sabato 31 maggio 2025

UN SUICIDIO ASSISTITO - Marco Travaglio

Da: Il Fatto Quotidiano | https://www.facebook.com/marcotravaglio - Marco Travaglio è un giornalista, saggista e opinionista italiano, dal 3 febbraio 2015 direttore della versione cartacea de il Fatto Quotidiano

Quanti fiumi di parole inutili, anzi dannose, sulla pace in Ucraina pur di non arrivare mai al nocciolo della questione: e cioè che Nato, Ue e Kiev hanno perso la guerra, la Russia l’ha vinta, il tempo gioca a favore di Mosca e spetta agli sconfitti convincere i vincitori a smetterla con un’offerta che non possano rifiutare. Sennò i vincitori continueranno ad avanzare e gli sconfitti a perdere territori e vite umane. Il 18.12.2024 Zelensky, che cambia idea a seconda dell’ultimo con cui parla, ammise di non poter recuperare le cinque regioni occupate e annesse dai russi: da allora non riesce più a spiegare ai suoi soldati per cosa combattono e muoiono. Ora invece garantisce che non rinuncerà neppure alla Crimea, che il negoziato gliele ridarà come per miracolo e che “avremo una pace giusta solo dopo Putin”. Devono di nuovo avergli fatto credere che: 1) Putin ha i giorni contati, come tre anni fa, quando Zelensky giurò che era morto e quello che vedevamo era un sosia; 2) chi lo sostituirà sarà un sincero democratico, pacifista e amico di Kiev, che si ritirerà dai territori occupati con tante scuse e li restituirà dopo averli ricostruiti a proprie spese; 3) Zelensky potrà finalmente indire le elezioni rinviate un anno fa, rivincerle in carrozza, entrare nella Nato e nell’Ue, riarmarsi fino ai denti con tutta l’Europa e piazzare missili nucleari sotto le finestre del Cremlino fra gli applausi del nuovo inquilino. Come se nulla fosse accaduto.
A furia di drogarlo con promesse false e aspettative utopistiche, l’Ue dei finti amici sta spingendo l’Ucraina nella fossa: un lungo suicidio assistito, come lo definì tre anni fa Fabio Mini sul Fatto. L’unico vero amico di Kiev è quello che passa per suo nemico al soldo di Putin: Trump, che con i suoi modi buzzurri fu il primo alleato a dirgli la verità. Cioè che la guerra è persa, Kiev senza le armi Usa non regge due settimane e al negoziato non ha carte da giocare. Ora Zelensky accusa Putin di non voler negoziare perché non gli anticipa il suo “memorandum” prima del nuovo round del 2 giugno a Istanbul. Come se non conoscesse a memoria la posizione russa, sempre la stessa da oltre dieci anni: neutralità e smilitarizzazione di Kiev, stop all’allargamento della Nato a Est, “denazificazione” (che, al netto della propaganda, significa basta persecuzioni russofobe contro i russofoni), rinuncia ai territori occupati (che non sono tutti quelli annessi), fine delle sanzioni, assetti futuri di sicurezza per tutti. Su questo, cioè sulla sicurezza, l’Ucraina avrà ragione di pretendere garanzie serie contro futuri attacchi. Su tutto il resto c’è poco da trattare: solo da prendere atto della triste realtà. Non si può perdere ciò che si è già irrimediabilmente perduto: si può solo perdere ciò che si ha ancora.

"Gli EUROPEISTI nel PANICO vogliono la TERZA GUERRA MONDIALE" - LUCIANO CANFORA

Da: Ottosofia - Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia, Dedalo Edizioni. (Luciano Canfora Podcast

“Gli stessi giornalisti e lo stesso mondo intellettuale che un tempo definiva l’America la più grande democrazia del mondo, adesso scopre magicamente che gli USA sono un paese oligarchico e imperialista" 
E questo, verrebbe da dire, solo perché Trump dice le parolacce e si comporta peggio a tavola di Obama e Hilary Clinton. 
Non solo. 
Queste stesse persone dopo aver fatto i cagnolini di Biden durante tutta la guerra in Ucraina suicidando il nostro continente, sostengono all’improvviso che l’Europa debba diventare indipendente dagli Stati Uniti. 
E vorrebbero farci credere che spendendo centinaia di miliardi in armamenti pur rimanendo nella NATO e infestati di loro basi militari cambierà qualcosa. 
Follia! L’unico modo per farlo sarebbe naturalmente quello di cominciare diversificare i mercati aprendo ai BRICS e soprattutto alla Cina, cosa che i cani da guardia del potere per il loro intrinseco suprematismo e inguaribile odio per il socialismo cinese, si rifiutano di fare. 
Cosa fare allora con questa gente?

