La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
sabato 13 marzo 2021
La guerra dei vaccini - Aldo Giannuli
venerdì 12 marzo 2021
Una ricerca del Fmi prevede lo scoppio di un’ondata di ribellioni nel mondo dopo la pandemia - Alessandra Ciattini
giovedì 11 marzo 2021
'La Fisica e Aristotele' - Carlo Rovelli, Monica Ugaglia, Diana Quarantotto
mercoledì 10 marzo 2021
"niente di speciale" - Aristide Bellacicco
Aristide Bellacicco (Medico) fa parte del "Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni"
Stavano ancora sul letto, nudi tutti e due, quando Gena cominciò a piangere. Gli disse che lui voleva solo divertirsi e che per il resto non gliene importava nulla.
- Tu fai l’amore con me tutti i giorni, e pensi che perciò io devo essere contenta. Invece non sono contenta proprio per niente.Turi si accese una sigaretta. Era per lo meno la centesima volta che lei lo assillava con quel discorso. Ogni volta dopo fatto l’amore, quando sarebbe stato molto meglio starsene sdraiati in silenzio o dormire o fare qualsiasi altra cosa.
Era sempre Gena a cominciare. Non ne poteva fare a meno, e a volte Turi pensava che ormai fosse una specie di tic nervoso.
- Non facciamo solo l’amore - le disse con calma – andiamo anche al cinema e a cena fuori. E andiamo al bowling. E vediamo gli altri, anche.
Quelle cose le aveva già dette un mucchio di volte e si sentiva stupido a ripeterle.
Gena mise giù le gambe dal letto, dandogli le spalle, e si appoggiò il mento sui pugni chiusi. Faceva sempre così quando era arrabbiata.
Turi le guardò la schiena nuda.
- Copriti che prendi freddo – le disse.
- Per quello che te ne importa – disse Gena – E’ inutile che fai finta con me, sai, io ti conosco. E’ inutile che ti metti a fare i complimenti. Non ci sei tagliato.
Si alzò e andò a chiudersi nel bagno, girando la chiave con furia. Turi la immaginò mentre fumava per conto suo seduta sulla tazza, con gli occhi rossi e le lacrime che le scendevano.
Raccolse la vestaglia di Gena dalla sedia accanto al letto. Andò fino alla porta del bagno e la appese alla maniglia
- Qui fuori c’è la vestaglia – le disse attraverso la porta – Non puoi stare spogliata a quel modo. I termosifoni sono ancora spenti. Poi aggiunse: - Io vado a fare il caffè.
martedì 9 marzo 2021
Aristotele: "Politica" - Enrico Berti
Sulla METAFISICA (Filosofia Prima) di Aristotele - Enrico Berti
Etica Nicomachea di Aristotele - Enrico Berti
L'etica in Aristotele - Enrico Berti
lunedì 8 marzo 2021
Geopolitica dei vaccini - Mappa Mundi
Il vaccino cubano, come funziona - Fabrizio Chiodo, Domenico Somma
domenica 7 marzo 2021
"I due macroperiodi della storia della Cina"(Post-rivoluzionaria) - Vladimiro Giacché
Da: Vladimiro Giacché, Leconomia_e_la_proprietà. Stato_e_mercato_nella_Cina_contemporanea.
