Vedi anche: Guerra dei vaccini 2 - Aldo Giannuli
Legi anche: La prima pandemia dell’Antropocene - Ernesto Burgio
Cosa ricaviamo se compariamo la nostra situazione sanitaria a quella degli altri paesi?
La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
Cosa ricaviamo se compariamo la nostra situazione sanitaria a quella degli altri paesi?
Leggi anche: CHE COS'È IL VALORE? - Giorgio Gattei
Vedi anche: Das Kapital nel XXI secolo* - Giorgio Gattei
I Precedenti:
Sono stato trasportato sul pianeta Marx dall’astronave marxziana “La Grundrisse” nel 1968 e laggiù ho vissuto per più di mezzo secolo, interessandomi soprattutto alla sua composizione geologica costituita da una “crosta” di Prezzi di mercato, da un “mantello” di Prezzi naturali/Prezzi di produzione e da un “nucleo” di Valore, come ho raccontato nella Cronaca precedente. Però sulla sostanza del Valore le congetture teoriche, nell’impossibilità di arrivare fino al nucleo, si erano nel tempo così ingarbugliate che il governo marxziano ha deciso di organizzare una spedizione scientifica apposita per verificare come andassero le cose laggiù. La spedizione è stata affidata ad un esploratore di qualità come Piero Sraffa (che peraltro non era nemmeno un marxziano: era chiamato l’“Uomo dalla luna” per il ritratto che una volta aveva dato di sè scrivendo che, «se un uomo caduto dalla luna sulla terra registrasse l’ammontare delle cose consumate in ogni impresa e le quantità prodotte da ogni impresa durante un anno, ne potrebbe dedurre a quali valori le merci devono essere vendute, se il tasso di profitto deve essere uniforme e il processo di produzione ripetuto: le equazioni mostrerebbero così che le condizioni dello scambio sono interamente determinate dalle condizioni della produzione»).
Vedi anche: La Cina nel mondo multipolare: Forum della Rete dei Comunisti
Da: https://www.lacittafutura.it -
Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni) insegna Antropologia culturale alla Sapienza di Roma.
Giacomo-Turci ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore de https://www.lavocedellelotte.it
Cuba si trova a combattere gli effetti negativi dell’embargo o bloqueo, nello stesso tempo sono state varate alcune misure di liberalizzazione e di unificazione monetaria che potrebbero generare nell’immediato problemi alla popolazione.
Da: https://www.ottobre.info - L'appendice da: http://www.rifondazione.it/formazione
Da: https://wsimag.com -Ernesto Burgio, pediatra e ricercatore, esperto di epigenetica e biologia molecolare. Presidente del comitato scientifico della Società Italiana di Medicina Ambientale e membro del consiglio scientifico dell’Istituto di Ricerca sul Cancro e Ambiente di Bruxelles. Author profile
Leggi anche: "L'oblio del Covid è vicino, ma il tempo pandemico è appena iniziato" - Nicola Mirenzi intervista Telmo Pievani
Stiamo vivendo la prima crisi economica dell’Antropocene - Adam Tooze
ECON-APOCALYPSE: ASPETTI ECONOMICI E SOCIALI DELLA CRISI DEL CORONAVIRUS* - Riccardo Bellofiore😁
Vedi anche: La guerra dei vaccini - Aldo Giannuli
Ascolta anche: Oltre Confine - Bilancio 2021: pandemia, istruzione infantile e classe media mondiale https://www.spreaker.com/user/11689128/210324-oltre-confine
È importante sottolineare che l’attuale epidemia da nuovo Coronavirus (SARS-CoV2) non è soltanto la prima grande pandemia del III millennio, ma anche la prima dell’Antropocene. Diciamo questo a significare che non si tratta di una sorta di incidente di percorso: un evento biologico casuale, estemporaneo e imprevedibile. Ma di un episodio particolarmente drammatico, per le sue modalità di manifestazione e per le sue conseguenze a livello sanitario, sociale, economico-finanziario e politico (ancora non del tutto prevedibili) di una lunga crisi biologica conseguente alla “Guerra alla Natura” o, per usare le parole delle ultime due encicliche, alla sua stessa “Casa Comune” da parte di Homo sapiens sapiens.
