La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
sabato 24 ottobre 2020
Per un nuovo Marx - Giovanni Sgrò, Roberto Fineschi
domenica 25 luglio 2021
Il “nuovo” Marx di Roberto Fineschi - Giovanni Sgrò
Da: https://www.marxismo-oggi.it - Giovanni Sgro' è professore associato di “Storia della filosofia” presso l’Università eCampus di Novedrate.
Vedi anche: Per un nuovo Marx - Giovanni Sgrò, Roberto Fineschi
Leggi anche: Sul cosiddetto «Capitolo sesto inedito» di Karl Marx. Appunti di lettura e considerazioni critiche*- Giovanni Sgrò
Finalmente Marx torna nella scuola e nell’università - Ascanio Bernardeschi
Il profilo di biografia intellettuale di Marx a firma di Roberto Fineschi (Marx, Brescia, Scholé, 2021, 183 pp., ISBN 978-88-284-0296-1) si presenta esteriormente come un volumetto agile e “leggero” ma, già a una prima lettura, si rivela essere una miniera di spunti critici e di proposte ermeneutiche, in cui si condensa un confronto più che ventennale con l’opera di Marx e con la relativa letteratura critica.
Alla base di questo così come di tutti gli altri lavori di Fineschi vi è quel «fondamentale passaggio storico-esegetico» (p. 13) rappresentato dalla nuova edizione storico-critica delle opere di Marx ed Engels in lingua tedesca, la Marx-Engels-Gesamtausgabe, di cui Fineschi stesso è stato ed è in Italia uno dei maggiori conoscitori e “divulgatori”.
In quel «corpus vasto e multiforme» che è l’opera di Marx, caratterizzata da «fasi, stili e intenti molto diversi», Fineschi ha individuato ‒ correttamente ‒ uno «snodo fondamentale» (p. 13) nell’anno 1857, vero e proprio “punto di non ritorno” nella produzione teorica marxiana, anno in cui Marx incomincia per la prima volta a esporre in modo autonomo e organico quel progetto di critica dell’economia politica che lo ha impegnato ‒ tra letture, estratti, manoscritti, tentativi di pubblicazione ed edizioni a stampa ‒ per tutta la vita.
A partire dall’assunto del 1857 come “punto di svolta” nella parabola intellettuale di Marx, Fineschi articola la sua esposizione in due parti: un primo capitolo dedicato alla formazione teorica di Marx fino alla metà degli anni Cinquanta dell’Ottocento (pp. 15-46) e un secondo ampio capitolo dedicato alla «costruzione della teoria del capitale» (pp. 47-112), in cui, dopo aver brevemente presentato lo “stato delle fonti”, ovvero tutti i manoscritti “economici” e le edizioni a stampa di cui disponiamo (pp. 47-54), analizza dettagliatamente ‒ anche se non in misura uniforme ‒ i tre libri de Il capitale (pp. 55-112). Completano il volume una sezione (pp. 113-146) dedicata all’approfondimento teorico di alcuni concetti chiave (materialismo storico/materialismo dialettico, lotta di classe/rivoluzione, comunismo, metodo dialettico, alienazione e feticismo della merce, valore-lavoro e trasformazione) e una breve storia della ricezione dell’opera di Marx nel Novecento (pp. 147-170).
mercoledì 8 maggio 2019
NATURA, STORIA E LINGUAGGIO. Studi su Marx - Giovanni Sgrò
GiovanniSgro è ricercatore di Storia della filosofia presso la Facoltà di Psicologia dell’Università eCampus di Novedrate (Como) e direttore del Centro di Ricerche Storioss.
Gli studi raccolti nel presente volume ruotano intorno a tre nuclei tematici ben definiti e, come vedremo, strettamente correlati, in quanto sono tutti e tre il risultato della prassi sociale dell’uomo: natura, storia e linguaggio.
