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venerdì 11 febbraio 2022

Reddito di autodeterminazione: dubbi di una femminista eretica - Giovanna Vertova

 Da: https://transform-italia.it - Giovanna Vertova, Università di Bergamo, Dipartimento di Scienze Aziendali, Economiche e Metodi Quantitativi.

Vedi anche: Il mercato del lavoro e la piena occupazione - Giovanna Vertova

Occupati, disoccupati, inattivi...*- Giovanna Vertova

Donne e crisi*- Giovanna Vertova

Il reddito di esistenza - Giovanna Vertova

Leggi anche:La questione di classe è una questione di genere - Giovanna Vertova 

POTENZIALITÀ E LIMITI DEL REDDITO DI BASE*- Giovanna Vertova 

Crisi del welfare e crisi del lavoro, dal fordismo alla Grande Recessione: un’ottica di classe e di genere. - Riccardo Bellofiore, Giovanna Vertova 

L'ALTRA METÀ DEL LAVORO - Rossana Rossanda 



Composizione VIII - Vasilij Kandinskij 

Ormai da decenni, più o meno dal pieno sviluppo del neoliberismo, è iniziata una riflessione, sia a destra che a sinistra, sull’idea che il welfare che si è venuto a creare nel secondo dopo guerra non sia, oggi, più sostenibile (destra) o non sia più in grado di creare un’adeguata rete di protezione sociale per le classi meno abbienti (sinistra). La posizione di sinistra è, inoltre, articolata su un’analisi della attuale fase capitalistica alquanto fantasiosa. L’ipotesi di base è che, da molti anni, sia in corso un declino della soggettività “lavorista”, in quanto il neoliberismo sarebbe incapace di garantire la piena occupazione, tipica del periodo storico precedente, spesso denominato fordista-keynesiano. Di conseguenza il welfare di matrice “fordista” sarebbe inadeguato a garantire le protezioni necessarie per costruire una risposta alla crescente insicurezza sociale della classe lavoratrice, in quanto concepito per una società “lavorista” e di “piena occupazione”. L’automazione dei processi di produzione (ove possibile), la rivoluzione tecnologica digitale, ultimamente il sistema Industria 4.0 concorrono a sostituire lavoratori in carne ed ossa con macchine, creando o aumentando la disoccupazione tecnologica. Per questo motivo i sostenitori di questa visione ritengono che il welfare non possa più essere legato alla condizione lavorativa1, ma andrebbe riformato per rispondere alle nuove insicurezze sociali figlie del neoliberismo. Un trasferimento monetario statale, sganciato dalla prestazione lavorativa sembra, quindi, essere la soluzione giusta per tutelare la classe lavoratrice.

sabato 3 ottobre 2020

Diritto e lavoro - Alisa Del Re, Geminello Preterossi

Da: AccademiaIISF - Alisa Del-Re insegna Scienza Politica presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. È direttora del CIRSPG (Centro interdipartimentale di ricerca: Studi sulle politiche di genere) e membro del direttivo dell’UPE (Università per l’Europa). - Geminello Preterossi, ordinario di Filosofia del diritto e Storia delle dottrine politiche all’Università di Salerno. 
                                                                               

sabato 5 settembre 2020

Le contraddizioni delle soluzioni “keynesiane” al problema della disoccupazione e la sfida del “piano del lavoro” - Riccardo Bellofiore

Da: https://www.facebook.com/notes - INTRODUZIONE a «Tornare al lavoro. Lavoro di cittadinanza e piena occupazione», a cura di Jacopo Foggi, Castelvecchi, Roma, 2019, pp. 17-27
riccardo.bellofiore è professore ordinario di Economia politica all’Università degli Studi di Bergamo. (Economisti di classe: Riccardo Bellofiore & Giovanna Vertova - https://www.riccardobellofiore.info)

  Occupati, disoccupati, inattivi...*- Giovanna Vertova
  Il mercato del lavoro e la piena occupazione - Giovanna Vertova
  Paul Mason: POSTCAPITALISMO – Riccardo Bellofiore
Leggi anche:  POTENZIALITÀ E LIMITI DEL REDDITO DI BASE*- Giovanna Vertova**
  La socializzazione degli investimenti: contro e oltre Keynes - Riccardo Bellofiore
  La Grande Recessione e la Terza Crisi della Teoria Economica - Riccardo Bellofiore e Joseph Halevi
  L’economista in tuta da lavoro: Federico Caffè e il capitalismo in crisi - Riccardo Bellofiore
  LA QUESTIONE DEL SALARIO*- Riccardo Bellofiore
  Marx e la fondazione macro-monetaria della microeconomia - Riccardo Bellofiore
  IL PROFETA DELLA CRISI. TRIBUTO A HYMAN MINSKY - intervento di Riccardo Bellofiore
  Il capitale monopolistico di Baran e Sweezy e la teoria marxiana del valore - CLAUDIO NAPOLEONI - (Testo a cura di Riccardo Bellofiore)



