La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
lunedì 22 aprile 2024
La Rivoluzione d'ottobre e il pensiero di Hegel - Emiliano Alessandroni
martedì 9 aprile 2024
Lenin, a cento anni dalla morte -
mercoledì 3 aprile 2024
ERA PREBELLICA? ALL'ARMI SIAM POLACCHI - Raniero La Valle
Da: (il Fatto Quotidiano del 2 aprile 2024) Raniero La Valle - Raniero La Valle è un giornalista, politico e intellettuale italiano.
Leggi anche: Il buio che ci sta davanti: dove è diretta la guerra in Ucraina - JOHN J. MEARSHEIMER
Annie Lacroix-Riz: "C'è un contesto storico che spiega perché la Russia è stata messa all'angolo"
LE QUATTRO LEZIONI DELL'UCRAINA. I DOPPI STANDARD OCCIDENTALI - Ilan Pappé
"La messa in scena come metodo della politica occidentale" - S.V. Lavrov
«Concentrare tutte le forze» contro «il nemico principale»*- Domenico Losurdo
Telesur intervista Noam Chomsky - Alessandra Ciattini
Vedi anche: STORICA INTERVISTA A VLADIMIR PUTIN - TUCKER CARLSON
giovedì 25 gennaio 2024
Il mondo di Lenin. Passaggio a Oriente - Luca Cangemi
Da: https://www.girodivite.it - Luca Antonio Cangemi Docente di Filosofia e Storia, dottore di ricerca in Scienze Politiche, fa parte della segreteria nazionale del Partito Comunista Italiano.
Leggi anche: Lenin - Opere complete
Sulla Nostra Rivoluzione*- Vladimir Lenin (1923)
LENIN - CENTRALITA' DELLA TEORIA (1996) - Stefano Garroni
LENIN: LA RIFLESSIONE SUL PARTITO. UN USO DELLA DIALETTICA* - Stefano Garroni
RICERCHE MARXISTE - L’ambivalenza di Lenin - Stefano Garroni
RICERCHE MARXISTE - Lenin: teoria, ideologia, burocrazia - Aristide Bellacicco
RICERCHE MARXISTE - Materialismo dialettico, materialismo non dialettico - Aristide Bellacicco
Un “ponte sull’abisso”. Lenin dopo l’Ottobre*- Alexander Höbel
l concetto di «capitalismo di Stato» in Lenin - Vladimiro Giacché
Lenin, 150 anni dopo la sua nascita - Atilio A. Boron
Il mito dell’imperialismo russo: in difesa dell’analisi di Lenin*- Renfrey Clarke, Roger Annis**
La luxemburg, Lenin e la democrazia. - Stefano Garroni. 14/06/2006
Domenico Losurdo: Il fondamentalismo occidentale - Emiliano Alessandroni
Esiste oggi un imperialismo europeo? - Domenico Losurdo
Il governo della guerra attacca la scuola - Luca Cangemi
Un blocco imperialista digitale? - Luca Cangemi
Vedi anche: Rivoluzione socialista e Rivoluzione anticoloniale - Domenico Losurdo
PENSARE LA RIVOLUZIONE RUSSA* - Luciano Canfora
Cento anni dalla Rivoluzione d'Ottobre - Vladimiro Giacché - Domenico Losurdo
Il discorso di Lenin sull’Oriente è anche il discorso di un nuovo, necessario, rapporto tra il movimento operaio dei paesi capitalistici dell’occidente e i popoli in lotta per la liberazione dal giogo coloniale. La Rivoluzione russa viene vista come il ponte tra queste due realtà. La sconfitta del movimento operaio e del marxismo in occidente pongono ora problemi enormi.
Se la cifra di questi nostri anni convulsi è il tendenziale rovesciamento della ri-colonizzazione (americana) del mondo, più nota sotto il nome di globalizzazione, e persino il tramonto del dominio occidentale sul globo (esito tutt’altro che scontato ma possibile), allora è necessario tornare a studiare l’iniziativa leniniana poi sviluppatisi lungo assai tortuosi sentieri ben oltre la fine del Secolo Breve (che sembra pretendere di diventare molto lungo) che di questi sconvolgimenti è, indiscutibilmente, la matrice. È come se attraverso la faglia leniniana prorompesse una nuova ondata di materiale storico incandescente, che non si può comprendere se non si torna alle caratteristiche originarie di quella frattura.