                                                                         

venerdì 30 maggio 2025

Rapporto Istat 2025: il declino irreversibile del futuro italiano - Stefano Porcari

Da: https://contropiano.org - Stefano Porcari è redattore di Contropiano. 

Leggi anche: Aumento della mortalità? Covid o no, sono state pagate meno pensioni - Stefano Porcari 

Ieri mattina, a Palazzo Montecitorio, il Presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, ha presentato il 33esimo rapporto annuale dell’istituto, con il quale si fotografa la situazione dell’Italia nell’anno appena passato, a cui si affiancano le previsioni per il 2025.

Sarebbe da commentare, paragrafo per paragrafo, ognuno dei quattro capitoli che lo compongono, ma bastano alcuni dei dati per mostrare il fallimento della classe dirigente del paese. A cominciare dalle stime di crescita per l’anno in corso.

La guerra commerciale suggerisce un ulteriore rallentamento della crescita: se nel 2024 si era già fermata a +0,7%, ora le previsioni oscillano tra il +0,4% del FMI e il +0,6% di Bankitalia e MEF. Se i conti pubblici hanno segnato un netto miglioramento (e come potrebbe essere altrimenti, visto il continuo tagliare), non è lo stesso per le retribuzioni.

Tra il 2019 e il 2024 i salari hanno perso il 10,5% del potere d’acquisto a causa dell’inflazione. Se si parla di retribuzioni lorde di fatto per dipendente, la riduzione è più contenuta, ma segna comunque un -4,4%, più intensa rispetto a quella sperimentata in altri paesi quali Spagna e Germania.

giovedì 29 maggio 2025

Seminario di Francesco Schettino - Socializzare i profitti (Meltemi 2025)

Da: AlfredWoolf - Francesco Schettino è professore ordinario di economia politica all’ Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.
Luca Cangianti: https://www.carmillaonline.com/2025/05/21/economia-neoclassica-una-rete-che-non-prende-pesci 


Seminario all'interno del corso di Politica Economica del prof. Lucarelli (Università degli studi di Bergamo): Francesco Schettino presenta "Socializzare i profitti" (Meltemi 2025). 

Francesco Schettino vive a Roma ed è professore di Economia politica presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”. Già redattore della rivista “La Contraddizione”, è coordinatore europeo della Rete Internazionale di Cattedre sul Debito Pubblico (RICDP) e consulente della Banca Mondiale sul tema delle disuguaglianze. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Crisi globale (con C. Filosa e G. Pala, 2021) e Crisi, disuguaglianze e povertà (con F. Clementi, 2022). 

Strutturato in cinque capitoli, il volume apre con un’analisi approfondita della teoria del consumatore e delle principali ipotesi su cui si fonda la microeconomia neoclassica. La trattazione si distingue per l’attenzione alla formalizzazione grafica e al linguaggio accessibile, pensato anche per un pubblico studentesco. L'autore alterna l’esposizione dei modelli convenzionali a osservazioni critiche di taglio teorico, con riferimento a categorie quali valore, lavoro, razionalità economica e classi sociali. 

La seconda parte del libro estende l’analisi al funzionamento delle imprese, alla concorrenza, al monopolio e alla formazione dei profitti. Particolare rilievo viene dato alla questione delle disuguaglianze, alla misurazione della povertà e al ruolo dell’innovazione tecnologica. Il testo evidenzia le trasformazioni strutturali dell’economia contemporanea, con richiami a fenomeni globali quali la concentrazione del potere economico, la crisi ambientale e le dinamiche geopolitiche. 

Nella parte finale, l’autore formula alcune ipotesi ricostruttive, delineando i tratti generali di un modello economico alternativo, fondato su principi di pianificazione collettiva, proprietà sociale e razionalità distribuita. L’intento non è quello di fornire un progetto definitivo, ma di aprire un dibattito teorico sulle prospettive dell’economia politica in un contesto segnato da discontinuità e sfide sistemiche. 

Corredato da una prefazione di Clara E. Mattei e da un’appendice metodologica sul concetto di valore, Socializzare i profitti si caratterizza per l’approccio didattico e divulgativo, affiancato a un impianto teorico coerente e ispirato alle tradizioni dell’economia critica. Il volume si inserisce nel più ampio panorama della riflessione eterodossa contemporanea, offrendo una lettura che si propone come alternativa ai manuali accademici tradizionali.
                                                                           

mercoledì 28 maggio 2025

Catastrofe Neoliberista. Una terapia contro la narrazione tossica - Massimo Zucchetti

Da: https://contropiano.org - Massimo Zucchetti è professore ordinario dal 2000 presso il Politecnico di Torino, Dipartimento di Energia. Attualmente è docente di Radiation Protection, Tecnologie Nucleari, Storia dell’energia, Centrali nucleari. - Massimo Zucchetti 

Angelo d'Orsi, Professore ordinario di Storia del pensiero politico all’Università di Torino.


