La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
martedì 6 febbraio 2024
La dialettica di Hegel NON È tesi-antitesi-sintesi - Lucio Cortella
sabato 15 gennaio 2022
È la contraddizione che muove il mondo - Vladimiro Giacché
Su Hegel politico. - Stefano Garroni -
Hegel e noi - Norberto Bobbio
Due paragrafi da Hegel*- Paolo Di Remigio
Critica, capitale e totalità - Roberto Finelli
Vedi anche: " Hegel "- Vittorio Hosle
"La fenomenologia dello spirito nel pensiero si Hegel" - Francesco Valentini (https://www.teche.rai.it/1990/06/la-fenomenologia-dello-spirito-nel-pensiero-hegel/)
1. Una fine e un inizio
«La fine di qualcosa»: così il grande pianista canadese Glenn Gould, rivolgendosi al pubblico prima dell’inizio di uno dei suoi più straordinari concerti, definì la musica di Bach. Il pensiero di Hegel rappresenta l’ultimo grande tentativo sistematico della storia della filosofia, un’ambizione che già la generazione di filosofi successiva abbandonò. Da questo punto di vista la filosofia hegeliana è davvero anch’essa «la fine di qualcosa». Ma d’altra parte è innegabile che il pensiero di Hegel abbia esercitato un’enorme influenza sui filosofi successivi. Alcuni aspetti della sua filosofia hanno esercitato un potente influsso sulla storia – non soltanto del pensiero – sino ai giorni nostri. La filosofia di Hegel è quindi sia una fine che un inizio. Per questo motivo, e per un motivo più importante: perché, come vedremo più avanti, nel suo pensiero la fedeltà alla tradizione filosofica, la continuità rispetto a essa, si unisce a un forte elemento di rottura, nientemeno che rispetto a un principio cardine della tradizione filosofica quale quello di identità.
Il pensiero di Hegel, al pari di quello di tutti i grandi pensatori, fa parte del patrimonio culturale dell’umanità. Allo stesso modo di un monumento storico, di un dipinto, di un brano musicale. In quanto tale, fa parte di una storia. Ma il suo significato non si esaurisce in essa, eccede ogni interpretazione – e proprio per questo è in grado di parlare a generazioni diverse, di divenire alimento di un nuovo pensiero. Il pensiero di Hegel fa parte anche di noi, perché è inserito nella tradizione culturale in cui noi stessi pensiamo. Talvolta ridotto a frammenti, a singoli concetti, a frasi isolate, ma comunque già presente in noi inconsapevolmente anche prima dell’inizio di ogni lavoro interpretativo. Del resto proprio Hegel, che pur negava che un singolo enunciato fosse in grado di esprimere una verità filosofica, aveva una spiccata capacità – sconosciuta ad altri filosofi – di condensare pensieri in brevi sentenze. Frasi come «Tutto ciò che è reale è razionale», «Il vero è il tutto», sono familiari anche a chi non abbia studiato approfonditamente il suo pensiero. Qui però ci soccorre un altro celebre detto hegeliano: «ciò che è noto, per ciò stesso non è conosciuto». Non possiamo dire di conoscere il significato di quegli enunciati se non siamo in grado di capire che cosa Hegel intendesse per «realtà», «razionalità», «verità» e «totalità». Anzi, proprio l’apparente familiarità con questi (e altri) concetti può essere fuorviante, non meno di quanto accada con certe parole straniere che hanno un suono simile alle nostre, ma un significato del tutto diverso. I traduttori chiamano queste parole «i falsi amici». Anche in filosofia dobbiamo guardarci dai «falsi amici».
Gli usi possibili di Hegel sono molti: nel suo pensiero si possono ricercare tanto l’istanza sistematica (ossia una lettura unitaria del mondo) quanto concetti utili per la comprensione della storia, tanto un’interpretazione delle scoperte scientifiche del suo tempo quanto una teoria dello Stato e della società. Ma una grande filosofia fa qualcosa di molto più importante di tutto questo: ridisegna il mondo, riconfigura il mondo, cambia il nostro modo di vederlo. Anche quando si parla degli strumenti per pensare che una filosofia ci pone a disposizione (quasi che si potesse usare il pensiero di un filosofo come si adopera un utensile), in fondo, se si parla seriamente, si parla di questo.