Il libro sui piani di lavoro garantito curato in modo esemplare da Jacopo Foggi per lo CSEPI è un volume importante, tanto per la qualità e la completezza di quello che contiene e che dice, quanto per quello che resta sullo sfondo e rimane ancora da articolare con più precisione e ricchezza, e magari da mettere meglio a fuoco. In queste poche righe di introduzione mi propongo di presentare al lettore, senza alcuna possibile pretesa di completezza, alcune considerazioni evidentemente soggettive, essendo io stesso parte attiva di questo dibattito in corso.

Il problema della disoccupazione in Italia è un problema che affonda le radici nel passato. Anche limitandoci al secondo dopoguerra, non solo esso non è stato mai risolto, ma alla sua risoluzione non hanno affatto contribuito né la apertura al commercio internazionale, né il miracolo economico, né gli abortiti tentativi di programmazione: semmai, l’emigrazione. La svolta degli anni ’80 prima peggiorò le cose, poi provvide una falsa soluzione nella sottoccupazione dovuta alla caduta della produttività e alla precarizzazione. Si può dubitare che sia mai davvero esistita da noi una fase keynesiana (molti guardano con nostalgia malriposta ai cosiddetti trent’anni gloriosi), e il keynesismo criminale stigmatizzato da de Cecco ne fu un povero sostituto. Il che lascia dubitare che sia possibile una soluzione keynesiana oggi, fondata sulla sola espansione della domanda effettiva, che rovesci l’austerità che ci accompagna da decenni. Si può dire che in varia forma la disoccupazione si sia tramandata tanto nello sviluppo quanto nella crisi, come anche che la crisi italiana sia di lunga durata, e risalga in realtà alle occasioni perse di metà anni ’60. È una crisi che ha aspetti strutturali, non solo congiunturali: e la stessa cosa si può dire della problematica della disoccupazione. La crisi recente, successiva alla nuova “grande crisi” esplosa nel 2007-2008 e aggravata dalle dinamiche interne all’area europea, va relativizzata come parte di questo quadro complessivo.

Il cuore del libro è costituito, di fatto, da una proposta di importazione chiavi in mano, ovviamente adattata al nostro paese, di una idea di origine anglosassone, l’insieme di programmi per un Job Guarantee, una volta denominata come proposta dello Stato come “occupatore di ultima istanza”, un’idea sostenuta con forza dalla corrente della cosiddetta Modern Money Theory. I “piani di lavoro garantito” vengono contrapposti con ragione, e qualche tentativo di mediazione, all’idea alternativa di un “reddito di esistenza”: è chiaro che mentre questa seconda politica di fatto accetta la precarizzazione e la disoccupazione permanente come un destino, cui mettere una pezza con sussidi prevalentemente monetari, i piani di lavoro garantito scommettono sulla compatibilità della piena occupazione permanente con la configurazione sociale capitalistica. I proponenti dell’Employer of Last Resort hanno scritto altrove che il punto è «ripensare il capitalismo»: i proponenti del basic income ritengono invece che il superamento del capitalismo si gioca essenzialmente su un piano distributivo.

venerdì 24 aprile 2020

ECON-APOCALYPSE: ASPETTI ECONOMICI E SOCIALI DELLA CRISI DEL CORONAVIRUS* - Riccardo Bellofiore

Da: https://www.facebook.com/Economisti-di-classe-Riccardo-Bellofiore-Giovanna-Vertova - riccardo.bellofiore è professore ordinario di Economia politica all’Università degli Studi di Bergamo
* Il testo che precede è la sbobinatura di un intervento orale svolto online il 10 aprile 2020 per la Confederazione Unitaria di Base, con qualche piccola correzione e aggiunta, ma mantiene lo stile colloquiale. Mi sono giovato di alcuni commenti di Francesco Saraceno. (R.B.)

