Da: https://megachip.globalist.it - https://www.facebook.com/pinokabras - Pino Cabras è un politico e giornalista italiano, deputato della XVIII legislatura prima per il Movimento 5 Stelle e poi, dopo la sua espulsione, per Alternativa.
Un appello urgente denuncia le gravi violazioni del diritto internazionale da parte del regime israeliano contro l’Iran, chiedendo l’intervento immediato delle Nazioni Unite per fermare l’aggressione, proteggere i civili e salvaguardare la legalità globale.
Non solo Gaza. Proprio nel pieno dell’aggressione israeliana all’Iran (la guerra dei 12 giorni che rischiava di innescare una guerra molto più vasta), avevo firmato questo appello partito dall’Iran e rivolto al segretario generale dell’ONU e alla direttrice generale dell’UNESCO. Mi sono ritrovato in una compagnia di firmatari che abbraccia tutto il mondo, assieme a personalità davvero illustri e coraggiose, inclusi tanti occidentali e molti esponenti del mondo ebraico che rifiutano l’eresia genocida della classe dirigente israeliana e dei suoi complici. L’ho tradotto in italiano e ve lo ripropongo, per la forza precisa con cui riafferma i diritti violati dall’aggressione israeliana. Il tema rimane più che mai caldo, perché quella che fin qui si è vista è solo una tregua, mentre i propositi bellicosi rimangono in campo, pronti a nuovi pericolosi e criminali avventurismi.
Buona lettura! - 8 Luglio 2025 -
Pino Cabras ----------------------
Destinatari:
Sua Eccellenza Sig. António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite
Sua Eccellenza Sig.ra Audrey Azoulay, Direttrice Generale dell’UNESCO.
—– Oggetto: Appello urgente per un’azione contro l’aggressione militare illegale del regime israeliano contro l’Iran —-
Eccellenze,
Il sottoscritto presenta questa formale protesta contro le continue e illegali aggressioni del regime israeliano nei confronti dell’Iran, iniziate il 13 giugno 2025. Tali attacchi costituiscono gravi violazioni del diritto internazionale sancito dalla Carta delle Nazioni Unite. Gli attacchi sistematici mettono a rischio la stabilità regionale, la vita dei civili, l’integrità ecologica e il patrimonio culturale globale, superando il semplice conflitto geopolitico e divenendo una minaccia esistenziale a livello internazionale. La scelta deliberata di bersagliare civili, aree residenziali e istituzioni sovrane mina l’ordine giuridico internazionale, rischiando una catastrofe irreversibile. La situazione richiede un intervento urgente prima che siano esaurite le capacità diplomatiche e di mitigazione. Si sollecita con forza che questo appello non venga considerato come una procedura ordinaria, ma come un solenne e definitivo appello urgente all’azione — un appello che rende necessaria l’immediata e coordinata mobilitazione di tutte le risorse giuridiche, diplomatiche e istituzionali, al fine di prevenire l’avvio di una disintegrazione sistemica irreversibile della legittimità e della credibilità delle istituzioni internazionali.
I dati verificati confermano un’aggressione sistematica e deliberata contro la popolazione civile iraniana e le infrastrutture critiche. Non si tratta di danni collaterali, ma di una strategia mirata a smantellare i pilastri della vita civile, in particolare nei settori della sanità, istruzione, ricerca scientifica, energia e conservazione culturale.
Ad oggi, gli attacchi israeliani in Iran hanno causato oltre 415 morti e circa 1.550 feriti, il 90% dei quali civili, con un alto numero di donne e bambini tra le vittime. Sono stati colpiti intenzionalmente anche scienziati e ufficiali militari di rilievo. Gli attacchi su zone residenziali, ospedali, centri di ricerca e siti religiosi evidenziano una violenza indiscriminata priva di legittimità militare.
Al momento del presente appello, le forze israeliane hanno condotto 125 attacchi su aree residenziali, civili, governative, scientifiche, industriali e militari. L’ampiezza geografica e la frequenza degli attacchi rivelano un’escalation coordinata in grave violazione dei principi di “distinzione” e “proporzionalità” sanciti dal diritto internazionale umanitario.
I danni materiali sono estesi. I danni fisici immediati sono stimati tra i 3,2 e 4,9 miliardi di dollari, mentre le perdite economiche a lungo termine superano i 10 miliardi a causa del crollo infrastrutturale e del calo delle entrate petrolifere. La distruzione di aeroporti, impianti idrici, raffinerie e siti nucleari ha paralizzato i servizi essenziali e la vita pubblica.
Il comportamento aggressivo del regime israeliano rappresenta una violazione grave della Carta dell’ONU, del diritto internazionale umanitario, delle leggi di guerra e delle norme universali sui diritti umani. Si tratta di una grave lesione del principio di sovranità nazionale, con conseguenze catastrofiche sulla vita civile, sulle infrastrutture e sulla stabilità internazionale.