Vedi anche: Economia socialista e mercato in Cina - Vladimiro Giacché
La Cina nel mondo multipolare: Forum della Rete dei Comunisti
Socialismo con caratteristiche cinesi
La storia della Cina può essere raggruppata in due macroperiodi: dal 1949 al 1978 (il periodo «maoista»), e dal 1978 (ossia dall’avvio della «politica di riforme e apertura» promosse da Deng) a oggi. Il secondo periodo, come noto, rappresenta una svolta importante rispetto al primo. Ma non vanno dimenticati neppure gli elementi di continuità.5 Il successo della politica di «riforme e apertura» infatti riesce a far leva su alcuni aspetti dell’economia cinese consolidati nel primo periodo (in particolare la pianificazione, la nazionalizzazione della terra e l’importanza delle imprese pubbliche, ma anche i progressi conseguiti nell’alfabetizzazione). Anche per questo l’attuale presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, ha potuto affermare che le due fasi «presentano enormi differenze», ma «non sono in contrasto tra loro», e non si può «usare una per negare l’altra, e viceversa».6
Ciascuno dei due macroperiodi può ovviamente essere ulteriormente suddiviso in diverse fasi, ma non sarà possibile farlo in questa sede.7 Degli stessi periodi principali presenteremo soltanto uno schema sintetico, riferito agli elementi chiave.
La prima fase: 1949-1978. Mao e la costruzione del «sistema socialista di base»
Gli elementi fondamentali della prima fase dell’economia cinese post-1949 sono la riforma agraria, la nazionalizzazione delle imprese, l’industrializzazione accelerata e in generale la costruzione di un’economia centralizzata.
sabato 6 marzo 2021
Crisi e proteste nel paese più povero del mondo: Haiti - Alessandra Ciattini
Dal mese di gennaio Haiti è scossa da una serie di proteste contro il governo dell’attuale presidente e dalla grave crisi del paese provocata anche dall’occupazione dell’isola da parte una “missione” di potenze straniere.
Haiti, situata nel mar dei Caraibi nell’isola di Hispaniola, la cui altra metà è occupata dalla Repubblica domenicana, sta vivendo una crisi gravissima, le cui radici sono antiche e sono legate al fatto che si tratta di uno dei paesi più poveri al mondo, passato nel corso dei secoli attraverso il dominio coloniale della Spagna (fu “scoperta” nel 1492 da Cristoforo Colombo), della Francia e degli immancabili Stati Uniti.
La popolazione autoctona di Haiti (taino e arauachi), il cui nome vuol dire “terra aspra”, fu ben presto sterminata dai coloni spagnoli a causa delle guerre, del lavoro forzato, delle epidemie e anche dei suicidi (gli indigeni preferivano uccidersi piuttosto che sottostare al rapace e “cristiano” dominio coloniale spagnolo). Come è avvenuto in altre colonie dell’America Latina, dove la popolazione non era consistente e quindi fu ben presto sterminata, gli spagnoli ricorsero alla tratta degli africani, che venduti dai loro stessi fratelli furono trasferiti in massa in America per lavorare ad Haiti nelle piantagioni di canna da zucchero e di cacao.
In seguito ai radicali cambiamenti che presero piede in Francia con la Rivoluzione che, dopo ampie discussioni, riconobbe ai mulatti e ai neri nati liberi i diritti politici, mantenendo tuttavia intatto l’istituto della schiavitù. Considerando queste misure insufficienti, nel 1791 gli schiavi si ribellarono, rivendicarono la libertà dai loro padroni, guidati dal leggendario Toussaint Louverture, il quale combatté eroicamente contro l’Esercito coloniale francese, gli spagnoli e gli inglesi che pensarono bene di appropriarsi di un territorio così ricco e collocato strategicamente nel mar dei Caraibi assai vicino all’isola di Cuba.
venerdì 5 marzo 2021
Il j’accuse di Manon all’occidente liberista - Sergio Cararo
In pochissimi minuti, Manon Aubry ha detto cose definitive sul fallimento di un intero modello politico/economico: “sono le multinazionali che decidono, i brevetti sui vaccini sono stati finanziati dai soldi pubblici, i profitti di società come la Pfizer sono schizzati del 20/25%, la Sanofi ha licenziato 400 ricercatori ma ha distribuito dividendi agli azionisti per 4 miliardi, l’Unione Europea è stata ridotta all’impotenza dalle multinazionali, abbiamo imposto restrizioni inimmaginabile ai cittadini ma non riusciamo ad imporre niente alle società del Big Pharma. In sostanza la Commissione Europea ha portato le nostre società in un vicolo cieco”.
