venerdì 9 maggio 2025

Il nuovo cancelliere, un passato che non si cancella - Susanna Bohme Kuby

Da: https://ytali.com - Versione tedesca dalla rivista Ossietzky - https://www.facebook.com/sfassina - Susanna Bohme Kuby ha insegnato letteratura tedesca per decenni negli atenei di Genova, Udine e Venezia. 


Sicuri che in Germania i rischi per la democrazia arrivino soltanto da AfD? Da dove viene Friedrich Merz, il neo-cancelliere della Cdu? La guerra permanente con la Russia è davvero per la difesa dell’Ucraina? E quali sono gli interessi militari e finanziari che alimentano l’indifferenza europea per l’eliminazione del popolo palestinese dalla sua terra? Grazie a ytali.com, diretta da Guido Moltedo, troviamo qualche risposta nella traduzione di un’interessante analisi della rivista Ossietzky. (Stefano Fassina) 


“Blackrock Germany” di Werner Rügemer ricostruisce la carriera di Friedrich Merz alla guida del ramo tedesco della potente multinazionale, una delle tre grandi del complesso militare industriale mondiale. 

In molti si chiedono, in modo sempre più insistente, perché i governi occidentali non s’impegnino – per esempio in nome dei diritti umani – a chiedere la fine del massacro, si direbbe senza fine, della popolazione civile palestinese. Gli appelli dell’ultima amministrazione Biden per un’attenuazione degli attacchi a Gaza caddero nel vuoto, mentre il sostegno militare e finanziario al governo israeliano continuava senza sosta. Nel suo recente studio sugli interessi geopolitici degli USA e la questione palestinese, lo studioso svizzero Jacques Baud (La sconfitta del vincitore) ha mostrato ancora una volta come un Israele economicamente e militarmente forte sia stato costruito come baluardo contro i nemici degli Stati Uniti in Medio Oriente – utile ora anche se si tiene conto di un eventuale confronto militare con la Cina. Questa stretta alleanza strategica è portata avanti anche dal nuovo governo Trump. Israele può bombardare il Libano, la Siria o lo Yemen, ormai Stati falliti nella regione, e persino l’Iran senza un’obiezione significativa da parte dell’Occidente. Anche il progetto di espulsione di tutti i palestinesi da Gaza, così come dalle aree in Cisgiordania sempre più occupate dai coloni israeliani, deve essere attuato, anche se comporta la violazione di tutti i diritti umani. È definito “emigrazione volontaria” verso paesi vicini o anche più in là, verso l’Africa. Si arriva addirittura alle oscene fantasie di Trump di una Riviera di Gaza per i suoi simili… Una Riviera svuotata dai palestinesi.

Un articolo di Alberto Negri, apparso sul manifesto del 25 marzo scorso ha offerto parecchi indizi sul perché nessuna forza politica responsabile in Europa stia intervenendo contro tutto questo. Il complesso militar-industriale, finanziato dagli Stati Uniti in Israele dagli anni Cinquanta in poi con oltre 260 miliardi di dollari, estende la propria influenza a livello globale. Nel corso dei decenni, questi investimenti non solo hanno trasformato il piccolo Stato di Israele in un grande esportatore d’armi, classificandolo al nono posto nelle statistiche mondiali, nonostante per popolazione si collochi al 97° posto, ma ne hanno fatto anche uno dei maggiori clienti delle grandi aziende statunitensi nel settore della difesa. Lo Stato esiste quindi in stretta dipendenza dal complesso militare-industriale statunitense, e dietro a questo regna da tempo una struttura finanziaria attiva a livello globale, costituita dai grandi fondi di investimento noti come Big Three – Blackrock, Vanguard e State Street – che controllano anche l’intera industria militare e cibernetica attraverso i loro pacchetti azionari diversificati a livello globale. Questi traggono profitto da ogni bombardiere venduto e da ogni bomba che cade nei tanti conflitti armati nel mondo.

Il premio Pulitzer australiano Antony Loewenstein sottolinea nel suo studio sul Laboratorio Palestina che Israele si distingue tra altri stati produttori di armi per il suo unico “mix di armi e tecnologie di sorveglianza e tecniche che si combinano allo scopo di creare un sistema completo per il controllo di popolazioni ‘difficili’, basandosi su anni di esperienza in Palestina”. Anche in questo individua il significato degli incessanti interventi militari: Gaza e la Cisgiordania sono anche laboratori di prova per nuove armi ad alta tecnologia e sistemi di intelligenza artificiale che Israele esporta poi nel resto del mondo. E tutti i principali Stati europei sono legati a questo settore attraverso l’Israel Innovation Authority, agenzia governativa che facilita la ricerca, alle start-up del settore high-tech, oltre a quella delle grandi imprese estere del settore.

