Visualizzazione dei post in ordine di data per la query Stefano Garroni. Ordina per pertinenza Mostra tutti i post
Visualizzazione dei post in ordine di data per la query Stefano Garroni. Ordina per pertinenza Mostra tutti i post

martedì 9 aprile 2024

Lenin, a cento anni dalla morte -


Jutta Scherrer m.13,47 - Luciano Canfora m.36,02 - Rita Di Leo m.50,57 - 
Etienne Balibar m.1,09,25 - Luciana Castellina m.1,34,13 - 
Giacomo Marramao m.2,03,41 - Stefano G. Azzarà m.2,24,51 -

                                                                          


sabato 6 aprile 2024

Uno dei più grandi filosofi marxisti: Stefano Garroni a 10 anni dalla morte - Alessandra Ciattini

Da: Università Popolare Antonio Gramsci - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' Docente della Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). - 

Stefano Garroni è stato un filosofo italiano (Stefano_Garroni). 




                                                                         

sabato 23 marzo 2024

Macumba VS capitalismo - Alessandra Ciattini

Da: OttolinaTV - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' Docente della Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).


Parliamo con la Prof.ssa Alessandra Ciattini, una delle maggiori esperte di antropologia religiosa in Italia, di religioni afroamericane. Lo faremo affrontando molteplici aspetti della questione, prima di tutto l'aspetto meticcio di questi culti, nati dalla commistione di elementi africani (di diverse aree), europei cristiani, europei spiritisti e nativi americani; poi andando a scavarne gli aspetti socioeconomici e politici. 
Queste religioni, nella loro grande varietà, hanno rappresentato una risorsa comunitaria per reagire al dilagante sistema-mondo capitalista e imperialista che ha distrutto culture e vite, ucciso milioni di persone, ridotto schiavitù interi popoli, inquinato e cancellato più ecosistemi. 

                                                                            

martedì 19 marzo 2024

Sui nuovi alimenti - Alessandra Ciattini intervista Paolo Massucci

Da: https://www.lacittafutura.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' Docente della Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). - Paolo Massucci, (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni), biologo e nutrizionista. 

Intervista a Paolo Massucci, biologo e nutrizionista, sui nuovi alimenti 

Si parla tanto di carne sintetica e di nuovi cibi, ma cosa ne sappiamo oggi veramente? 

Domanda: In cosa consiste la carne sintetica, questo nuovo alimento tecnologico? 

Risposta: Si tratta di far moltiplicare in bioreattori in condizioni definite le cellule del muscolo bovino, provenienti da cellule staminali (le cellule muscolari adulte difficilmente si moltiplicano). La massa ottenuta viene lavorata tecnologicamente per produrre consistenza, forma e gusto desiderato, non molto diversamente da come si fa con le proteine della soia.

Domanda: È presente oggi sul mercato la carne sintetica?

Risposta: Ad oggi siamo ancora in ambito di ricerca e comunque prima della commercializzazione si dovrà seguire un iter di approvazione per garantirne la non nocività alla salute, giacché essa rientra nella categoria dei Novel Food, ossia prodotti alimentari privi di una storia di consumo, quindi poco sperimentati.

Domanda: Gli animali non vengono, dunque, macellati? Quali vantaggi ne derivano?

Risposta: Attualmente la coltura delle cellule della carne sintetica avviene con l’impiego del siero di vitello, necessario per la crescita del tessuto, per cui la carne sintetica implica comunque l’abbattimento animale. È presumibile, tuttavia, che in un futuro prossimo sia possibile utilizzare un siero “sintetico”, con aminoacidi prodotti da idrolisati proteici di origine vegetale, con costi comunque elevati.

Domanda: Quindi, non c’è una diminuzione dei costi?

Risposta: Ad oggi il costo della carne sintetica è molto più alto di quello della carne di origine animale. Tuttavia, non è possibile escludere che in futuro sia possibile ridurre i costi e che la carne sintetica diventi competitiva.

sabato 9 marzo 2024

False promesse e ristrutturazione economica ai danni dei lavoratori - Alessandra Ciattini e Federico Giusti

Da: https://futurasocieta.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. - Federico Giusti è delegato CUB nel settore pubblico, collabora coi periodici Cumpanis, La Città futura, Lotta Continua ed è attivo sui temi del diritto del lavoro, dell'anticapitalismo, dell'antimilitarismo. 
Leggi anche: Come siamo arrivati alla situazione attuale - Emiliano Gentili e Federico Giusti


Prima e dopo il neoliberismo

Lavorare meno per lavorare tutti/e, era uno slogan, anzi un obiettivo, del movimento operaio per ridurre l’orario giornaliero e settimanale, allentare la morsa dello sfruttamento, favorire nuova occupazione sapendo che un esercito industriale di riserva avrebbe potuto alla lunga determinare la contrazione dei salari e un sostanziale arretramento delle condizioni di vita e di lavoro. Il progresso tecnologico, consentendo di ridurre il lavoro necessario alla produzione rende la riduzione dell’orario di lavoro non solo possibile, ma anche necessaria se vogliamo garantire il lavoro a tutti. Perciò tale riduzione a parità salariale, in un determinato contesto storico, ha rappresentato anche una richiesta legata alla riconquista dei tempi di vita a favore dello studio, del tempo libero e delle relazioni familiari e sociali. Per lo stesso motivo il capitale rifugge la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario in quanto il ricatto della disoccupazione costituisce un formidabile fattore di disciplinamento della classe lavoratrice.

