L’occupazione della Cisgiordania, della striscia di Gaza e
di Gerusalemme orientale nel 1967, mentre concretizzava gli obiettivi
espansionistici verso tutta la Palestina storica tenuti in serbo da Ben Gurion
durante il suo regno, faceva ribollire il pentolone, mai spento, ove cuoceva
tutto l’armamentario ideologico sul mantenimento della superiorità numerica
degli ebrei e quindi di un sempre possibile transfer. Fu proprio uno dei
maggiori artefici delle espulsioni del 1947-‘48 e teorizzatore nel 1940 del
trasferimento totale della popolazione palestinese fuori dalla sua terra a
porre schiettamente il problema. In un articolo pubblicato sul giornale
laburista “Davar” il 29 settembre del 1967 il vicepresidente del Fondo
nazionale ebraico Joseph Weitz scrisse: “Nella Guerra dei sei giorni accadde un
solo grande miracolo: una tremenda vittoria territoriale ma la maggioranza
della popolazione di territori liberati [sic] è rimasta ‘fissa’ al suo posto,
cosa che può causare la distruzione del nostro stato”. Quindi: “È di imperativa
importanza che la pace venga stabilita sulla base di uno stato ebraico
indipendente con una limitata minoranza non ebraica anche se ciò richiedesse
cedere territori ottenuti e liberati una volta effettuate le modificazioni
concernenti i confini esistenti e di quelli afferenti a tutta Gerusalemme. Ciò
con lo scopo di rafforzare la sicurezza di Israele e la sua fisionomia e non,
in alcun modo, con lo scopo di formare, in una maniera o nell’altra, uno stato
palestinese”.
“La sinistra politica di ‘ingegneria demografica’
costituisce un’ulteriore manifestazione del razzismo israeliano. Per mantenere
il ‘carattere ebraico’ o la ‘purezza’ dello stato d’Israele, i palestinesi sono
stati presentati e trattati come se fossero una ‘minaccia demografica’. I
‘rimedi’ proposti includono il controllo forzato delle nascite e la ’gestione
della popolazione’, il trasferimento di intere comunità fino agli schemi
razzisti e punitivi di ‘separazione’ unilaterale attualmente discussi” (Hanan
Ashrawi - Discorso alla Conferenza di
Durban)
È questo, forse, il più straordinario tra i destini di esilio: il fatto di essere stati esiliati da esiliati, di rivivere nel presente lo stesso processo di sradicamento per mano di chi l'esilio lo ha già subito. (Edward W. Said)
http://gabriellagiudici.it/joseph-halevi-la-violenza-fondatrice/
http://177ermanno.blogspot.it/2014/01/la-nostra-identita-e-lumanita-camille.html
https://www.youtube.com/watch?v=2fjIfBXcTgc http://www.ilcircolo.net/lia/2014/07/31/la-mappa-che-non-era-bugiarda-il-post-e-la-scopiazzatura-di-giovanni-fontana/
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https://www.youtube.com/watch?v=2fjIfBXcTgc http://www.ilcircolo.net/lia/2014/07/31/la-mappa-che-non-era-bugiarda-il-post-e-la-scopiazzatura-di-giovanni-fontana/
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