- Ai sensi dell’articolo 2(4) della Carta ONU, l’uso della forza è vietato se non autorizzato dal Consiglio di Sicurezza o giustificato dall’autodifesa secondo l’articolo 51. Le azioni del regime israeliano soddisfano la definizione di aggressione di cui alla Risoluzione dell’Assemblea Generale ONU 3314 (1975), e sono perseguibili ai sensi dello Statuto di Roma e della Convenzione del 2010 sul crimine di aggressione.
- Gli attacchi violano costantemente il diritto umanitario, soprattutto il principio di distinzione (Articolo 48 del Protocollo Addizionale I del 1977 e Regola 1 del Diritto Internazionale Umanitario consuetudinario). Gli attacchi a case, ospedali, scuole e siti culturali violano gli articoli 51(2) e 52(2), nonché la regola 14 che proibisce danni collaterali eccessivi. Vi sono prove di violazioni della regola 103 sul divieto di punizioni collettive.
- Anche il principio di proporzionalità (Articolo 51(5)(b) del Protocollo I) è stato violato. Gli attacchi alle infrastrutture idriche ed energetiche hanno causato crisi umanitarie sproporzionate ai fini militari, con blackout, scarsità d’acqua e collasso dei sistemi sanitari.
- Gli attacchi a strutture scientifiche e nucleari violano gli Accordi di salvaguardia dell’AIEA, le risoluzioni GC(XXIX)/RES/444 e GC(XXXIV)/RES/533. Tali azioni violano l’Articolo 1 della Convenzione del 1994 sulla sicurezza nucleare e richiamano precedenti attacchi già condannati, in particolare la Risoluzione 487 (1981) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite relativa al reattore Osirak in Iraq.
- Le uccisioni mirate di scienziati e ufficiali sono omicidi extragiudiziali, in violazione dell’articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, e configurano crimini di guerra secondo lo Statuto di Roma, in particolare quando è assente il dovuto processo.
- Gli attacchi a siti che contengono forze pericolose (reattori nucleari, impianti chimici) violano l’articolo 56 del Protocollo I e la Regola 42 del DIU consuetudinario, che impongono precauzioni per evitare danni ambientali e civili su larga scala.
- La distruzione di università, patrimoni culturali e istituzioni di ricerca viola l’art. 15(1)(b) del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (1966), ostacolando lo sviluppo nazionale e il patrimonio culturale e scientifico globale.
Alla luce delle gravi e crescenti violazioni sopra esposte, e in conformità con le responsabilità giuridiche e morali attribuite agli organismi sotto la vostra giurisdizione, sollecitiamo l’immediata attuazione delle seguenti misure per tutelare il diritto internazionale e prevenire danni irreversibili all’ordine globale e alla comunità internazionale:
- una condanna formale e inequivocabile degli attacchi del regime israeliano, riconoscendoli come violazioni del diritto internazionale — inclusi, ma non limitatati ad essi, il diritto internazionale umanitario, le norme sui diritti umani e le leggi sulla sicurezza nucleare — nonché come un affronto alla sovranità della Repubblica Islamica dell’Iran e alla pace e sicurezza internazionali..
- La convocazione urgente di una sessione straordinaria del Consiglio di Sicurezza e/o dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (in base alla formula “Uniting for Peace”) per discutere le conseguenze giuridiche e geopolitiche delle azioni del regime israeliano.
- L’istituzione di una missione internazionale d’inchiesta imparziale sotto l’egida dell’ONU, con il coinvolgimento dei Relatori Speciali competenti, per indagare sulla legittimità e sull’impatto umanitario degli attacchi
- Il deferimento delle aggressioni alla Corte Penale Internazionale, per un esame preliminare ai sensi degli articoli 7 e 8 dello Statuto di Roma.
- L’adozione di una risoluzione vincolante che imponga la cessazione delle ostilità, il risarcimento dei danni e garanzie di non ripetizione.
- L’invio da parte dell’UNESCO di esperti per valutare i danni subiti dalle istituzioni educative, scientifiche e culturali.
- L’emanazione di misure internazionali di salvaguardia per proteggere gli impianti nucleari dagli attacchi militari.
Questa non è una crisi nazionale, né una questione regionale, ma un grave attacco all’ordine giuridico e morale che sostiene le fondamenta universali e condivise del diritto internazionale e della civiltà. Il silenzio e l’inazione comporterebbero un degrado irreversibile dell’ordine internazionale, mettendo a rischio la pace, il sapere e la sopravvivenza dell’umanità stessa. Il popolo iraniano, unito, sostiene la propria nazione e condanna moralmente il regime sionista.
Esortiamo le Vostre Eccellenze ad agire.
Distinti saluti,
21 giugno 2025
Prof. Saied Reza Ameli (IRAN)
Titolare della Cattedra UNESCO su Ciberspazio e Cultura: Doppia spazializzazione del Mondo (UCCC)
(UNESCO n. 2015IR1107), Preside della Facoltà di Studi – Università di Teheran.
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