Erano gli anni nei quali le ricette neoliberiste in economia e in campo sociale non avevano ancora preso il sopravvento e lo Stato sociale, costruito prevalentemente sulle famiglie monoreddito, per quanto incompleto era tale da consentire una pensione dignitosa (gli anni maturati erano calcolati con il sistema retributivo con un assegno previdenziale in linea con gli ultimi stipendi percepiti), servizi pubblici in campo educativo e sanitario tali da far studiare i figli all’università, grazie anche alle allora famose 150 ore, assicurando alla popolazione il diritto alla cura e alla prevenzione, alla tutela insomma della salute.

martedì 5 marzo 2024

George Orwell o il paladino della libertà - Alessandra Ciattini

Da: https://futurasocieta.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. 


George Orwell è stato impiegato per denigrare il socialismo, ma in realtà il suo atteggiamento era più problematico.

Per comprendere come accettiamo acriticamente la propaganda, che necessita di straordinari apparati, potenziata dai più recenti mezzi informatico-tecnologici, ricostruirò brevemente la biografia di George Orwell, soffermandomi sul modo in cui alcune sue opere – non tutte perché di segno opposto – sono state utilizzate e continuino a esserlo, benché siano in pochi ad averle effettivamente lette. L’autore britannico è utilissimo per trasmettere un certo schema interpretativo (frame), con il quale ci abituiamo a interpretare la realtà che ci circonda, in particolare l’idea che l’Unione Sovietica sia sempre stata un paese totalitario. Ed è proprio a questo scopo che è stata creata la figura di George Orwell e il suo successo, di fatto fomentato non a caso, dei suoi libri 1984 e La fattoria degli animali, che ogni intellettuale di vario orientamento si sente di citare.

Il suo vero nome era Eric Arthur Blair ed era nato in India nel 1903 in una famiglia piccolo-borghese. Tornato in Inghilterra, studiò all’Eton College, dove ebbe come insegnante Aldous Huxley, che fu sua fonte di ispirazione per i suoi romanzi distopici, di cui esistono molteplici esempi spesso dimenticati. Lasciati gli studi, lavorò per la Polizia imperiale birmana, ossia nell’apparato colonialistico, per distaccarsene nel 1928, recandosi a Parigi, dove condusse una vita difficile e cominciò la sua attività di scrittore. Lì adottò lo pseudonimo di George Orwell, quando nel 1933 pubblicò il libro Senza un soldo a Parigi e a Londra.

I servizi segreti cominciarono a occuparsi di lui, spirito ribelle e bohémien, quando negli anni ’30 iniziò a lavorare per il giornale «Worker’s Life» e visse per un certo periodo a Wigan, una città mineraria nel Nord dell’Inghilterra, dove svolgeva ricerche sulla vita della classe operaia e abitava in un appartamento fornitogli dal partito comunista locale. In quegli anni anche in Gran Bretagna forti erano i timori per l’espansione del comunismo sovietico e non era facile cosa pensare di un personaggio così originale e anticonformista come Blair. La Special Branch (Sezione speciale dei servizi segreti britannici) lo definì un uomo di “opinioni comuniste avanzate”, ma l’MI5 (Military Intelligence, Sezione 5) comprese che in realtà non si trovava d’accordo con il Partito Comunista. Il frutto delle sue ricerche di quegli anni fu il libro La strada verso Wigan Pie (1937), sulle condizioni miserevoli della classe operaia inglese prima della Seconda guerra mondiale, che ovviamente è caduto nel dimenticatoio.

giovedì 29 febbraio 2024

Semi di un mondo futuribile. Note sparse su alcuni problemi internazionali del nostro tempo - Aristide Bellacicco

Da: https://futurasocieta.com -  Recensione del libro di Alessandra Ciattini, Semi di un mondo futuribile. Note sparse su alcuni problemi internazionali del nostro tempo, Multimage, Firenze 2023. - Aristide Bellacicco (Collettivo di formazione marxista "Stefano Garroni") - Leggi anche: PER UNA SPERANZA DI FUTURO - Antonio Minaldi 







L’epoca in cui viviamo, così come emerge dalle pagine di questo bel libro di Alessandra Ciattini, potrebbe apparire folle o insensata, vittima del caos generato da conflitti furibondi che hanno senz’altro trovato un motivo di ulteriore scatenamento nella fine dell’assetto internazionale conseguente, in modo determinante, alla scomparsa dell’Unione Sovietica.

Eppure, per dirla con l’Amleto, può darsi che “in questa follia” ci sia “del metodo”: il punto è capire in cosa tale metodo consiste e quali sono gli esiti ai quali potrebbe condurre.

È questo, mi sembra, il tentativo che anima il testo, a partire dal titolo che, come l’autrice sintetizza nella quarta di copertina, allude alla possibilità del comparire di “qualche spiraglio di cambiamento positivo” in un mondo che “tenta a fatica di darsi un ordine”. 

Qui però non si tratta più del mondo in cui molti di noi hanno trascorso gran parte della loro vita: e penso soprattutto ai marxisti, bene o male legati all’idea che la lotta di classe (che sarebbe stato meglio declinare come “lotta delle classi”) avesse dalla sua una positiva razionalità con cui fronteggiare l’essenziale anarchia del grande capitale e il suo procedere alla pura e semplice distruzione dell’esistente a scopo di profitto. 

Quel mondo non esiste più e non si può evitare di prenderne atto. Mille fenomeni ce lo testimoniano: e forse le straordinarie e, diciamolo pure, sbalorditive trasformazioni cui è andata incontro la Cina a partire dagli anni ‘80 del secolo scorso costituiscono uno fra i più eloquenti di tali fenomeni. 

