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La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
mercoledì 22 ottobre 2025
Viaggiare è capire, anche nel Socialismo - Nicolò Monti
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giovedì 16 ottobre 2025
Trump e l’idea della guerra come valore - Alessandra Ciattini
Da: https://futurasocieta.org - https://www.lantidiplomatico.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).
Le inquietanti dichiarazioni fatte dal presidente Usa e dal segretario Pete Hegseth a Quantico ripropongono una pericolosissima concezione della guerra, che nel corso di secoli il diritto internazionale aveva tentato di superare. Inoltre, ancora una volta presentano come invincibili le forze militari Usa, quasi assimilate ai protagonisti delle pellicole commerciali hollywoodiane, nonostante la stessa intelligence riconosca la loro inferiorità in vari campi.
È oggi assai difficile comprendere se tutta l’aggressività presente nei discorsi di Trump, definito da qualcuno “il buffone apocalittico”, o di Pete Hegseth, ora segretario del meno ipocrita Dipartimento della guerra, sia solo frutto di un bluff o se riveli una qualche folle concretezza o consistenza. Certamente si vuole impressionare e terrorizzare con metodi diversi da quelli dei cerimoniali nazisti costellati da lugubri svastiche su fondo rosso, con le coreografie elaborate dall’architetto Albert Speer; metodi che sono la volgare secrezione della rozza cultura di massa televisiva e cinematografica di matrice statunitense. Certamente si vuole convincere il pubblico con un pugno allo stomaco che gli Usa sono sempre forti, battendo i piedi e strepitando, come fanno i bambini quando non vengono presi in considerazione. Probabilmente uno psicoanalista direbbe che tutta la retorica bellicista, strombazzata nella mega riunione di generali e ammiragli a Quantico (Virginia), serve anche a persuadere gli stessi parlanti che sono invincibili, pur essi costatando contraddittoriamente nello stesso tempo che il loro esercito è in decadenza, che bisogna far rinascere lo spirito guerriero, che evidentemente è scemato, anche se non per colpa loro.
giovedì 2 ottobre 2025
Dallo sciopero al fronte di lotta internazionale - Alessandra Ciattini
L’atroce genocidio dei palestinesi ha suscitato negli ultimi tempi numerose manifestazioni in tutte le parti del mondo, compresa l’Italia. Ha anche spinto molti capi di Stato nella recente Assemblea generale delle Nazioni Unite ad attaccare la folle politica dello Stato sionista e l’appoggio fornito a esso dagli Usa, che hanno bloccato qualsiasi possibilità di intervento umanitario volto a poner termine all’eccidio. L’aspetto importante di queste proteste sta nel fatto che, accanto all’assoluto sostegno al popolo palestinese, sono apparse anche rivendicazioni di carattere politico e sociale, che mostrano come stia divenendo sempre più chiaro il legame tra la politica bellicista del blocco euroatlantico e l’austerità fascista che si vuole imporre ai lavoratori del mondo.
Le numerose manifestazioni contro l’atroce genocidio perpetrato in Palestina, che si sono svolte in molte città italiane lo scorso 22 settembre con la partecipazione di lavoratori, famiglie, giovani, bambini, indette dall’Usb, dai sindacati di base e da altre organizzazioni radicali, hanno riunito circa un milione di persone. Un evento che è stato da molti definito storico, caratterizzato da uno sciopero generale e dai blocchi ai porti di Genova, Salerno, Marghera, Livorno, delle stazioni di Napoli, Milano e Roma e di alcune tangenziali senza suscitare le disapprovazione degli automobilisti che sono rimasti in coda. Molti esultano affermando che la rassegnazione, il sentimento di impotenza delle masse sono finalmente finiti e che ora probabilmente comincia un’altra fase, non solo in Italia come vedremo, che riporterà – ci auguriamo – i lavoratori al centro dell’iniziativa politica non solo contro quello che sta avvenendo a Gaza, ma anche contro la guerra in tutte le sue forme e contro tutte quelle politiche antipopolari che sono la diretta conseguenza delle folli scelte belliciste degli Usa e del suo vile e corrotto sottoposto: l’Unione Europea.