Angelo d’Orsi, storico di fama internazionale e forse il maggiore conoscitore vivente su Antonio Gramsci, è l’autore di “Catastrofe Neoliberista“, appena pubblicato per LAD Edizioni, 2025.

Dagli anni ’70 a oggi, il neoliberismo si è imposto come un sistema economico, sociale e culturale globale, espandendosi in modo inarrestabile. Attraverso l’uso strategico di guerre, rivoluzioni colorate, media e meccanismi di controllo, ha piegato stati sovrani e devastato economie locali, eliminandone la resistenza.

Catastrofe neoliberista” di Angelo D’Orsi è innanzitutto un vademecum della storia recente: ripercorre le origini e le dinamiche di quella che de facto è una dittatura totalitaria mondiale, capace di imporsi con violenza e di camuffarsi abilmente da paladina della libertà e della democrazia. Come un vademecum, deve essere snello e utile: solo attraverso la comprensione profonda dell’avversario è possibile immaginare alternative. L’opera ci offre gli strumenti per decifrare il presente e provare a costruire un futuro diverso.

L’analisi riguarda essenzialmente il periodo successivo al 1989-91, con il letterale naufragio della nuova “Grande Illusione”, simboleggiata dalle previsioni di Francis Fukuyama (un mondo senza più guerre, di pace e progresso): la realtà si è invece dipanata in questi tre decenni e mezzo con il neoliberismo, che ha portato a una “guerra infinita” e all’aumento delle disuguaglianze, delle povertà e delle vittime del tritacarne imperialista.

Gli anni ’70 come cerniera tra welfare e neoliberismo.

D’Orsi descrive gli anni ’70 come la fine dei “Trenta (anni) Gloriosi” e l’apice dello stato sociale. Menziona le conquiste sociali degli anni ’60 e ’70 in Italia, come il divorzio, l’aborto, il servizio sanitario nazionale e lo statuto dei lavoratori.

Il prosieguo vede le deviazioni della “lotta di classe (dal basso)” verso la lotta armata, come reazione sbagliata ai tradimenti di molte delle speranze del dopoguerra.

Ma nel frattempo partiva anche la reazione del capitale: citando Domenico Losurdo, avveniva in contemporanea la “lotta di classe dall’alto“. D’Orsi paragona la controffensiva capitalistica a una mazza nelle mani delle classi dominanti, come il fascismo nel primo dopoguerra, citando Giovanni Arrighi. Il neoliberismo si può definire ultracapitalismo, turbocapitalismo e ipercapitalismo, citando Luciano Gallino e Rudolf Hilferding.

martedì 27 maggio 2025

Il lavoro secondo Andrea Zhok - Alessandra Ciattini

Da: https://futurasocieta.org - Alessandra Ciattini (collettivo di formazione marxista "Stefano Garroni”) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza, collabora con https://www.unigramsci.it

Andrea Zhok ha studiato presso le Università di Trieste, Milano, Vienna ed Essex. È professore di Filosofia morale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano e Master of Philosophy dell’Università di Essex.

Leggi anche: L'identità politica stato - "Sulla questione ebraica" - Stefano Garroni

La logica della crisi corrente - Andrea Zhok 


Foto: https://it.wikipedia.org/wiki/Gli_spaccapietre di Gustave Courbet, membro della Comune di Parigi.

Le riflessioni sul concetto di lavoro di Andrea Zhok, docente di Filosofia morale all’Università Statale di Milano, meritano di essere prese in considerazione. Se nei decenni passati la concezione di lavoro come impegno, contributo alla vita collettiva aveva ancora un qualche spazio, oggi è stata cancellata dall’idea che esso deve essere divertimento, puro mezzo per soddisfare le nostre esigenze personali, sia primarie che secondarie. Questo cambiamento è stato generato da una serie di trasformazioni strutturali e non solo dall’imporsi di un punto di vista differente.