L’autrice mette molto bene in evidenza tutto ciò: in particolare come, insieme alla ricostituzione via via crescente di un sistema di mercato e di economia a base capitalistica, i gruppi dirigenti cinesi stiano conducendo una lotta a fondo contro la povertà estrema e a favore di un ampliamento delle forme di democrazia “consultiva”. Può apparire come una contraddizione, certo, ma una contraddizione di tipo nuovo, con la quale forse non siamo ancora attrezzati a fare i conti. 

domenica 25 febbraio 2024

Engels e l'antropologia delle religioni - Alessandra Ciattini

Da: https://www.lacittafutura.it/ - Approfondimenti teorici (Unigramsci)Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma 


Engels ha dato un contributo significativo alla riflessione sulla relazione tra situazione sociale e concezioni religiose.

In un libro molto interessante dedicato alla riflessione sulla religione Brian Morris [1990: 44] individua nel pensiero di Marx e di Engels due prospettive diverse, a suo parere, contraddittorie. La prima costituisce una sorta di antropologia filosofica e può essere riscontrata nell'Ideologia tedesca e nel capitolo sul feticismo delle merci nel Capitale. Secondo Morris tale prospettiva, fondata su nozioni di origine hegeliana come reificazione, obiettivazione, alienazione, è generica e astratta. Accanto a questo tipo di analisi Marx, ma anche Engels portarono avanti ricerche di tutt'altro segno, in particolare indagini storiche specifiche volte ad illustrare concretamente il rapporto fra certe determinate forme di ideologia religiosa e le condizioni materiali, in senso marxiano, in cui esse si sono sviluppate.

Per la sua impostazione empiristica Morris dà senz'altro la preferenza a questo ultimo tipo di analisi. Probabilmente è opportuno, tuttavia, rivedere tutta la questione, cercando di chiarire sia pure nello spazio di un breve scritto, se le cose stanno effettivamente in questi termini e se possibile delineare un contributo originale di Engels alla problematica antropologico-religiosa, così come si è delineata almeno dalla seconda metà del 700.

Comincio dalla prospettiva storico-sociologica, perché il problema è certamente più semplice. Esempi illuminanti ed interessanti di questo modo di procedere li troviamo nella Guerra dei contadini in Germania (1850) e nelle riflessioni sulla storia del cristianesimo. In questi scritti Engels prende in considerazione la relazione tra un certo sistema di credenze e di pratiche religiose e un determinato gruppo sociale, per mostrare come il primo sia strettamente connesso alle condizioni storico sociali del secondo.

Nel primo scritto egli osserva che in Germania all'epoca della riforma si contrapponevano tre blocchi politico-sociali: 1) il campo cattolico conservatore, nel quale si riunivano i difensori dell'ordine esistente, ossia “…il potere imperiale, i principi ecclesiastici, una parte dei principi laici, la nobiltà più ricca, i prelati e il patriziato cittadino”; 2) il campo della riforma luterana borghese moderata, che comprendeva piccola nobiltà, borghesia e parte dei principi laici; 3) infine i contadini e i plebei, che si richiamavano alle concezioni religiose egualitarie e comunistiche di Thomas Münzer [Marx ed Engels 1969: 80].

mercoledì 21 febbraio 2024

La guerra mondiale e l’Europa - Alessandra Ciattini e Ascanio Bernardeschi

Da: https://giuliochinappi.wordpress.com - https://futurasocieta.com/ - 

Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. - Ascanio Bernardeschi collabora con UniGramsci (Pisa), La Città futura e Futura Società [(APPROFONDIMENTI TEORICI (UNIGRAMSCI)]. 

Le varie parti della “guerra mondiale a pezzi” hanno una logica comune e l’Europa, contro i propri stessi interessi, tollera questa logica. I comunisti devono invece appoggiare lo sforzo dei popoli che vogliono liberarsi dalla violenta supremazia occidentale.

Se alcuni mesi fa papa Bergoglio aveva parlato, con riferimento ai troppi conflitti in corso, di “guerra mondiale a pezzi”, ci pare che questi pezzi si stiano pericolosamente fondendo nell’ambito di un orientamento sistemico alla guerra da parte delle maggiori potenze occidentali e della Nato.

Il motivo fondamentale è che stanno crollando i vecchi equilibri di fronte all’emergere impetuoso di nuovi protagonisti, fino a poco tempo fa dominati dalla violenza, più che dall’egemonia, del cartello di nazioni “evolute” dominato dagli Usa.

È proprio la potenza americana che, nel disperato tentativo di salvaguardare il suo predominio – e il predominio della propria valuta che le consente di vivere ben al di sopra delle proprie capacità produttive –, ha scelto il terreno militare dello scontro, consapevole che su quello economico la sua supremazia sta vacillando. La logica della maggior parte delle guerre in atto si può spiegare solo tenendo presente questa premessa.

martedì 6 febbraio 2024

La dialettica di Hegel NON È tesi-antitesi-sintesi - Lucio Cortella

Da: Lucio CORTELLA - Lucio Cortella è attualmente Professore ordinario di Storia della Filosofia presso il Dipartimento di Filosofia e Beni culturali dell'Università Ca' Foscari di Venezia. (https://www.unive.it/data/persone/5591041/curriculum



Che cos'è la dialettica di Hegel? Come funziona? Dov'è il luogo fondamentale in cui Hegel ne parla? Perché si è diffusa la concezione (falsa) che la dialettica hegeliana sia tesi-antitesi-sintesi? Che ruolo ha la contraddizione? L'unità degli opposti elimina la contraddizione?

                                                                         

giovedì 25 gennaio 2024

Il mondo di Lenin. Passaggio a Oriente - Luca Cangemi

Da: https://www.girodivite.it - Luca Antonio Cangemi Docente di Filosofia e Storia, dottore di ricerca in Scienze Politiche, fa parte della segreteria nazionale del Partito Comunista Italiano. 