L’evento era stato preceduto da una serie di altre proteste, che non hanno avuto la stessa affluenza, tra cui la mobilitazione indetta dalla Cgil insieme a uno sciopero di 4 ore dei lavoratori, con un presidio a Roma davanti a Montecitorio. Naturalmente, in questo momento così difficile e pericoloso (per alcuni saremmo già entrati nella Terza guerra mondiale) la celebrazione di due manifestazioni distinte, dovute al fatto che la cosiddetta sinistra (Pd e company), deve sempre difendere la sua immagine moderata e mite, costituisce un controsenso e anche un’espressione di vigliaccheria da parte di questo settore che suscita sempre meno interesse in gran parte della popolazione. Tuttavia, molti di quelli che continuano a essere legati a queste organizzazioni sono scesi in piazza il 22 settembre, esprimendo la volontà di una presa di posizione forte contro il genocida Israele e a difesa della Global Sumud Flotilla, che sta tentando di portare aiuti allo stremato popolo di Gaza.
domenica 28 settembre 2025
La politica contraddittoria degli Usa e dell’Ue verso la Russia - Alessandra Ciattini
Usa e Ue condannano la Russia di Putin e minacciano di piegarla, riducendola in miseria. Purtroppo per loro, la realtà fattuale e gli stessi meccanismi del sistema economico dominante impediscono l’effettiva rottura con il paese euroasiatico, straordinariamente ricco di risorse. Inoltre, se questo avvenisse, per l’Europa, vaso di coccio tra vasi di ferro, sarebbe il disastro che già si sta delineando.
Il passato 28 agosto è uscito un interessante articolo sulla CNN, a firma di Laurent Kent, sul commercio tra Usa ed Europa da un lato, e Federazione Russa dall’altro, che nonostante vari anni di guerra, continua imperterrito e ammonta a svariati miliardi di dollari. Naturalmente, non avendo sbocchi al mare, né Ungheria né Slovacchia possono fare a meno del petrolio russo, che arriva loro attraverso l’oleodotto via terra Druzhba (Amicizia), bombardato in varie occasioni da Zelensky, e, pertanto, restano nel 2025 i maggiori importatori di questa risorsa energetica.
Come è noto, il grande Trump ha raddoppiato i dazi all’India, portandoli al 50%, con lo scopo dichiarato di castigare il paese asiatico per aver sostenuto la Russia nella guerra in Ucraina, mantenendo in piedi questa per lei vantaggiosa relazione commerciale. Da parte sua, l’India ha correttamente sostenuto di essere stata ingiustamente punita, dal momento che molti altri paesi continuano a commerciare tranquillamente con il paese di Putin, dichiarando che avrebbe varato “dazi secondari”. Dopo aver banchettato nel castello di Windsor con i soliti straricchi, Trump è tornato a invitare gli europei a smettere di comprare il petrolio e il gas russi e a sanzionare chi li compra, ossia soprattutto Cina e India, con le quali l’Ue non può assolutamente non mantenere convenienti relazioni commerciali. A suo parere, solo in quel momento il prezzo del greggio si abbasserebbe e Putin sarebbe costretto a desistere della sua politica aggressiva contro l’Ucraina. Utilizzando esplicitamente il ricatto, ha dichiarato che non metterà altre sanzioni alla Russia, con cui probabilmente in Alaska ha prefigurato nuovi progetti commerciali ed economici e da cui vorrebbe essere nella sua immaginazione aiutato per confrontarsi con il suo principale nemico, se gli europei non faranno altrettanto con la Russia e con i paesi che a suo parere la sostengono. Sempre inginocchiandosi religiosamente, l’Ue ha annunciato il diciannovesimo pacchetto di sanzioni, spergiurando che nel 2027 cesserà di acquistare le risorse energetiche dal paese euroasiatico.
mercoledì 10 settembre 2025
Il Vertice della SCO e la vittoria nella Guerra mondiale antifascista - Alessandra Ciattini
Da: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews - https://giuliochinappi.com - Alessandra Ciattini (collettivo di formazione marxista "Stefano Garroni”) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza, collabora con https://www.unigramsci.it -
Leggi anche: Cina, Russia e India serrano i ranghi contro il bullismo globale di Washington - Marco Santopadre
Vedi anche: Orso, elefante e dragone rimodellano l’ordine mondiale | Fabio Mini
Al vertice di Tianjin la SCO rilancia la visione multipolare di Xi, contrapposta all’egemonia statunitense. La parata dell’80° anniversario e gli accordi bilaterali mostrano l’ascesa di un blocco euroasiatico in crescita, mentre l’India pratica un difficile equilibrismo tra potenze.
