www.youtube.com/playlist?list=PLfzLPJKVwoKJ2rxTOwTsgZE7ZmTUJ6Yap 

Ascolta anche: Luciano Canfora - 1956 L'anno spartiacque - https://www.youtube.com/watch?v=7hAntzlHD4s&feature=youtu.be

Abbozzo di riflessione sul PCI e sulla sua crisi - Roberto Fineschi 

La crisi marxista del Novecento: un’ipotesi d’interpretazione*- Stefano Garroni 

CENNI STORICI DEL MOVIMENTO COMUNISTA - Stefano Garroni  


                                                                              

sabato 20 febbraio 2021

RIVOLUZIONE DIGITALE - Roberto Finelli e Pietro Montani in dialogo.

Roberto Finelli insegna Storia della filosofia all’Univ. Roma Tre e dirige la rivista “Consecutio  temporum. Hegeliana. Marxiana. Freudiana”  (http://www.consecutio.org). 
Pietro Montani è un filosofo, critico cinematografico e accademico italiano.
Vedi anche: "De Motu" - CARLO SINI 

                                                      Prima parte: 
                                                                          

                                                     Seconda parte: https://www.youtube.com/watch?v=jO6NUZP_oq0 


giovedì 18 febbraio 2021

Engels editore del Capitale - Roberto Fineschi

Da: Engels 200 - Roberto Fineschi è un filosofo italiano. Ha studiato filosofia a Siena, Berlino e Palermo. Membro del comitato scientifico dell’edizione italiana delle Opere di Marx ed Engels (Marx. Dialectical Studies).

                                                                          


mercoledì 17 febbraio 2021

L’ineffabile, l’anima e l’origine. Una riflessione sul Geist hegeliano - Carla Maria Fabiani

 Da: https://mondodomani.org/dialegesthai - Carla Maria FabianiUniversità del Salento. Department of Humanities - dialettica.filosofia - FRANCESCO-VALENTINI 

Leggi anche: Il tema hegeliano del "riconoscimento". - Stefano Garroni

Studio su Hegel: Filosofia, Storia, Etica - Stefano Garroni 

HEGEL, SCIENZA DELLA LOGICA (1812)

Vedi anche: Hegel: Fenomenologia dello spirito. La questione ontologica della "cosa stessa" - Remo Bodei



- La conversazione cadde sulla dialettica. “In fondo — disse Hegel — la dialettica non è altro che lo spirito di contraddizione [Widerspruchsgeist], regolato e metodicamente coltivato, insito in ogni uomo; uno spirito che celebra la sua grandezza nella distinzione tra il vero e il falso [Unterscheidung des Wahren vom Falschen].” “Purché — intervenne Goethe — questa capacità e queste arti dello spirito non siano così spesso male impiegate e utilizzate per rendere vero il falso e falso il vero.” “Certo — ribatté Hegel — questo succede, ma soltanto ad uomini che hanno lo spirito malato [die geistig krank sind].” -                                     [J.P. Eckermann, Colloqui con Goethe, 18 ottobre 1827].


1. Ineffabile e Anima in alcuni testi di Hegel

Consideriamo qui alcuni testi ‘anomali’ della produzione hegeliana: l’Antropologia, la prima parte dello spirito soggettivo della Grande Enciclopedia del 18301 e le Vorlesungen über die Ästhetik, raccolte e pubblicate da H. Gustav Hotho (1836-38 e poi 1842).2 L’anomalia consiste nel prendere come base filologica del nostro intervento testi in gran parte non pubblicati dall’autore: l’Estetica, per es., è frutto di una sistemazione da parte di Hotho di appunti e manoscritti di Hegel e dei suoi allievi senza distinzione e con forzature (ormai ampiamente riconosciute) operate sui testi di lezione per garantire un impianto organico dell’opera a stampa; l’Antropologia è un testo corposo e degno di nota solo a patto che si leggano le Aggiunte, cioè quelle note ai singoli paragrafi, non pubblicate dall’autore, ma frutto anch’esse di appunti e/o manoscritti di lezione.3

Lavorare principalmente su testi non pubblicati da Hegel, tuttavia, non può essere considerato anomalo, visto che la maggior parte della critica più recente sta operando proprio in questa direzione.4 L’anomalia allora si sposta dal piano strettamente filologico a quello filosofico e di contenuto. Come e perché tenere insieme e leggere insieme l’Estetica e l’Antropologia.

