Qui la registrazione audio dell'incontro: https://www.youtube.com/watch?v=Rja2jXmcPUs&list=PL921DB5CE566485CA&index=8
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Lenin
insiste molto nel sottolineare la centralità del settore teorico
come settore di lotta, e buona parte della polemica che fa contro
altre organizzazioni della sinistra russa, quelle che lui definisce
spontaneiste, è fortemente centrata proprio su questo tema del ruolo
della lotta teorica.
Senza dubbio questo che dice Lenin è legato a
una situazione specifica che lui ha di fronte in Russia; però
sicuramente ha un significato assai più generale, e noi possiamo
affrontare il tema sganciandolo dai riferimenti puntuali alla
situazione russa. Perché qui si tratta appunto di una presa di
posizione intorno al senso della lotta del proletariato
rivoluzionario, per l’organizzazione politica del proletariato
rivoluzionario.
E incontriamo subito una questione di notevole
rilievo che mi pare accennavamo al nostro primo incontro: Lenin
sottolinea come grandi marxisti come Kautsky, come Otto Bauer, come
Plechanov ecc.. - qui apro una parentesi: è estremamente importante
ricordare che tra fine ‘800 e inizio ‘900, c’è una serie di
personaggi di grandissimo rilievo culturale e politico, del movimento
operaio, che si richiamano direttamente al marxismo, che sono
insegnati nell’organizzazione politica del proletariato, di cui
onestamente, generalmente si ignora tutto. Voglio dire: personaggi
come Max Adler, come Otto Bauer, come lo stesso Kautsky, (che
ovviamente è persona nota come nome - però credo che a un’inchiesta
risulterebbe che difficilmente è stato letto un rigo di Kautsky) ,
Hilferding, la Luxemburg; rappresentano tutti un ambiente culturale e
politico di enorme statura. E se noi oggi rileggiamo le cose loro,
vediamo che loro hanno discusso i problemi di cui noi ora discutiamo.
Voglio dire che un obiettivo importante sarebbe proprio quello di
recuperare questa cultura del movimento operaio e marxista, e in
particolare quella prodotta dall’ambiente europeo, prevalentemente
si tratta di letteratura in lingua tedesca perché anche la Luxemburg
ovviamente non scriveva in polacco perché sennò non la leggeva
nessuno e scriveva in tedesco. Chiusa la parentesi -. Lenin
sottolinea come questi grandi marxisti, tuttavia, a un certo punto
non si erano più riusciti a dare un’indicazione politica adeguata
perché non si sono resi conto del fatto che i problemi fondamentali
della lotta di classe avevano cambiato di forma, e che quindi era
necessario operare analoghe e corrispondenti mutamenti di forma
tattica per poter rispondere alla situazione data.
Io insisto su
questa questione del mutamento di forma, perché è un tema che noi
troviamo molto in Marx e in Engels, cioè il tema secondo cui il
marxismo è sottoposto a mutamenti di forma in corrispondenza di
mutamenti profondi al livello dell’organizzazione economica, della
situazione politica, degli sviluppi culturali, scientifici ecc. Il
che ci dice che: primo, è una contraddizione in termini
“dogmatismo marxista”, nel senso che il marxismo è
necessariamente sottoposto alla necessità di una modifica di forma
nel momento in cui avvengono mutamenti di rilievo a livello politico
economico scientifico ecc. Ma non dobbiamo cadere
nell’equivoco: “mutamenti di forma”, detta così sembra come se
tu cambiassi la carta, ma la caramella è sempre quella. No, qui
stiamo attenti, che si tratta di gente che usa il tedesco, e in
tedesco form, non è l’analogo
del superficiale, di ciò che appare. Voi sapete per es. che
esiste una psicologia che studia il modo di presentarsi delle cose e
delle esperienze e questa si chiama la psicologia gestaltica, perché
“forma” nel senso del modo di presentarsi; semplicemente
del modo di presentarsi empirico delle cose, in tedesco è “gestalt”,
non è “form”. Form indica invece le strutture
razionali di fondo. Per es. immaginate due espressioni matematiche,
due equazioni, una con un’incognita e un’altra con n. incognite.
Qui c’è un cambiamento di forma dei due tipi di espressione
e capite che non si tratta di una faccenda superficiale ma si tratta
di una modifica al livello delle strutture razionali profonde.
Questo vuol dire cambiamento di forma
a cui il marxismo deve andare incontro in relazione a mutamenti a
livello politico, sociale, culturale, scientifico ecc. Per questo il
senso che il marxismo è sottoposto alla necessità di modifiche di
forma, ha il ruolo di testimoniare la vocazione antidogmatica del
marxismo. Perché si tratta di mettere in questione le strutture
stesse della razionalità marxista. Detta in soldoni: se uno dice
“dialettica marxista” e ha intenzione di dire una certa forma
razionale che è quella, punto e basta, sbaglia. Perché questa forma
ha da adeguarsi a mutamenti sostanziali quando questi mutamenti
avvengono.