La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
giovedì 7 novembre 2024
La LOTTA tra i PEGGIORI: cosa aspettarci dalle elezioni presidenziali americane del 2024? - Alessandra Ciattini
mercoledì 30 ottobre 2024
IL COLONIALISMO di ieri e di oggi. USA, RUSSIA, e CINA: quali sono realmente i PAESI IMPERIALISTI? - Alessandra Ciattini
martedì 22 ottobre 2024
La CIA e la cosiddetta “French Theory” - Alessandra Ciattini
Da: https://www.lantidiplomatico.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).
Leggi anche: La battaglia delle idee: come è stata costruita l’egemonia statunitense - Alessandra CiattiniSi potrebbe affermare che nulla accade per caso: l’indebolimento del marxismo è stato prodotto da molti fattori, tra i quali anche l’intervento diretto della CIA, i cui agenti (fatto sorprendente) erano dei raffinati cultori di filosofia.
Ricordo i giorni successivi all’ammainamento della bandiera rossa dal Cremlino e la sua sostituzione con quella russa. Tutti gioivano esultanti affermando che la guerra fredda era finita e che ci avrebbe aspettato un periodo di pace e di prosperità. Per quanto mi riguarda, insieme ai membri del mio ambiente culturale, non partecipai a questa gioia, convinta che la Germania dell’est era stata praticamente svenduta e la fine dell’URSS avrebbe messo in pericolo i già difficili equilibri mondiali. Non mi vanto di aver avuto ragione anzi, speravo e di avere torto e che le mie paure fossero infondate. Invece, oggi ci troviamo alla soglie di una terza guerra che sarà probabilmente nucleare, alquanto prevedibile se si conosce la natura insaziabile del capitalismo, il cui motto può così esser riassunto “dare il meno possibile, per ottenere il massimo”, o se vogliamo una citazione letteraria, così ad un certo punto esclama in Moby Dick il capitano Akab: “Il mio movente e il miei fini sono folli, ma i miei mezzi sono razionali”. Razionali nel senso che sono adeguati all’apocalittico sterminio dell’umanità o all’uccisione della balena bianca. Tra l’altro ricordo che un bomba nucleare è anche meno cara rispetto a tutte le armi sofisticate che si stanno attualmente usando.
sabato 28 settembre 2024
"La guerra fredda culturale. La CIA e il mondo delle lettere e delle arti" - Renato Caputo intervista Alessandra Ciattini
giovedì 19 settembre 2024
Storia della Filosofia - Lucio Cortella
martedì 17 settembre 2024
Contro Macron che impone le sue scelte - Alessandra Ciattini
Da: https://futurasocieta.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).
Leggi anche: Il Nuovo Fronte popolare e le sue contraddizioni - Alessandra Ciattini
Discorso sul colonialismo*- Aimé Césaire
Dopo due mesi Macron ha scelto il suo primo ministro che ha cominciato la sua lotta contro gli immigrati. I lavoratori francesi hanno cominciato a protestare, ma ci vuole più determinazione.
Lo scorso 7 settembre si è svolta in Francia una manifestazione nazionale (150 iniziative nelle città più grandi) contro la decisione di Macron di nominare come primo ministro Michel Barnier, appartenente al partito dei Repubblicani, che alle elezioni legislative che ottenuto solo il 7% dei voti, e rifiutando la nomina di Lucie Castets, proposta dal Nuovo Fronte Popolare, che ha la maggioranza relativa nell’Assemblea nazionale. In questa scelta è stato sostenuto da Marie Le Pen, che però non condivide in tutto la politica bellicista di Macron, il quale ha prospettato l’invio di soldati per sostenere l’Ucraina nella sua guerra, diretta di fatto dalla Nato, contro la Russia. È difficile sapere se il presidente ha pensato a questo risvolto, ma negli ultimi tempi ha evitato di fare dichiarazioni interventiste.
