giovedì 5 agosto 2021

Una recensione del libro di Bellofiore "Smith, Ricardo, Marx, Sraffa. Il lavoro nella riflessione economico-politica" - Giorgio Rodano

Da: https://www.facebook.com/riccardo.bellofiore.3 - https://rosa.uniroma1.it/rosa04/moneta_e_credito/article/view/17521 

Giorgio Rodano, Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Roma "La Sapienza", dove è stato titolare dell'insegnamento di Economia Politica e ha l'affidamento dell'insegnamento di Politica Monetaria. Dal 2009 è titolare degli insegnamenti di Istituzioni di Economia e di Macroeconomia presso il Corso di Laurea di Ingegneria gestionale della Facoltà di Ingegneria dell'informazione dell'università "Sapienza" di Roma. È socio della Società Italiana degli economisti e della American Economic Association. È consulente scientifico per i libri di economia per le case editrici Laterza e Carocci.

Vedi anche: Keynes e le ambiguità della liberazione dal lavoro - Riccardo Bellofiore 

Quale attualità di Claudio Napoleoni: il contributo di Politica Economica

Leggi anche: Non c'è liberazione dal lavoro senza liberazione del lavoro - Gianluca Pozzoni 

A proposito di Smith, Ricardo, Marx e anche Sraffa. Commento pirotecnico al libro di Riccardo Bellofiore - Giorgio Gattei

Pensare il proprio tempo. Ateismo positivo e uscita dal capitalismo in Claudio Napoleoni e Franco Rodano. - Riccardo Bellofiore - 



Bellofiore R. (2020), Smith, Ricardo, Marx, Sraffa. Il lavoro nella riflessione economico-politica, Torino: Rosenberg & Sellier


Complimenti a Moneta & credito, e a Carlo D'Ippoliti, che hanno scelto Giorgio Rodano come recensore del mio ultimo libro. Non avevo proprio idea di come lo avrebbe "letto", e ne ero proprio curioso.

Giorgio recensì nel 1992 il mio primo libro (*La passione della ragione. Scienza economica e teoria critica in Claudio Napoleoni*, Unicopli, Milano 1991, libro che costruì nei due anni precedenti perché me lo chiese Marzio Zanantoni) [1]. La sua recensione di quel libro - che uscì su Economia e politica, nell'agosto 1992 - sta per me nella Top 3 con quelle di Marcelo Messori e Roberto Finelli, entrambe davvero molto attente. Erano due autori che conoscevano bene il mio percorso: con Marcello avevo condiviso quasi tutto sino al 1985, e da Roberto passavo regolarmente a discutere, ospitato in via del Paradiso per tutto quel decennio.

Ma, per dirla tutta, quella di Giorgio stava al primo posto, forse proprio perché era scritta da più "distante" - e continuo a pensare che "sopprimere la distanza uccide". Il perché mi piacesse molto lo si capisce appunto dalle righe finali, queste:

«La ricostruzione di Bellofiore [delle varie fasi del pensiero di Napoleoni] è accurata, documentata e spesso illuminante, anche se è chiaro che non sempre la sua interpretazione mi convince. Bellofiore ha le sue idee, ed è inevitabile che esse ne influenzino la ricostruzione del pensiero di Napoleoni. Oltretutto, in più di un punto esse non collimano con quelle del suo maestro. Perciò non si limita a ricostruirne il pensiero; lo sottopone anche a una attenta riflessione critica. Tuttavia Bellofiore ha cura di distinguere chiaramente, in ogni capitolo, le parti in cui ricostruisce il pensiero di Napoleoni da quelle in cui presenta il suo pensiero al riguardo. E anche questa è una qualità che rende decisamente apprezzabile il suo lavoro.»

È uno stile a cui ho cercato di restare fedele, chiunque fosse l'autore o la corrente di cui scrivevo, anche quando in fondo parlavo di me. Credo che questo (il fare teoria quando si faceva storia) si applichi anche a Napoleoni, con meno attenzione forse alla distanza nel suo caso (il che rischia di creare cortocircuiti). E dovrebbe stare, a me pare, nell'abc del metodo di fare "storia a ritroso".

Questa volta, quasi trent'anni dopo (quando siamo ormai *quasi* coetanei), Giorgio chiude la sua lunga recensione così:

«Sono tante le cose di questo libro di Bellofiore su cui mi sono trovato in accordo e ce ne sono invece parecchie (di più? di meno?) su cui mi sono trovato in disaccordo. Di alcune ho parlato nelle pagine precedenti. Di altre non ho detto per motivi di spazio, così come, per gli stessi motivi, non ho trattato di molti argomenti del libro che meritavano di essere illustrati e discussi. Per esempio non ho detto praticamente nulla sulla questione della liberazione dal lavoro, cui Bellofiore contrappone, sulla scia del Marx dei Grundrisse, quella della liberazione del lavoro, una questione intricata, che occupa uno spazio importante (quantitativo e qualitativo) del libro. Così pure non ho dedicato lo spazio che avrebbe meritato al tema dell’origine filosofica (che si trova in Locke) del “postulato” che anima tutta la ricerca di Bellofiore, ossia che la fonte del valore è il lavoro, un’idea con cui talvolta sembra civettare lo stesso Keynes (cfr. p. 338). Ma sono contento di aver letto il libro. Nonostante la fatica che comporta il confronto con tematiche complesse e spesso ardue, si esce dalla sua lettura diversi da come ci si è entrati. Riccardo Bellofiore ha scritto un libro ricco di spunti di riflessione, alcuni discutibili ma sempre stimolanti. Un libro che fa pensare, e di questo lo ringrazio.»

È una tappa di un dialogo che spero continuerà, e come tutti i dialoghi veri spero interminabile.

Per esempio, spendo molte e molte pagine a criticare il "postulato" come tale, sostenendo che l'identità tra neovalore e lavoro vada marxianamente fondata. Una fondazione marxiana è *direttamente* opposta a quella lockiana ed è irriducibile a Smith: e il tema della costituzione del capitale non può, secondo me, essere etichettato come filosofico dopo Marx. Tutta la parte su Smith come quella su Keynes della recensione andrebbero discusse, e così via. E certo gioca molto la diversa traiettoria di Giorgio e mia.

Ma davvero non posso che ringraziare Giorgio della fatica (del "travaglio") che ci ha messo a leggermi, che a me ha dato in dono una cosa preziosa, "necessaria e utile" della mia vita, su cui pensare a lungo.

Riccardo Bellofiore

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[1] Esistesse un vero editore interessato, avrei il materiale per una seconda edizione aggiornata. Esiste un piccolo problema. La dimensione raddoppierebbe.

 

Qui  la recensione di Giorgio Rodanohttps://rosa.uniroma1.it/rosa04/moneta_e_credito/article/view/17521/16721 


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