Mi sono imbattuta per caso in un video proposto dalla casa editrice Ibex, “che produce libri per chi scala il futuro” e che mira al “Rinascimento italiano”. Nel suo sito, che ha 27.100 iscritti, si può leggere anche: “Non trattiamo un unico argomento, perché l’arte di domare gli eventi futuri non è fatta di tecnicismi settoriali, ma di intraprendenza strategica, e quindi olistica”. Così, spaziano “dal marketing alla filosofia, dall’imprenditoria alla propaganda passando per la politica”; un interessante percorso che desta molta curiosità, soprattutto in chi vuole capire per quale parte gli autori di queste frasi si schierano nel confuso scenario politico contemporaneo.

lunedì 26 maggio 2025

ABBIAMO CONQUISTATO, ESPULSO, UCCISO, RASO AL SUOLO, SCHIACCIATO, ELIMINATO E ABBIAMO FALLITO. E QUINDI ANCORA UNA VOLTA ALL'ATTACCO. - KOBI NIV

Da: https://www.haaretz.co.il - https://thepalestineproject.medium.com/we-conquered. - Traduzione: La Zona Grigia - https://www.haaretz.co.il/ty-WRITER 

E adesso? Un'altra operazione e una guerra? E ancora? E ancora? E ancora? 
E cosa? 

Dalla nascita del Sionismo, più di un secolo fa, gli ebrei iniziarono a immigrare e invadere, arrivando in quella che allora si chiamava Palestina, sulle rive orientali del Mar Mediterraneo. Chiamavano quel luogo Terra d'Israele. I palestinesi, che ne erano la Patria, capirono che gli ebrei intendevano stabilirvi una "Patria Nazionale" a loro spese. Noi, prima come "Yishuv" (Insediamento) e le sue organizzazioni clandestine, e poi come Stato d'Israele e il suo esercito, abbiamo condotto una Campagna Sanguinaria e incessante contro di loro, che è ancora presente in tutta la sua gloria e il suo orrore. 

È una storia che include centinaia e migliaia di operazioni militari, espulsioni, Massacri, Uccisioni, Demolizioni, Bombardamenti, Attentati, Assassinii e quant'altro. E tutto questo non ha portato a nulla, se non alla continuazione di guerre, battaglie, operazioni, distruzione e morte, fino alla "vittoria totale" o, come diciamo in ebraico, fino alla Venuta del Messia. Qualunque cosa arrivi prima. E nessuna di queste due cose arriverà mai. Ecco quindi un breve esempio di alcune delle nostre guerre e operazioni militari degli ultimi 100 anni, che ci hanno portato al presente, che non è poi così eccezionale: 

domenica 25 maggio 2025

Siamo nel nostro “momento Lenin”? - Emiliano Brancaccio

Da: https://www.rosalux.de - Emiliano Brancaccio è professore di Economia politica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e promotore, con Robert Skidelsky, dell’appello “Le condizioni economiche per la pace” pubblicato sul Financial Times , Le Monde e Econopoly de Il Sole 24 Ore . - Emiliano Brancaccio - www.emilianobrancaccio.it - 


Una statua di Lenin a Osh, Kirghizistan.CC BY-SA 4.0 , Foto: Wikimedia Commons / Adam Harangozó


L'istante, il "momento" decisivo: il concetto è diffuso tra gli scienziati di ogni tipo. In fisica, Galileo chiamava "momento" la diminuzione della gravità di un corpo che poggia su un piano inclinato. In economia, si parla di "momento di Minsky", dal nome del teorico Hyman Minsky, per descrivere il momento in cui una bolla speculativa sui mercati finanziari raggiunge la sua massima estensione prima di scoppiare. In tutti questi casi è implicito un cambiamento di scenario: il "momento" come punto di svolta nelle "leggi del moto" di un sistema.

Applicando questa idea all'indagine dei processi storici, sembra lecito azzardare che il tumulto globale che osserviamo oggi possa essere definito qualcosa di simile a un "momento Lenin". Il riferimento, tuttavia, non è a Vladimir Lenin, il rivoluzionario bolscevico in sé, quanto piuttosto a Vladimir Lenin, l'infaticabile studioso che, allo scoppio della Prima guerra mondiale, scrisse il suo famoso saggio su " Imperialismo: fase suprema del capitalismo" , un testo che continua a rivelarsi estremamente utile per comprendere le tendenze storiche ancora oggi.

L'Imperialismo di Lenin è un'opera più sottovalutata dagli economisti volgari che sopravvalutata dai comunisti ortodossi. Non può certo essere definita "scientifica" in senso moderno: la falsificazione popperiana – o qualsiasi altra modalità di verifica empirica – è resa impraticabile dal tenore narrativo dell'opera. La sua lettura, tuttavia, offre una cornucopia di intuizioni altamente originali, da cui molteplici generazioni di studiosi, marxisti e non, hanno tratto spunto per ricerche pionieristiche. [1]

L'intuizione leniniana che meglio ha resistito alla prova del tempo è il nesso tra l'intreccio dei rapporti internazionali di credito e debito, i correlati processi di centralizzazione del capitale in blocchi monopolistici contrapposti e la conseguente mutagenesi della lotta economica in un vero e proprio conflitto militare. Il "momento Lenin", potremmo dire, è proprio quel punto di svolta angoscioso degli eventi: l'ora del terrore collettivo in cui l'intreccio della competizione capitalista trabocca nello scontro armato. In questo senso, la guerra in Ucraina e le sue conseguenze, che saranno molto lunghe e tortuose, possono essere considerate il "momento Lenin" di questa nuova era di disordine mondiale. 

sabato 24 maggio 2025

"Le biotecnologie: verso uomini d’allevamento?" - Remo Bodei

Da:  Casa della Cultura Via Borgogna 3 Milano -  Remo Bodei (Cagliari, 3 agosto 1938 – Pisa, 7 novembre 2019) è stato un filosofo e accademico italiano.