Si è ormai concluso il vertice di due giorni dei leader dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) tenuto nella città cinese di Tianjin, in un momento di forti tensioni economiche e geopolitiche e di conflitti di non facile soluzione. In quella occasione il presidente Xi Jinping, ha illustrato la sua visione di un mondo multipolare, contrapponendola all’egemonismo e alla politica di potenza, con evidente riferimento agli Stati Uniti. Inoltre, il 3 settembre si è svolta un’impressionante parata militare per commemorare l’80° anniversario della vittoria nella Guerra di Resistenza Popolare Cinese contro l’aggressione giapponese nella Guerra Mondiale Antifascista. Contro il revisionismo storico del blocco euroatlantico, con questa parata e il discorso del leader cinese (https://www.youtube.com/watch?v=cXe0_GGMu80) si è affermata una lettura completamente diversa della guerra del Pacifico, cui gli Usa dettero rispetto alla Cina un contributo limitato nel continente asiatico.
martedì 26 agosto 2025
L'intima relazione fra imperialismo e fascismo - Alessandra Ciattini
mercoledì 20 agosto 2025
I palestinesi non sono responsabili dello stermino degli ebrei. Perché ne pagano la colpa? - Alessandra Ciattini
Certamente i palestinesi non sono responsabili dello sterminio degli ebrei e, pertanto, non può essere invocato contro di loro. D’altra parte, stiamo assistendo ogni giorno al massacro dei palestinesi, ridotti ormai a dei cadaveri viventi, i cui figli malnutriti se non moriranno non si riprenderanno mai. Eppure, si insiste nel negare la parola genocidio, nonostante le esplicite dichiarazioni dei leader israeliani che intendono fare di Gaza tabula rasa. Per un paradosso storico gli stessi poteri che non mossero un dito per salvare gli ebrei dai campi di sterminio, cui sfuggirono pochi fortunati, stanno ora collaborando con Israele nel massacro dei palestinesi.
Molto rumore e scandalo suscitarono, vari anni fa, le dichiarazioni rilasciate in differenti occasioni dall’allora presidente dell’Iran, Mahmud Ahmadinejad, in particolare quando, invitato a tenere una conferenza alla Columbia University di New York nel 2007, affermò che a suo parere si dovrebbe ancora indagare sull’olocausto degli ebrei avvenuto durante la Seconda Guerra mondiale. Traggo questa informazione da un articolo di Shlomo Shamir pubblicato da Haretz il 25 settembre 2007. Naturalmente, questa sua affermazione suscitò molte proteste negative tra i presenti e il preside dell’università, Lee Bollinger, intervenne definendo il presidente un “dittatore meschino e crudele”. A quella considerazione Ahmadinejad avrebbe aggiunto, che lo Stato sionista (avrebbe sempre usato questa espressione) ha sempre utilizzato le sofferenze subite per giustificare le sofferenze inflitte ai palestinesi, chiedendosi perché questi ultimi debbono pagare il prezzo di un crimine che non hanno commesso né potevano commettere?
Mi rendo conto che si tratta di un argomento molto delicato e complesso e che certo nessuno può negare l’olocausto che, tuttavia, come sappiamo, non riguardò solo gli ebrei, ma anche altri gruppi etnici (rom, slavi etc.), invalidi, dissidenti politici, etc. D’altra parte, scorrendo anche la stampa dell’epoca, non è facile stabilire cosa intendesse dire effettivamente Mahmoud Ahmadinejad in tutte quelle occasioni in cui fu invitato a parlare in Occidente. Bisognerebbe avere la versione originale dei suoi discorsi, i cui contenuti sono stati, probabilmente, manipolati da chi li riportava allo scopo di demonizzare l’Iran. Comunque, alla Columbia University alla domanda se auspicava la distruzione di Israele rispose: “Siamo amici del popolo ebraico, ci sono molti ebrei in Iran, che vivono in pace e sicurezza”, ribadendo che l’Iran ha solo l’intenzione di difendersi e non di aggredire. Aggiunse poi che, a suo parere, il conflitto israelo-palestinese potrebbe essere risolto solo consentendo al “popolo della Palestina” – ebrei, musulmani e cristiani – di decidere il proprio destino, probabilmente riferendosi a un ipotetico referendum che avrebbe dovuto essere celebrato dopo la famosa risoluzione dell’Assemblea delle Nazioni Unite del 29 novembre 1947, numero 181. Come è noto, essa prevedeva l’assegnazione del 56,47 % del territorio a 500.000 ebrei e 325.000 arabi (poi divenuti arabi israeliani), il 43,53 % del territorio a 807.000 arabi e a 10.000 ebrei e lo status internazionale di Gerusalemme. Come sappiamo, ottenuta con minacce e pressioni sui membri dell’Assemblea, essa non fu mai pienamente attuata e di fatto dette il via alla costituzione del solo Stato di Israele che, in base alla sua legge nazionale, è definito lo Stato-nazione degli ebrei, escludendo così dalla nuova comunità e dai diritti elementari i non ebrei, in un certo senso dando ragione al presidente dell’Iran che lo definì appunto Stato sionista.
