Ora, la domanda che ci stiamo ponendo è: può il lavoro
astratto che diventa valore, pur essendo una categoria teorica, avere una
determinazione direttamente quantitativa, cioè assumere una grandezza
determinata? E, se sì, a che “prezzo”? La risposta di Marx appare positiva: il
prodotto del lavoro, le merci, non solo acquisiscono la forma sociale di valore,
ma valore di una determinata grandezza.
E’ un passaggio che
possiamo semplificare così: se sono in grado di pensare che il valore di una
merce dipende dal tempo di lavoro, posso anche chiedermi: quanto valore?
che significa – per il valore, ma non solo – essere una
“grandezza sociale”?
Supponiamo – con Isaak Rubin – che una comunità futura debba
decidere come, e di conseguenza quanto, valutare il lavoro delle persone. Si
potrebbe essere d’accordo nel valutare che una giornata lavorativa di un
operaio non qualificato valga (ad es.) 1 e una giornata lavorativa di un
operaio qualificato 3, una giornata lavorativa di un operaio esperto ne valga 2
di uno non esperto e così di seguito. Significherebbe questo che “realmente” un
certo lavoratore, più qualificato o più esperto, lavora più ore di un altro
meno qualificato o meno esperto? Evidentemente no. Dal punto di vista delle ore
concrete di lavoro effettuate, è ben possibile che siano le stesse o che i
lavoratori più esperti o più qualificati lavorino meno dei loro compagni. Il
significato di una tale convenzione indica che la quantità di “lavoro sociale”
A è maggiore, cioè è valutata più, della quantità di lavoro sociale di B.
Si tratta di “contabilità sociale” che ha ad oggetto unità
di massa omogenea di lavoro la cui metrica è ordinata con criteri politici da
parte di un organismo sociale. Si tratta, in poche parole, di grandezze sociali
nello stesso senso in cui il valore, lavoro “congelato”, “gelatina di lavoro
umano omogeneo”, è espressione materiale, reale non meno che ideale, del lavoro
sociale nella forma specifica che il lavoro possiede in una economia mercantile
e capitalistica, cioè lavoro astratto.
In questo senso lavoro astratto e valore non hanno solo una
espressione qualitativa, ma anche quantitativa, una determinata grandezza,
nello stesso senso in cui il lavoro sociale computato dagli organi di una comunità
futura ha una grandezza determinata.
Per Marx le relazioni sociali di produzione tra le persone
sono espresse in forma materiale. Provate a scomporre e ricomporre questa frase
così: la forma materiale nasconde rapporti sociali. In questo senso il salario,
in qualsiasi forma appaia: monetaria o reale, è un rapporto sociale. Il
capitale è un rapporto sociale, in qualsiasi forma si presenti.
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