Le trasformazioni dell’uomo contemporaneo seminario a cura di Fulvio Papi. 
Gli uomini, dopo la loro dotazione genetica, sono quello che le relazioni con il mondo consentono loro di essere. E questo essere significa sentire desiderare pensare. E’ questa costellazione umana che oggi è in rapida trasformazione. L’espansione globale dell’economia capitalistica e i suoi effetti, l’uso ineguale delle risorse essenziali, la strisciante crisi energetica, la trasformazione dei sistemi di comunicazione, la proliferazione dell’armamento atomico, le ragioni di una aumentata conflittualità delle quali il terrorismo è una radice e una conseguenza, l’intolleranza ideologica, cambiano la scena del mondo e la nostra vita quotidiana. 
Interrogarci su questa mobile linea di confine è un compito essenziale. Qui tentiamo qualche prova.

                                                                           

venerdì 23 maggio 2025

"Dagli Houthi all'Iran: TRUMP affonda in Medio Oriente" – SCOTT RITTER

Da: frontezero - Scott Ritter è un ex militare e ispettore dell'ONU statunitense.
                                                                           

giovedì 22 maggio 2025

L’Occidente perde la guerra della propaganda: la paura delle élite svelata - Michel Collon

Da: Neutrality Studies Italian - Michel Collon è uno scrittore belga e giornalista per la rivista del Partito dei Lavoratori del Belgio (Party of Belgium) e per il suo sito web Investig’Action (https://investigaction.net). 


La narrazione dell’Occidente è piena di crepe, e le élite europee lo sanno. E hanno paura. Hanno paura del cambiamento che arriverà quando non potranno più dominare lo spazio giornalistico. È per questo che stanno reprimendo i social e i media digitali, così come le testate giornalistiche straniere.
                                                                         

mercoledì 21 maggio 2025

Francesco Schettino, "Socializzare i profitti. Le leggi generali dell’economia politica nell’era dell’Antropocene"-

Da: https://decodernews.substack.com - Francesco Schettino è professore ordinario di economia politica all’ Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.

Ascolta anche: https://www.radiondadurto.org/2025/05/09/economia-presentazione-del-libro-socializzare-i-profitti-delleconomista-francesco-schettino 

Caffè e Cornetto: Socializzare i profitti, Luca Placidi intervista Kikko Schettino https://grad-news.blogspot.com/2025/05/caffe-e-cornetto-socializzare-i.html?m=1 

Gianfranco Pala: L’"AntiKeynes" - Francesco Schettino

Visita la pagina dedicata su: Meltemi editore

Socializzare i profitti è un volume articolato e ambizioso, con cui Francesco Schettino si propone di offrire una rilettura critica dei fondamenti dell’economia politica contemporanea, con particolare attenzione ai limiti della teoria economica mainstream e alla possibilità di delineare modelli alternativi in chiave eterodossa. Pubblicato nella collana “Rethink” di Meltemi, il testo si presenta come un contributo teorico che si colloca all’intersezione tra economia, filosofia e scienze sociali, con l’intento dichiarato di fornire strumenti concettuali utili per comprendere le dinamiche del capitalismo nell’attuale fase storica. 

Strutturato in cinque capitoli, il volume apre con un’analisi approfondita della teoria del consumatore e delle principali ipotesi su cui si fonda la microeconomia neoclassica. La trattazione si distingue per l’attenzione alla formalizzazione grafica e al linguaggio accessibile, pensato anche per un pubblico studentesco. L'autore alterna l’esposizione dei modelli convenzionali a osservazioni critiche di taglio teorico, con riferimento a categorie quali valore, lavoro, razionalità economica e classi sociali.

La seconda parte del libro estende l’analisi al funzionamento delle imprese, alla concorrenza, al monopolio e alla formazione dei profitti. Particolare rilievo viene dato alla questione delle disuguaglianze, alla misurazione della povertà e al ruolo dell’innovazione tecnologica. Il testo evidenzia le trasformazioni strutturali dell’economia contemporanea, con richiami a fenomeni globali quali la concentrazione del potere economico, la crisi ambientale e le dinamiche geopolitiche.