La mobilitazione era stata convocata dalla France Insoumise, dai sindacati l’Union Étudiante e l’Union Syndicale Lycéenne, e avrebbe riunito, secondo gli organizzatori, 300.000 persone. Ha partecipato anche una parte dell’elettorato del Nuovo Fronte Popolare in collera contro “Manu”, che aveva evitato il successo del Rassemblement National alle elezioni, stilando un accordo di desistenza con la sinistra, di fatto poi tradito.
giovedì 12 settembre 2024
Il nuovo irrazionalismo. Un saggio della Monthly Review - John Bellamy Foster
Da: contropiano.org - Fonte: Monthly Review, vol. 74, n. 9 (01.02.2023). Traduzione a cura della Redazione di https://antropocene.org -
Iohn Bellamy Foster è direttore della Monthly Review. e docente di sociologia presso l’Università dell’Oregon.
Leggi anche: Cinque risposte su marxismo ed ecologia*- John Bellamy Foster
Appunti su “la Distruzione della Ragione”, di György Lukács -
A proposito della lukàcciana Distruzione della ragione. - Stefano Garroni
A più di un secolo dall’inizio della Grande Crisi del 1914-1945, rappresentata dalla Prima Guerra Mondiale, dalla Grande Depressione e dalla Seconda Guerra Mondiale, stiamo assistendo a un’improvvisa recrudescenza della guerra e del fascismo in tutto il mondo.
L’economia mondiale capitalistica nel suo complesso è ora caratterizzata da una profonda stagnazione, dalla finanziarizzazione e da un’impennata delle disuguaglianze. Tutto questo è accompagnato dalla prospettiva di un omicidio planetario nella duplice forma dell’olocausto nucleare e della destabilizzazione climatica. In questo pericoloso contesto, la nozione stessa di ragione umana viene spesso messa in discussione. È quindi necessario affrontare ancora una volta la questione del rapporto dell’imperialismo o del capitalismo monopolistico con la distruzione della ragione e le sue conseguenze per le lotte di classe e antimperialiste contemporanee.
Nel 1953 György Lukács, la cui Storia e coscienza di classe del 1923 aveva ispirato la tradizione filosofica marxista occidentale, pubblicò la sua opera magistrale, La distruzione della ragione, sulla stretta relazione dell’irrazionalismo filosofico con il capitalismo, l’imperialismo e il fascismo.[1]
L’opera di Lukács scatenò una tempesta di fuoco fra i teorici della sinistra occidentale che cercavano di adattarsi al nuovo imperium americano. Nel 1963, George Lichtheim, un sedicente socialista che operava all’interno della tradizione generale del marxismo occidentale, pur opponendosi virulentemente al marxismo sovietico scrisse un articolo per «Encounter Magazine», allora finanziata segretamente dalla Central Intelligence Agency (CIA), in cui attaccava con veemenza La distruzione della ragione e altre opere di Lukács.
martedì 10 settembre 2024
Persistenze e metamorfosi della questione ebraica. Una rilettura di Abraham Léon - Il Lato Cattivo
Da: https://illatocattivo.blogspot.com -
Leggi anche: Chiarezza - Shlomo Sand - Shlomo Sand
LA QUESTIONE EBRAICA - Stefano Garroni
L'identità politica stato - "Sulla questione ebraica" - Stefano Garroni
Enzo Traverso, "Gaza davanti alla storia" - Marco Revelli
Verità sulla Nakba - Ilan Pappè
“Dal ‘48 Israele vuole disfarsi del popolo palestinese” - RACHIDA EL AZZOUZI intervista ILAN PAPPÉ -
LA GUERRA CHE DURA SEI GIORNI E CINQUANT'ANNI - Joseph Halevi
Chi sono i veri responsabili del caos nel Medio Oriente? - Alessandra Ciattini
PALESTINA. Economia e occupazione: dal Protocollo di Parigi ad oggi. - Francesca Merz
Cade la maschera di Israele e anche la nostra - Alberto Negri
Il comunismo è e rimane l'unica prospettiva di superamento positivo della società capitalistica. Ma quest'ultima, malgrado le sue traversie, pare divenuta un orizzonte insuperabile, e le forze protese al suo abbattimento sono oggi ridotte alla clandestinità e alla dispersione, se non al disorientamento. L'epoca del movimento operaio tradizionale, delle transizioni socialiste e dei loro programmi si è da tempo conclusa. Il patrimonio delle lotte e delle correnti teoriche del passato richiede un riesame profondo per separare ciò che è vivo da ciò che è morto. Il rapporto intercorrente tra le lotte quotidiane del proletariato, i movimenti interclassisti di massa dell'ultimo decennio e la rottura rivoluzionaria possibile appare più enigmatico che mai. La teoria comunista richiede nuovi sviluppi, per essere restaurata nelle sue funzioni. La necessità di affrontare questi nodi ci interpella in prima persona, come dovrebbe interpellare tutti i sostenitori del «movimento reale che abolisce lo stato di cose presente». I nostri mezzi sono a misura alle nostre forze: modesti. Impossibile in queste condizioni pretendere di essere i fautori unici e infallibili di una rifondazione teorica che arriverà a maturità solo in un futuro non prossimo. Ma è solo iniziando a camminare che si cominciano a tracciare strade percorribili.