Qui sotto il video dell'incontro: introduce  per la CUB Marcelo Amendola  partecipano Giovanna Vertova, Michele Cangiani e Riccardo Bellofiore -
Da:  http://www.cub.it -  Rsaflmuniti Cub -


    1. La crisi non è ‘esogena’: natura e forma sociale.

Quello che proverò a fornire è un inizio di scrematura dell’orizzonte problematico in cui leggo questa crisi. Vado per punti, in un discorso che si articola in diversi movimenti. 

Primo movimento. Questa crisi non è, come spesso si legge, una crisi ‘esogena’, cioè qualcosa che da un esterno (la natura) investe la sfera economica. Se vogliamo, questa è una crisi ‘semi-esogena’ perché per un aspetto è indipendente dalla forma sociale, ma nella grande sostanza è invece legata a doppio filo all’organizzazione capitalistica della produzione, della circolazione delle merci, della distribuzione e dei modi di vita. Non è vero neanche che questa crisi giunga inaspettata. Una crisi del genere di quella che stiamo attraversando fu prevista, per esempio, nel 2005, sulla rivista Foreign Affairs, in un articolo preveggente sulla prossima pandemia.

Questa crisi mette in evidenza il rapporto perverso tra società e natura, che è peraltro già stato al centro della discussione, negli ultimi anni, in merito al cosiddetto ‘cambiamento climatico’, ma non è mai stato veramente preso sul serio dalla politica e dalla politica economica. Certo, si potrebbe dire che il problema non è il capitalismo, ma la struttura industriale. Le cose però non stanno proprio così. Il primato di una produzione tesa all’estremo al fine di una estrazione di profitto si è andato ad accompagnare ad un approfondimento della diseguaglianza globale, in alcuni casi in modo anch’esso estremo, dunque a malnutrizione, a forme di agricoltura e allevamento intensivi, al sovraffollamento abitativo, ad una urbanizzazione eccessiva. Tutto ciò ha fatto sì che trasmissioni virali che avrebbero altrimenti avuto una evoluzione lenta hanno visto una drammatica accelerazio ne. 

Ad una pretesa di crescita esponenziale del capitale ha risposto una crescita esponenziale nella diffusione dei virus. Questo è presumibilmente il futuro che abbiamo davanti. L’alternativa non è, ai miei occhi, una ‘decrescita’ (che sta pur sempre nell’orizzonte della crescita, solo volta in negativo), semmai uno sviluppo qualitativo radicalmente differente. È stato proprio l’orizzonte di una crescita tutta interna alla forma sociale capitalistica che ha prodotto anche le politiche cosiddette ‘neo-liberiste’ degli ultimi quarant’anni, a partire dalla privatizzazione della sanità.

Il discorso appena svolto rende problematico il ragionamento diffuso nella sinistra quando si vuole andare alla caccia di ‘colpevoli’ o si pone la questione del ‘chi’ paga la crisi. Fatemelo dire così, con una battuta: i colpevoli stanno tra un pipistrello in Cina ed il sistema sociale, quel sistema da cui si ricava reddito e lavoro, non sono la finanza cattiva o questa o quella associazione industriale. Non è una questione di persone, è una questione di sistema. 

    2. Mario Draghi: è bene che il debito pubblico aumenti
 

martedì 9 ottobre 2018

Ai confini della docenza. Per la critica dell’Università - Alessandra Ciattini 




Da: https://www.lacittafutura.it - Scuola e Università Approfondimenti teorici (Unigramsci) - 

Alessandra Ciattini insegna Antropologia culturale alla Sapienza.

Leggi anche: https://ilcomunista23.blogspot.com/2018/09/il-governo-del-cambiamento-e.html -
                      https://ilcomunista23.blogspot.com/2018/08/una-scuola-anticostituzionale-ovvero.html -

Il testo: http://www.aaccademia.it/scheda-libro? (*)

