La questione di classe è una questione di genere - Giovanna Vertova
...il
punto fondamentale è che quando si parla di attacco al mondo del lavoro e lo si
vuol fare in un’ottica di genere non si può pensare solo al lavoro produttivo,
ma bisogna guardare anche alla dimensione della riproduzione sociale della
forza-lavoro. Questi due ambiti devono sempre essere considerati all’unisono.
Solo così si potranno tenere in considerazione le condizioni delle lavoratrici.
Purtroppo, anche nella sinistra radicale i due ambiti sono spesso considerati
separatamente: da un lato c’è il mercato del lavoro, che subisce gli attacchi
di cui sopra, dall’altro c’è il welfare, che è spesso considerato solo in
termini di diritti (diritto alla salute, all’istruzione, alla pensione, etc.).
Non è mai sufficientemente esplicitato il fatto che il welfare, le politiche
fiscali e tutto quello che avviene nella sfera della riproduzione sociale della
forza-lavoro hanno un impatto pesantissimo sulla possibilità per le lavoratrici
di partecipare al mondo del lavoro. Fino a quando saranno sempre e solo le
donne a dover conciliare tra il lavoro salariato e il lavoro domestico e di
cura (e sarebbe anche il caso di mettere in discussione questo “modello”
patriarcale), un welfare funzionante ed efficiente è una condizione necessaria,
anche se non sufficiente, perché le donne possano entrare nel mercato del
lavoro e diventare economicamente indipendenti. Il welfare non può, quindi,
essere considerato solo in termini di diritti ma anche come le necessarie
infrastrutture sociali che permettono alle lavoratrici la via dell’indipendenza
economica.
http://www.dialetticaefilosofia.it/public/pdf/58vertova.pdf
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