Leggi anche: Lenin - Opere complete 

Sulla Nostra Rivoluzione*- Vladimir Lenin (1923)

LENIN - CENTRALITA' DELLA TEORIA (1996) - Stefano Garroni 

LENIN: LA RIFLESSIONE SUL PARTITO. UN USO DELLA DIALETTICA* - Stefano Garroni

RICERCHE MARXISTE - L’ambivalenza di Lenin - Stefano Garroni 

RICERCHE MARXISTE - Lenin: teoria, ideologia, burocrazia - Aristide Bellacicco 

RICERCHE MARXISTE - Materialismo dialettico, materialismo non dialettico - Aristide Bellacicco

Un “ponte sull’abisso”. Lenin dopo l’Ottobre*- Alexander Höbel

l concetto di «capitalismo di Stato» in Lenin - Vladimiro Giacché 

Lenin, 150 anni dopo la sua nascita - Atilio A. Boron 

Dialettica, oggettivismo e comprenetrazione degli opposti. Il pensiero di Lenin tra filosofia e politica*- Emiliano Alessandroni 

Il mito dell’imperialismo russo: in difesa dell’analisi di Lenin*- Renfrey Clarke, Roger Annis**

La luxemburg, Lenin e la democrazia. - Stefano Garroni. 14/06/2006 

Domenico Losurdo: Il fondamentalismo occidentale - Emiliano Alessandroni 

Esiste oggi un imperialismo europeo? - Domenico Losurdo

Il governo della guerra attacca la scuola - Luca Cangemi  

Un blocco imperialista digitale? - Luca Cangemi 

Vedi anche: Rivoluzione socialista e Rivoluzione anticoloniale - Domenico Losurdo 

PENSARE LA RIVOLUZIONE RUSSA* - Luciano Canfora 

Cento anni dalla Rivoluzione d'Ottobre - Vladimiro Giacché - Domenico Losurdo 

L'idea di socialismo: ritornare all'utopia o completare il percorso che conduce dall'utopia alla scienza? - Domenico Losurdo


Il discorso di Lenin sull’Oriente è anche il discorso di un nuovo, necessario, rapporto tra il movimento operaio dei paesi capitalistici dell’occidente e i popoli in lotta per la liberazione dal giogo coloniale. La Rivoluzione russa viene vista come il ponte tra queste due realtà. La sconfitta del movimento operaio e del marxismo in occidente pongono ora problemi enormi. 

Lenin è tornato, o forse non se è n’è mai andato in questo secolo trascorso dalla sua morte, anche se nell’ultimo trentennio l’abbattimento delle sue statue è stato uno sport abbastanza diffuso. Oggi qui e lì qualche statua viene ripristinata ma soprattutto in modo abbastanza improvviso (specie per i più distratti) riemerge il valore fondativo della frattura politica e, diremmo, epistemologica operata da Vladimir Ilic.

Se la cifra di questi nostri anni convulsi è il tendenziale rovesciamento della ri-colonizzazione (americana) del mondo, più nota sotto il nome di globalizzazione, e persino il tramonto del dominio occidentale sul globo (esito tutt’altro che scontato ma possibile), allora è necessario tornare a studiare l’iniziativa leniniana poi sviluppatisi lungo assai tortuosi sentieri ben oltre la fine del Secolo Breve (che sembra pretendere di diventare molto lungo) che di questi sconvolgimenti è, indiscutibilmente, la matrice. È come se attraverso la faglia leniniana prorompesse una nuova ondata di materiale storico incandescente, che non si può comprendere se non si torna alle caratteristiche originarie di quella frattura.

Che di frattura decisiva si tratti fu chiaro subito ai protagonisti di questa lunga storia. Il carattere “sconvolgente” e “costituente” delle idee di Lenin e degli atti del governo sovietico (sin dai primi giorni) sull’autodeterminazione dei popoli sono rilevati con stupore praticamente da tutti gli esponenti che da posizioni assai diversificate (a volte lontanissime da quelle dei comunisti) si pongono il tema dell’emancipazione delle nazioni costrette dagli europei alla condizione di colonie o semicolonie.

A Canton Sun Yat Sen fece chiudere i teatri per tre giorni alla notizia della morte di Lenin. È notissima la lettera che (siamo già nel 1930) Nehru scrive da una prigione inglese alla figlia Indira Gandhi indicando come memorabile l’anno di nascita della ragazzina (il 1917!) grazie all’opera di “un grande uomo”, ma valutazioni e attenzioni simili le troviamo in nazionalisti turchi, intellettuali persiani persino in qualche principe afghano con volontà di emanciparsi dal controllo inglese. Senza parlare ovviamente di coloro per cui militanza comunista e militanza anticoloniale da subito si identificarono.

lunedì 22 gennaio 2024

Giacomo Leopardi. Poesia e “Ultrafilosofia”. La dialettica tra ragione, sentimento e immaginazione - Alessandra Ciattini

 Da: https://futurasocieta.com - https://www.sinistrainrete.info - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. 