Finalmente un libro 
(Ai confini della docenza. Per la critica dell’Università, a cura di R. Bellofiore e G. Vertova, Accademia University Press, Torino 2018) 
che riporta alla ribalta il problema cruciale dell’università, sempre trattato sottovoce dai politici, dagli intellettuali e dai suoi stessi operatori (docenti, personale tecnico-amministrativo, studenti). Non da Confindustria e dalla sua Associazione Treelle, forse coloro che hanno più insistito su di esso, anche perché hanno le loro potenti casse di risonanza e hanno sviluppato idee molto chiare sul problema.
A mio parere, quattro sono gli elementi importanti del libro, cui in questa sede potrò solo accennare brevemente: 
1) la devastazione prodotta a partire dal 2000 (Riforma Berlinguer) dalle continue “riforme” dell’Università; 
2) l’analisi della stretta relazione tra la specificità del capitalismo italiano e il modello di Università che si è voluto impiantare; 
3) il ruolo della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale nella riorganizzazione dell’educazione superiore a livello mondiale con l’imposizione del modello anglo-statunitense [1]; 
4) l’inchiesta innovativa svolta presso l’Ateneo di Bergamo, sovvenzionata dalla FLC-CGIL nazionale e provinciale e non sostenuta dal Consiglio di amministrazione dello stesso; inchiesta, il cui obiettivo è stato quello di analizzare, a tutti i livelli, le condizioni di lavoro nell’università (con l’esclusione degli addetti al portierato e alle pulizie), chiedendo agli intervistati se queste rendono possibile il raggiungimento dei obiettivi stabiliti dalla legge per l’Università. 

lunedì 31 ottobre 2016

Tempesta perfetta. Nove interviste per capire la crisi*- Tommaso Gabellini


 
Tempesta Perfetta nasce con l’intento di mostrare l’urgente bisogno di un dibattito sulle cause della crisi e sulle possibili soluzioni che tengano conto di un punto di vista autonomo, del lavoro. Occorre partire da un’analisi seria e disincatata per permettere alla generazione cresciuta nella crisi di capire che le alternative esistono e che un rovesciamento degli attuali rapporti di forza sia possibile solo dopo aver elaborato un’attenta critica nei confronti del paradigma culturale dominante. Il libro offre molti spunti di riflessione in tal senso, e costituisce un’ottima lettura sia per chi sia a digiuno di nozioni economiche, sia per chi si interessi già di alcune tematiche ma voglia avere un quadro d’insieme più ampio.

Si chiama Tempesta Perfetta, è la prima prova editoriale della Campagna Noi Restiamo, pubblicata da Odradek, raccoglie le interviste di dieci economisti – Riccardo Bellofiore, Giorgio Gattei, Joseph Halevi, Simon Mohun, Marco Veronese Passarella, Jan Toporowski, Richard Walker, Luciano Vasapollo, Leonidas  Vatikiotis, Giovanna Vertova – sulla crisi; 

lunedì 9 dicembre 2019

Per un’altra Università - Riccardo Bellofiore, Giovanna Vertova

Da: Economisti di classe: Riccardo Bellofiore & Giovanna Vertova https://www.riccardobellofiore.info -
Giovanna Vertova, Università di Bergamo, Dipartimento di Scienze Aziendali, Economiche e Metodi Quantitativi. -
Riccardo Bellofiore, Università di Bergamo, Professore ordinario di Economia politica. -
Leggi anche: Ai confini della docenza. Per la critica dell’Università - Alessandra Ciattini 

Negli ultimi anni una serie di riforme ha portato l’università italiana a una profonda crisi.

La sfida odierna è quella di restituirle il suo ruolo di luogo di formazione culturale ed educazione al pensiero critico.


Di critiche dell’Università se ne sprecano. Ne abbiamo scritta una pure noi, dal titolo ambiguo quant’altrimai: Ai confini della docenza, sottotitolo Per una critica dell’Università. Il volume lo abbiamo voluto scaricabile gratuitamente dal sito della Accademia University Press. (https://www.aaccademia.it/scheda-libro?aaref=1223

Ambiguo perché il titolo potrebbe essere scambiato per una lamentela giocata sull’assonanza docenza/decenza; e il sottotitolo potrebbe parimenti apparire al lettore distratto un’aggiunta alla sempre più lunga lista di cahiers de doléances contro l’istruzione superiore. Le cose non stanno proprio così. Il titolo rimanda a una serie televisiva famosa, in originale The Twilight Zone, che uno dei curatori non propriaente giovane vide nella sua prima stagione, introdotta così:

C’è una quinta dimensione oltre quelle che l’uomo già conosce; è senza limiti come l’infinito e senza tempo come l’eternità. È la regione intermedia tra la luce e l’oscurità, tra la scienza e la superstizione, tra l’oscuro baratro dell’ignoto e le vette luminose del sapere. È la regione dell’immaginazione, una regione che potrebbe trovarsi ai confini della realtà.