Che di frattura decisiva si tratti fu chiaro subito ai protagonisti di questa lunga storia. Il carattere “sconvolgente” e “costituente” delle idee di Lenin e degli atti del governo sovietico (sin dai primi giorni) sull’autodeterminazione dei popoli sono rilevati con stupore praticamente da tutti gli esponenti che da posizioni assai diversificate (a volte lontanissime da quelle dei comunisti) si pongono il tema dell’emancipazione delle nazioni costrette dagli europei alla condizione di colonie o semicolonie.
A Canton Sun Yat Sen fece chiudere i teatri per tre giorni alla notizia della morte di Lenin. È notissima la lettera che (siamo già nel 1930) Nehru scrive da una prigione inglese alla figlia Indira Gandhi indicando come memorabile l’anno di nascita della ragazzina (il 1917!) grazie all’opera di “un grande uomo”, ma valutazioni e attenzioni simili le troviamo in nazionalisti turchi, intellettuali persiani persino in qualche principe afghano con volontà di emanciparsi dal controllo inglese. Senza parlare ovviamente di coloro per cui militanza comunista e militanza anticoloniale da subito si identificarono.
martedì 19 settembre 2023
Nietzsche i millenni plebei e l'avvenire della vita - Salvatore Natoli
Appunti su “la Distruzione della Ragione”, di György Lukács -
venerdì 21 luglio 2023
Da cosa deriva la Discriminazione razziale negli Stati Uniti - Alessandro Barbero
venerdì 16 giugno 2023
Dov’è il fascismo oggi? Processi di concentrazione neoliberale del potere, stato d’eccezione e ricolonizzazione del mondo - Stefano G. Azzarà
Da: http://www.dialetticaefilosofia.it, settembre 2022 - Questo testo è stato pensato e scritto su richiesta di una rivista tedesca. Ciò spiega la presenza di alcune spiegazioni che possono essere ovvie e scontate per un lettore italiano. L’analisi sviluppata prescinde inoltre da quelli che saranno i risultati effettivi delle elezioni italiane del 25 settembre, visto che i riferimenti all’attualità più contingente sono solo un punto d’appiglio per un ragionamento più ampio. Alcuni passaggi, tuttavia, potranno essere aggiornati dopo quella data. -
Stefano G. Azzarà insegna Storia della filosofia politica all’Università di Urbino. È segretario alla presidenza dell’Internationale Gesellschaft Hegel-Marx. Dirige la rivista “Materialismo Storico”(materialismostorico - http://materialismostorico.blogspot.com). È impegnato in un confronto tra le grandi tradizioni filosofico-politiche della contemporaneità: liberalismo, conservatorismo, marxismo.Leggi anche: Domenico Losurdo e la comune umanità tra categorie del pensiero e conflitto sociale. - Salvatore Favenza
venerdì 27 gennaio 2023
Tappe e percorsi della dialettica hegeliana: la Rivoluzione d’ottobre e il pensiero di Hegel - Giovanni Sgrò
Da: Materialismo Storico - Sinistrainrete - Giovanni Sgro è professore associato di “Storia della filosofia” presso l’Università eCampus di Novedrate.
Leggi anche: HEGEL IN URSS. HEGELISMO E RICEZIONE DI HEGEL NELLA RUSSIA SOVIETICA - Valeria Finocchiaro
Lenin, Quaderni filosofici - Introduzione di R. Fineschi
Lenin lettore di Hegel*- Stathis Kouvélakis
RICERCHE MARXISTE - Momenti del dibattito sulla Nep - Stefano Garroni
1. I contributi raccolti nel volume che qui si presenta1, ricostruiscono dettagliatamente un incontro “epocale” nella storia della filosofia (e non solo della filosofia!) contemporanea: la recezione e l’influenza della filosofia di Hegel nel e sul pensiero filosofico e politico russo. Questo incontro non inizia però - né, tanto meno, termina - con la Rivoluzione d’Ottobre. Infatti, prima ancora che l’opera di Hegel giungesse in Russia, fu l’intelligencija russa a recarsi a Berlino per conoscere e studiare l’opera di Hegel2. Anzi, come è stato giustamente osservato3, lo stesso incontro tra il pensiero di Hegel e gli intellettuali russi è di tipo dialettico: è avvenuto molto presto ma, allo stesso tempo, anche molto tardi. Molto presto cronologicamente, in quanto i primi contatti si sono avuti già all’indomani della morte di Hegel (1831), negli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento ( Vormarz); ma a un livello di elaborazione molto tardo, in quanto l’immagine di Hegel che gli intellettuali russi assimilarono e che poi si adoperarono a diffondere e a propagandare nel loro paese era profondamente formata e mediata dall’interpretazione dei Giovani hegeliani.