giovedì 22 agosto 2024
"Sul filo rosso del tempo, Riflessioni su alcune ideologie contemporanee" - Alessandra Ciattini
La questione di classe è una questione di genere - Giovanna Vertova
mercoledì 7 agosto 2024
Il Nuovo Fronte popolare e le sue contraddizioni - Alessandra Ciattini
Il panorama politico francese è sempre più interessante di quello italiano così di basso livello e così insignificante sul piano internazionale. Le ultime vicende elettorali francesi presentano una serie di elementi da analizzare a fondo, se vogliamo comprendere quale percorso intraprendere per uscire da quella palude, nella quale è semiaffogata quella che pretende chiamarsi sinistra di classe, forse nemmeno sapendo, come certi intellettuali alla moda, cosa sia effettivamente una classe sulla cui natura continuano ad interrogarsi.
Vediamo di ricostruire gli eventi di questa complicata vicenda che vede vari protagonisti in primo piano e sullo sfondo, cominciando dagli avvenimenti finali.
Martedì 23 luglio, dopo lunghe ed estenuanti trattative, data la natura ibrida del Nuovo Fronte Popolare (vero problema teorico e pratico della sinistra di classe), questo ha proposto Lucie Castets come primo ministro, personaggio alquanto sconosciuto, funzionario di altissimo livello dello Stato francese (énarque) consigliere economico del sindaco socialista di Parigi. In precedenza era stata rifiutata la candidatura di Laurence Tubiana, una diplomatica indipendente per il clima, sostenuta dai Verdi e del Partito Comunista, che già pensava ad un accordo con il Fronte dei Repubblicani. Poi è stata proposta Huguette Bello del PCF, considerata troppo estremista dalla destra della LFI e quindi scartata.
Chi pensa male (e secondo Andreotti ha ragione) ritiene che la nomina della Castets sia una buona mediazione, accettabile da parte di Marcon, che però per ora ha dichiarato di non prendere in considerazione. Pur sostenitrice dei servizi pubblici, secondo alcuni la su menzionata gentile signora sarebbe pronta a non battersi fino in fondo per realizzare il programma del NFP, già alquanto insoddisfacente soprattutto riguardo la politica estera.
domenica 28 luglio 2024
Sincretismi vitali a Cuba: contraddizioni sociali e processi simbolici - Alessandra Ciattini
Da: https://giuliochinappi.wordpress.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).
Le sacre icone forniscono una realtà palpabile a una comunità per altro verso immaginaria. L’interessante approfondimento di Alessandra Ciattini sulle pratiche religiose a Cuba.
Nella letteratura antropologica e storico-religiosa ci si avvale spesso del termine “sincretismo”, inteso in modi diversi. Secondo Droogers (1989), le definizioni oggettive del termine si riferiscono a tradizioni culturali e religiose difformi che si incontrano in un determinato contesto storico-sociale e si mescolano fino a dar vita a forme diverse, con distinti gradi di sincretizzazione più o meno profondi (Marzal 1985). Le definizioni soggettive invece contengono spesso giudizi di valore imperniati sulla condanna dell’incontro e della fusione di religioni di origine diversa: basti pensare alla teologia cristiana che considera pericolosa ogni forma di sincretismo, che contaminerebbe la purezza originaria della vera religione rivelata. Ovviamente, come osserva Droogers, la distinzione tra definizioni oggettive e soggettive non è netta, e possiamo trovare caratteri soggettivi in quelle oggettive e viceversa. Di fatto non esiste un accordo scientifico sulla nozione di sincretismo e perciò possiamo usarla solo se la definiamo a partire da una teoria dei fenomeni sincretici e delle condizioni storico-sociali in cui si formano e si sviluppano. Gli esempi cubani qui analizzati mostrano un sincretismo strettamente legato alle contraddizioni della vita sociale. In molti casi esso tenta di risolvere queste contraddizioni, come sottolineano i funzionalisti, in altri la produzione di una sintesi culturale (Stewart e Shaw 1994) rinvia ad una soluzione simbolica e ideologica senza incidere sulle trasformazioni reali. Un’impostazione dialettica ci permette di identificare e di interpretare gli aspetti contraddittori dei fenomeni sociali.
