Da: https://www.dialetticaefilosofia.it - Ascanio Bernardeschi collabora con UniGramsci (Pisa) e La Città futura.
Michael Heinrich, matematico e scienziato sociale, ha insegnato alle università di Vienna, Berlino e Nanjing; è stato membro del comitato di redazione della rivista “PROKLA” e ha collaborato alla edizione storico-critica delle opere di Marx ed Engels (MEGA2). Oltre a Die Wissenschaft vom Wert, ha pubblicato diverse monografie dedicate all’introduzione e al commento del Capitale di Marx. Nel 2018 è uscito il primo volume della sua biografia di Marx.
Per chi voglia seguire dal vivo una delle numerose presentazioni del volume in oggetto, ne elenchiamo qui alcune particolarmente significative. Disponibili on line ai seguenti link:
- a cura del Centro Riforma Stato:
https://youtu.be/Ls5y44PnuCM?si=0KgRVbZ8Mt7hxq9c
- a cura della Fondazione Lelio e Lisli Basso:
https://www.youtube.com/watch?v=wao_zAVejH4&t=6961s
- a cura di TCS- Teoria critica della società- Università Bicocca:
1) https://youtu.be/6JYZms3nysQ?si=D7x6yaj4YkJ4m2-p
2) https://youtu.be/0revfI1sDoM?si=ZAKhCOmmlfMtSSdZ
Michael Heinrich, La scienza del valore. La critica marxiana dell’economia politica tra
rivoluzione scientifica e tradizione classica, a cura di Riccardo Bellofiore e Stefano Breda, tr. it.
di Stefano Breda, Pgreco edizioni, Milano 2023, pp. 559, € 26,60.
Per troppi anni in Italia non sono circolati adeguatamente gli importantissimi studi che si basano sulla
nuova edizione critica delle opere di Marx ed Engels (Mega2
). Una significativa rottura di questo
assordante silenzio vi fu nel 2001 con la pubblicazione da parte di Roberto Fineschi di Ripartire da
Marx, di cui recentemente è uscita un’edizione aggiornata intitolata La logica del capitale (Istituto
Italiano per gli Studi Filosofici Press, Napoli 2021). Sempre Fineschi ha curato la pregevole nuova
edizione del primo libro del Capitale includente un volume di apparati che documenta importanti
varianti fra le varie edizioni. Naturalmente vi sono stati altri saggi in materia di autori italiani, ma la
prima traduzione importante di un’opera di uno studioso straniero mi pare sia il quasi introvabile
Dialettica della forma di valore, di Hans Georg Backhaus (Editori Riuniti, Roma 2009). C’è pertanto
da salutare con soddisfazione l’uscita, verso la fine del 2023, della traduzione di un grande lavoro di
Michael Heinrich, la cui prima edizione in tedesco risale al 1991, poi rivisitata notevolmente in
successive edizioni: Die Wissenschaft vom Wert. Die Marxsche Kritik der politischen Ökonomie
zwischen wissenschaftlicher Revolution und klassischer Tradition. Breda ci avverte opportunamente
che la traduzione di Wissenschaft con scienza non dà conto completamente del significato originale e
potrebbe indurre il lettore a un accostamento alle scienze esatte, mentre il termine tedesco è usato per
indicare in generale attività sistematiche per la produzione di conoscenza. Basti pensare – esemplifico
– al titolo della grandiosa opera di Hegel, Die Wissenschaft der Logik, la nota Scienza della logica.
Il libro premette corpose note introduttive a cura di Riccardo Bellofiore, che in realtà costituiscono
un saggio nel saggio. Bellofiore si confronta con gli elementi portanti del lavoro heinrichiano, come
in un dialogo a distanza. L’elemento più significativo trattato è il rapporto tra denaro, valore e prezzo
nella teoria del capitale, con la concettualizzazione del lavoro salariato e della moneta-credito, in linea
con diversi altri recenti scritti del co-curatore. Altri aspetti sono la caduta tendenziale del saggio del
profitto e le crisi. Non c’è spazio in questa sede neppure per illustrare per sommi capi questi
interessanti spunti; mi basta dire che se egli si dichiara “critico simpatetico” del lavoro di Heinrich,
altrettanto potrei collocarmi io nei confronti di Bellofiore. In un’altra nota introduttiva, Vittorio
Morfino si concentra sul rapporto fra Heinrich e Louis Althusser, e lo fa rivisitando accuratamente
vari passi dei più importanti lavori del filosofo francese. Nella nota si sostiene che alcuni concetti
althusseriani costituiscono il punto di partenza di Heinrich, che gli permette di individuare un campo teorico comune ai classici e ai neoclassici (antropologismo, individualismo, astoricità e empirismo),
oltre che di cogliere l’importanza della rottura marxiana con questo campo.