La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
Da: Fondazione
Circolo dei lettori - Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia, Dedalo Edizioni. (Luciano
Canfora Podcast)
Da: DARSI
PACE · MARCO GUZZI - Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia (Dedalo Edizioni)
DALLE OLIGARCHIE ALLA VOLONTÀ DI POTENZA - DAVIDE SABATINO IN DIALOGO CON LUCIANO CANFORA
Una delle parole che è stata sdoganata in questi giorni dai giornali mainstream è la parola “oligarchie”. Peccato però che con questo termine si è voluto indicare esclusivamente i ricchi affaristi russi, i quali - dicono i giornaloni - sono rei non solo di essere nababbi, ma anche di essere di nazionalità russa. Una discriminazione razziale che non sembra avere eguali nel resto d’Europa.
Insieme al noto Professor Luciano Canfora abbiamo voluto scavare a fondo su questo tema del “governo dei pochi” (“oligoi” = pochi e “archè” = governo), perché siamo convinti che solo comprendendo la differenza fra democrazia e oligarchia anche il nostro orizzonte contemporaneo potrà risultare meno oscuro e ambiguo. Infatti, è inutile continuare a credere di essere i paladini della democrazia quando - di fatto - molti diritti fondamentali stanno progressivamente venendo meno. E non basta neppure paragonare il nostro sistema di relativa libertà di stampa con quello di censura più o meno dichiarata che vige da anni in Russia per poterci sentire migliori. Al massimo possono essere magre consolazioni, ma niente di più.
L’ultimo libro di Luciano Canfora si intitola “La democrazia dei signori”, ed è proprio partendo da questo testo che abbiamo deciso di attraversare le criticità del nostro tempo, evitando in ogni modo di scadere in commenti di bassa propaganda politica che tanto vanno di moda sui quotidiani e nelle televisioni generaliste. Il quadro disegnato dal pensiero di Canfora durante il nostro dialogo mostra linee di carattere filologico fondamentali per capire la storia di oggi, senza le quali tutte le contraddizioni che questa guerra sta facendo emergere non possono che insabbiarsi.
Per comprendere lo scenario geopolitico attuale non possiamo solo impressionarci di fronte alle immagini criminali e di devastazione che vengono trasmesse ventiquattro ore su ventiquattro da tutte le reti televisive. Occorre saper leggere quelle immagini con le lenti d’ingrandimento della filosofia e della storia politica. Ciò che fa da sfondo alle raffigurazioni drammatiche della tragedia in atto sono infatti le (in)coscienze delle classi dirigenti globali che - come insegna Luciano Canfora - oltre ad essere molto più “internazionalistiche” e “solidaristiche” del popolo che vorrebbe insorgere, sono anche governate da quella “volontà di potenza” rispetto alla quale ci mise in guardia nel secolo scorso la filosofia del profetico Friedrich Nietzsche.
Chissà se in queste ore turbolente e vertiginose riusciremo, come popolo, a recuperare la lezione del secolo appena trascorso, provando ad affrontare il futuro con un’ottica meno bellica e più serenamente relazionale. Noi siamo qui per provarci.
Da: Literature for Aliens - Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia, Dedalo Edizioni. (Luciano Canfora Podcast)
Da: Il Fatto Quotidiano - Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia, Dedalo Edizioni. (Luciano Canfora Podcast)
Da: Fondazione
Circolo dei lettori - Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia (Dedalo Edizioni)
Convegno "Marx in Italia. Edizioni, interpretazioni e influenze".
Evento organizzato da Fondazione Istituto Gramsci Onlus e Istituto della Enciclopedia Italiana Giovanni Treccani.
Il moto della storia non è ciclico, né rettilineo, né ottimisticamente progressivo, si dispiega sinuosamente come una spirale.
Luciano
Canfora è
un instancabile produttore
di libri,
con i quali analizza il passato e il presente, cercando anche di
individuare i passi, i ritmi, i movimenti attraverso cui dal primo si
passa tormentosamente e tortuosamente al secondo, nel quale
persistono elementi antichi, ma senz’altro profondamente trasmutati
e rielaborati secondo un modo di procedere che sembra accomunare fasi
storiche assai diverse nel loro dipanarsi.
