domenica 15 agosto 2021

La fabbrica illuminata - Luigi Nono

Da Marco - ( La genesi de La fabbrica illuminata, in: Luigi Nono, La fabbrica illuminata, edizione critica a cura di Luca Cossettini, Ricordi ©, Milano, 2010, pp. VI-VII). 
Luigi Nono è stato un compositore e scrittore italiano. Oltre che nella musica, Nono fu altresì impegnato come uomo politico. - http://www.luiginono.it


Rimanendo sempre nel tema della cultura critica marxista e di classe: il brano, dedicato agli operai della Itslsider di Genova, vuole rappresentare la disumanita' del lavoro di fabbrica in catena di montaggio. E riesce bene a trasmettere l'impressione di disarmonia (i suoni sono fuori dal canone tonale). Comunque all'ascolto produce angoscia, fastidio, disarmonia, riproducendo l'ambiente di lavoro della fabbrica e in questo senso sensibilizzando sulla condizione operaia e sulla necessità di superare la società di classe. 
Quello che ci fa riflettere è ci amareggia è il fatto che una cinquantina d'anni fa il dibattito critico sul capitalismo era all'ordine del giorno anche tra gli artisti più rinomati e importanti. Oggi c'è un "silenzio assordante", nel vero senso dell'espressione. 
Luigi Nono, un artista dalla parte degli operai. (il collettivo)

                                                                           

La fabbrica illuminata è una composizione per voce e nastro magnetico a quattro piste su testi di Giuliano Scabia e un frammento di Due poesie a T. di Cesare Pavese. Composta nel 1964 per il concerto inaugurale del premio Italia, e dedicata agli operai della Italsider di Genova-Cornigliano, non fu in quell'occasione eseguita, perché censurata dalla direzione della RAI a causa dei testi fortemente politicizzati e ritenuti offensivi nei confronti del Governo. La prima esecuzione pubblica ebbe luogo a Venezia il 15 settembre 1964 al XXVII Festival internazionale di musica contemporanea -- La Biennale, interprete la mezzosoprano Carla Henius e Nono alla regia del suono. 

L'opera fu commissionata dalla RAI a Nono mentre questi stava lavorando con Scabia a Un diario italiano di cui La fabbrica illuminata avrebbe dovuto costituire un episodio. Il progetto originale, poi abbandonato, muoveva dall'idea di un teatro musicale impegnato politicamente e socialmente e ispirato alle avanguardie sovietiche (ad autori come Vsevolod Emil'evic Mejerchol'd, ad esempio), nonché al teatro politico di Erwin Piscator. Un diario italiano avrebbe dovuto quindi costituire la seconda "azione scenica" di Nono, dopo Intolleranza '60 (1961). 

Nel maggio del 1964 Nono si recò con Scabia e Marino Zuccheri, tecnico dello Studio di Fonologia della RAI di Milano, nello stabilimento genovese dell'Italsider per raccogliere materiali sulle condizioni di vita e di lavoro degli operai. Furono registrati su nastro magnetico rumori delle macchine e voci degli operai durante il percorso di produzione dell'acciaio; Scabia annotò parole, ordini, locuzioni gergali della fabbrica e raccolse pubblicazioni sindacali utili alla redazione del testo letterario. 

Molti materiali musicali e letterari già creati per Un diario italiano vennero rielaborati e utilizzati per la nuova composizione: a parte dei corali Nono sostituì i testi con i nuovi redatti con Scabia sulla base dei materiali raccolti all'Italsider; un frammento della seconda scena, intitolato Sogno incubo. 5 donne, fornì il materiale di partenza per la terza sezione (Giro del letto). In tal modo La fabbrica illuminata assumeva i caratteri di una composizione autonoma. 

Per la musica su nastro Nono ha utilizzato una selezione delle registrazioni del coro della RAI di Milano diretto da Giulio Bertola, la registrazione delle improvvisazioni su un canovaccio del mezzosoprano Carla Henius, voci e rumori registrati all'Italsider e suoni di sintesi. Questi materiali sono stati elaborati presso lo Studio di Fonologia della RAI di Milano, fusi tra loro e trasformati elettronicamente, fino a renderli spesso irriconoscibili. Scrive a riguardo Nono: «nessuna mimesis, nessun rispecchiamento. Nessuna arcadia industriale. Nessun naturalismo populista o popular». La voce solista, dialogando in concerto con la parte elettronica, integra il testo registrato. 

La fabbrica illuminata si articola in quattro episodi: 
1. Coro iniziale 
2. Nastro solo 
3. Giro del letto 
4. Tutta la città + Finale 

La prima parte è corale con interpolazioni della voce solista dal vivo; la seconda parte è per nastro magnetico solo: rumori della fabbrica e voci di operai; nella terza parte la voce dal vivo dialoga con il materiale elettronico e la voce registrata di Carla Henius, destrutturata e portata ad un altro grado di elaborazione; nell'ultima parte ancora la voce da vivo contro voce e coro registrati. Conclude l'opera un episodio monodico organizzato secondo la ben nota tecnica del "quadrato magico" che, nel caso specifico, genera la serie intervallare 2- 2+ 3- 3+ 4. 

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