I Precedenti...
- http://www.maggiofilosofico.it/sraffa-sul-pianeta-marx-cronache-marxziane-n-6/
- http://www.maggiofilosofico.it/lanomalia-di-un-pianeta-che-cresce-cronache-marxziane-n-5/
- Tre Saggi per un pianeta (intervista a Saggio Massimo). Cronache marXZiane n. 4 - Giorgio Gattei
- Inside Marx. Viaggio al fondo del pianeta. Cronache marXZiane n. 3 - Giorgio Gattei
- Che vita su Marx! Cronache MarXZiane n. 2 - Giorgio Gattei
- C’è vita su Marx? Cronache MarXZiane n. 1 - Giorgio Gattei
1. Sul pianeta Marx (quell’insolito corpo astrale comparso nel cielo della economia politica nel XVIII secolo e studiato da astronomi capaci come Adam Smith, David Ricardo e infine da Karl Marx che gli ha dato il nome) io sono stato trascinato nel 1968 dai marXZiani dell’astronave “la Grundrisse”, che mi hanno letteralmente rapito, e nella mia lunga esplorazione di quel pianeta, che sto raccontando in queste “Cronache marXZiane”, sono alla fine approdato alla terra di Saggio Massimo (del profitto) nella quale non si pagano salari. Ma non è paradossale che non si remuneri il lavoro che pure s’impiega nella produzione delle merci? Niente affatto se si segue l’acuta osservazione del cosmonauta (non astronauta!) Piero Sraffa, che ha visitato personalmente quel pianeta prima di me dandone un resoconto preciso in Viaggio di merce per merce (1960), che il salario va considerato come composto di due parti distinte: un “salario di necessità” e uno “di sovrappiù”, con il primo che è dato esogenamente e deve essere necessariamente pagato per la sopravvivenza dei lavoratori «sulla stessa base del combustibile per le macchine o del foraggio per il bestiame», mentre il secondo partecipa in competizione con il profitto alla spartizione del sovrappiù prodotto attraverso il sistema della contrattazione sindacale tra le parti sociali di capitalisti e lavoratori ed è variabile potendo andare da “tutto il prodotto al lavoro” (come recitava la rivendicazione politica di un tempo) a zero quando la forza del lavoro sia così indebolita (per qualsiasi accidente storico, compreso il maledetto fascismo) da dover lasciare l’intero sovrappiù alla parte avversa. Così in quella estrema periferia del pianeta Marx il fatto che non si paghino salari significa soltanto che non si paga il “salario di sovrappiù”, dato che quello “di necessità” rimane, eccome, dentro ciò che in gergo è chiamata la “matrice della tecnica” ad indicare quali e quanti input, ovvero fattori produttivi compresi quindi i beni-salario “necessari”) servono per produrre ogni output. E’ proprio questa condizione che permette di costruire una pura logica del profitto senza alcuna contaminazione salariale, dovendosi pur giustificare quella curiosa indicazione di Marx, ripresa da Sraffa, sulla «possibilità di una caduta del saggio del profitto ‘perfino se i lavoratori potessero vivere di aria’» (e ci arriveremo, ma solo alla conclusione di queste Cronache, sebbene a futura memoria lascio già qui almeno una traccia: che “Macondo” è il nome autentico del pianeta Marx per i suoi abitanti).