Nella
sua più recente pubblicazione La
scopa di Don Abbondio. Il moto violento della storia [1](Laterza
2018), richiamandosi
a Guerra
e pace di Lev
Tolstoj,
Canfora sottolinea che per il grande scrittore russo ogni divisione
del corso storico in eventi discreti costituisce un’operazione
arbitraria, giacché a suo parere quest’ultimo si caratterizza per
“l’assoluta continuità del moto”, inconcepibile per la mente
umana. Questa concezione della storia è radicata nella convinzione
che essa sia un prodotto collettivo creato dall’azione delle grandi
masse che si va a concretare in episodi o personaggi precisi, come la
Grande Rivoluzione o Napoleone.
Questo
flusso continuo non si dispiega in maniera rettilinea [2] né segue
il monotono ritmo dell’eterno ritorno; assomiglia piuttosto ad una
spirale, figura
metaforica di sapore certamente hegeliano,
che descrive un processo irreversibile che non ritorna mai su se
stesso, ma che nell’avanzare si trasmuta senza liberarsi
completamente delle scorie precedenti.
La
schiavitù non è un rottame del passato, ma un’istituzione
riportata in auge dal capitalismo del Terzo Millennio.
La
schiavitù del capitale (Bologna
2017) è il nuovo libro di Luciano
Canfora,
che stupisce sempre per l’ampiezza della sua cultura e per la
lucidità delle sue analisi, le quali delineano un quadro complessivo
e sintetico delle prospettive storiche che abbiamo davanti a noi.
Inoltre, si può cogliere tra le righe il piacere che prova lo
studioso italiano, svolgendo il suo attento lavoro di ricerca, anche
se da esso emerge un disegno drammatico.
La
schiavitù del capitale è
un saggio breve (111 pagine), nel quale vengono individuati in
maniera precisa i gravissimi
problemi della società contemporanea,
che sarebbe caratterizzata dal “ritorno in grande stile del
fenomeno della schiavitù come
anello indispensabile del ‘cosiddetto capitalismo del Terzo
Millennio’” (p. 69). Questo ritorno non deve meravigliarci,
giacché conferma quanto sosteneva Aristotele: “la necessità e
l’eternità della schiavitù” (p. 68).
Secondo
Canfora la partita che è stata giocata nel corso del Novecento,
iniziata con la Grande Guerra, è stata vinta da chi sfrutta e gli
sconfitti sono stati gli sfruttati, ma è stato un grave errore
credere che questa vicenda abbia posto fine alla storia. Che non
fosse così ce lo ha fatto capire il “crollo del lungo, ostinato,
alla fine insostenibile esperimento di ‘socialismo’”, evento
dal quale possiamo ricavare una serie di osservazioni. Prima di
tutto, che la partita è appena cominciata e che il modello
capitalistico si è espanso in tutto il pianeta, conquistando anche
la Russia e la Cina. A ciò dobbiamo aggiungere che solo oggi il
capitalismo ha il dominio del mondo debolmente contrastato dai
residui delle organizzazioni sindacali non collegate a livello
internazionale, giacché gli sfruttati non sono in grado di
compattarsi per ragioni religiose, etniche etc. Inoltre, per rendere
efficace la sua espansione e seguendo la sua logica del profitto e
dell’acquisizione di nuovi mercati, il capitalismo
ha reintrodotto “forme
di dipendenza di tipo schiavile”
sia nel mondo sviluppato che in quello arretrato (pp. 10-11), in cui
probabilmente – aggiungo io – non ha mai cessato di esistere.
Tale reintroduzione ha comportato la perdita dei ‘diritti
del lavoro’,
ottenuti in Occidente grazie all’esistenza del blocco socialista,
che costringeva il capitalismo ad essere più benevolo. Infine,
Canfora sottolinea il ruolo determinante della malavita organizzata
nella gestione delle varie forme di dipendenza oggi esistenti (pp.
11-12).