giovedì 25 luglio 2024
L’onda lunga della crisi del marxismo (tra prassi e teoria) - Roberto Fineschi
Da: "https://www.dialetticaefilosofia.it/" dedicato a Il marxismo italiano nella crisi degli anni Settanta, a cura di C. M. Fabiani. - Roberto Fineschi è docente alla Siena School for Liberal Arts. Ha studiato filosofia e teoria economica a Siena, Berlino e Palermo. Fra le sue pubblicazioni: Marx e Hegel (Roma 2006), Un nuovo Marx (Roma 2008) e il profilo introduttivo Marx (Brescia 2021). È membro del comitato scientifico dell’edizione italiana delle Opere complete di Marx ed Engels, dell’International Symposium on Marxian Theory e della Internationale Gesellschaft Marx-Hegel für dialektisches Denken. (http://marxdialecticalstudies.blogspot.com - https://www.facebook.com/roberto.fineschi - Marx. Dialectical Studies - laboratoriocritico.org!).
Leggi anche: Calvino è stato marxista. In memoriam - Roberto Fineschi
Abbozzo di riflessione sul PCI e sulla sua crisi - Roberto Fineschi
Razzismo e capitalismo crepuscolare - Roberto Fineschi
Epoca, fasi storiche, Capitalismi - Roberto Fineschi
Chi critica la critica? Alla ricerca di soggetti storici - Roberto Fineschi
Violenza, classi e persone nel capitalismo crepuscolare - R. Fineschi
Cosa diceva Berlinguer: discorso al "Convegno degli intellettuali" (1977)
Sul compromesso storico - Aldo Natoli
L’ACQUA PESANTE E IL BAMBINO LEGGERO*- Gianfranco Pala
La crisi marxista del Novecento: un’ipotesi d’interpretazione*- Stefano Garroni
La missione morale del Partito comunista - György Lukács
Comunisti, oggi. Il Partito e la sua visione del mondo. - Hans Heinz Holz.
Vedi anche: Per un nuovo Marx - Giovanni Sgrò, Roberto Fineschi
sullo scritto di Ernesto Che Guevara "L'uomo e il socialismo a Cuba" - Alessandra Ciattini
Premessa
La prima difficoltà nell’affrontare il tema proposto nasce dalla articolata definizione della stessa categoria di marxismo. Nel dibattito corrente si tende a distinguere tra (i) Marx come fondatore di una teoria della storia che nasce dall’esperienza pratica e che è capace di conseguenze pratiche, (ii) il marxismo, in generale, come tentativo di applicarla alla realtà con intenti trasformativi e (iii) i marxismi, al plurale, come diversificate modalità attraverso le quali quel tentativo viene concretizzato1 . Si discute anche di quanto i vari marxismi siano stati coerenti con l’impianto generale della teoria di Marx, oggi in particolare alla luce delle novità emerse con la pubblicazione della nuova edizione storico-critica2 . In via preliminare mi atterrò a questa articolazione, declinando quindi il tema a partire da una possibile individuazione di quale fosse il peculiare marxismo che entrò in crisi negli anni Settanta; poiché tuttavia caposaldo di questa impostazione è la mediata dialettica di teoria e prassi, di movimento reale e sua trasposizione politica, ritengo necessaria una premessa storico-reale e non meramente teorica. Le riflessioni qui proposte sono di carattere preliminare e da verificare in studi più approfonditi.