Vissarion Grigor’evic Belinskij (1811-1848), Michail Aleksandrovic Bakunin (1814-1876) e Aleksandr Ivanovic Herzen (1812-1870) distinguevano nettamente il metodo rivoluzionario dal sistema conservatore, consideravano quindi la dialettica hegeliana come un’arma rivoluzionaria, offrivano un’interpretazione in chiave dinamica dei rapporti tra reale e razionale e, nel complesso, aderivano pienamente a una lettura in chiave progressista e rivoluzionaria della filosofia hegeliana4.
Questa lettura giovane-hegeliana della filosofia e, in particolare, della dialettica hegeliana sarà poi quasi letteralmente riformulata da Engels, più di quarant’anni dopo, nel suo famoso pamphlet di politica culturale, in cui si sofferma sul rapporto suo e di Marx con Hegel e su quell’“anello intermedio” tra la filosofia hegeliana e la concezione materialistica della storia rappresentato da Ludwig Andreas Feuerbach (1804-1872)5.
Per quanto riguarda i Giovani hegeliani russi, sarà soprattutto Herzen a valorizzare la categoria della mediazione per pensare - insieme a Hegel e oltre Hegel - il fallimento delle rivoluzioni del 1848. Ricorrendo a una filosofia della storia profondamente radicata nel presente, che non ammette romantiche fughe nel passato né anticipazioni anacronistiche del futuro, Herzen rappresenta l’anello di congiunzione tra le diverse esperienze delle rivoluzioni europee del 18486 e l’eredità rivoluzionaria russa del Nachmàrz, ed è il primo a porre il problema della “non-contemporaneità russa”7, che costituirà il nodo teorico e politico del grande dibattito tra populismo e marxismo in Russia.
lunedì 24 ottobre 2022
DOV'È IL PERICOLO DEL FASCISMO OGGI? - Stefano G. Azzarà
Dov’è il fascismo oggi? Processi di concentrazione neoliberale del potere, stato d’eccezione e ricolonizzazione del mondo. (Stefano G. Azzarà, settembre 2022)
- Antifascismo degradato a propaganda
Non c’è dubbio che in Fratelli d’Italia – il partito di Giorgia Meloni che tutti i sondaggi indicano come vincitore delle prossime elezioni con il 24% circa dei consensi – ci siano forti nostalgie fasciste o fascisteggianti. Diversi suoi esponenti nazionali e locali rappresentano già per la loro biografia la continuità con il MSI, la formazione che dopo la nascita della Repubblica italiana aveva raccolto gli eredi del fascismo sconfitto e che è stato a lungo guidato da Giorgio Almirante (un funzionario della Repubblica di Salò che nel contesto della Guerra Fredda seppe subito riposizionarsi in chiave filoamericana e anti-PCI).
E la stessa Meloni è stata dirigente del Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del MSI incline a un impegno “sociale” e “movimentista” e attiva nelle scuole e nelle Università; un’organizzazione il cui nome venne cambiato in Azione Giovani dopo che quel partito era stato a sua volta ridenominato come Alleanza Nazionale da Gianfranco Fini, allo scopo di essere ammesso al governo, e della quale la Meloni divenne a quel punto leader. Tra l’altro, se Alleanza Nazionale si presentava nel 1994 come un’operazione di fuoriuscita della destra italiana dall’orizzonte della nostalgia e di apertura a un’impostazione dichiaratamente liberalconservatrice, Fratelli d’Italia – che nasce nel 2012 proprio dal fallimento di quell’operazione – ha certamente rappresentato ai suoi esordi un ritorno verso un orizzonte più chiuso. Dobbiamo poi notare un’inquietante ricorrenza storica: il partito che sin dal simbolo si richiama all’eredità del fascismo (la fiamma tricolore che si innalza dalla bara stilizzata del Duce) potrebbe andare al potere esattamente 100 anni dopo la Marcia su Roma di Mussolini. Possiamo già immaginare la soddisfazione e il sentimento di vendetta di quel ceto politico e dei militanti più accesi di quel partito. E possiamo prevedere anche l’operazione di revisionismo storico e di ulteriore normalizzazione o riabilitazione del fascismo alla quale questa infausta coincidenza darà avvio nel dibattito pubblico.