giovedì 7 agosto 2025
L’intima relazione tra fascismo e imperialismo - Alessandra Ciattini
Da: https://giuliochinappi.wordpress.com - https://www.marxismo-oggi.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).
mercoledì 6 agosto 2025
Pagina nera della Chiesa cattolica e lotta secolare anticomunista - Paolo Massucci
sabato 2 agosto 2025
Riceveranno gli europei una visita del “signor Oreschnik”? I deliranti piani di guerra di Ue e Regno Unito e i rischi delle provocazioni tedesche alla Russia - Alessandra Ciattini
Le guerre odierne non sono conflitti isolati, ma manifestazioni di uno scontro globale per la futura spartizione del potere mondiale. Mentre Trump prepara un nuovo fronte in Estremo Oriente, gli analisti mettono in guardia l’Occidente e suoi alleati.
Le guerre, cui assistiamo, non sono più il frutto di una guerra a pezzi, ma le manifestazioni di un conflitto globale, il cui risultato sarà una diversa spartizione del mondo. Il pacificatore Trump ha cambiato idea e sembra voler continuare ad appoggiare l’Ucraina, per poi aprire un fronte nell’Estremo Oriente. Due noti analisti statunitensi si chiedono se gli Usa e gli europei sono in grado di continuare su questa strada e se non hanno sottovalutato le capacità militari e politiche dei loro avversari. Se l’Occidente collettivo non riconoscerà la sua sconfitta, se non negozierà veramente con la Russia, se la Germania metterà in pratica i suoi piani deliranti, è probabile che prima o poi riceveremo una visita non gradita dell’unico missile di medio raggio supersonico non intercettabile: Oreshnik.
mercoledì 16 luglio 2025
Gli Usa non possono fare a meno del Maccartismo e della repressione - Alessandra Ciattini
Leggi anche: Le origini del piano Marshall e lo sviluppo dell’imperialismo statunitense - Alessandra Ciattini
IL PAESE DELLE LIBERTÀ: stermini, repressione e lager nella storia degli Usa. - Maurizio Brignoli
Non solo un fenomeno durato qualche decennio, ma una corrente politico-culturale presente nella storia degli Stati Uniti.
La solita vulgata storica ci fa credere che il Maccartismo, la grande campagna sviluppatasi negli Usa dalla fine degli anni 40 agli anni 50 del Novecento sia stato solo un episodio isolato e anche giustificato, mentre è un tratto costitutivo sempre presente nel clima culturale e intellettuale di quel paese e che oggi, secondo la grande storica Ellen Schrecker, di origine ebrea e membro dell’Associazione dei docenti universitari statunitensi, si sta manifestando in maniera ancora più virulenta.
Intervistata da «Democracy now», la Schrecker descrive l’attacco sferrato da Trump alla vita accademica e scientifica, sottolineando un’importante differenza: durante l’era associata al senatore Joseph McCarthy, nel 1954 censurato dallo stesso senato e probabilmente morto alcolizzato, venivano presi di mira e colpiti in vari modi docenti individuali soprattutto per le loro attività extra-curriculari, in particolare quelli che avevano avuto rapporti con il Partito comunista; oggi si interviene, si condanna e si reprime tutto ciò che avviene nelle università, generando un clima di paura e imponendo una forte censura assai peggiore di quello che si sperimentò durante il maccartismo. Addirittura, la storica statunitense, che ha studiato anche la storia delle università del suo paese, sostiene che mai si era assistito a un attacco così violento all’alta educazione minimizzato dalla stampa allineata al potere.