Credo si debba partire dall'individuazione dei tratti caratterizzanti il marxismo-leninismo del PCI, forma egemone di organizzazione pratica e politica in Italia, adattamento togliattiano di ispirazione gramsciana della tradizione sovietica sul modello del Partito nuovo3. Procedendo in maniera estremamente schematica e approssimativa, ritengo si possano individuare alcuni punti chiave:
1) la classe operaia come soggetto antagonista. L’idea della tendenziale polarizzazione sociale in operai contro capitalisti;
2) l’alleanza con i contadini per la formazione del blocco storico;
3) il partito come soggetto organizzativo con una sua struttura centrale forte e una sua capillare diffusione nella produzione e nella società civile;
4) proprietà e gestione statale della produzione come obiettivo di lungo termine in cui consisteva la realizzazione del socialismo, più o meno sulla falsariga del modello sovietico; il concetto di egemonia per la progressiva formazione di un senso comune comunista che andasse di pari passo con le modifiche di struttura;
5) l’idea che la questione strutturale fosse risolta, nel senso che, come sostiene Gramsci nei Quaderni, le premesse materiali fossero già poste. Da questo punto di vista la questione della rivoluzione diventava squisitamente – o esclusivamente – sovrastrutturale.
Se questa sommaria schematizzazione può costituire un primo punto di partenza, che cosa ne resta dopo i cambiamenti avvenuti nella dinamica del modo di produzione capitalistico dalla prima fase del dopoguerra ad oggi?4
domenica 21 luglio 2024
LOSURDO ed il REVISIONISMO STORICO - Alessandra Ciattini e Gianmarco Pisa
“RAZZISMO E CULTURA” - Frantz Fanon
Razzismo e capitalismo crepuscolare - Roberto Fineschi
Violenza, classi e persone nel capitalismo crepuscolare - R. Fineschi
Persona, Razzismo, Neo-schiavismo: tendenze del capitalismo crepuscolare. - Roberto Fineschi
La schiavitù, radici antiche di un male moderno - Francesco Gamba
lunedì 1 luglio 2024
La lotta tra i peggiori - Alessandra Ciattini
sabato 15 giugno 2024
Toccherà agli europei fare la guerra alla Russia mentre la Nato rimarrà a guardare? - Alessandra Ciattini
Da: https://futurasocieta.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).
Autorevoli esperti statunitensi scrivono che gli Usa scaricheranno il peso della guerra in Ucraina all’Europa. Allora cosa succederà? Eseguiranno gli ordini, avviandoci sempre più all’autodistruzione?
Il dottor Ezequiel Bistoletti, specialista in geopolitica e attivo analista politico, direttore dell’interessantissimo canale «Demoliendo mitos de la politica» (https://www.youtube.com/watch?v=bJFaVGQ9fhM&ab_channel=Demoliendomitosdelapolitica), ha reso noto e documentato un’importante notizia che intendiamo contribuire a diffondere.
Il 22 aprile la prestigiosa rivista statunitense «Foreigner Affairs», fondata nel 1922, che rivela e allo stesso tempo condiziona la politica estera della grande potenza, ha pubblicato un rilevantissimo articolo firmato da ben tre autori, i quali sono tutti statunitensi, accademici, esperti in questioni militari, legati a corporazioni e istituzioni potentissime (A. Crouther, J. Matisek e P. P. O’ Brian). Insomma, non sono gli ultimi arrivati. Il titolo dell’articolo è assai preoccupante per tutti noi, che ci ritroviamo a vivere della vecchia ed esausta Europa: “L’Europa, non la Nato, dovrebbe mandare le sue truppe in Ucraina”. Analizziamo brevemente le argomentazioni su cui poggia questa autorevole opinione.
domenica 2 giugno 2024
"La società dell'emergenza" di Francesco Fantuzzi - Recensione di Paolo Massucci
Da: https://www.sinistrainrete.info - Paolo Massucci, Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni.
Il saggio, edito nel 2024 da Sensibili alle foglie, fornisce una ricca analisi della crisi in corso della democrazia. Le soluzioni proposte stimolano riflessioni utili alla comprensione della nostra condizione storica e alla speranza di un cambiamento.Segnalo il saggio di Francesco Fantuzzi "La società dell'emergenza. Pandemia, guerra, insicurezza, caos: quale futuro ci attende?" edito nel 2024 da Sensibili alle foglie.