Leggi anche: PER UNA SPERANZA DI FUTURO 

STORIA DEL GENERE UMANO - Giacomo Leopardi

Vedi anche: "Leopardi legge Kant" - Massimiliano Biscuso 

Canto Notturno di un Pastore Errante dell'Asia - Giacomo Leopardi


Recensione al libro di Antonio Catalfamo, Giacomo Leopardi. Poesia e “Ultrafilosofia”La dialettica tra ragione , sentimento e immaginazione (Solfanelli, Chiesti 2023)

Per noi italiani Giacomo Leopardi è associato ai ricordi scolastici e a un non sempre comprensibile pessimismo. Eppure la profondità e la complessità del suo pensiero è dimostrata e sviscerata da numerose organizzazioni non solo italiane, ma anche internazionali come il Leopardi Studies at Oxford, il Leopardi Centre di Birminghman, il progetto “L’eredità di Leopardi” portato avanti dal Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona, il Laboratorio della Sapienza di Roma etc. A quest’ultimo si deve una Bibliografia leopardiana, aggiornata al 2012, curata da Giuseppe Manitta. E ovviamente da un’ampia e variegata lettura critica.

Questo rinato interesse nel mondo anglosassone è scaturito dalla prima traduzione integrale dello Zibaldone, opera capitale per comprendere a fondo la concezione del mondo del grande poeta, avvenuta nel 2012.

In questo scenario è più che benvenuta la pubblicazione del libro di Antonio Catalfamo, da segnalare alla su menzionata Bibliografia, che rivede le precedenti interpretazioni della riflessione leopardiana, aggiungendo un suo originale contributo sulla relazione tra poesia e filosofia in essa. In particolare, Catalfamo prende le mosse dalla nota interpretazione di Benedetto Croce, che si è centrato sui “Grandi Idilli”, scritti tra 1828 e il 1830, nei quali scopre l’autentica vena poetica e lirica del poeta, misconoscendo la sua sofferta filosofia, depositata anche negli scritti in prosa, e intende la prima come effusione catartica dei dolorosi sentimenti del poeta.

martedì 16 gennaio 2024

Gli attuali intellettuali nella post-democrazia neoliberista: Fedez e Greta Thunberg - Paolo Massucci

Da: https://www.lacittafutura.it - Paolo Massucci, Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni.

Leggi anche: Lo stato attuale della democrazia - Paolo Massucci - 

Considerazioni epocali - Paolo Massucci - 

Filosofie del lavoro e sviluppi del movimento operaio - Paolo Massucci - 

LIBERTA’ COME ILLUSIONE NELLA CULTURA DECADENTE - Paolo Massucci


Le contraddizioni del sistema capitalistico incontrastato hanno prodotto una profonda retrocessione della democrazia che si riflette anche nell’inconsistenza ed involuzione della comunicazione. 


Il Ministero dell'Istruzione, nel 2022 con il governo Meloni, ha cambiato nome in Ministero dell'Istruzione e del Merito, per evidenziare e dare rilevanza al concetto di "merito". L'accostamento dei termini "istruzione" e "merito" suona però abbastanza cacofonico, se non altro perché essi si riferiscono a piani semantici diversi e non rapportabili tra loro: il primo termine consiste in un mezzo, mentre il secondo sarebbe un risultato, auspicabile, ottenibile mediante il primo. Lo Stato può -e dovrebbe- curare la qualità e l'estensione dell'istruzione, mentre il merito sta alla capacità del singolo se ha saputo ben utilizzare il mezzo, cioè l'istruzione ricevuta. Così per coerenza, analogamente, dovremmo avere il Ministero dello Sport e del Risultato, il Ministero del Turismo e degli Alberghi Pieni, il Ministero della Difesa e della Guerra Vinta, il Ministero delle Imprese e del Profitto, il Ministero dell'Economia e della Crescita del PIL (o, meglio ancora, semplicemente il Ministero dell’Abbondanza, di orwelliana memoria, come nel famoso romanzo 1984 di Orwell del 1949). 

giovedì 11 gennaio 2024

PER UNA SPERANZA DI FUTURO - Antonio Minaldi

Da: https://www.pressenza.com/it - https://noteblockrivista.blogspot.com - Antonio Minaldi, militante nei movimenti fin dal 68. Esponente del movimento studentesco del 77 e fra i fondatori dei COBAS SCUOLA nell'87. Si occupa di attualità politica e di studi di filosofia collaborando con varie riviste.
Alessandra CiattiniAlessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - 


È stato recentemente pubblicato, col titolo “Semi di un mondo futuribile. Note sparse su alcuni problemi internazionali del nostro tempo” l’ultima fatica di Alessandra Ciattini, studiosa e militante politica stimata e a tutti nota nell’ambito della sinistra marxista e radicale


È stata recentemente pubblicata, col titolo Semi di un mondo futuribile. Note sparse su alcuni problemi internazionali del nostro tempo (Multimage, 2023), l’ultima fatica di Alessandra Ciattini, studiosa e militante politica stimata e a tutti nota nell’ambito della sinistra marxista e radicale.

Si tratta di una raccolta di articoli e di saggi che l’autrice, come viene detto già nel titolo, ha dedicato, con uno sguardo proteso a 360 gradi, ai problemi e alle più scottanti questioni che riguardano gli assetti geopolitici del nostro tempo.

Quello che subito colpisce l’attenzione del lettore è la grande competenza sempre messa in mostra, e la specifica conoscenza, delle materie trattate e dei fatti presi in considerazione, sempre suffragati da una dovizia di dati e di precisi riferimenti e rimandi, evidentemente frutto di studio e di attente ricerche, ma anche, come nel caso del Sudamerica ed in particolare delle vicende che riguardano Cuba, di una conoscenza personale acquisita attraverso anni di scambi personali e di viaggi, motivati da una scelta di militanza politica che imponeva il bisogno di andare a verificare di persona senza accontentarsi di ciò che si può acquisire dalla semplice lettura a distanza.

martedì 2 gennaio 2024

Oppressione ed emancipazione della donna - Alessandra Ciattini

Da: https://futurasocieta.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma.