Su tutto aleggia Blackrock, al cui ruolo fatale nel sistema lo studioso Werner Rügemer ha appena dedicato uno snello volume con un lungo titolo: Blackrock Germany. Die heimliche Weltmacht, ihre Praktiken in Deutschland und Friedrich Merz (…La potenza mondiale segreta, le sue pratiche in Germania e Friedrich Merz). Rügemer studia da anni questi Capitalisti nel XXI secolo (titolo del suo saggio pubblicato anche in Italia da Castelvecchi nel 2021) e ha esposto ancora una volta in 112 pagine i punti più importanti della critica al “principale organizzatore di capitali di tutto il capitalismo guidato dagli Stati Uniti”, che consente ai suoi principali azionisti di rimanere anonimi e di evadere le tasse, dei cui proventi beneficiano soprattutto i super-ricchi negli Stati Uniti e nell’UE. Per esempio, in Germania, dove opera dal 1994, Blackrock gestisce un patrimonio privato anonimo di circa 270 miliardi di euro, secondo proprie indicazioni del 2024. Sebbene la società vi operi da trent’anni, è stata iscritta nel registro delle lobby al Parlamento solo nel 2022. Anche prima di allora, Blackrock ha avuto un ruolo importante nella svendita delle piccole e medie impresw tedesche agli Hedge-Funds statunitensi (dopo l’annessione del vasto complesso industriale della Repubblica democratica tedesca all’economia dell’ovest), nel salvataggio delle banche nel 2007/8, nel ricatto della Grecia fino al 2015.  L’azienda dispone di una vasta gamma di strumenti di potere e di personale corrispondente a molti livelli nella politica, nei media, nelle università, nei ministeri, nelle fondazioni ecc. In gioventù Emmanuel Macron, Tony Blair, Justin Trudeau, e anche Angela Merkel, Olaf Scholz, Markus Söder, Annalena Baerbock, per citare solo i politici più noti, hanno partecipato anche al programma Young Leaders del WEF (World Economic Forum), nel cui comitato direttivo siede il fondatore di Blackrock Laurence “Larry” Fink.

Friedrich Merz assunse la carica di presidente del consiglio di amministrazione di Blackrock Deutschland AG solo nel 2016 ma, come avvocato, curava già da anni gli interessi di investitori Private Equity negli USA. Nel 2008 aveva pubblicato il suo libro programmatico Mehr Kapitalismus wagen! (Osare più capitalismo!) nel quale favoriva la ritirata dei sindacati dalle imprese, la privatizzazione del welfare e pensioni basate su azioni BlackRock esprimendosi contro il salario minimo generalizzato (introdotto da Angela Merkel nel 2015).

Ora Merz è destinato a diventare il nuovo cancelliere della Repubblica Federale Tedesca e pretende un ‘nuovo ruolo di leadership’ in Europa. Rheinmetall, la maggiore industria bellica tedesca (dal 1889) che rifornisce anche l’Ucraina e il cui valore di borsa sta salendo alle stelle, è stata rilevata da Blackrock come azionista di maggioranza così come i titoli di Stato dell’Ucraina, paese ormai completamente sovraindebitato, che sono quindi già sotto controllo statunitense e assicureranno anche l’accesso a quelle terre rare che ora Donald Trump sta chiedendo. E, già nel 2022, Blackrock è stata nominata coordinatore della prevista “ricostruzione” dell’Ucraina.

“I futuri profitti della ‘ricostruzione’ dei clienti Blackrock saranno tanto più alti quanto più sarà stato distrutto prima in modo profittevole”, afferma conseguentemente Rügemer. E con ciò si chiude anche il cerchio Blackrock tra l’Ucraina e Israele. Questo stretto connubio militar-finanziario potrà spiegare anche la pressante propaganda verso la popolazione tedesca, spinta a svegliarsi, adesso, dal sonno della pace e a diventare kriegstüchtig, preparata e pronta alla guerra. La propaganda di politici e media agita lo spettro di una guerra da parte della Russia vs. l’Ovest entro pochi anni, fino a raggiungere la Porta di Brandeburgo, come fece all’inizio degli anni 1950, quando si doveva giustificare il riarmo tedesco solo pochi anni dopo il 1945.

Ora si ricorre alla stessa minaccia (contro ogni conoscenza storica e geopolitica attuale) per giustificare quei miliardi illimitati progettati da tempo per l’investimento nella produzione bellica. L’imminente ‘Blackrock Republik Deutschland’ si accinge in quel modo anche a superare la recessione ormai triennale costruendo nuovamente Panzer al posto di automobili, secondo una vecchia ricetta provata già novant’anni fa. 

Nessun commento:

Posta un commento