Conclusione? Semplice: “se i soldi sono pubblici i brevetti per i vaccini devono essere pubblici.”
In questa breve lectio magistralis di anticapitalismo concreto, ci sono due fattori che vanno compresi bene:
a) le classi dominanti e i loro apparati decisionali (in questo caso la Commissione Europea) di fronte alla pandemia hanno portato le nostre società in un budello senza via d’uscita (non si fanno lockdown veri, non si traccia la popolazione, non si producono i vaccini, si aspetta che siano le multinazionali a farci la grazia);
b) la supremazia degli interessi privati non solo rastrella continuamente soldi pubblici, che vengono così sottratti alle esigenze sociali, ma impedisce materialmente le soluzioni necessarie quando si presentano emergenze collettive. Questo vale per la pandemia, com’è evidente, ma anche per tutti i problemi collettivi ed universali. E così per il cambiamento climatico, che è impossibile combattere davvero se si lascia che siano i privati a decidere cosa fare e quanto e quando. Così è per il benessere di tutti, nella polarizzazione mostruosa che aumenta il numero dei poveri assoluti mentre pochissimi ricchi si arricchiscono ogni giorno di più.
In questi due concetti che Manon Aubry ha sbattuto in faccia ai vertici dell’Unione Europea – e in specifico alla prima responsabile del fallimento sulle forniture di vaccini, Ursula von der Leyen – vi è tutto un mondo.
Anzi vi sono due visioni del mondo antagoniste e contrapposte che la realtà si è incaricata – drammaticamente come è sempre stato nella storia dell’umanità – di delineare chiaramente: il fallimento di una visione privatistico-liberale e l’urgenza di una visione alternativa.
Socialista, com’è necessario.
giovedì 4 marzo 2021
La lezione di De Cecco - Riccardo Bellofiore
Da: https://sbilanciamoci.info - Riccardo Bellofiore, Docente di Economia politica all’Università degli Studi di Bergamo, i suoi interessi sono la teoria marxiana, l’approccio macromonetario in termini circuitisti e minskyani, la filosofia economica, e lo sviluppo e la crisi del capitalismo. (Economisti di classe: Riccardo Bellofiore & Giovanna Vertova - https://www.riccardobellofiore.info)
Leggi anche:
Un economista ‘inattuale’: Augusto Graziani, o dell’economia critica come vera conoscenza. - Riccardo Bellofiore
L’economista in tuta da lavoro: Federico Caffè e il capitalismo in crisi - Riccardo Bellofiore
IL PROFETA DELLA CRISI. TRIBUTO A HYMAN MINSKY - intervento di Riccardo Bellofiore - 5 dicembre 2011
Pensare il proprio tempo. Ateismo positivo e uscita dal capitalismo in Claudio Napoleoni e Franco Rodano. - Riccardo Bellofiore -
Tra Schumpeter e Keynes: l’eterodossia di Paul Marlor Sweezy e l'ortodossia di Paul Mattick - Riccardo Bellofiore
Quale attualità di Claudio Napoleoni: il contributo di Politica Economica
H.G. Backhaus e la dialettica della forma di valore - Riccardo Bellofiore, Tommaso Redolfi Riva
La socializzazione degli investimenti: contro e oltre Keynes - Riccardo Bellofiore -
La Grande Recessione e la Terza Crisi della Teoria Economica - Riccardo Bellofiore e Joseph Halevi -
Tra Schumpeter e Keynes: l’eterodossia di Paul Marlor Sweezy e l'ortodossia di Paul Mattick - Riccardo Bellofiore
Vedi anche: ECONOMIA PER I CITTADINI - RICCARDO BELLOFIORE
Le principali teorie economiche - Riccardo Bellofiore
Augusto Graziani e la Teoria Monetaria della Produzione*- Giorgio Gattei