Il sottotitolo gioca sul significato che Marx dà al termine ‘critica’: non limitarsi a rilevare errori, ma individuarne le condizioni di possibilità, e dunque la necessità e i modi di un cambiamento. 



L’alleggerimento dei programmi e la compressione degli apprendimenti 

L’università è in stato di grave crisi, pure la coscienza di quanto sia grave questa crisi manca. Manca in primo luogo al suo interno, dove invece abbondano le strategie difensive, del tipo ‘ha da passare la nottata’. La serie di riforme dai primi anni duemila in poi si è succeduta ininterrotta, in una logica autodistruttiva anche dal punto di vista di chi quelle riforme ha pensato. Ogni risultato è stato cancellato dalla furia dissolvente di una riforma successiva. La logica iniziale è stata quella di sostituire alla conoscenza le competenze, e di accelerare un apprendimento reso sempre più scheletrico. I problemi cui intendeva rispondere la riforma Berlinguer erano ben reali. Gli studenti italiani si laureavano tardi, e trovavano impiego in occupazioni non corrispondenti agli studi. Il primo triennio avrebbe dovuto fornire tanto le conoscenze di base quanto una prima professionalizzazione, affinché si potesse entrare prima nel mercato del lavoro.

mercoledì 30 settembre 2020

L'ALTRA METÀ DEL LAVORO - Rossana Rossanda

 Da: https://www.facebook.com/riccardo.bellofiore - Articolo uscito su il manifesto, 30 maggio 2010. - Rossana Rossanda è stata una giornalista, scrittrice e traduttrice italiana, dirigente del PCI negli anni cinquanta e sessanta e cofondatrice de il manifesto.

Vedi anche:   Donne e crisi*- Giovanna Vertova**

Leggi anche: IL ROSSO, IL ROSA E IL VERDE. Classe, genere e natura. - Riccardo Bellofiore                                                                                                                       Crisi del welfare e crisi del lavoro, dal fordismo alla Grande Recessione: un’ottica di classe e di genere. - Riccardo Bellofiore, Giovanna Vertova 


Immagina che il lavoro («Sottosopra», ottobre 2009; ne ha già scritto sul manifesto Laura Pennacchi) è la proposta d'un gruppo della Libreria delle Donne di Milano, sulla quale è impegnata Lia Cigarini. Conosco Lia da una vita, vivevamo vicine, fra gli anni Cinquanta e i primi Sessanta, lei più giovane, in una Milano dove le donne entravano in massa nel lavoro. In verità, entrare nel lavoro voleva dire diventare salariate, perché lavorare, avevano lavorato sempre. Nella cascina, che non era né casa né fabbrica, o nel podere in Veneto, a pieno tempo su terra altrui, mezzadre in Toscana e in Emilia, o braccianti stagionali, o nell'acqua delle risiere fino alle ginocchia come le favoleggiate mondine. Sempre, oltre che in casa, in qualche lembo delle produzione agricola o dei servizi. Quando entrarono in fabbrica diventarono operaie, si incontravano nei tram molto mattutini o serali, assonnate, vestite di furia, la permanente ferrea, o appoggiate al sole fuori dell'Alfa nell'intervallo della mensa. Uscivano di casa prestissimo, rifatti i letti e avviata la minestra, correvano al lavoro, risalivano le scale la sera dopo frettolosi acquisti a preparare la cena. Dopo cena lavavano e stiravano, la domenica mattina lustravano. In busta paga avevano di regola meno degli uomini, oltre che inquadrate ai livelli inferiori.

Maternità? Ogni tanto una era contenta. Ogni tanto un'altra correva di nascosto a un certo indirizzo e ne usciva verde in faccia e col ventre sanguinante. Altre sprofondavano in maternità faticose, tirando la vita con i denti e facendo qualche servizio. Tutte leggevano avidamente le dolci idiozie dei romanzi a fumetti.

Donne al lavoro

La composizione della forza di lavoro cambiò in quegli anni. In fabbrica e negli uffici le donne erano molte di più - anche se meno che in Francia e in Germania. Un terzo della manodopera teneva otto ore un piede in azienda, almeno due in tram, altre sei in famiglia fra spesa, pulizie, cibo e figli, scordando ogni riposo, per non dire la politica e il sindacato. Meno di venti anni dopo le stesse sarebbero scese per strada a manifestare per il divorzio e l'aborto, oblique libertà. Ma non esitarono. Un diritto avrebbe da esser bello e l'aborto non lo era. Era un desiderio? Malinconico ma desiderio? Malinconica ma libertà? Era delitto per un medico su due, per un uomo e mezzo su due, nessun delitto ma tuo rischio per la mammana, zona di rabbiosi silenzi per le famiglie.