Su quali linee ridisegna il mondo Hegel? Quali sono le caratteristiche, i tratti caratterizzanti del suo pensiero?
sabato 3 aprile 2021
Dall’essere all’idea. Le articolazioni decisive della "Logica" di Hegel - Paolo Vinci
Seconda parte:
martedì 13 agosto 2019
AFFIDAMENTI DI MINORI! PSICHIATRIA, PSICOLOGIA E TRIBUNALI - Intervista a PAOLO DI REMIGIO
Una Precisazione
Come suggerisce l'Autore, la cultura postmoderna dell'ideologia capitalistica neoliberista sembra ambire a deresponsabilizzare il ruolo educativo del genitore (e spesso persino dell'insegnante), lasciando quindi ai soggetti imprenditoriali il ruolo educativo, i quali però hanno ovviamente scopi culturali ed interessi propri. Nella critica al sistema capitalistico bisogna salvare quelle istituzioni che, nel complesso, possano costituire un tessuto sociale potente e un contrappeso all'ideologia capitalistica.
Le cose hanno vari aspetti che eticamente possono essere giudicate positive o negative.
Effettivamente nel sistema tardo capitalistico-finanziario attuale la famiglia svolge un ruolo di resistenza all'individualismo e allo strapotere acritico e omologante del mercato del consumo, nonché esercita una resistenza alla barbarie dell'accettazione di un "impiego", qualsiasi esso sia, a qualsiasi condizione, pena restare senza casa, senza legami, senza nulla.
Pensiamo ad un giovane che vive con i genitori in una città e non lavora o fa lavoretti. Gli offrono 500 euro in un'altra città: dovrebbe accettare e trasferirsi lì ed affittarsi una stanza che pagherebbero comunque i genitori (assurdo, sarebbe inutile), oppure dormire per strada, in auto, alla Caritas, ecc. Se fosse senza sostegno familiare sarebbe costretto ad accettare e si arrangerebbe.
C'è, non a caso, esasperata acredine nelle pagine di giornalisti e propagandatori dell'ideologia neoliberista nel descrivere le famiglie che aiutano i propri figli a sopravvivere e resistete in un mercato del lavoro schiavizzante e precario, chiamati quest'ultimi, appunto, "bamboccioni". Ciò in quanto la famiglia consente, o può consentire, un tetto sotto cui stare, una cena, una solidarietà morale e concreta. Non è una soluzione, né una resistenza anticapitalistica, ma un sostegno familiare che il capitalismo attuale vorrebbe, potendo, scardinare, come vorrebbe scardinare il sindacato (quello buono, quello vero). Per l'ideologia familiare post-moderna la famiglia dovrebbe dare un calcio in culo ai figli appena finito di studiare, così da accettare qualsiasi condizione lavorativa.
E' quindi vero che la ristrutturazione capitalistica rimette in gioco un certo carattere solidaristico dell’istituzione familiare. Ma che dividere un salario o una pensione allo scopo di far sopravvivere chi non trova lavoro sia un’azione di “resistenza” all’ideologia capitalistica non è certo sostenibile, si tratta di un semplice stato di necessità. Restare in famiglia, o meglio essere costretti a restarvi perché non si percepisce un salario, sia pur basso e precario, è un’umiliazione.
La crisi della famiglia non è stata un fatto casuale ma dovuta all'uso delle macchine (meno braccia), e dallo stato sociale che si sostituiva ad essa.
Nonostante tutto questo è anche vero che, le famiglie sono state, nel secondo dopoguerra, l’elemento portante dello sviluppo basato sulla produzione in forma capitalistica dei beni di consumo: elettrodomestici, automobili, vacanze, alimentazione ecc. Quindi totalmente inserite nel "progetto" del nuovo modello economico.
lunedì 8 maggio 2017
Due paragrafi da Hegel*- Paolo Di Remigio
Leggi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/09/hegel-scienza-della-logica-1812.html
Vedi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/08/la-logica-di-hegel-una-grottesca.html
domenica 26 febbraio 2017
Perché distruggere la scuola pubblica?*- Paolo Di Remigio
Vedi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2017/02/sono-utili-le-prove-invalsi-giorgio.html
sabato 15 ottobre 2016
Riflessioni su Foucault*- Paolo Di Remigio
lunedì 26 settembre 2016
HEGEL, SCIENZA DELLA LOGICA (1812).*
Vedi anche: https://ilcomunista23.blogspot.it/2016/08/la-logica-di-hegel-una-grottesca.html