La notorietà internazionale venne a Marcello de Cecco dai suoi studi sul sistema monetario internazionale. Il libro più celebre è Moneta e impero. Il sistema finanziario internazionale dal 1890 al 1914 (Einaudi, Torino 1979). Il volume era in realtà già comparso in una prima versione dall’editore Laterza, nel 1971, con il titolo Economia e finanza internazionale dal 1890 al 1914. La ricerca risaliva al 1968, ed era stata stimolata dalla svalutazione della sterlina dell’anno precedente, come anche dalla impressione che l’autore sempre più nutriva che il sistema di Bretton Woods, fondato su ‘cambi fissi ma aggiustabili’, fosse sulla via del collasso. Grazie alla partecipazione ad un progetto di Robert Mundell sulle crisi per la National Science Foundation statunitense de Cecco potè studiare, a Chicago e a Londra, la presunta età dell’oro del gold standard, ma anche la sua interna e crescente fragilità. In un articolo del 1973 comparso, ancora in italiano, nella Rivista internazionale di storia della banca, de Cecco proseguì il discorso commentando la crisi bancaria del 1914, ed impiegando materiali che allora non erano ancora stati resi noti, in particolare le Crisis Conferences tenute da Lloyd George in occasione della crisi del luglio 1914, trascritte dalla moglie Julia Bamford (professoressa di lingua inglese all’Orientale di Napoli). Questo saggio divenne l’ultimo capitolo di una versione ampliata in lingua inglese: Money and Empire. The International Gold Standard, 1890-1914, pubblicata da Basil Blackwell nel 1974. Il volume fu riedito dieci anni dopo da Frances Pinter, con il titolo invertito (The International Gold Standard. Money and Empire), una nuova prefazione e la correzione di una serie di errori segnalati dai recensori della prima edizione.
L’argomentazione di de Cecco era originale e in contrasto con le interpretazioni allora consuete.
mercoledì 3 marzo 2021
"supermercati" - Aristide Bellacicco -
Aristide Bellacicco (Medico) fa parte del "Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni"
I suoi capelli avevano un buon profumo, Cori lo ha aspirato a fondo e con dolore e per distrarla le chiede se le piacerebbe un foulard, ce n’è un banco enorme, colmo di foulard di tutti i colori che gli facevano venire in mente uccelli tropicali in una gabbia di vetro, si possono tirar su con due dita e provarseli davanti allo specchio, nessuno dice niente, qui siamo in italia, anche se è per finta, dopo tutto è casa nostra diavolo.
Cori dice che “ah, è bellissimo” e lei se lo sistema come la bandana di un pirata, se lo tiene in testa col cartellino del prezzo che penzola da un lato ricoperto dal codice a barre e poi è tutta contenta come una ragazzina e dice che vuole prendere anche qualcosa per le bambine e per sua madre, dice che ha voglia di comprare tutto quello che c’è, perché comprare è bello, capisci cosa voglio dire tesoro? è come abbracciare, stringersi, stare in un posto caldo e accogliente dove gli altri ti sorridono e non ti si mettono contro, perché sono contenti come te e allora va tutto bene, è così come dovrebbe essere sempre, tutto normale, tranquillo e gioioso.
Cori la teneva ancora sottobraccio, poi l’ha presa per mano per lasciarla più libera ma non se la sente di rinunciare alla stretta e di farla andare avanti da sola a vedere tutte quelle cose, in quel momento lei ha una paura terribile che non sa di avere e tutto ciò che le sembra bellissimo potrebbe in un attimo trasformarsi nel suo esatto contrario, quante volte era già successo? bastava niente, un dettaglio o un minuscolo intoppo nell’armonia del mercato, qualcosa che la portasse a pensare alle cose che le fanno così tanto male e allora addio allegria, siamo punto e da capo col dolore.