Prima di illustrare questo importante tema è opportuno ricordare che la Schrecker è autrice di moltissimi libri, non tradotti in italiano, tra i quali mi limito a citare i più noti Many Are the Crimes: McCarthyism in America (1998). American Inquisition: The Era of McCarthyism (2003), The Lost Soul of Higher Education: Corporatization, the Assault on Academic Freedom, and the End of the American University (2010). Ricordo anche che nel 2003 ha difeso un professore di origine palestinese, un ingegnere informatico, Sami Al-Arian, accusato di supportare il terrorismo, poi prosciolto dall’accusa, che fu licenziato dall’ Università della South Florida.
venerdì 4 luglio 2025
Le origini del piano Marshall e lo sviluppo dell’imperialismo statunitense - Alessandra Ciattini
Da: https://futurasocieta.org - Alessandra Ciattini (collettivo di formazione marxista "Stefano Garroni”) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza, collabora con https://www.unigramsci.it -
Annie Lacroix-Riz è una storica francese. È docente di Storia contemporanea alla Università Paris VII - Denis-Diderot. - Annie Lacroix RizIl libro di Annie Lacroix Riz ci aiuta a comprendere a fondo le varie tappe dell’imperialismo statunitense, un momento rilevante del quale è stato certamente il mitico piano Marshall, ma occorre prendere in considerazione anche come descrive la sua espansione a tenaglia verso l’Atlantico e verso il Pacifico, che prende di mira da due lati il grande spazio euroasiatico.
Les origines du Plan Marshall. Le mythe de l’aide americaine (Colin 2023) è il titolo di un libro della storica francese Annie Lacroix-Riz, la cui pubblicazione risale al 2023 e che, credo, come i suoi precedenti non sarà pubblicato in italiano. La signora Lacroix-Riz appartiene al Polo della Rinascita comunista e molte sue opere, fondate sempre su meticolose ricerche di archivio, hanno suscitato infinite polemiche, tanto da farle meritare il titolo offensivo di complottista nel clima contemporaneo di forte limitazione della libertà di espressione. Giustamente, l’emerita studiosa ha osservato che uno strumento della censura è rappresentato dalla non pubblicazione di libri che smentiscono la narrazione ufficiale, e che introducono una nuova lettura della nostra storia, distruttiva dei miti tradizionali. Del resto, ciò è confermato dalla scoperta che addirittura la Cia ha sostenuto importanti intellettuali chiaramente antimarxisti in un’estenuante battaglia ideologica, oltre al fatto che il maccartismo è stato una costante del clima culturale e politico degli Usa, oggi addirittura inasprito.
Dobbiamo ringraziare la rivista «Marxismo oggi» per aver già pubblicato una recensione del libro intitolata, Americanizzare la Francia. Il Piano Marshall riconsiderato (americanizzare-la-francia-il-piano-marshall-riconsiderato), di Jacques Pauwels, ripresa da Counterpounch, nella quale si delinea il quadro in cui si colloca il piano Marshall, non interpretandolo “come un evento specifico e singolare associato al secondo dopoguerra”, secondo la vulgata tradizionale. L’autore lo inserisce piuttosto in una prospettiva di longue durée “come parte di uno sviluppo storico di lungo termine”, mirante all’espansione mondiale dell’industria e della finanza americana”. In poche parole, nella storia dell’emergere e dell’estendersi dell’imperialismo dello zio Sam, che sconfigge quello britannico dominante sino agli anni 1880-1890.
domenica 29 giugno 2025
Gli Usa nel caos provocato da Trump - Alessandra Ciattini
Negli ultimi giorni gli Usa sono stati teatro di ampie manifestazioni popolari contro le politiche di Trump – tariffe, austerità, supporto al genocidio, guerre, deportazione dei migranti, favori ai ricchi – ovviamente, violentemente represse. Tuttavia, da queste potrebbe nascere una vera e propria opposizione al partito unico di Wall Street.
Sabato passato, 14 giugno, si sono svolte numerose e partecipate proteste in varie città degli Usa contro la politica reazionaria e guerrafondaia di Trump che si è presentato come l’incaricato dal popolo di un programma antipopolare di tariffe, deportazioni, austerità, esenzioni fiscali per i ricchi, già decise durante il suo primo mandato e ribadite nel secondo. Quando dico guerrafondaio non mi riferisco solo alle guerre in atto, che si vorrebbero solo congelare, ma anche alla guerra di classe contro i lavoratori statunitensi che, però, hanno cominciato a manifestare in massa contro di lui e i suoi consiglieri miliardari.