Nella parte finale, l’autore formula alcune ipotesi ricostruttive, delineando i tratti generali di un modello economico alternativo, fondato su principi di pianificazione collettiva, proprietà sociale e razionalità distribuita. L’intento non è quello di fornire un progetto definitivo, ma di aprire un dibattito teorico sulle prospettive dell’economia politica in un contesto segnato da discontinuità e sfide sistemiche.

Corredato da una prefazione di Clara E. Mattei e da un’appendice metodologica sul concetto di valore, Socializzare i profitti si caratterizza per l’approccio didattico e divulgativo, affiancato a un impianto teorico coerente e ispirato alle tradizioni dell’economia critica. Il volume si inserisce nel più ampio panorama della riflessione eterodossa contemporanea, offrendo una lettura che si propone come alternativa ai manuali accademici tradizionali.

Nel complesso, Socializzare i profitti si configura come un’opera teorica articolata, che affianca all’impianto critico una precisa intenzione pedagogica. Uno degli aspetti più interessanti è la scelta metodologica di affiancare, capitolo dopo capitolo, l’esposizione dei modelli convenzionali con la loro contestazione analitica. Questo doppio registro, che tiene insieme manuale e saggio critico, permette al lettore non solo di comprendere i principali concetti dell’economia neoclassica, ma anche di valutarli alla luce di alternative teoriche ben strutturate. In questo senso, il libro non si limita a una critica ideologica, ma costruisce un dialogo con l’economia dominante, con l’intento di restituire centralità alla dimensione storica e sociale dei fenomeni economici. Un contributo utile, dunque, per chi desidera ampliare lo spettro degli strumenti analitici disponibili nello studio dell’economia politica.

martedì 20 maggio 2025

Gaza e la necropolitica di Israele: la sovranità si misura con lo sterminio - Rasha Reslan


Da:  https://futurasocieta.org  - Font: Al Mayadeen English - Traduzione a cura di Alessandra Ciattini -Rasha Reslanè una giornalista di Al-Mayadeen Media Network , un canale di notizie satellitare arabo indipendente, lanciato l'11 giugno 2012 e con sede nella capitale libanese, Beirut. Rasha lavora anche come traduttrice. 

Vedi anche: laboratorio-palestina 

Leggi anche: Trauma collettivo e ripetizione della violenza: il caso israelo-palestinese tra psicoanalisi e storia - Luciano De Fiore, Guido Coccoli 

lultimo-capitolo-del-genocidio-Chris Hedges  

Decostruire il diritto, liberare la Palestina - Pasquale Liguori

KOBI NIV - ABBIAMO CONQUISTATO, ESPULSO, UCCISO, RASO AL SUOLO, SCHIACCIATO, ELIMINATO E ABBIAMO FALLITO. E QUINDI ANCORA UNA VOLTA ALL'ATTACCO. https://www.facebook.com/permalink.php? 



Immagine: Coopertina – Attributed to Francisco de Holanda – Trionfo della morte 1537, CC BY 3.0 


Articolo pubblicato dal canale televisivo arabo «Al Mayadeen», situato a Beirut, in cui si delinea il terribile quadro dell’attuale situazione a Gaza, scritto in occasione dell’Anniversario della Nabka. La politica di Israele viene giustamente definita “necropolitica”, una strategia deliberata di distruzione e di sacrificio degli altri, in base a cui la sovranità di Tel Aviv è definita mediante la cancellazione della vita palestinese. L’autrice mette in guardia contro la possibilità che essa diventi un modello per future guerre di conquista e di annichilimento. 


Mentre il bilancio delle vittime di Gaza si avvicina a 53.000 , con la maggior parte dei martiri donne e bambini, e ospedali, scuole e campi profughi in rovina, il mondo assiste a una catastrofe che sfida il linguaggio convenzionale della guerra. Questa non è una guerra combattuta per il territorio o per obiettivi militari. È qualcosa di più sistematico, più sinistro. È necropolitica nella sua forma più cruda: la gestione calcolata della morte.

“Si tratta di un tentativo di cancellare non solo la vita palestinese, ma anche le prove della sua esistenza”, ha affermato il famoso medico e filantropo britannico-palestinese Dr. Ghassan Abu Sitta, che ha prestato servizio negli ospedali di Gaza durante le prime settimane del genocidio israeliano in corso.

lunedì 19 maggio 2025

Papa, papi e dottrina sociale della chiesa - Roberto Fineschi

Da: http://marxdialecticalstudies.blogspot.com  -  Roberto Fineschi è docente alla Siena School for Liberal Arts. Ha studiato filosofia e teoria economica a Siena, Berlino e Palermo. Fra le sue pubblicazioni: Marx e Hegel (Roma 2006), Un nuovo Marx (Roma 2008) e il profilo introduttivo Marx (Brescia 2021). È membro del comitato scientifico dell’edizione italiana delle Opere complete di Marx ed Engels, dell’International Symposium on Marxian Theory e della Internationale Gesellschaft Marx-Hegel für dialektisches Denken. (http://marxdialecticalstudies.blogspot.com - https://www.facebook.com/roberto.fineschi - Marx. Dialectical Studies - laboratoriocritico.org!).