martedì 11 ottobre 2022
LA SVOLTA ANTICOLONIALISTA DI PUTIN - Leonardo Masella
Da: https://www.facebook.com/leonardo.masella1 - Leonardo Masella, già della Redazione Nazionale di “Interstampa” e già della Direzione Nazionale del PRC.
Qui il video del discorso di Putin del 30 settembre per la celebrazione del riconoscimento dell’esito dei referendum delle regioni del Donabass. - https://www.youtube.com/watch?v=vh1psIZLfvE
martedì 2 agosto 2022
"La messa in scena come metodo della politica occidentale" - S.V. Lavrov
Da: https://www.facebook.com/ambrusitalia - Articolo di S.V. #Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, per il Centro internazionale d'Informazione “Izvestia”, 18 luglio 2022.
Quale idea di Occidente? Un’analisi filosofica del conflitto - Vincenzo Costa
venerdì 24 giugno 2022
Il mondo nuovo non verrà con un pranzo di gala - Leonardo Masella
Da: https://www.cumpanis.net - Leonardo Masella (https://www.facebook.com/leonardo.masella1), già della Redazione Nazionale di “Interstampa” e già della Direzione Nazionale del PRC.
venerdì 17 giugno 2022
L’industria della menzogna quale parte integrante della macchina di guerra dell’imperialismo - Domenico Losurdo (2013)
Da: https://www.voltairenet.org - Domenico Losurdo è stato un filosofo, saggista e storico italiano. - http://domenicolosurdo.blogspot.com/
Leggi anche: L'Holodomor, la propaganda liberale e le rimozioni storiche dell'Occidente [1] - Domenico Losurdo
La fabbrica della “russofobia” in Occidente - Sergio Cararo
Liquidare la Russia e isolare la Cina - Lucio Caracciolo (12.04.2021)
Quale idea di Occidente? Un’analisi filosofica del conflitto - Vincenzo Costa
La fabbrica del falso Strategie della menzogna nella politica contemporanea - Vladimiro Giacché
martedì 14 giugno 2022
Ecco perché sono comunista - André Vltchek
Da: https://ilgiornaledelriccio.com - Art. originale da CounterPounch - traduzione di Elena Dardano -
Andre Vltchek (29 dicembre 1963-22 settembre 2020) è stato un analista politico, giornalista e regista americano di origine sovietica. Vltchek è nato a Leningrado, ma in seguito è diventato cittadino americano naturalizzato dopo aver ottenuto asilo lì a vent'anni. Ha vissuto negli Stati Uniti, Cile, Perù, Messico, Vietnam, Samoa e Indonesia. Vltchek ha coperto i conflitti armati in Perù, Kashmir, Messico, Bosnia, Sri Lanka, Congo, India, Sud Africa, Timor orientale, Indonesia, Turchia e Medio Oriente. Ha viaggiato in più di 140 paesi, e ha scritto articoli per Der Spiegel , quotidiano giapponese The Asahi Shimbun , The Guardian , ABC News e il quotidiano della Repubblica Ceca Lidové novizio. Dal 2004, Vltchek ha lavorato come senior fellow presso l' Oakland Institute.
Leggi anche: Sulla stagnazione del marxismo - Stefano Garroni
Perchè è fallito il comunismo?*- Domenico Losurdo (9/11/1999)
La missione morale del Partito comunista - György Lukács
Questioni relative allo sviluppo e alla persistenza nel socialismo con caratteristiche cinesi - Xi Jinping
Sul ruolo del partito comunista nella rivoluzione proletaria - LENIN
ESSERE MARXISTA, ESSERE COMUNISTA, ESSERE INTERNAZIONALISTA OGGI - Samir Amin
La colonizzazione globale: le false unità e le false identità nelle ideologie dell’impero*- Edoarda Masi**
Il socialismo e l'uomo a Cuba - Ernesto Che Guevara (1965)
L'A.B.C. del Comunismo* - Bucharin-Preobrazenskij (1919)
Comunisti, oggi. Il Partito e la sua visione del mondo. - Hans Heinz Holz.