Slogan delle proteste erano “No kings”, con riferimento al desiderio di Trump di stabilire una sorta di dittatura civile sul Paese, e “We are the power”, che implica la chiara rivendicazione dell’origine democratica del potere, in realtà assai discutibile nel sistema di potere statunitense.
Negli ultimi mesi, Trump e i suoi fedeli (in realtà non troppo), i suoi amici miliardari, i suoi alleati statali e locali hanno portato avanti violenti attacchi, spesso illegali, contro i sindacati, gli immigrati, i dipendenti federali con la falsa affermazione della lotta alla corruzione, contro chi protestava contro il genocidio dei palestinesi e contro il movimento studentesco, che insieme ai docenti intende difendere il sistema educativo dai tagli sistematici. La logica di questi interventi sta nella esplicita volontà di colpire l’opposizione alla politica reazionaria trumpiana, rafforzare il già forte potere esecutivo, dare dei contentini alla base populista, (i bianchi declassati), che ha votato questa amministrazione credendo al sogno illusorio dell’America sempre grande.
Contemporaneamente e contraddittoriamente, Trump ha cercato di mantenere legata a sé la parte più conservatrice dell’élite dirigente, ribadendo i tagli fiscali e avviando ulteriori misure di deregolamentazione che rendono più agevole lo sfruttamento del lavoro, riducendone il costo con la complicità dei sindacati.
giovedì 5 giugno 2025
I cavalieri dell’Apocalisse vogliono la guerra - Alessandra Ciattini
Macron, Merz, Starmer e Tusk ci spingono in maniera folle e tragicomica verso una guerra, senza avere né una strategia né obiettivi realistici.
Non si può nascondere che il raggiungimento della pace in Ucraina costituisca un’ardua impresa, giacché è ormai del tutto evidente che la Russia vuole una soluzione delle ragioni profonde del conflitto (no all’espansione della Nato, eliminazione del governo fascista di Zelensky, protezione della popolazione russa), mentre gli Usa si acconterebbero per ora di una tregua alla coreana e l’Ue continua a starnazzare sull’avanzamento di torme di cosacchi verso le grandi città europee. Qualcuno ha giustamente definito Macron, Merz, Starmer e Tusk i quattro cavalieri dell’Apocalisse per il loro bellicismo privo di ogni giustificazione. Addirittura, giorni fa, sul Corriere della sera, Federico Fubini dichiarava che la Russia non sta avanzando e che, quindi, è opportuno continuare a sostenere l’Ucraina, prefigurando ulteriori scenari di guerra del tutto inconsistenti, ma ugualmente preoccupanti.
Proprio il 27 maggio, il Ministero della difesa russo ha comunicato che l’esercito ha liberato la località di Zeliónoye Pole nella repubblica popolare di Donetsk e Konstantínovka nella regione di Sumi, determinando l’uccisione di 1.145 soldati ucraini. Inoltre, ha attaccato e distrutto aerodromi militari, depositi di munizioni, rifugi di mercenari e ucraini in 144 luoghi diversi. E in questi giorni l’avanzamento continua.
martedì 27 maggio 2025
Il lavoro secondo Andrea Zhok - Alessandra Ciattini
Da: https://futurasocieta.org - Alessandra Ciattini (collettivo di formazione marxista "Stefano Garroni”) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza, collabora con https://www.unigramsci.it -
Andrea Zhok ha studiato presso le Università di Trieste, Milano, Vienna ed Essex. È professore di Filosofia morale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano e Master of Philosophy dell’Università di Essex.
Leggi anche: L'identità politica stato - "Sulla questione ebraica" - Stefano Garroni
La logica della crisi corrente - Andrea Zhok
Le riflessioni sul concetto di lavoro di Andrea Zhok, docente di Filosofia morale all’Università Statale di Milano, meritano di essere prese in considerazione. Se nei decenni passati la concezione di lavoro come impegno, contributo alla vita collettiva aveva ancora un qualche spazio, oggi è stata cancellata dall’idea che esso deve essere divertimento, puro mezzo per soddisfare le nostre esigenze personali, sia primarie che secondarie. Questo cambiamento è stato generato da una serie di trasformazioni strutturali e non solo dall’imporsi di un punto di vista differente.