Da: PDE promozione - Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia, Dedalo Edizioni. (Luciano Canfora Podcast)
[...] Canfora discute il concetto di fascismo come categoria metastorica, rifiutando la sua espansione a sinonimo di “totalitarismo” o “tirannia”, troppo generalizzante e per questo svuotata di valore. Il fascismo è qualcosa di preciso, con una origine, una storia e caratteristiche peculiari, a partire dal razzismo e da una concezione di nazione come “comunità naturale”. A quel fascismo, precisamente collocabile nella storia si sono rifatti poi tutti i movimenti a seguire, dagli “allievi” nazisti, falangisti, salazaristi a tutti i neofascismi a seguire. [...]
Per tutti quelli che sono impegnati a convincere soprattutto se stessi che il fascismo "è finito nell'aprile 1945".
Da: transformitalia - Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia, Dedalo Edizioni. (Luciano Canfora Podcast)
Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia, Dedalo Edizioni. (Luciano Canfora Podcast)
Franco Cardini, è professore emerito di Storia medievale presso l'Istituto di Scienze Umane e Sociali (Firenze, oggi aggregato alla Scuola Normale Superiore di Pisa), saggista e blogger italiano (https://www.francocardini.it).
Da: Fondazione Circolo dei lettori - Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia, Dedalo Edizioni. (Luciano Canfora Podcast) -
Mauro Bonazzi insegna Storia della filosofia antica presso l'Università di Utrecht e l'Università Statale di Milano. Ha insegnato anche a Clermont-Ferrand, Bordeaux, Lille e all'École Pratique des Hautes Études di Parigi. Specialista del pensiero politico antico, di Platone e del platonismo.
Da: Mauro
Marcenaro - Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia (Dedalo Edizioni)
Partendo dalla visione del documentario di Carlo Lizzani in cui è immortalata la grande festa popolare del 26 settembre 1948 per il ritorno di Togliatti all’attività politica dopo l'attentato del 14 luglio 1948, discutiamo con Luciano Canfora di “via italiana al socialismo”, “partito nuovo” e “democrazia progressiva”
Da: https://www.ilriformista.it - Umberto-De-Giovannangeli Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.
Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia (Dedalo Edizioni)
Una voce fuori dal coro. Per “vocazione”. Controcorrente, anche quando sa che le sue considerazioni si scontrano con una narrazione consolidata, mainstream. Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia (Dedalo Edizioni), è così. Sempre stimolante, comunque la si pensi. E le sue riflessioni sulla guerra d’Ucraina ne sono una conferma.
Professor Canfora, in queste drammatiche settimane, in molti si sono cimentati nel definire ciò che sta avvenendo ad Est. Qual è la sua di definizione?
Punto uno, è un conflitto tra potenze. È inutile cercare di inchiodare sull’ideologia i buoni e i cattivi, le democrazie e i regimi autocratici… Ciò che sfugge è che il vero conflitto è tra la Russia e la Nato. Per interposta Ucraina. Che si è resa pedina di un gioco più grande. Un gioco che non è iniziato avanti ieri ma è cominciato almeno dal 2014, dopo il colpo di Stato a Kiev che cacciò Yanukovich. È una guerra tra potenze. Quando i vari giornaletti e giornalistucoli dicono ecco gli ex comunisti che si schierano…Una delle solite idiozie della nostra stampa. Io rivendico il diritto di dire che le potenze in lotta sono entrambe lontane dalla mia posizione e dalle mie scelte, perché le potenze in lotta fanno ciascuna il loro mestiere. E né gli uni né gli altri sono apprezzabili. Nascondere le responsabilità degli uni a favore degli altri è un gesto, per essere un po’ generosi, perlomeno anti-scientifico.
C’è chi sostiene che per Putin la vera minaccia non era tanto l’ingresso dell’Ucraina nella Nato o la sua adesione all’Ue, quanto il sistema democratico che in quel Paese ai confini con la Russia si stava sperimentando. Lei come la pensa?
Usiamo un verso del sommo Leopardi: “Non so se il riso o la pietà prevale” dinanzi a schemi di questo tipo…