Leggi anche: L’INFERIORITÀ DELLA DONNA TRA NATURA E CULTURA - Alessandra Ciattini

L’ingannevole abbaglio della libertà sessuale*- Alessandra Ciattini 

CULTURA O IDEOLOGIA?*- Alessandra Ciattini 

Il rispetto delle differenze culturali: relativismo o antirelativismo?*- Alessandra Ciattini 

LE RADICI STORICO-ANTROPOLOGICHE DELLA NOZIONE DI FETICISMO*- Alessandra Ciattini

Laicità e cultura*- Alessandra Ciattini 

NEOLIBERISMO E POSTMODERNISMO: ALLEATI TRA LORO, MA NOSTRI NEMICI* - Alessandra Ciattini 

Il feticismo da un punto di vista antropologico. - A.Ciattini, S.Garroni


Il recente e tragico fatto di cronaca, che ha visto l’uccisione di un’altra giovane donna da parte del suo fidanzato, un giovane probabilmente depresso e fortemente disorientato – condizione assai diffusa nella società contemporanea –, ha fatto ritornare alla ribalta l’irrisolto problema dell’oppressione della donna e della sua emancipazione, ma a mio parere è stato mal posto e interpretato – come avviene da molto tempo – in maniera strumentale.

In primo luogo, stupiscono le espressioni del tipo: è possibile che nella modernità postindustriale accadano fatti di questo genere che fanno riaffiorare forme primitive di comportamento legate ad un supposto mai scomparso patriarcato? Stupiscono perché non colgono che gli avanzamenti scientifici, tecnologici, sociali, politici avvenuti negli ultimi decenni sono stati dialetticamente accompagnati da forme di profondo imbarbarimento delle relazioni umane, legate soprattutto alla cancellazione di molti diritti conquistati in precedenza dai lavoratori, allo svuotamento dei cosiddetti valori democratici, al drammatico squilibrio tra le varie regioni del mondo, dalla costante violazione dei diritti più elementari, dalla formazione di un’oligarchia internazionale che ci governa e ci plasma a suo piacimento. Insomma da arretramenti sostanziali documentati per esempio dalla volgarità dei falsimedia, dalla perenne presenza della violenza sempre più spietata sia nei prodotti subculturali che nella vita reale, dalla continua riproposizione della mercificazione dell’essere umano e in particolare della donna (si veda l’uso della sessualità nella pubblicità), ai quali questa società offre due sole alternative tra loro collegate: vendere o comprare. E come si sa si vendono e si comprano solo oggetti.

Una prima osservazione: chiamare in causa il patriarcato, che rappresenta solo una forma storica di famiglia, vuol dire eternizzare qualcosa che eterno non è, è decontestualizzare e destorificare, evitando così di mettere in questione la struttura della società attuale. Atteggiamento che caratterizza lo schema esplicativo di tanti altri fenomeni oggi sconvolgenti e rilevanti, come si fa abitualmente nel caso dei conflitti attuali, il cui inizio è stabilito arbitrariamente senza nessuna contestualizzazione storica per assecondare un certo blocco di potere a vantaggio di un altro. Oppure esso segna un ipocrita moralismo, ben espresso dalle parole della Meloni, che attribuisce a tutti indifferentemente la responsabilità dell’accaduto, cadendo quindi nella lapalissiana contraddizione “tutti colpevoli, nessuno colpevole”.

mercoledì 20 dicembre 2023

Perché conquistare Gaza? - Alessandra Ciattini

Da: https://futurasocieta.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. 

Leggi anche: Chi sono i veri responsabili del caos nel Medio Oriente? - Alessandra Ciattini 

La politica di Bibi Netanyahu è davvero fondata solo sull’idea del grande Israele, parola la cui etimologia non è chiara, espressa nel Genesi, secondo cui la Terra ad esso promessa sia da identificare con ciò che Geova promise ai discendenti di Isacco figlio di Abramo? Mi dispiace per i culturalisti che ancora oggi si attardano a vedere ovunque guerre di religione, di civiltà, di valori (tra i quali il cinico Blinken), ma gran parte delle cause stanno altrove e ad esse fa in parte riferimento il sempre aggiornato Giacomo Gabellini. Ho già accennato al fatto che il cosiddetto Occidente collettivo ha avuto bisogno dalla fine dell’Impero ottomano di mantenere divisi gli arabi, di collocare uno Stato gendarme in Medio Oriente per ragioni strategiche ed economiche e soprattutto per contrastare la formazione di un Movimento panarabo aconfessionale a sfondo socialista, cui accordò la sua fiducia inizialmente anche l’Unione Sovietica. Per riassumere, la guerra dei sei giorni del 1967, che segnò la messa in crisi di vari regimi arabo-socialisti, e la Rivoluzione islamista in Iran del 1979 questo movimento, che aveva un carattere antimperialista e nazionalista, benché sia Nasser che Gheddafi si richiamassero ad un socialismo generico, fu sconfitto e sostituito dall’islamismo nelle sue varie forme.