martedì 2 marzo 2021
lunedì 1 marzo 2021
Il banchiere-usuraio: Draghi o Gobseck [1]? - Alessandra Ciattini
Leggi anche: Per una democrazia pluralista, conflittuale e sociale - Alessandra Algostino
l'intervista di Radio Quarantena a Alessandra Algostino: https://www.spreaker.com/user/11689128/210123-audio-algostino
Un ardito parallelo: Mario Draghi assomiglia a Gobseck, lo straordinario personaggio di Balzac?
sabato 27 febbraio 2021
"SOCRATE" - Giannantoni, Gigon, Hösle
venerdì 26 febbraio 2021
Rosa Luxemburg cento anni dopo - Claudia von Werlhof
Da: http://www.rifondazione.it/formazione/ - Nata a Berlino nel 1943, Claudia von Werlhof si è laureata in economia e in seguito ha conseguito il dottorato in sociologia presso l’Università di Colonia; ha insegnato all’Università di Bielefeld e dal 1988 al 2011 come professoressa emerita (Political Science and Women ́s Studies) all’Università di Innsbruck. Nel 2010 ha dato vita alla Fondazione “Planetary Movement for Mother Earth” e nel 2015 alla rivista “BOOMERANG – Journal for the Critique of Patriarchy”. Tra le sue opere in inglese si ricorda: Women, the Last Colony, Zed London 1988; There is an Alternative, Zed, London 2001; The Failure of Modern Civilization and the Struggle for a “Deep” Alternative, Lang, Frankfurt-New York-Paris 2011. In Italiano è recentemente uscito il volume, recensito in questo numero della rivista, Nell’etá del Boomerang. Contributi alla teoria critica del patriarcato, Unicopli, Milano 2014.
leggi anche: L’INFERIORITÀ DELLA DONNA TRA NATURA E CULTURA - Alessandra Ciattini
La civiltà coloniale europea tra dialettica e frammenti* - Alessandra Ciattini
L’ingannevole abbaglio della libertà sessuale*- Alessandra Ciattini
Il rispetto delle differenze culturali: relativismo o antirelativismo?*- Alessandra Ciattini
Il feticismo da un punto di vista antropologico. - A.Ciattini*, S.Garroni.
Stiamo vivendo la prima crisi economica dell’Antropocene - Adam Tooze
Cinque risposte su marxismo ed ecologia*- John Bellamy Foster
L’IDEA DI COMUNITÀ IN IVAN ILLICH - Marianna De Ceglia
IL ROSSO, IL ROSA E IL VERDE. Classe, genere e natura. - Riccardo Bellofiore
ESSERE MARXISTA, ESSERE COMUNISTA, ESSERE INTERNAZIONALISTA OGGI - Samir Amin
Genere e famiglia in Marx: una rassegna*- Heather Brown
Il processo di accumulazione originaria “continuata” e la crisi della riproduzione del capitale oggi.
Era il 1976 quando, grazie al pensiero di Rosa Luxemburg, elaborai la mia prima scoperta teorica. Gli effetti sarebbero stati di ampia portata. Si tratta del nuovo concetto di “ accumulazione originaria continua” o “progressiva” (Werlhof 1978). Fino a quel momento esisteva solo il concetto di “accumulazione originaria” o “primitiva” formulata da Karl Marx (Marx 1974a), il cui presupposto era la violenta espropriazione della popolazione rurale e artigianale europea nel processo della formazione del capitale all’inizio dell’età moderna.
Il capitale è venuto al mondo “grondante sangue e fango”, come scrisse Marx. L’estorsione dei mezzi di produzione, la loro “separazione” da coloro che con essi lavoravano e la sottomissione di costoro – da ultimo nella guerra dei contadini del XVI secolo – come pure il trasferimento di tali mezzi di produzione, ovvero le terre, nelle mani di una nuova classe padronale diventarono il fondamento dell’economia moderna. In questo modo, per Marx, la questione era in linea di principio risolta perché da quel momento i contadini e gli artigiani presero di fatto a trasformarsi in “liberi lavoratori salariati”, più precisamente in proletari, diventando così doppiamente “liberi”, in quanto affrancati sia dai mezzi di produzione, sia liberi di vendere la loro forza lavoro.