Il primo studio è dedicato alla profonda riflessione di Marx sulla relazione e, in particolare, sulla convergenza, compresenza e complementarietà di natura e storia, che Marx, sulla scorta di Hegel, considera come momenti di una unità dialettica, ovvero come differenze nell’ambito di una unità, in cui si esercita un’azione reciproca.
Il secondo studio offre una ricostruzione della strategia difensiva assunta da Weber e da Marx (ed Engels) nei confronti delle critiche che furono loro rivolte, in particolare in risposta all’accusa di aver offerto una interpretazione spiritualistica della storia e, più specificamente, una dottrina dell’influsso causale di determinate idee sulla nascita del capitalismo moderno inteso come “forma” economica (Weber) o di aver offerto una interpretazione economicistica della storia, che farebbe derivare ogni evento storico e ogni “epifenomeno sovrastrutturale” dal tipo di economia di volta in volta dominante (Marx ed Engels).
Il terzo studio ricostruisce, invece, le riflessioni di Marx sul linguaggio. Dopo aver delineato i presupposti materiali della storia umana e della nascita del linguaggio, si è proceduto alla definizione del linguaggio come prodotto tipicamente sociale e alla ricostruzione delle critiche che Marx rivolge al carattere astratto e ideologico della terminologia e delle categorie della filosofia e dell’economia borghese. Particolare attenzione è stata dedicata anche al carattere “linguistico” che caratterizza, secondo Marx, il rapporto tra le merci nella relazione di scambio e alla analogia instaurata da Marx tra circolazione di valori-merci e circolazione di segni di valore.Le tre appendici integrano i tre studi principali e ne sviluppano alcuni aspetti.
La prima appendice passa in rassegna i non molti “luoghi” in cui Marx cita la Commedia, al fine di poter fondare e formulare un giudizio sulla sua lettura dell’opera di Dante e, soprattutto, sulla funzione esemplare svolta dall’exul immeritus come modello etico- politico. A partire dalle recenti acquisizioni filologiche della Marx-Forschung, la seconda appendice offre una rivalutazione di Stato e rivoluzione di Lenin alla luce del dibattito italiano degli anni Settanta del Novecento sull’esistenza (o meno) di una concezione marxista dello Stato e presenta anche alcune ipotesi di lavoro per una futura ricerca sulla teoria marxiana dello Stato.La terza appendice offre una sintesi del modo in cui Marx considerava l’Europa negli anni Cinquanta dell’Ottocento, in particolare nel periodo che intercorre tra la fine della Rivoluzione del 1848 e il tramonto delle speranze rivoluzionarie connesse alla prima crisi mondiale di sovrapproduzione del 1857.
Pdf di presentazione: https://www.academia.edu/38553017/Natura_storia_e_linguaggio._Studi_su_Marx_Napoli_Edizioni_La_Citta_del_Sole_2019_141_pp._
giovedì 15 ottobre 2015
LA CADUTA TENDENZIALE DEL TASSO MEDIO DEL PROFITTO (e sue controtendenze)* - Guglielmo Carchedi
lunedì 22 aprile 2024
La Rivoluzione d'ottobre e il pensiero di Hegel - Emiliano Alessandroni
martedì 6 luglio 2021
Finalmente Marx torna nella scuola e nell’università - Ascanio Bernardeschi
Roberto Fineschi, Marx, Morcelliana/Scholé, Brescia, pp. 192, € 16,00.
L’opera di Karl Marx, e soprattutto la sua critica dell’economia politica, per quanto dimostratasi di grande attualità nel contesto della terribile crisi che sta attraversando l’economia mondiale e per quanto studiata in ogni parte del mondo, ha una collocazione marginale nella nostra università. Questa marginalizzazione costituisce una conferma del nesso fra scienza e ideologia e della giustezza dell’asserzione marxiana secondo cui chi detiene i mezzi di produzione detiene anche quelli di produzione delle idee.