L’elezione di un nuovo papa suscita inevitabilmente grande interesse per il ruolo internazionale che questa figura ricopre, in particolare in Italia anche se la tendenza recente è quella di eleggere papi non italiani1. È evidente che, pur condividendo determinati principi di fondo, ci si può schierare assai differentemente (diciamo che i comunisti ne sanno qualcosa). Per quanto concerne la cosiddetta dottrina sociale delle chiesa questi principi di fondo sono ben chiari, espressi in molti documenti e sviluppati con coerenza di impianto nel corso del Novecento. Essi consentono un vasto arco di “appoggi” possibili che possono spostare l’operato pontifico più a destra o sinistra; tuttavia nessun papa ha mai messo in dubbio le basi generali di quell’impianto. 

Se dunque bisogna salutare con il giusto apprezzamento posizionamenti più sinistra di taluni rispetto a talaltri, non bisogna nemmeno confondersi sulle questioni di principio.

La seconda precisazione è che quanto si va a tentare di spiegare riguarda la posizione ufficiale della gerarchia ecclesiastica e non concerne necessariamente le mille anime popolari del cattolicesimo sociale. Si sa bene però le gerarchie hanno uno stretto controllo sulla faccia “ufficiale” di santa romana chiesa.

1) Le premesse: Pio IX2

domenica 18 maggio 2025

”Che fare” in Ucraina, alla vigilia dei negoziati - Massimo Zucchetti

Da: https://zucchett.wordpress.com - Questo articolo è partito da quest’altro, che qui si riporta e di cui si ringrazia l’autore Loris Zecchinato: ma è stato assai ampiamente rimaneggiato. Ecco la fonte: https://www.facebook.com/loris.zecchinato/posts/10236390562362322?rdid=74m9FmfofTjJCz5Z# -

Massimo Zucchetti è professore ordinario dal 2000 presso il Politecnico di Torino, Dipartimento di Energia. Attualmente è docente di Radiation Protection, Tecnologie Nucleari, Storia dell’energia, Centrali nucleari. - Massimo Zucchetti 

Proviamoci ancora una volta. Riesaminiamo la situazione in Ucraina alla vigilia della ripresa dei negoziati di Pace. E alla fine proponiamo un piano di pace per l’Ucraina, come abbiamo già fatto quasi tre anni fa [1]: è un periodo così disgraziato che c’è bisogno di miracoli. 

Quando un Paese è come l’Ucraina, multietnico, multi-linguistico, multi-religioso. con tradizioni, ambizioni, ideali diversi fra loro nelle sue popolazioni, ha alcune scelte a disposizione per disinnescare eventuali problemi che possono insorgere: 

- Si divide pacificamente (come fu per la Cecoslovacchia)

- Si organizza come una federazione di Stati (come la Confederazione Svizzera, la Federazione Tedesca, la Federazione Russa)

- Si struttura con Regioni dotate di un’ampia autonomia (come l’Italia con l’Alto Adige, il Belgio con fiamminghi e valloni, la Gran Bretagna con l’Irlanda del Nord, la Scozia, …)

Se invece decide di strutturarsi come uno Stato “monolitico”, la scelta è più delicata, ma possibile: conclude con *tutte* le proprie Popolazioni un contratto – che si chiama Costituzione: essa comprende la liberta di parlare le proprie lingue, di professare le proprie religioni, di rispettare le proprie tradizioni, eccetera. E si tengono libere elezioni per decidere (specie quando la principale popolazione “di minoranza” e decisamente numerosa), chi guiderà il Paese (Presidente e Governo), ma sempre nelle forme previste dalla Costituzione.