Una crisi biologica e sanitaria globale, del resto ampiamente prevista e preannunciata come imminente da quasi 20 anni da scienziati di tutto il mondo e in particolare da virologi, “cacciatori di virus” ed epidemiologi. Sappiamo infatti dall’inizio di questo secolo che il mondo dei microrganismi è in subbuglio e che migliaia di “nuovi virus” potenzialmente letali per l’uomo (Ebola, Nipah, Hendra, Marburg ma soprattutto nuovi sottotipi di Orthomyxovirus influenzali e di Bat-Coronavirus dei pipistrelli) sono pronti a fare il “salto di specie”: dalle “specie serbatoio” che li ospitano da milioni di anni, agli animali ammassati negli allevamenti intensivi, negli immensi mercati alimentari e nelle sterminate periferie urbane del Sud del pianeta e infine all’uomo. E questo a causa dei cambiamenti climatici, dello stravolgimento degli ecosistemi (micro)biologici, delle deforestazioni selvagge, dell’inquinamento chimico-fisico sempre più onnipervasivo e del proliferare di megalopoli in cui decine di milioni di esseri umani vivono in condizioni di miseria e promiscuità senza precedenti nella storia (almeno sul piano delle dimensioni).
Da: https://www.lantidiplomatico.it - Yanis Varoufakis è un economista, accademico e politico greco naturalizzato australiano.
Vedi anche: "Il caso Varoufakis" Emiliano Brancaccio https://www.youtube.com/watch?v=O_KksOGPAZ0
Pandemia nel capitalismo del XXI secolo - A cura di Alessandra Ciattini, Marco Antonio Pirrone
IL COVID-19 BUSSA ALLA PORTA DELLA BARBARIE, NON DEL SOCIALISMO. - Paolo Ercolani
ECON-APOCALYPSE: ASPETTI ECONOMICI E SOCIALI DELLA CRISI DEL CORONAVIRUS* - Riccardo Bellofiore
Una breve riflessione su che cosa ci sta insegnando il fenomeno mondiale della pandemia. Essa, come avrebbe detto M. Mauss, non è un episodio congiunturale, ma un "fatto sociale totale". Ma a questa dimensione totale non corrisponde ancora un "pensiero planetario" necessario per abbandonare le illusioni neo-liberiste e cambiare in senso convivialista le nostre forme di vita.
Da: http://www.maggiofilosofico.it - Giorgio Gattei è uno storico del pensiero economico ed economista marxista italiano. Professore di Storia del Pensiero Economico presso la Facoltà di Economia dell'Università di Bologna.
Leggi anche: Il nostro Marx*- Antonio Gramsci
Vedi anche: Antonio Gramsci. Ritratto di un rivoluzionario - Angelo D'Orsi
Dopo la scissione del Partito Socialista Italiano, che a Livorno nel gennaio 1921 aveva portato alla fondazione del Partito Comunista d’Italia, Antonio Gramsci s’interroga a settembre, sulla rivista “L’Ordine Nuovo” che era passata da settimanale a quotidiano ufficiale del nuovo partito, sulle prospettive politiche che si potevano aprire ai comunisti sulla base di un ragionamento che aveva introdotto l’anno prima, e cioè la dipendenza della sorte dei partiti politici dalle classi sociali di riferimento. Allora aveva spiegato che «i partiti politici sono il riflesso e la nomenclatura delle classi sociali» e sorgono, si sviluppano e si decompongono secondo le variazioni d’esistenza che subiscono le classi rispettive quando «acquistano una maggiore e più chiara consapevolezza di sé e dei propri vitali interessi» (O.N., 9 ottobre 1920).
Le classi dunque, che sostanzialmente sono tre: la borghesia fondiaria e industriale, che detiene il controllo dello Stato; il proletariato di fabbrica e di campagna, che sta all’opposizione; e un coacervo di “ceti medi” in cui confluiscono piccoli borghesi, sia agrari che urbani, impiegati privati e pubblici e ceti professionali e intellettuali. Data la sua eterogeneità sociale, questa “classe media” è politicamente ondivaga, costantemente pencolando tra l’adesione agli interessi della borghesia oppure a quelli del proletariato.
Invece i partiti politici nelle elezioni del maggio 1921 erano stati sostanzialmente cinque: un Blocco Nazionale di diverse sigle di partiti borghesi che aveva raccolto 105 seggi; i due partiti del proletariato con il vecchio PSI che, nonostante la confusione d’indirizzo dimostrata nella convulsione del dopoguerra, aveva guadagnato 123 seggi, mentre il neonato PCdI si era fermato a 15 seggi; e infine le classi medie che si erano presentate con le due novità del Partito Popolare, d’ispirazione cattolica e d’espressione soprattutto contadina, che aveva ottenuto 108 parlamentari ed il Partito fascista, di estrazione più cittadina e d’ispirazione dichiaratamente eversiva, che aveva preso solo 35 parlamentari (peraltro eletti all’interno del Blocco Nazionale che aveva dato loro ospitalità).