Bisogna risalire a un’altra era per trovare testi per le università italiane dedicati esclusivamente a Marx, a parte un recente testo di Petrucciani per Carocci, che però non dà conto sufficientemente delle nuove evidenze testuali e delle ricerche filologiche connesse alla nuova edizione storico-critica delle opere di Marx ed Engels, la seconda Marx-Engels-Gesamtaugabe (MEGA2). È noto infatti che molte opere di Marx rimasero inedite lui vivente e vennero pubblicate successivamente con modifiche editoriali più o meno congrue, condizionandone la ricezione. La nuova MEGA2 presenta invece tutti i manoscritti nella loro forma originale rendendo Marx, per molti aspetti, “un autore nuovo”.
Roberto Fineschi, un filosofo profondo conoscitore di quella monumentale operazione editoriale e del dibattito a essa connesso, con la pubblicazione del suo Marx per i tipi di Morcelliana/Scholé – acquistabile anche con la carta del docente – copre così un vuoto che era inammissibile.
Il libro, per la semplicità del linguaggio utilizzato, non è destinato solo agli studenti universitari, ma si presta anche alla formazione di quadri militanti e a un primo approccio con il fecondo pensiero marxiano.
Questo suo carattere, che lo rende un buono strumento divulgativo, non è a discapito della serietà della ricostruzione del lascito del Moro e della trattazione puntuale dei più importanti problemi connessi alla recezione di Marx e al dibattito intorno ad alcune questioni chiave.
venerdì 27 gennaio 2023
Tappe e percorsi della dialettica hegeliana: la Rivoluzione d’ottobre e il pensiero di Hegel - Giovanni Sgrò
Da: Materialismo Storico - Sinistrainrete - Giovanni Sgro è professore associato di “Storia della filosofia” presso l’Università eCampus di Novedrate.
Leggi anche: HEGEL IN URSS. HEGELISMO E RICEZIONE DI HEGEL NELLA RUSSIA SOVIETICA - Valeria Finocchiaro
Lenin, Quaderni filosofici - Introduzione di R. Fineschi
Lenin lettore di Hegel*- Stathis Kouvélakis
RICERCHE MARXISTE - Momenti del dibattito sulla Nep - Stefano Garroni
1. I contributi raccolti nel volume che qui si presenta1, ricostruiscono dettagliatamente un incontro “epocale” nella storia della filosofia (e non solo della filosofia!) contemporanea: la recezione e l’influenza della filosofia di Hegel nel e sul pensiero filosofico e politico russo. Questo incontro non inizia però - né, tanto meno, termina - con la Rivoluzione d’Ottobre. Infatti, prima ancora che l’opera di Hegel giungesse in Russia, fu l’intelligencija russa a recarsi a Berlino per conoscere e studiare l’opera di Hegel2. Anzi, come è stato giustamente osservato3, lo stesso incontro tra il pensiero di Hegel e gli intellettuali russi è di tipo dialettico: è avvenuto molto presto ma, allo stesso tempo, anche molto tardi. Molto presto cronologicamente, in quanto i primi contatti si sono avuti già all’indomani della morte di Hegel (1831), negli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento ( Vormarz); ma a un livello di elaborazione molto tardo, in quanto l’immagine di Hegel che gli intellettuali russi assimilarono e che poi si adoperarono a diffondere e a propagandare nel loro paese era profondamente formata e mediata dall’interpretazione dei Giovani hegeliani.
Vissarion Grigor’evic Belinskij (1811-1848), Michail Aleksandrovic Bakunin (1814-1876) e Aleksandr Ivanovic Herzen (1812-1870) distinguevano nettamente il metodo rivoluzionario dal sistema conservatore, consideravano quindi la dialettica hegeliana come un’arma rivoluzionaria, offrivano un’interpretazione in chiave dinamica dei rapporti tra reale e razionale e, nel complesso, aderivano pienamente a una lettura in chiave progressista e rivoluzionaria della filosofia hegeliana4.
Questa lettura giovane-hegeliana della filosofia e, in particolare, della dialettica hegeliana sarà poi quasi letteralmente riformulata da Engels, più di quarant’anni dopo, nel suo famoso pamphlet di politica culturale, in cui si sofferma sul rapporto suo e di Marx con Hegel e su quell’“anello intermedio” tra la filosofia hegeliana e la concezione materialistica della storia rappresentato da Ludwig Andreas Feuerbach (1804-1872)5.
