Cogliendo l’occasione di un articolo comparso su VoxEU, Vitor Constâncio, ex vicepresidente della BCE con Mario Draghi, spiega su Twitter in che senso è corretto sostenere che le banche commerciali creano moneta “dal nulla” e cosa questo significhi. Non è vero, come molti pensano, che le banche prestano i soldi depositati dai clienti. E non è rilevante l’esistenza di un obbligo di riserva (che, infatti, in Inghilterra, Canada ed Australia è stato abolito tempo fa). Tutta la storia del “moltiplicatore dei depositi” è priva di senso. BCE, Banca d’Inghilterra e persino la Bundesbank smontano la teoria monetaria esogena ancora oggi riportata sui testi introduttivi di economia: è la vittoria definitiva per la teoria della moneta endogena. (keynesblog)
I testi della Bank of England [1] e della Bundesbank [2] sulla creazione di moneta, citati in questo strano articolo [3], sono assolutamente corretti. Le banche creano moneta, naturalmente non senza vincoli e senza limiti. L’articolo non sembra contestare queste opinioni.
L’articolo si concentra solo nel criticare l’espressione “creato dal nulla” perché le attribuisce il significato che le banche creano denaro senza vincoli e senza limiti. Che significhi questo o meno, non è un punto tanto rilevante da richiedere un pezzo su Voxeu.
Ciò che conta è che le banche non aspettano che i precedenti risparmi siano depositati presso di loro per creare credito/moneta, ma creano “potere d’acquisto” quando concedono credito, che è un’attività rischiosa, basata su una promessa di rimborso. Che questo non sia al 100% uguale a “creare dal nulla” non è importante.
L’importante è che le banche permettono ad un imprenditore senza abbastanza denaro/risparmio di finanziare il suo investimento. Anche altre parti del sistema finanziario possono finanziare gli investimenti, ma non lo fanno creando un “potere d’acquisto” generale (moneta). Redistribuiscono il “potere d’acquisto” esistente.