Da: http://www.gianfrancopala.tk/ - (http://www.contraddizione.it/quiproquo.htm) - Gianfranco Pala è un economista italiano.
L’OMBRA DI MARX - estratti da “piccolo dizionario marxista” contro l’uso ideologico delle parole -
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Vittoria del capitalismo? - Hyman Minsky
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(valore,
classi e pianificazione)
Si
sa che Marx – fin dall’inizio dell’analisi del Capitale
– ripete tante volte che “produzione delle merci e circolazione
delle merci sono fenomeni che appartengono insieme a differentissimi
modi di produzione, sia pure in mole e con portata differenti”.
Sembra, dunque, inevitabile che una società di produttori associati,
la quale voglia iniziare a porre sotto un controllo cosciente e
pianificato
la produzione stessa non possa fuoriuscire immediatamente da questa
forma di merce. Deve, tuttavia, mutarne i caratteri sociali
conservandone la base materiale “in quanto forma
universalmente necessaria del prodotto”
che “si esprime tangibilmente nella produzione su grande scala e
nel carattere di massa
del prodotto”.
Tale
carattere può essere conservato
– mentre può essere soppressa,
insieme alla soppressione della non proprietà del lavoro,
l’unilateralità che il capitalismo gli impone – trascendendo
così il modo capitalistico stesso di produrre, affinché esso non
ripresenti anacronisticamente i caratteri privati (non socializzati)
della merce semplice.
Si ricordi fin d’ora che la forza-lavoro è
l’unica merce che,
già nel sistema capitalistico, appare nella sua forma
semplice, ovvero non
prodotta
capitalisticamente, il che dimostra come praticamente possibile
l’esistenza immediata
di merce semplice con caratteri di massa in antitesi alla forma
capitalistica. Dunque, tra i “differentissimi modi di produzione”
che presuppongono la merce
– ovverosia, lo scambio sul mercato
di prodotti del lavoro e forza-lavoro medesima contro denaro – c’è
anche, per definizione,
la produzione non interamente pianificata della transizione
socialista.
Ciò
pone tre ordini di problemi: i.
la tecnica e la
scienza, riducendo il tempo di lavoro vivo socialmente necessario
relativamente a quello morto, costituiscono l’oggettivazione
che permane di contro alla soppressa alienazione delle
condizioni materiali del lavoro; ii.
la possibile negazione
della forma capitalistica della merce ripropone, ma su basi nuove in
quanto non solo mediatamente ma immediatamente
sociali, quella figura del ciclo della circolazione – vendere
per comprare anziché,
capitalisticamente, comprare per vendere – che ha al suo inizio e
alla sua fine la merce
e non il denaro (riconsiderando così il lato “dimenticato” della
duplicità della merce, il suo valore d’uso); iii.
con il mutamento del carattere storico della merce emerge il
mutamento della sua forma
valore, fino al
significato della sua forma
denaro (e del
corrispondente prezzo delle merci).