Per quanto riguarda i Giovani hegeliani russi, sarà soprattutto Herzen a valorizzare la categoria della mediazione per pensare - insieme a Hegel e oltre Hegel - il fallimento delle rivoluzioni del 1848. Ricorrendo a una filosofia della storia profondamente radicata nel presente, che non ammette romantiche fughe nel passato né anticipazioni anacronistiche del futuro, Herzen rappresenta l’anello di congiunzione tra le diverse esperienze delle rivoluzioni europee del 18486 e l’eredità rivoluzionaria russa del Nachmàrz, ed è il primo a porre il problema della “non-contemporaneità russa”7, che costituirà il nodo teorico e politico del grande dibattito tra populismo e marxismo in Russia.
venerdì 12 maggio 2017
Sul cosiddetto «Capitolo sesto inedito» di Karl Marx. Appunti di lettura e considerazioni critiche*- Giovanni Sgrò**
**Università degli Studi eCampus. Scienze dell’Educazione e della Formazione, Facoltà di Psicologia.
1. Premessa
Il cosiddetto Capitolo sesto inedito rappresenta ‒ insieme ai Grundrisse ‒ uno di quei manoscritti marxiani che nel corso degli anni Settanta del secolo scorso hanno avuto grande diffusione e notevole recezione in Francia, in Germania e anche in Italia, dove fu tradotto per la prima volta nel 1969 da Bruno Maffi per i tipi de La Nuova Italia1 e fu poi oggetto di una fortunata serie di lezioni di Claudio Napoleoni (Torino, Bollati Boringhieri, 1972). Nel presente contributo cercherò di offrire una sorta di “percorso di lettura” personale (§ 3) del denso testo del Capitolo sesto, al fine di mettere in luce alcune caratteristiche specifiche della sua trama teorica e alcuni suoi elementi di grande attualità politica (§ 4). Prima di passare all’analisi specifica dei contenuti del Capitolo sesto, mi sembra opportuno collocarlo brevemente nel progetto marxiano di critica dell’economia politica (§ 2).
2. Il ruolo e la posizione del Capitolo sesto inedito nel progetto marxiano di critica dell’economia politica
I curatori del volume 4.1 della seconda sezione della MEGA2 hanno stabilito che il Capitolo sesto è stato scritto da Marx tra l’estate del 1863 e l’estate del 18642 : esso si colloca dunque all’altezza del terzo tentativo marxiano di esporre la sua critica dell’economia politica. Come è noto, il primo tentativo è rappresentato dai sette quaderni del 1857/58, noti con il nome redazionale di Grundrisse, che non costituiscono però, a ben vedere, il primo abbozzo de Il capitale, bensì il primo tentativo di una esposizione complessiva dell’ambizioso progetto marxiano di critica dell’economia politica3 . Nei Grundrisse si trova, infatti, una delle prime formulazioni del cosiddetto “piano dei sei libri”: 1) il capitale; 2) la proprietà fondiaria; 3) il salario; 4) lo Stato; 5) il commercio internazionale; 6) il mercato mondiale e le crisi4.
Il secondo tentativo compiuto da Marx per esporre il suo progetto di critica dell’economia politica è rappresentato dai 23 quaderni del manoscritto del 1861-63, la cui parte centrale è occupata dalle cosiddette Teorie sul plusvalore che, a loro volta, non costituiscono il “quarto libro” de Il capitale, in quanto è solo a partire dal Capitolo sesto che Marx inizia a parlare di un progetto in quattro libri (da pubblicare in tre volumi) e, quindi, di un quarto libro da dedicare alla storia delle teorie economiche, che viene separata dall’esposizione teoretica vera e propria, secondo la falsariga di Per la critica dell’economia politica (1859), in cui ai capitoli teorici seguiva un’ampia ricostruzione della storia delle categorie economiche.