sabato 9 agosto 2014

La questione di classe è una questione di genere - Giovanna Vertova

...il punto fondamentale è che quando si parla di attacco al mondo del lavoro e lo si vuol fare in un’ottica di genere non si può pensare solo al lavoro produttivo, ma bisogna guardare anche alla dimensione della riproduzione sociale della forza-lavoro. Questi due ambiti devono sempre essere considerati all’unisono. Solo così si potranno tenere in considerazione le condizioni delle lavoratrici. Purtroppo, anche nella sinistra radicale i due ambiti sono spesso considerati separatamente: da un lato c’è il mercato del lavoro, che subisce gli attacchi di cui sopra, dall’altro c’è il welfare, che è spesso considerato solo in termini di diritti (diritto alla salute, all’istruzione, alla pensione, etc.). Non è mai sufficientemente esplicitato il fatto che il welfare, le politiche fiscali e tutto quello che avviene nella sfera della riproduzione sociale della forza-lavoro hanno un impatto pesantissimo sulla possibilità per le lavoratrici di partecipare al mondo del lavoro. Fino a quando saranno sempre e solo le donne a dover conciliare tra il lavoro salariato e il lavoro domestico e di cura (e sarebbe anche il caso di mettere in discussione questo “modello” patriarcale), un welfare funzionante ed efficiente è una condizione necessaria, anche se non sufficiente, perché le donne possano entrare nel mercato del lavoro e diventare economicamente indipendenti. Il welfare non può, quindi, essere considerato solo in termini di diritti ma anche come le necessarie infrastrutture sociali che permettono alle lavoratrici la via dell’indipendenza economica.
 
http://www.dialetticaefilosofia.it/public/pdf/58vertova.pdf

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