Da parte sua, Marx considerava l’accumulazione originaria innanzitutto come una fase storica poi più o meno conclusasi. Essa rappresentava così la fase di accumulazione quasi anteriore, quella che aveva preceduto la fase dell’effettiva accumulazione di capitale, e quindi quella che stava alla base del lavoro salariato e della fabbrica. E mentre il lavoro salariato si fonda sull’ “obbligo economico” indiretto, che non richiede più l’uso della frusta, per Marx esso era “il mistero” del processo di accumulazione originaria, che si basava sull’obbligo diretto e politico, ovvero sulla estorsione mediante violenze e guerre.
Nei successivi dibattiti dedicati al tema dell’accumulazione originaria e della sua continuazione l’accento era sempre stato posto sul fatto che anche oggi si tratterebbe di una forma ancora precapitalistica del processo di accumulazione (per es. in Frank 1977). Il concetto era rimasto quello di un tempo: poiché i contadini e gli artigiani non si erano ancora trasformati in lavoratori salariati, più precisamente in “un esercito industriale di riserva”, da loro non può ancora venire un contributo al processo di accumulazione genuinamente capitalistica.
Come ha mostrato sia la storia sia l’inclusione nella analisi del modo di produzione e di accumulazione capitalistici di altri produttori e produttrici nonché regioni del mondo, questo voler circoscrivere il concetto di accumulazione originaria a una fase “storica” nel senso di “passata, finita” non corrispondeva alla realtà.
Rosa Luxemburg fu la prima che fece notare come su scala mondiale la fase dell’accumulazione originaria non fosse finita nemmeno all’inizio del XX secolo, e come quindi si stesse assistendo a una sorta di “continuazione” di tale processo (Luxemburg 1913). In questo modo la Luxemburg aprì la discussione su una nuova definizione del concetto di “riproduzione del capitale”, e quindi del capitalismo come modo di produzione.
Quindi noi ora, cento anni dopo Rosa Luxemburg, dobbiamo cimentarci con due temi: la questione del modo di produzione capitalistico e la sua vera essenza, posta da Rosa Luxemburg nel XX secolo, e il dibattito sul modo di produzione capitalistico e la sua “crisi” del XIX secolo, nella misura in cui è riconducibile al pensiero luxemburghiano. E lo è.
In entrambi i casi l’argomento ruota intorno alle forme dell’accumulazione capitalistica e in particolare su quella appartenente alla sfera della cosiddetta accumulazione originaria. Le contraddizioni che Rosa Luxemburg ha scoperto cento anni fa non sono affatto sparite e nemmeno superate dalla storia. Al contrario, esse si sono allargate, rafforzate, emerse in molteplici forme anche al di fuori del settore agrario. In definitiva sono contraddizioni ben rintracciabili, costituendo la base “logica” generale del capitalismo globale in sé e per sé.
mercoledì 24 febbraio 2021
Il vaccino cubano, come funziona - Fabrizio Chiodo, Domenico Somma
Leggi anche: Pandemia nel capitalismo del XXI secolo - A cura di Alessandra Ciattini, Marco Antonio Pirrone
Un vaccino sviluppato dal governo cubano sta per entrare nelle sperimentazioni di Fase 3 a marzo e, se approvato, circa 100 milioni di dosi potrebbero essere prodotte dal paese per uso interno ed esportazione entro la fine dell'anno. #Soberana2 (spagnolo per “sovrano”) è un vaccino diverso da quelli che abbiamo imparato a conoscere fino ad ora, ovvero prevede che un antigene sia fuso a una molecola di trasporto per rafforzare la stabilità e l'efficacia del vaccino stesso. Per capire meglio di cosa si tratta, Gianluca, Thomas e Domenico Somma ne hanno parlato con Fabrizio Chiodo* che meglio di altri conosce il vaccino cubano, poiché collabora attivamente con l'Istituto vaccini Finlay di Havana, e dal 2014 è Professore alla facoltà di chimica di Havana. Una conversazione di approfondimento, con tutti i dettagli sul nuovo vaccino cubano.