Il libro offre una chiara, dettagliata e spietata descrizione dello spirito del nostro tempo e della grave crisi politica, economica, sociale, culturale ed ecologica in corso, di cui non riusciamo più a intravedere alcuna soluzione. L'annunciata epoca della globalizzazione, della pace mondiale, del progresso e della libertà, una volta crollata l'URSS si è presto conclusa in conseguenza dei sussulti per la contesa sul nuovo ordine mondiale.
Viene esposta la grave situazione politica, ovvero il progressivo arretramento della democrazia per cui è stato anche coniato il termine “postdemocrazia”: le istituzioni nazionali e sovranazionali che detengono il potere rispondono sempre più alle richieste delle lobby industriali e finanziarie, anziché ai popoli. Mentre i governi, a prescindere dai partiti che li sostengono, non si discostano più dalle politiche economiche neoliberiste e di austerità, sfavorevoli ai lavoratori e alle fasce deboli e impiegano modelli di gestione costantemente emergenziali e metodi autoritari.
L'Autore, la cui visione etica appare a mio avviso influenzata dal filone del pensiero occidentale della Scuola di Francoforte, intravede il rischio di una deriva "dis-umanistica", caratterizzata dallo sgretolarsi dei rapporti tra persone e dalla spettacolarizzazione dell'esistenza (viene citato il saggio del 1967 di Guy Debord), in un ambiente relazionale segnato dal solipsismo narcisistico, in cui tutti si mostrano, nessuno ascolta e gli istinti inconsci non sublimati dominano sulla ragione. Tutto ciò, secondo l'Autore, e a ragione, sarebbe favorito anche dalla diffusione degli strumenti della tecnologia informatica, finalizzati, in ultima analisi, esclusivamente alla massimizzazione del profitto privato, anziché a progetti lungimiranti, razionali, etici e responsabili verso la collettività. Viene quindi richiamato il pericolo del "postumanesimo", una progetto a oggi ancora elitario che auspica l'impiego della tecnica per estendere le possibilità del corpo e della mente umana: una pericolosa riproposizione -quella del postumanesimo-, secondo la tesi di Paolo Ercolani nel saggio "Nietzsche l'iperboreo", di cui pure consiglio la lettura, della inquietante teoria del superuomo.
Nella parte finale l’Autore -che afferma che il capitalismo è il problema e pertanto esso non può offrire soluzioni- presenta alcune proposte per invertire la rotta, collocabili, a mio avviso, nell'ambito della cultura postmoderna, quali la teoria della “decrescita felice” di Serge Latouche: una prospettiva lodevole e razionale, nonostante alcuni limiti, indispensabile per poter superare la crisi ecologica e il super-individualismo odierno. Chiaramente occorre anche considerare le possibili contromisure che il capitalismo prenderebbe, come le guerre, per far fronte a un ipotetico calo dei consumi, prima di implodere, se mai dovesse avvenire. D’altra parte, considerate le attuali disparità del livello di consumo nel mondo, si può ipotizzare che la rinuncia a un dato stile di vita consumistico, il cosiddetto benessere, possa coinvolgere per lo più solo quella parte più consapevole e sensibile della classe media più acculturata, mentre il mondo nel complesso continuerebbe presumibilmente a funzionare senza particolari inceppi o trasformazioni.
D’altra parte ci si può chiedere -ma siamo forse nel campo della teoria politica- se l'attuale crisi, con particolare riferimento al restringimento degli spazi di democrazia e al neoliberismo, caratterizzata dall'arretramento dei diritti sociali conquistati nella seconda metà del secolo scorso, cui deriva la vertiginosa polarizzazione di redditi e patrimoni, non sia altro che la naturale conseguenza dell’incontrastato processo capitalistico, una volta privato degli ostacoli dati dalla presenza dell'Unione Sovietica e dei partiti comunisti di massa.
E’ comunque certo, e su questo il saggio fornisce un pregevole contributo di riflessione, che un eventuale movimento anticapitalista internazionale, ancorché non certamente all’ordine del giorno, abbia l’indispensabile compito, oltre all’abbattimento del capitalismo e dello sfruttamento di classe, di mostrare la possibilità e persino il guadagno in termini di civiltà e di relazioni intersoggettive di uno stile di vita più sobrio, meno consumistico, meno competitivo e in definitiva più umano. Anzi, si può affermare, ciò costituirebbe un immenso vantaggio per la nostra esistenza materiale e spirituale: non sarebbe un tornare al passato, bensì un percorso di rinnovamento dei rapporti umani e sociali anche a livello etico: come affermava Che Guevara, la rivoluzione necessita anche della costruzione di un homo novus. Naturalmente, a nostro avviso, qualsiasi cambiamento non può prescindere da una profonda trasformazione della struttura sociale, dei rapporti tra classi, del modo di produzione, altrimenti si collocherebbe su un mero piano idealista, moralista, dei “buoni propositi”.
