mercoledì 9 maggio 2018

Riflessioni 12... - Stefano Garroni

Da: Da: mirko.bertasi Stefano_Garroni è stato un filosofo italiano. - https://www.facebook.com/groups 
Leggi anche: https://ilcomunista23.blogspot.com/2018/04/riflessioni-11-stefano-garroni.html


La nazionalizzazione delle banche, secondo Lenin.

Nel 1917, ma prima dell’ottobre, in un articolo Lenin illustra la sua proposta di nazionalizzazione delle banche. Esaminare la ‘logica’ di tale proposta serve, pare a me, per comprendere la natura degli obiettivi politici, delle parole d’ordine, che Lenin propone al proletariato ed ai suoi alleati (contadini e piccola borghesia).

In primo luogo, Lenin  sottolinea che la nazionalizzazione delle banche – ovvero la loro espropriazione e unificazione in un’unica banca di Stato - consentirebbe a quest’ultimo effettivamente di regolare e controllare la vita economica, sapere esattamente quali sono le risorse del paese e come e quanti profitti vengono ottenuti.

Ottenuti da chi?

E qui la parola d’ordine della nazionalizzazione delle banche comincia ad apparire tutt’affatto diversa da una proposta neutra, interclassistica.

Certamente, infatti, la nazionalizzazione delle banche renderebbe più fluida la vita economica, pur non togliendo “neanche un copeco” ai capitalisti (ed in questo senso potrebbe anche non essere avversata da questi ultimi); ma appunto consentirebbe allo Stato un controllo dell’attività bancaria (anche attraverso i soviet degli impiegati e dei funzionari di Banca) e, dunque, sarebbe uno strumento essenziale per un’economia pianificata e non orientata verso il profitto individuale.

La ‘logica’, dunque, di questa parola d’ordine, a tutta prima motivata da semplici motivi di efficienza, si mostra legata all’ottenimento di un altro obiettivo, ovvero, il centrale ruolo dello Stato in sede economico-sociale; se dunque la nazionalizzazione di cui parliamo sarebbe una riforma, profonda ma che non costerebbe “neanche un copeco”, avrebbe tuttavia in sé la necessità di ampliarsi, ad es. richiedendo la nazionalizzazione degli istituti assicurativi e perfino delle coalizioni ed intrecci fra grandi gruppi economici.

Dunque, nazionalizzazione delle banche come obiettivo, immediatamente accettabile anche da parte borghese (per motivi di efficienza), ma che, per sua stessa natura, ha la necessità di invadere altri campi – appunto, la nazionalizzazione degli istituti assicurativi ed il ruolo decisivo dello Stato nell’organizzazione, regolamentazione e controllo della vita economica.

Dunque la parola d’ordine leninista, per un verso corrisponde a una necessità obiettiva, ad un bisogno reale di tutti coloro che hanno a che fare con le banche (in questo senso non è una parola d’ordine immediatamente anticapitalistica), per un altro verso, si tratta di una parola d’ordine, che è sollecitata dalla sua stessa natura ad allargarsi ad altri ambiti, fino ad assumere un carattere certamente anticapitalistico.

E’ proprio questo tipo di parola d’ordine, che riceve il nome di obiettivo transitorio e non di obiettivo intermedio.

novembre 2012 

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