Donne era difficile. Sono certa soltanto di questo.

lunedì 14 febbraio 2022

MARX, IL CAPITALISMO E I COMPITI POLITICI DEL PRESENTE - Francesco Garibaldo

Da: laboratorio culturale - francesco Garibaldo è sociologo industriale, direttore della Fondazione «Claudio Sabattini» (fondazionesabattini) già direttore dell’Istituto per il lavoro (Ipl) e dell’Ires-Cgil nazionale. 

Riccardo Bellofiore, Docente di Economia politica all’Università degli Studi di Bergamo, i suoi interessi sono la teoria marxiana, l’approccio macromonetario in termini circuitisti e minskyani, la filosofia economica, e lo sviluppo e la crisi del capitalismo. (Economisti di classe: Riccardo Bellofiore & Giovanna Vertova - https://www.riccardobellofiore.info)
 

Leggi anche: Una recensione del libro di Bellofiore "Smith, Ricardo, Marx, Sraffa. Il lavoro nella riflessione economico-politica" - Giorgio Rodano 

Crisi del welfare e crisi del lavoro, dal fordismo alla Grande Recessione: un’ottica di classe e di genere. - Riccardo Bellofiore, Giovanna Vertova

Non c'è liberazione dal lavoro senza liberazione del lavoro - Gianluca Pozzoni

Vedi anche: Sraffa tra Ricardo e Marx - Riccardo Bellofiore 

Corso sul "Il Capitale" di Karl Marx (1) - Riccardo Bellofiore


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Il dibattito su Marx e le nuove problematiche del capitalismo in un recente libro di Riccardo Bellofiore. Come nasce il plusvalore? La natura monetaria del valore. I limiti di una analisi distributiva del reddito. La doppia critica: al lavorismo e alla teoria della fine del lavoro. La critica a Keynes e i compiti politici del presente



Il libro di Riccardo Bellofiore dedicato a Smith Ricardo Marx Sraffa. Il lavoro nella riflessione economico-politica1 rilegge gli autori classici citati nel titolo seguendo due temi dominanti: la teoria del valore-lavoro e come viene rappresentato il lavoro nella riflessione economico-politica. Un pensiero centrale in tutto il libro, riprendendo un tema di Rosa Luxemburg, è la critica della centralità dell’economico e di una visione industrialista basata sulla centralità della produzione. 

In realtà, nel ripercorrere criticamente questi temi in quegli autori, Bellofiore ci consegna i risultati di un dibattito internazionale – International Symposium on Marxian Theory – iniziato da Fred Moseley nel 19902, di un lungo lavoro di rilettura di gruppo di Marx a partire dall’originale tedesco, iniziato da Bellofiore all’Università di Bergamo, e il confronto con un grande numero di interpretazioni di Marx negli ultimi decenni. In primo luogo, quindi, il libro è un utilissimo compendio critico del dibattito su Marx su scala internazionale e in Italia negli ultimi quarant’anni. 

Una seconda ragione di interesse del libro è la sua apertura problematica. Esso non vuole consegnarci un Marx ossificato in una qualche forma dogmatica, ma un Marx oltre Marx. Si tratta di tenere fermi i punti chiave delle sue scoperte teoriche aggiornandole ai nuovi contributi di ricerca, sia teorici sia derivanti dall’analisi dei nuovi problemi posti dal capitalismo attuale. 

martedì 26 marzo 2019

Quale attualità di Claudio Napoleoni: il contributo di Politica Economica

Da: Riccardo Bellofiore - Economisti di classe: Riccardo Bellofiore & Giovanna Vertova - https://www.riccardobellofiore.info -
Leggi anche: Il capitale monopolistico di Baran e Sweezy e la teoria marxiana del valore - CLAUDIO NAPOLEONI - (Testo a cura di Riccardo Bellofiore)
    "         "      CLAUDIO NAPOLEONI: SMITH, RICARDO, MARX* - Marco Palazzotto