Alcuni paper Il Science del 2004 con il primo ed unico vaccino sintetico della storia: https://science.sciencemag.org/conten...
Una Review su vescicole di membrana esterna di MenB: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/arti...
Un lavoro con Cuba su S. pneumoniae: https://pubs.acs.org/doi/10.1021/acsc...
Il pre-print in bioRxiv con cose SARS-CoV-2 e glycans: https://www.biorxiv.org/content/10.11...
Il pre-print in bioRxiv con la parte pre-clinica di uno dei candidati vaccinali a Cuba (Soberana02): https://www.biorxiv.org/content/10.11...
lunedì 22 febbraio 2021
"OPERAI" - Aristide Bellacicco
Aristide Bellacicco (Medico) fa parte del "Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni"
Altri Brevi racconti dello stesso autore: - Wannsee -
- lezioni di volo -
- il grande Scott -
- parlare con Agave -
- morti –
- Tutti festeggiano Cusco -
- "carne" -
- Port - Royal -
Leggi anche: Attualità del “Germinal” di Emile Zola - Aristide Bellacicco
Alle otto di mattina, un operaio polacco chiamato Stanis, riconoscibile dalla magrezza e dall’espressione rassegnata, uscì sul balcone dell’appartamento dove stava lavorando.
Portava un paio di pantaloni di tela azzurra, una maglietta di lana a maniche corte schizzata di verde e aveva in bocca una mezza sigaretta spenta.
Era la fine di febbraio, l’aria era rigida e sui colli attorno alla città aveva nevicato.
Stanis accese la sigaretta riparando con una mano la fiamma dal vento gelato che gli tirava addosso.
‘Sembra che ce l’abbia con me’ pensò.
Anche il fumo della sigaretta si raffreddava ancora prima di penetrargli nei polmoni.
Erano in cinque nell’appartamento, ingaggiati senza contratto da una piccola ditta di ristrutturazioni.
Due di loro erano polacchi come lui, un quarto era nero e non si capiva da dove fosse arrivato.
C’era poi un italiano di nome Marini, un ex muratore di sessantasei anni che faceva da capomastro.
Fra i cinque operai non c’era amicizia. I loro discorsi si limitavano a quanto era necessario dirsi durante il lavoro. A Stanis sarebbe piaciuto scherzare ogni tanto e dire qualche battuta. Ma quando ci si era provato, il silenzio degli altri gli aveva fatto capire che il suo spirito non era gradito. Perciò aveva smesso e ora anche lui parlava il meno possibile..
A mezzogiorno, si sedeva con gli altri alla rozza tavola di legno montata su due cavalletti e mangiava rapidamente e in silenzio ciò che si era portato. Poi si rimetteva al lavoro.
Finita la sigaretta, Stanis la lasciò cadere giù dal terzo piano. Il mozzicone rimbalzò proprio davanti ai piedi di un passante. L’uomo alzò la testa e imprecò.
‘Scusa’ gli disse Stanis sporgendosi da sopra ‘non ti avevo visto. Scusa.’
Gli fece anche un gesto con la mano come a considerare chiuso l’incidente.
‘Un altro po’ e mi prendevi in testa’ gridò il passante, un uomo di una quarantina d’anni che portava a spasso il cane ‘la prossima volta ficcatela nel culo quella sigaretta.’
Aggiunse un insulto e se ne andò scuotendo la testa.