martedì 5 agosto 2014

1914-2014: L'imperialismo è guerra - Contributo del Partito dei Lavoratori d'Irlanda - Gerry Grainger



"La guerra europea, preparata durante decenni dai governi e dai partiti borghesi di tutti i paesi, è scoppiata. L'aumento degli armamenti, l'estremo inasprimento della lotta per i mercati nella nuova fase imperialistica di sviluppo del capitalismo nei paesi più avanzati, gli interessi dinastici delle monarchie più arretrate dell'Europa orientale dovevano inevitabilmente condurre, e hanno condotto, a questa guerra. Conquistare territori e asservire nazioni straniere, mandare in rovina le nazioni concorrenti e depredarne le ricchezze, deviare l'attenzione delle masse lavoratrici dalla crisi politica interna in Russia, in Germania, in Inghilterra e in altri paesi, scindere le masse lavoratrici, abbindolarle mediante l'inganno nazionalistico e distruggerne l'avanguardia allo scopo di indebolire il movimento rivoluzionario del proletariato, ecco l'unico effettivo contenuto, il significato e la portata della guerra attuale".
(Lenin, 1914, Opere Complete, Vol. 21, pag. 19, Editori Riuniti, Roma, 1966)

Il dominio dell'imperialismo è più incisivo sulla vita dei lavoratori di tutto il mondo di quanto non fosse il secolo passato: un fatto reso possibile dall'intensificazione della globalizzazione del capitalismo, fenomeno individuato nel Manifesto comunista: la borghesia dei centri imperialisti tradizionali ha infatti ridisegnato il mondo a propria immagine, ma data la natura dialettica della realtà il suo declino politico ed economico è segnato nella misura in cui le ex colonie sviluppano le proprie economie capitaliste. L'imperialismo è più dominante, ma le vecchie potenze imperiali non lo sono. Dove condurrà questa rivalità imperialista? L'aperta belligeranza regionale con il coinvolgimento delle grandi potenze capitaliste non si può escludere. Sicuramente le maggiori potenze continueranno a confrontarsi tra loro per procura, attraverso altri Stati, attraverso organizzazioni politiche e paramilitari, siano essi partiti politici, multinazionali, mercenari o gruppi terroristici.

Oggi, un secolo dopo la prima guerra mondiale, l'imperialismo continua a significare guerra. Mentre declinano i vecchi centri imperialisti e crescono quelli nuovi, le rivalità interimperialiste si acuiscono. La competizione per il controllo delle risorse, dal petrolio all'oro fino all'acqua, continuerà a causare attriti tra le potenze imperialiste, che useranno ogni mezzo a loro disposizione per assicurare che queste risorse siano impiegate per il loro profitto privato. E' probabile che la rivalità interimperialista continui a produrre guerre, in particolare con attacchi dei blocchi imperialisti contro paesi piccoli ma ricchi di risorse. Guerre regionali limitate, tra i maggiori centri imperialisti non si possono escludere nei prossimi anni e decenni. Come un secolo fa, gli imperialisti invocheranno il nazionalismo e lo sciovinismo, il razzismo e il settarismo religioso ed etnico, per dividere e indebolire il movimento dei lavoratori. Come un secolo fa, saranno aiutati dal tradimento della socialdemocrazia.

Leggi tutto:    http://www.resistenze.org/sito/te/pe/mc/pemceg24-014831.htm 

Nessun commento:

Posta un commento