Aristide Bellacicco (Medico) fa parte del "Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni"
Stavano ancora sul letto, nudi tutti e due, quando Gena cominciò a piangere. Gli disse che lui voleva solo divertirsi e che per il resto non gliene importava nulla.
- Tu fai l’amore con me tutti i giorni, e pensi che perciò io devo essere contenta. Invece non sono contenta proprio per niente.Da: Vladimiro Giacché, Leconomia_e_la_proprietà. Stato_e_mercato_nella_Cina_contemporanea.
Vedi anche: Economia socialista e mercato in Cina - Vladimiro Giacché
La storia della Cina può essere raggruppata in due macroperiodi: dal 1949 al 1978 (il periodo «maoista»), e dal 1978 (ossia dall’avvio della «politica di riforme e apertura» promosse da Deng) a oggi. Il secondo periodo, come noto, rappresenta una svolta importante rispetto al primo. Ma non vanno dimenticati neppure gli elementi di continuità.5 Il successo della politica di «riforme e apertura» infatti riesce a far leva su alcuni aspetti dell’economia cinese consolidati nel primo periodo (in particolare la pianificazione, la nazionalizzazione della terra e l’importanza delle imprese pubbliche, ma anche i progressi conseguiti nell’alfabetizzazione). Anche per questo l’attuale presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, ha potuto affermare che le due fasi «presentano enormi differenze», ma «non sono in contrasto tra loro», e non si può «usare una per negare l’altra, e viceversa».6
Ciascuno dei due macroperiodi può ovviamente essere ulteriormente suddiviso in diverse fasi, ma non sarà possibile farlo in questa sede.7 Degli stessi periodi principali presenteremo soltanto uno schema sintetico, riferito agli elementi chiave.
La prima fase: 1949-1978. Mao e la costruzione del «sistema socialista di base»
Gli elementi fondamentali della prima fase dell’economia cinese post-1949 sono la riforma agraria, la nazionalizzazione delle imprese, l’industrializzazione accelerata e in generale la costruzione di un’economia centralizzata.
Dal mese di gennaio Haiti è scossa da una serie di proteste contro il governo dell’attuale presidente e dalla grave crisi del paese provocata anche dall’occupazione dell’isola da parte una “missione” di potenze straniere.
Haiti, situata nel mar dei Caraibi nell’isola di Hispaniola, la cui altra metà è occupata dalla Repubblica domenicana, sta vivendo una crisi gravissima, le cui radici sono antiche e sono legate al fatto che si tratta di uno dei paesi più poveri al mondo, passato nel corso dei secoli attraverso il dominio coloniale della Spagna (fu “scoperta” nel 1492 da Cristoforo Colombo), della Francia e degli immancabili Stati Uniti.
La popolazione autoctona di Haiti (taino e arauachi), il cui nome vuol dire “terra aspra”, fu ben presto sterminata dai coloni spagnoli a causa delle guerre, del lavoro forzato, delle epidemie e anche dei suicidi (gli indigeni preferivano uccidersi piuttosto che sottostare al rapace e “cristiano” dominio coloniale spagnolo). Come è avvenuto in altre colonie dell’America Latina, dove la popolazione non era consistente e quindi fu ben presto sterminata, gli spagnoli ricorsero alla tratta degli africani, che venduti dai loro stessi fratelli furono trasferiti in massa in America per lavorare ad Haiti nelle piantagioni di canna da zucchero e di cacao.
In seguito ai radicali cambiamenti che presero piede in Francia con la Rivoluzione che, dopo ampie discussioni, riconobbe ai mulatti e ai neri nati liberi i diritti politici, mantenendo tuttavia intatto l’istituto della schiavitù. Considerando queste misure insufficienti, nel 1791 gli schiavi si ribellarono, rivendicarono la libertà dai loro padroni, guidati dal leggendario Toussaint Louverture, il quale combatté eroicamente contro l’Esercito coloniale francese, gli spagnoli e gli inglesi che pensarono bene di appropriarsi di un territorio così ricco e collocato strategicamente nel mar dei Caraibi assai vicino all’isola di Cuba.