A parere di Scott Ritter, ex ispettore delle Nazioni Unite, che considera Israele, violatore di 62 risoluzioni dell’Organismo internazionale, un nemico degli USA e il vero terrorista in questo gioco al massacro, in realtà le azioni militari contro Gaza non si dispiegano secondo un piano pensato dal corrotto Netanyahu, che vuole mettersi al riparo da gravi incriminazioni con riforme istituzionali.

domenica 3 dicembre 2023

Il gas di Gaza - Alessandra Ciattini

Da: https://www.marx21.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. Collabora con https://www.lacittafutura.it - https://www.unigramsci.it 

Leggi anche: Chi sono i veri responsabili del caos nel Medio Oriente? - Alessandra Ciattini

Non molto si parla di un aspetto assai importante dell’attuale guerra genocida in Medio Oriente, che non scuote il mondo anche se, seguendo questo andazzo, qualunque popolo, trovandosi nel luogo meno opportuno e nel momento meno favorevole, potrebbe essere vittima di questa follia omicida. In particolare, mi sto riferendo come al solito alla questione dell’energia. Infatti, occorre ricordare che nella regione orientale del mar Mediterraneo si trovano grandi riserve di gas naturale e una parte consistente di esse sono dislocate nella zona costiera della cosiddetta Frangia di Gaza, ora oggetto di distruzioni massicce con la conseguente uccisione dei suoi inermi abitanti. Ma ciò non basta al governo israeliano che, per bocca di uno dei suoi ministri, è giunto a prefigurare il lancio di una bomba atomica tattica per liberarsi definitivamente dei palestinesi, evidentemente senza nemmeno pensare alle conseguenze che questa azione scellerata avrebbe sugli stessi israeliani.

Questa attitudine mentale è condivisa dal vergognoso articolo di Ernesto Galli della Loggia (mai si era arrivati a tanto ai nostri giorni,) pubblicato sul Corriere della sera, che considera la guerra un male necessario dal quale alla fine scaturirebbe il bene, anche violando “qualche trattato internazionale” (una bazzecola) (https://www.corriere.it/opinioni/23_novembre). Infatti, a suo parere la cosiddetta guerra dei trent’anni in Europa avrebbe dato alla luce la meravigliosa democrazia nella quale viviamo e dei cui frutti avvelenati quotidianamente ci nutriamo, tra i quali la guerra appunto. Credo, dunque, che il ragionamento dell’esimio e ormai anziano professore vada rovesciato: è questa finta e volgare democrazia, che ormai non nasconde più lo sfruttamento più spietato e l’avidità più esasperata, a generare le guerre attuali. Voglio anche rassicurarlo del fatto che noi non ci dimentichiamo la storia; per esempio, sappiamo che la Nato non fu fondata per difendere la democrazia, ma per costruire un baluardo contro l’Unione Sovietica in attesa di una sua tanto auspicata crisi; sappiamo anche che non siamo stati liberati dagli amerikani, ma da loro occupati e addomesticati. 

Lo Stato di Israele, che giustamente si lamenta di tutto il male che ha ricevuto dalla cristianissima Europa, ma che purtroppo ha molto appreso da essa (persino la politica sanguinaria e di sterminio), mantiene naturalmente il monopolio della ricchezza energetica mediterranea, che non intende in nessun modo condividere con i palestinesi, popolo come si è visto costituito da “animali umani”.

sabato 25 novembre 2023

Chi sono i veri responsabili del caos nel Medio Oriente? - Alessandra Ciattini

Da: https://www.marx21.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. Collabora con https://www.lacittafutura.it - https://www.unigramsci.it 

Leggi anche: Tutte le ragioni per cui stiamo con la Palestina - Alessandra Ciattini  

Antisemitismo e antisionismo sono collegati tra loro? - Alessandra Ciattini  

Chiarezza - Shlomo Sand 

Israele/Palestina. Alle radici del conflitto - Joseph Halevi

PALESTINA. Economia e occupazione: dal Protocollo di Parigi ad oggi. - Francesca Merz

Bauman: "Gaza è diventata un ghetto, Israele con l'apartheid non costruirà mai la pace" - Antonello Guerrera

Edward Said ha letto nella Storia il futuro della Palestina - Eliana Riva 

Vedi anche: La nascita dello Stato d'ISRAELE

La Nakba - Joseph Halevi 

Le reazioni dei governi del cosiddetto occidente collettivo e i loro super-controllati portavoce mediatici hanno il potere – come hanno già fatto per la guerra NATO-Ucraina – di stabilire dove comincia la storia, stabilendo ovviamente che il momento iniziale dello scontro è avvenuto il giorno che a loro fa può comodo; scelta che permette ad essi di nascondere le loro numerose e precedenti violazioni dei tanto celebrati diritti umani e del diritto internazionale spesso con la complicità dell’ONU. Nello stesso tempo un’altra loro collaudata tecnica, impiegata da secoli da tutti coloro che debbono aver ragione a tutti i costi, consiste nella demonizzazione dell’avversario, ossia Hamas, coinvolgendo in questo tutta la popolazione della Palestina, e diffondendo notizie sempre più macabre e terribili, ma non verificate, come la decapitazione di inermi lattanti. Già in passato erano state diffuse simili informazioni quando furono a suo tempo additati a pubblico ludibrio i soldati iracheni, che in Kuwait avrebbero strappato dalle incubatrici alcuni neonati per farli morire sul pavimento durante la prima guerra del Golfo. La fonte della notizia non era una povera profuga ma addirittura la figlia dell’ambasciatore del Kuwait a Washington.

La demonizzazione di Hamas può esser fatta senza problemi perché non si ricorda – come ha fatto in questi giorni Seymour Hersch – che è stato proprio Israele a finanziare questa organizzazione terroristica (non meno terroristica dello stesso Israele) con lo scopo di creare divisioni all’interno della comunità palestinese, favorendo la contrapposizione con Al Fatah, altra fazione sconfitta alle elezioni del 2006, con l’obiettivo di ostacolare in tutti modi la formazione di uno Stato degli abitanti originari della regione, nonostante i numerosi accordi in questo senso.