La nostra proposta, al riguardo, è quella di articolare una nozione hegeliana che compare nell’incipit della Logica: unsagbar, tradotto come indicibile o ineffabile:

S’intende, o si opina [Man meint], che l’essere sia anzi l’assoluto Altro che il nulla, e niente è più chiaro che la loro assoluta differenza, e niente sembra più facile, che di poterla assegnare. Ma è altrettanto facile convincersi che ciò è impossibile e che cotesta differenza è ineffabile [unsagbar].5

È qui che Hegel pone il problema del Cominciamento, a cui è connessa tutta la trattazione della monotriade Essere-​Nulla-​Divenire.

martedì 16 febbraio 2021

CAPITALE SENZA RIVOLUZIONE? - Riccardo Bellofiore

 Da: http://www.palermo-grad.com - Riccardo Bellofiore, Docente di Economia politica all’Università degli Studi di Bergamo, i suoi interessi sono la teoria marxiana, l’approccio macromonetario in termini circuitisti e minskyani, la filosofia economica, e lo sviluppo e la crisi del capitalismo. (Economisti di classe: Riccardo Bellofiore & Giovanna Vertova - https://www.riccardobellofiore.info

Leggi anche: H.G. Backhaus e la dialettica della forma di valore - Riccardo Bellofiore, Tommaso Redolfi Riva

Introduzione a "Scritti politici di Rosa Luxemburg". La Rivoluzione - Lelio Basso

KEYNESISMO E MARXISMO A CONFRONTO SU DISOCCUPAZIONE E CRISI - Domenico Moro

Violenza, classi e persone nel capitalismo crepuscolare - R. Fineschi

Cosa significa socialismo nel XXI secolo e cos'è lo Stato socialista? - Stefano G. Azzarà



Pubblichiamo la relazione di Riccardo Bellofiore alla conferenza sul centenario della rivoluzione d’ottobre tenuta a Roma il 18-22 gennaio 2017 e organizzata dall’associazione e rete C17. L’intervento è stato trascritto e pubblicato in Comunismo necessario – Manifesto a più voci per il XXI secolo, a cura di C17 (Mimesis, 2019). Qui di seguito troverete le domande poste da C17 e subito dopo la relazione di Riccardo Bellofiore.




C17:
Cos’è diventato il Capitale nel XXI secolo? Come intendere la “singolarità” del capitalismo neoliberale? Si tratterà per un verso di qualificare – su scala globale – la nuova composizione del lavoro e dello sfruttamento. Ma anche, chiaramente, la composizione del Capitale stesso, tra estrazione del valore e finanza. Per l’altro di percorrere gli antagonismi e la produzione di soggettività (ambivalente) che segnano das Kapital contemporaneo.


1. Aggiornare la critica
Condizione e finalità della critica dell’economia politica borghese è, per Marx, l’esistenza delle classi e la loro incessante lotta: attraverso la «scoperta» dello sfruttamento, la critica marxiana rende visibile la società divisa in luogo dell’individuo isolato e la storia in luogo dell’eternità delle categorie dell’economia politica. Tuttavia, il nuovo paradigma economico-politico «borghese» oggi dominante ha radicalmente modificato il suo oggetto e le forme attraverso cui mistifica il conflitto di classe: alle classi sociali è stato sostituito l’individuo proprietario, alla legge del valore-lavoro quella del valore-utilità, fondando l’origine dell’economia sullo scambio di mercato anziché sulla produzione. In che modo una critica dell’economia politica adeguata al tempo presente deve confrontarsi con queste modifiche nell’oggetto della scienza economica? 

lunedì 15 febbraio 2021

La costruzione dell’egemonia culturale statunitense in Europa dalla fine della Seconda Guerra mondiale - Alessandra Ciattini

Alessandra Ciattini (collettivo di formazione marxista "Stefano Garroni”) insegna Antropologia culturale alla Sapienza, collabora con https://www.lacittafutura.it - https://www.unigramsci.it 


Prima lezione - Dall’Europa tedesca a quella statunitense. La finta epurazione; il surrettizio totalitarismo democratico-liberale: 

                                                                             

Seconda lezione - La libertà di espressione e il controllo della vita culturale. L’utilizzazione della sinistra non comunista; la diffusione mondiale delle correnti artistiche anche non apprezzate in Unione sovietica: https://www.youtube.com/watch?v=GHk7wXqwDMQ&feature=emb_logo 

domenica 14 febbraio 2021

"Innocenza e colpa" - Sergio Givone

Da: Festivalfilosofia - Sergio Givone è un filosofo italiano. 
Vedi anche:  È un romanzo filosofico Delitto e castigo? - Sergio Givone 
                      Creazione: come invenzione e come scoperta* - Sergio Givone
                      Soren Kierkegaard*- Sergio Givone
                                                                                   

sabato 13 febbraio 2021

"Caporetto" - Alessandro Barbero

Da: ERRERRE - Alessandro Barbero è uno storico, scrittore e accademico italiano, specializzato in storia del Medioevo e in storia militare. 

         Come si è arrivati al fascismo in Italia...