Cosi è stato dal 1991 al 2014 in Ucraina, con Presidenti di diversa “ispirazione”:

Kuchma (in equilibrio fra Est ed Ovest), Jushenko (pro Ovest), Janukovich (pro Est)

Venire meno a questo contratto, romperlo, non rispettarlo, usare la forza (golpe, invasioni con battaglioni punitivi, esercito) per imporre la volontà di una parte (che non è l’intero Popolo ucraino) su di un’altra parte, è incostituzionale e porta alla guerra civile.

venerdì 16 maggio 2025

Dialogo sul Papa - Alessandra Ciattini e Giulio Chinappi

Da: Giulio Chinappi - https://giuliochinappi.wordpress.com - Giulio Chinappi insegnante e analista che vive e lavora in Vietnam, collabora con La Città Futura e altre testate. (https://vn.linkedin.com/in/giulio-chinappi-994a34145 - https://www.facebook.com/giulio.chinappi) -Alessandra Ciattini (collettivo di formazione marxista "Stefano Garroni”) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza, collabora con https://www.unigramsci.it -

Il Vaticano, una monarchia teocratica nel cuore dell’Europa
Leone XIV e il Cattolicesimo sociale che nega la lotta di classe 
Vedi anche: Geopolitica del Vaticano: che pontificato e’ stato quello di Jorge Mario Bergoglio? Con Davide Rossi 

Alessandra Ciattini e Giulio Chinappi discutono sulla natura del Vaticano e sul pontificato di Papa Francesco. Il video è stato realizzato prima dell’elezione di Leone XIV.

                                                                          

giovedì 15 maggio 2025

“Né fascismo né liberalismo: soviettismo!” - Antonio Gramsci

Da: https://giuliochinappi.wordpress.com - https://www.nuovopci.it/classic/gramsci/gramsci.htm

Leggi anche: Il nostro Marx*- Antonio Gramsci 

Cadaveri e idioti - Antonio Gramsci 

Su Gramsci e la fondazione del Pci - PIERO GOBETTI

Gramsci. Eretico e comunista - Rossana Rossanda 

Internazionalismo e questione nazionale nel pensiero di Gramsci - Salvatore Tinè 

"I partiti e la massa"* di Antonio Gramsci – a cura di Giorgio Gattei

Vedi anche: Antonio Gramsci. Ritratto di un rivoluzionario - Angelo D'Orsi 

Due o tre cose che so di Gramsci. Antonio Gramsci ai Giovani. - Angelo d'Orsi 


L’Unità, 7 ottobre 1924

Nella crisi politica di liquidazione del fascismo il blocco delle opposizioni appare sempre più come un fattore di secondario ordine. La sua composizione sociale eterogenea, le sue esitazioni e la sua avversione ad una lotta della massa popolare contro il regime fascista, riducono la sua azione ad una campagna giornalistica e a degli intrighi parlamentari che si urtano impotenti di fronte alla milizia armata del Partito fascista. 

Nel movimento di opposizione al fascismo la parte più importante è passata al Partito liberale perché il blocco non ha altro programma da opporre al fascismo che il vecchio programma liberale della democrazia borghese parlamentare, il ritorno alla costituzione, alla legalità, alla democrazia. Nella discussione sulla successione al fascismo a proposito del congresso del Partito liberale, il popolo italiano è posto, dalle opposizioni, di fronte alla scelta: o fascismo o liberalismo; o un governo Mussolini di dittatura sanguinaria o un governo Salandra, Giolitti, Amendola, Turati, don Sturzo, Vella, tendente a ristabilire la buona vecchia democrazia liberale italiana sotto la cui maschera la borghesia continuerà ad esercitare il suo dominio di sfruttamento

mercoledì 14 maggio 2025

"Il mio messaggio ai palestinesi: non vi abbiamo dimenticati, ma vi abbiamo deluso" - Shockat Adam

Da: https://www.middleeasteye.net - Shockat Adam è un optometrista e deputato di Leicester South, eletto nel luglio 2024. In parlamento, siede come indipendente ed è membro dell'Alleanza Indipendente. Ha sostenuto la causa palestinese prima e dopo il suo ingresso in parlamento, presentando anche il disegno di legge n. 2 per il riconoscimento dello Stato di Palestina.

Vedi anche: Louis Theroux – I coloni (2025) 


Israele viola impunemente il diritto internazionale, sostenuto inequivocabilmente dalle potenze occidentali, e il mondo gli volta le spalle. 

Un minuto a mezzanotte. Questa è la frase che continuava a tornarmi in mente dopo essere tornato dai territori palestinesi occupati , mentre cercavo di elaborare la persecuzione travolgente che avevo visto lì. 

L'aspetto della mezzanotte stessa, il momento in cui finalmente l'orologio batte i suoi rintocchi, è troppo desolante per essere rappresentato appieno, anche se, con gli orrori inquietanti di Gaza ormai impressi nella coscienza mondiale, molti possono probabilmente immaginarlo fin troppo vividamente.

È trascorsa una settimana da quella visita. Come previsto, ha suscitato scarso interesse nei circoli dei media mainstream. È stato quindi un sollievo vedere il potente documentario di Louis Theroux sui coloni israeliani accendere la scintilla del dibattito pubblico. (Qui il video https://giorgio.gilest.ro/louis-theroux-the-settlers-2025/?)