Il primo: non si può schiavizzare un intero gruppo o un’intera etnia, almeno non per sempre. È impossibile spezzare l’ardente desiderio di esercitare le propria libertà e i propri diritti, non importa quanto brutalmente e frequentemente il colonialismo, l’imperialismo, il razzismo e il terrore religioso provano a farlo.
Il secondo messaggio ugualmente importante è che i bianchi e i cristiani (e ancora di più i cristiani bianchi) per secoli, ovunque nel mondo, si sono comportati come orde di bestie selvagge e maniaci genocidi.
A fine Aprile 2016, a bordo del jet della Cubana de Aviacion, che mi stava portando da Parigi a L’Avana, non ho resistito alla tentazione di accendere il computer e guardare di nuovo, forse per la decima volta in vita mia, La Ultima Cena.
Con Gutiérrez nello schermo, Granma Internacional (il giornale ufficiale cubano chiamato così dalla nave che portò Fidel, il Che e altri rivoluzionari a Cuba per dare l’avvio alla rivoluzione) e un bicchiere di autentico e puro rum sul tavolino, mi sentivo a casa, al sicuro e raggiante di felicità. Dopo diversi giorni tristemente trascorsi a Parigi, mi stavo finalmente lasciando alle spalle la grigia, sempre più deprimente, dispotica e auto compiacente Europa.
L’America Latina mi aspettava. Stava affrontando degli attacchi terribili organizzati dall’Occidente. Il suo futuro era ancora una volta incerto. “I nostri governi” stavano sanguinando, alcuni di loro collassando. Quello terrificante dell’ala di estrema destra guidato da Mauricio Macri in Argentina era completamente impegnato nello smantellare lo stato sociale. Il Brasile soffriva per il colpo di stato ad opera dei corrotti legislatori di destra. La rivoluzione bolivariana del Venezuela combatteva strenuamente per la propria sopravvivenza. Le forze sovversive conservatrici stavano affrontando sia l’Ecuador che la Bolivia.
Mi chiesero di andare. Mi dissero: “L’America Latina ha bisogno di te. Stiamo combattendo per la nostra sopravvivenza”. Ed eccomi lì, a bordo del Cubana, mentre andavo a casa, in quella parte del mondo che mi è sempre stata cara e mi ha modellato in quello che sono ora, un uomo e uno scrittore.
Andavo a casa perché lo volevo, ma anche perché era un mio dovere. E cavolo, io ci credo davvero nei doveri!
Dopotutto, non sono un anarchico, ma un Comunista, “istruito” e temprato in America Latina.
***
giovedì 9 giugno 2022
Holodomor: nuovo avatar dell’anticomunismo “europeo” - Annie Lacroix-Riz
Da: www.historiographie.info/arch/holodomor08.pdf - Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare.
Annie Lacroix-Riz, docente di Storia contemporanea all’Università di Parigi 7
Leggi anche: Annie Lacroix-Riz: "C'è un contesto storico che spiega perché la Russia è stata messa all'angolo"
L'Holodomor, la propaganda liberale e le rimozioni storiche dell'Occidente [1] - Domenico Losurdo
Dal novembre 1917 si sono succedute senza tregua campagne antibolsceviche tanto violente quanto diverse, ma quella della “carestia in Ucraina” lanciata nel 1933 ha da vent' anni preso il sopravvento. Si scatena quando i grandi imperialismi, Germania e Stati Uniti in testa, bramosi dopo il diciannovesimo secolo di saccheggiare le immense risorse dell'Ucraina, pensano di riuscirci. La congiuntura sorride al Reich nel 1932-1933, quando il sud dell'URSS (Ucraina ed altre “terre nere”, il nord del Caucaso e del Kazakistan) venne colpito da un considerevole abbassamento dei raccolti e l'insieme dell'Unione ha difficoltà di approvvigionamento che portarono al ritorno di un rigoroso razionamento. Grave “scarsità”, soprattutto durante il periodo di “soudure” (tra i due raccolti) non specificamente ucraina, secondo la corrispondenza diplomatica francese; “carestia” ucraina secondo i rapporti del 1933-1934 dei consoli tedeschi ed italiani, utilizzati dagli Stati o dai gruppi impegnati nella secessione dell'Ucraina: Germania, Polonia, con il maggiore centro di agitazione a Lwow [Leopoli - in Polonia fino al 1939, ndr], e il Vaticano.
