domenica 9 agosto 2015

IL LIBRO DEL FILOSOFO* - Stefano Garroni

*Da "SUL PERTURBANTE", Stefano Garroni, Ed. Kappa 

    La filosofia di cui Nietzsche parla tien fisso lo sguardo, attraverso le contingenze temporali, sugli 'eterni problemi', sul 'culmine spirituale', vive, insomma, in quella dimensione 'zeitlos' (atemporale, eterno, non soggetto alla moda) in cui non c'è posto né per il popolo reale, né per gli affanni e preoccupazioni politiche. E' quella filosofia che risveglia la fede in un mito costruito sul vuoto, perché ha il fine non già di conoscere, ma di render piena la vita e che ricava, da questa sua funzione, la possibilità di discriminare 'ciò che è grande' e 'ciò che è piccolo', ciò che serve alla 'Vollendung des Lebens' (pienezza del vivere) e ciò che, invece, da essa allontana. E' proprio questa la filosofia, di cui Nietzsche afferma il primato sulla scienza.

    Propriamente quella conoscitiva è un'attività transferenziale: nel senso che, mediante la scienza, l'uomo trasferisce fuori di sé, negli oggetti, qualità che, invece, appartengono al suo modo di vivere.
    Così facendo, l'uomo dimostra debolezza di carattere; attribuendo al mondo la piccolezza, la meschinità del suo modo di vivere, egli si sottrae allo sforzo di modificarlo. Facendo della propria, meschina misura la misura del mondo, s'acqueta e tutta l'ansia di completezza, che la vita quotidiana continuamente smentisce, la distoglie dall'autentica finalità, traducendola in smodato desiderio di conoscere.

   "se dobbiamo erigere una cultura, abbiamo bisogno d'inaudite capacità artistiche per spezzare la smodata pulsione al conoscere, e per produrre una nuova unità. L'altissima nobiltà del filosofo si mostra nel suo concentrare la smodata pulsione al conoscere, nel suo imbrigliarla in vista dell'unità". (F. Nietzsche, Das Philosophen Buch, A. 30, p 19) 












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