" Il luogo in cui cerco come posso di stare e da cui provo come posso a parlare è la politica, è una dimensione politica. Non avrei in vita mia mai affrontato una questione teoretica se non fossi stato spinto a farlo da un interesse politico. Ho cominciato ad occuparmi di politica nel momento in cui ho cominciato a ragionare ed ho affrontato determinate questioni, anche all'interno di una determinata disciplina, solo perché queste questioni mi consentivano di capire meglio la politica. 
Posso dire, mi arrischio a dire, che questa forza che ha avuto la politica come luogo in cui stare e da cui parlare è naturalmente derivata dal fatto che la politica era qui concepita come lo strumento di una liberazione."  (C. Napoleoni, 1986)

                                                                             
-Intro: Riccardo Bellofiore 
-Chair: Giovanna Vertova 

1. Giancarlo Beltrame (Università degli studi di Bergamo): Teoria e Politica Economica in Claudio Napoleoni. Dalla ricostruzione al "Dizionario di Economia Politica" 08:45 
2. Nicolò Bellanca (Università di Firenze): Le rendite improduttive e parassitarie: Claudio Napoleoni sul capitalismo italiano 43:10 
3. Marcello Messori (Luiss, Roma): Napoleoni e la lotta alle rendite 1:07:20 
4. Riccardo Bellofiore (Università degli studi di Bergamo): Una lezione, non un'eredità. Napoleoni e la Politica Economica 1:38:50 

-Discussants: 
1. Piotr Zygulski (Rethinking Economics Genova) 2:10:50 
2. Nicolò Geri (Rethinking Economics Bologna) 2:18:50 
3. Gianluca Sala (Rethinking Economics Bologna) 2:22:40 
4. Mehdi Shoghi (Rethinking Economics Bergamo) 2:25:20 

-Interventi 
1. Nadia Garbellini 2:32:57 
2. Anna Maria Variato 2:36:20 

-Repliche: 
1. Riccardo Bellofiore 2:44:05 
2. Marcello Messori 3:00:30 
3. Nicolò Bellanca 3:17:28

martedì 8 giugno 2021

Keynes e le ambiguità della liberazione dal lavoro - Riccardo Bellofiore

Da: Casa della Cultura Via Borgogna 3 Milano - Riccardo Bellofiore, Docente di Economia politica all’Università degli Studi di Bergamo, i suoi interessi sono la teoria marxiana, l’approccio macromonetario in termini circuitisti e minskyani, la filosofia economica, e lo sviluppo e la crisi del capitalismo. (Economisti di classe: Riccardo Bellofiore & Giovanna Vertova - https://www.riccardobellofiore.info)



IL LAVORO NELLA RIFLESSIONE ECONOMICO-POLITICA
Ciclo di lezioni aperte al pubblico del Corso di perfezionamento in Teoria critica della società. promosso da Casa della cultura e Università degli Studi Milano-Bicocca




Quarta lezione - Keynes e le ambiguità della liberazione dal lavoro - Riccardo Bellofiore: 

                                                                         
Leggi anche:

Il Capitale come Feticcio Automatico e come Soggetto, e la sua costituzione. - Sulla (dis)continuità Marx-Hegel. - Riccardo Bellofiore -

La socializzazione degli investimenti: contro e oltre Keynes - Riccardo Bellofiore -

Le contraddizioni delle soluzioni “keynesiane” al problema della disoccupazione e la sfida del “piano del lavoro” - Riccardo Bellofiore

Marx e la fondazione macro-monetaria della microeconomia - Riccardo Bellofiore

Crisi capitalistica, socializzazione degli investimenti e lotta all’impoverimento - Riccardo Bellofiore, Laura Pennacchi

H.G. Backhaus e la dialettica della forma di valore - Riccardo Bellofiore, Tommaso Redolfi Riva

Tra Schumpeter e Keynes: l’eterodossia di Paul Marlor Sweezy e l'ortodossia di Paul Mattick - Riccardo Bellofiore -

KEYNESISMO E MARXISMO A CONFRONTO SU DISOCCUPAZIONE E CRISI - Domenico Moro

A proposito di Smith, Ricardo, Marx e anche Sraffa. Commento pirotecnico al libro di Riccardo Bellofiore - Giorgio Gattei

CHE COS'È IL VALORE? - Giorgio Gattei* 

Vedi anche: Il Capitale dopo 150 anni. C'è vita su Marx? - Riccardo Bellofiore 

Sulla “Nuova lettura di Marx”*- Riccardo Bellofiore