domenica 29 maggio 2022
L'Holodomor, la propaganda liberale e le rimozioni storiche dell'Occidente [1] - Domenico Losurdo
Da: https://www.marxismo-oggi.it - Domenico Losurdo è stato un filosofo, saggista e storico italiano. - http://domenicolosurdo.blogspot.com/
Vedi anche: Stalin oltre la doxa - Domenico Losurdo
Ucraina: una crisi che può allargarsi - Domenico Losurdo (2014)
- L’olocausto ucraino quale bilanciamento dell’olocausto ebraico
Le due personalità criminali [Hitler e Stalin ndr], reciprocamente legate da affinità elettive, producono due universi concentrazionari tra loro assai simili: così procede la costruzione della mitologia politica ai giorni nostri imperversante. Per la verità, pur inaugurando questa linea di pensiero, Arendt fa un discorso più problematico. Per un verso accenna, sia pure in modo assai sommario, ai «metodi totalitari» preannunciati dai campi di concentramento in cui l’Inghilterra liberale rinchiude i boeri ovvero agli elementi «totalitari» presenti nei campi di concentramento che la Francia della Terza Repubblica istituisce «dopo la guerra civile spagnola». Per un altro verso, nell’istituire il confronto tra Urss staliniana e Germania hitleriana, Arendt fa valere alcune importanti distinzioni: solo a proposito del secondo paese parla di «campi di sterminio».
C’è di più: «nell’Urss i sorveglianti non erano, come le SS, una speciale élite addestrata a commettere delitti». Com’è confermato dall’analisi di una testimone passata attraverso la tragica esperienza di entrambi gli universi concentrazionari: «I russi […] non manifestarono mai il sadismo dei nazisti […] Le nostre guardie russe erano persone per bene, e non dei sadici, ma osservavano scrupolosamente le regole dell’inumano sistema»[2]. Ai giorni nostri, invece, dileguati il sia pur sommario riferimento all’Occidente liberale e l’accenno alle diverse configurazioni dell’universo concentrazionario, tutto il discorso ruota attorno all’assimilazione di Gulag e Konzentrationslager.
Perché tale assimilazione sia persuasiva, in primo luogo si dilatano le cifre del terrore staliniano. Di recente, una studiosa statunitense ha calcolato che le esecuzioni realmente avvenute ammontano a «un decimo» delle stime correnti[3]. Resta fermo, ovviamente, l’orrore di questa repressione pur sempre su larga scala. E, tuttavia, è significativa la disinvoltura di certi storici e ideologi. Né essi si limitano a gonfiare i numeri. Nel vuoto della storia e della politica la costruzione del mito dei mostri gemelli può compiere un ulteriore passo avanti: all’olocausto consumato dalla Germania nazista a danno degli ebrei a partire soprattutto dall’impantanarsi della guerra ad Est corrisponderebbe l’olocausto già in precedenza (agli inizi degli anni ’30) inflitto dall’Urss staliniana agli ucraini (il cosiddetto «Holodomor»); in questo secondo caso si sarebbe trattato di una «carestia terroristica» e pianificata, alfine sfociata in un «immenso Bergen Belsen», e cioè in un immenso campo di sterminio[4].
lunedì 23 maggio 2022
DIFESA DELLA DEMOCRAZIA O DELLA "GRANDE DIVERGENZA"? - Emiliano Alessandroni
Da: https://www.facebook.com/emiliano.alessandroni - Emiliano Alessandroni, Università degli Studi di Urbino 'Carlo Bo', redattore della rivista scientifica "Materialismo storico" (materialismostorico - http://materialismostorico.blogspot.com).
Leggi anche: Pace: una storia lunga e tormentata, tra idee e realtà*- Emiliano Alessandroni intervista Domenico Losurdo