Ormai dovremmo saperlo tutti, sono queste operazioni psicologiche (psyop), di guerra informatica, attacco informativo etc., di cui un buon esempio fu il CPI istituito da Woodrow Wilson nel 1917 [1], il cui scopo è alimentare un consenso tra le masse mondiali disorientate e stremate dalla cosiddetta policrisi o meglio crisi sistemica capitalistica, che sembra attorcigliarsi ogni giorno di più attorno ai nostri esausti corpi, stringendoci nelle sue spinose spire.

martedì 10 ottobre 2023

L’incubo americano - Alessandra Ciattini

Da: la citta futura - Alessandra Ciattini (collettivo di formazione marxista "Stefano Garroni”) ha insegnato Antropologia alla Sapienza, è Docente UniGramsci (https://www.unigramsci.it) ed è editorialista de la citta futura. 


Ormai nessuno può negare che la masse popolari statunitensi vivano in condizioni da Terzo mondo, tuttavia, nello stesso tempo dobbiamo notare che molti lavoratori di quel paese ricominciano a lottare per migliorare le loro condizioni di vita. 


Non si può negare che, nonostante i suoi indefessi difensori, il capitalismo in generale e quello statunitense in particolare abbiano perso legittimità, dal momento che ormai nessuno, tra le gente comune, si aspetta di veder migliorare le propria condizione di vita. Invitiamo chi nutrisse ancora qualche pervicace illusione a cercare un qualche video sulla povertà negli USA, per esempio girato tra i circa 70.000 senza tetto che vivono nella multietnica città di Los Angeles, o tra coloro che sono costretti anche con i figli a vivere in macchina, magari esponendosi al pericolo di essere assaliti.

Le statistiche ci dicono che il 65% degli statunitensi non ha risparmi e, pertanto, se si ammala, se gli muore un familiare, se come di questi tempi l’inflazione sale, rischia di finire in mezzo alla strada, mangiando cibo-spazzatura, che lo fa diventare obeso e quindi ancora più esposto alle malattie.

Si tenga presente che il salario orario minimo dal 2009 è di 7 dollari e 25 centesimi, ragione per la quale per sopravvivere e per pagare un affitto (cresciuto del 30%) 29 milioni di statunitensi sono costretti a svolgere due o tre lavori, incominciando la mattina alle 6 per terminare alle 11 della notte. Si tratta di lavoratori che non possono curarsi, riposarsi, mangiare in maniera adeguata, occuparsi dei loro figli continuativamente e che per queste condizioni di vita disumane soffrono di disturbi mentali, di difficoltà di concentrazione, mancano di lucidità, finendo spesso col far uso di droghe. Alcuni commentatori hanno osservato che assai spesso i centri delle città e i quartieri poveri negli USA sono popolati da veri e propri zombi, ossia da persone che vagano sperdute con la mente offuscata. Un piccolo appartamento nelle grandi città arriva a costare 3.000 dollari al mese, se non si paga regolarmente si viene sfrattati senza pietà e diventa difficilissimo trovare un’altra casa.

Nell’ultimo anno i prezzi dei servizi e dei prodotti basici sono aumentati del 7,1%, il cibo del 15%, la benzina del 65,7%, il trasporto del 14%; oggi una famiglia statunitense per vivere deve sborsare circa 500 dollari in più al mese. Dal 1979 in poi, con l’avvento del neoliberalismo, gli aumenti salariali sono andati estinguendosi, la crescita annuale media è scesa allo 0,7%. A ciò aggiungiamo le forti differenze di reddito tra le famiglie bianche, quelle di origine africana, latina o asiatica, le quali ovviamente sono state più colpite dalla grave crisi che ormai si trascina da molti anni.

Benché i neri costituiscano soltanto il 13,6% della popolazione statunitense, essi sono il 37% di coloro che vivono per la strada; gli ispanici nella stessa condizione sono aumentati tra il 2020 e il 2022 del 16%.

giovedì 5 ottobre 2023

Considerazioni epocali - Paolo Massucci

Da: https://www.lacittafutura.it - Paolo Massucci, Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni. 


Il timore per il futuro premia in Europa i partiti conservatori, allorché si si teme che i partiti progressisti faranno pagare ai lavoratori i costi della riconversione energetica: in ogni caso la soluzione dei problemi ambientali dentro il capitalismo, lo stesso che li produce, rimane poco credibile.


Oggi il panorama dei partiti politici europei si divide tra un polo di centro-sinistra progressista e un polo conservatore di centro-destra. Dal punto di vista della filosofia politica, il primo si può definire neoliberista e semilibertario. Nello specifico, libertario sulle questioni morali, sessuali, religiose, ma autoritario e invasivo, sin nei dettagli, sulla vita economica e sugli scambi in denaro e merce dei cittadini, in un modello di “uguaglianza” estremamente burocratizzata dei diritti civili formali e dimenticanza dei diritti sociali: pari diritti alla nascita, pari diritti “astratti”. La libertà in campo etico favorisce le trasformazioni culturali, aprendo al mercato – quindi all’espansione capitalistica – nuovi bisogni e nuovi spazi.

D’altra parte i partiti dell’area di centro-sinistra hanno abbracciato il tema del “cambiamento climatico”, con particolare riguardo alla questione della produzione di anidride carbonica, responsabile dell’effetto serra (fattore fondamentale, ma tuttavia non unico del reale e gravissimo dissesto dell’ecosistema terrestre in corso), conducendo una complessa, difficile e obiettivamente ambiziosa impresa a medio termine di transizione in ambito tecnologico-digitale, che dovrebbe in teoria salvare il pianeta, spostando sì gli equilibri tra diversi capitali, ma senza intaccare il capitalismo in quanto tale, né la crescente drammatica polarizzazione della ricchezza nella popolazione europea e mondiale.