Leggi anche: https://ilcomunista23.blogspot.com/2018/01/riflesssioni-7-stefano-garroni.html
Per esempio, dice Bucharin: “Ogni scienza nasce dalle domande della società o delle sue classi”.
L’apertura è già evidente perché allora vuol dire che ci sono dei problemi da risolvere, le scienze nascono per risolvere questi problemi, cioè con una finalità pratica, e questi problemi nascono nel contesto di una società caratterizzata da un certo dominio di classe, quindi, in buona sostanza la scienza è uno strumento utile per la classe dominante, cioè la scienza è ideologia, questo vuol dire.
Il problema della scienza non è il problema della verità ma è il problema di essere utile alle necessità della classe dominante.
È chiaro che qui c’è una ripresa di un motivo importante della tradizione classica tedesca - di Kant, di Hegel, di Marx -, però impoverito. È il motivo che in Marx assume la definizione di ‘realizzazione della filosofia’. In realtà è un tema presente in tutta l’opera di Marx, ma come anche di Hegel e di Kant, ma insomma, per indicarne una formulazione esplicita pensiamo ai due articoli che Marx pubblica negli Annali franco-tedeschi del 1844, La questione ebraica, e la Critica alla filosofia del diritto di Hegel, introduzione. Lì Marx usa proprio l’espressione Realisierung (realizzazione) della filosofia per intendere un doppio processo. Nella tradizione marxista apparirà solo un lato di questo doppio processo, ed è molto interessante che un altro lato non apparirà.
Per Marx sono due gli aspetti del processo e cioè il fatto che la filosofia assume consapevolezza di nascere dal processo storico sociale, e in questo senso ci sono delle esigenze che la società pone, la filosofia nasce per rispondere a queste; ma Marx aggiunge un altro lato: il fatto che il movimento storico-sociale sale fino al livello dei problemi filosofici, cioè riconosce sé stesso nei problemi filosofici. In questo secondo processo, il movimento storico-sociale cresce rispetto alle proprie immediate richieste, scopre di avere, come dire, una profondità problematica che è quella tematizzata dalla filosofia, e allora se la filosofia diventa mondana in quanto trova nel movimento storico reale le proprie radici, però questo movimento non resta al proprio livello, ma sale fino a comprendersi nelle problematiche filosofiche.
Allora capite che qui non c’è più la riduzione utilitaristica, non c’è semplicemente la risposta alle esigenze della società, ma la società scopre – attraverso la filosofia- alcune esigenze che non aveva scoperto nel proprio movimento immediato.
Si potrebbe fare questo esempio molto preciso: se ad esempio la religione ha sicuramente come una delle funzioni quella di sancire l’ordine sociale, di giustificarlo, di santificarlo, ha anche – e questo è l’aspetto, come dire, più storicamente determinato – un’altra funzione per esempio, e cioè quella di, in qualche modo, rendere gestibile il problema della morte, e questo non è un problema legato ad una forma sociale.
Nessun commento:
Posta un commento