Mi sono imbattuta per caso in un video proposto dalla casa editrice Ibex, “che produce libri per chi scala il futuro” e che mira al “Rinascimento italiano”. Nel suo sito, che ha 27.100 iscritti, si può leggere anche: “Non trattiamo un unico argomento, perché l’arte di domare gli eventi futuri non è fatta di tecnicismi settoriali, ma di intraprendenza strategica, e quindi olistica”. Così, spaziano “dal marketing alla filosofia, dall’imprenditoria alla propaganda passando per la politica”; un interessante percorso che desta molta curiosità, soprattutto in chi vuole capire per quale parte gli autori di queste frasi si schierano nel confuso scenario politico contemporaneo.
venerdì 16 maggio 2025
Dialogo sul Papa - Alessandra Ciattini e Giulio Chinappi
Leone XIV e il Cattolicesimo sociale che nega la lotta di classe
venerdì 2 maggio 2025
Le ambiguità del pontificato di papa Bergoglio - Alessandra Ciattini
Da: https://www.lantidiplomatico.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). -
Leggi anche: Addio Francesco, Papa e uomo - Sergio Scorza
BUONISMO ASTRATTO E SPIETATEZZA CONCRETA - Alessandra Ciattini
ROMERO BEATO, MARTIRE DELLA GUERRA FREDDA O COSTRUTTORE DI PACE? - Alessandra Ciattini
Vedi anche: Geopolitica del Vaticano: che pontificato e’ stato quello di Jorge Mario Bergoglio? Con Davide Rossi
Papa Bergoglio un rivoluzionario o un conservatore mascherato? Né l’uno né l’altro: un papa può “salvare la Chiesa” spesso accettando compromessi più apparenti che sostanziali.
In questi giorni, ho letto molti articoli e ascoltato molte interviste di autori non solo italiani sulla figura di Papa Bergoglio e sono rimasta sorpresa per la quasi generalizzata accettazione della retorica enfatica con cui è stata affrontata la scomparsa di quest’ultimo papa, che certo si è distinto nello stile e nel gesto dai molti suoi predecessori. Lungi da me voler mostrare mancanza di rispetto verso il sentimento religioso, parte intima e nascosta degli esseri umani, legata alla nostra consustanziale precarietà, al senso della morte e del nulla, ma è bene ricordare che una cosa è questo sentimento, una cosa è l’uso che ne fanno le varie istituzioni storiche, che con atteggiamenti spesso divisivi e contraddittori lo hanno veicolato verso la sottomissione, la rassegnazione, alimentando sogni di speranze nebulose e astratte.
Nel caso della Chiesa cattolica, ricordo che si tratta di un’istituzione, che nonostante i suoi tentativi di modernizzarsi e di democratizzarsi (per es. il Concilio Vaticano II), possiede un cuore tutto medioevale; infatti, è retta da una monarchia sacra e assoluta, che si incarna nella figura di un pontefice reso infallibile, quando parla ex cathedra, da un apposito dogma (Pastor Aeternus), sostenuto dai Gesuiti, proclamato nel Concilio Vaticano I il 18 luglio 1870 sotto il Pontificato di Pio IX, che in precedenza aveva emanato il dogma dell’Immacolata Concezione. La Costituzione dogmatica su citata stabilisce che il pontefice, nella funzione di Pastore di tutti i cristiani, quando definisce una dottrina sulla fede e sui costumi, è infallibile e pertanto tutti i fedeli sono obbligati a conformarsi a quanto da lui affermato. Una minoranza di cardinali, convocati per il Concilio e provenienti dall’Europa centrale, non fu d’accordo con questa decisione e lasciò Roma per non votare. Combattivo sostenitore dell’abrogazione di questo dogma è stato il teologo svizzero Hans Küng, morto nel 2021, cui nel 1979 la Congregazione per la dottrina per la fede proibì di insegnare teologia, il quale criticò fortemente papa Wojtyla per molte ragioni, tra le quali la politica spensierata delle canonizzazioni e gli interventi repressivi. Da non dimenticare nemmeno che la Chiesa cattolica è il maggior proprietario terriero al mondo.
lunedì 28 aprile 2025
I tentennamenti irrazionali dell’ultimo (per ora) impero - Alessandra Ciattini
Da: Futura Società - https://www.lantidiplomatico.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). -
Ascolta anche F. Schettino: Per un pugno di dollari (https://grad-news.blogspot.com/2025/04/yesterdays-papers-per-un-pugno-di.html?m=1)