Non vi è dubbio, in definitiva, che questo libro possa offrire stimoli utili a una riflessione critica sul mondo attuale e spunti per un dibattito per la ricerca di possibili percorsi concreti che possano impedire quella che, a oggi, appare ai più una catastrofe inevitabile di tutto il genere umano.
giovedì 30 maggio 2024
Trasformazione sociale ed emancipazione della donna - Alessandra Ciattini
Da: https://www.marxismo-oggi.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma.
Leggi anche: Oppressione ed emancipazione della donna - Alessandra Ciattini
Discorso sulle donne - Thomas Sankara
Genere e famiglia in Marx: una rassegna*- Heather Brown
La donna, la nuova morale sessuale e la prostituzione*- Joseph Roth
La questione di classe è una questione di genere - Giovanna Vertova
Chi trasforma la società capitalistica?
Ovviamente nessuno può mettere in discussione che uno dei problemi centrali della società contemporanea, sia nei paesi a capitalismo avanzato che nel cosiddetto Sud globale, non toccati a fondo dalle rivoluzioni borghesi, è quello dell’emancipazione della donna, sesso a cui appartengono più della metà degli esseri umani.
Tuttavia, a mio parere, l’enfasi quotidiana sul problema donna e genere cela molte ambiguità e non ci conduce ad un miglioramento effettivo delle condizioni di vita di coloro che hanno il compito impegnativo e non facile di perpetuare la specie umana.
Anticipo che mi muovo in una prospettiva marxista, facendo presente che ovviamente non deve essere intesa nel senso vetero-positivista, spesso impiegato dagli antimarxisti o da semplici militanti radicali, che ricadono generalmente in uno sterile riduzionismo. Anticipo anche che la seguente analisi si riferisce alla condizione della donna nella contemporanea società capitalistica e avanzata, che però sta palesando chiari segni di regressione e di declino. Basti pensare che si è ristabilita la condizione dei cosiddetti lavoratori poveri dominante dall’esplosione del capitalismo al secondo dopoguerra. Non tratterò la questione della donna nelle società a capitalismo emergente o periferico, convinta che ampie generalizzazioni producano solo semplificazioni del tutto inutili a comprendere a fondo la storia e la vita sociale.
L’enfasi cui parlavo e che è divenuta il tema dominante di ogni discorso pseudo-trasformativo convogliato dai media consiste nell’insistere sulla convinzione che il cambiamento potrà esser realizzato da tutti quei gruppi critici dell’attuale sistema in senso ampio, come appunto il femminismo nelle sue varie forme, i sostenitori di una sessualità più ampia, le minoranze etniche o se volete, come si dice, altre.
Riprendendo l’osservazione del grande economista trotskista Ernest Mandel, ritengo che: “Ogni prospettiva di trasferire la funzione rivoluzionaria ad altri strati sociali che sono incapaci di paralizzare la produzione di un solo colpo, che non hanno un ruolo chiave nel processo produttivo, che non sono la fonte principale del profitto e dell’accumulazione del capitale, rappresenta un passo indietro dal socialismo scientifico al socialismo utopistico…” (1973: 119-121). Vedasi l’attuale situazione francese, ma anche quella statunitense. Naturalmente da ciò si evince che quegli strati o gruppi, che portano avanti rivendicazioni specifiche e in qualche modo limitate, sono integrabili nella cosiddetta classe rivoluzionaria nella misura in cui fanno parte dell’estesissima porzione della popolazione che per campare deve accettare un lavoro dipendente e salariato, anche nelle condizioni più svantaggiose. Pertanto, non credo che l’accento sul ruolo rivoluzionario dei salariati determini necessariamente “la limitazione delle soggettività che compongono la classe lavoratrice” (Toffanin 2018), perché la maggior parte delle donne appartengono a questa classe.