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La relazione tra Cina e Stati Uniti modella, oggigiorno, la linea di tendenza delle relazioni internazionali: le due principali potenze planetarie, infatti, sono inevitabilmente attratte l’una dall’altra, si vedono reciprocamente come partner imprescindibile e principale avversario potenziale.
Per
la prima volta dopo il crollo dell’Unione Sovietica la Cina, non a
caso definita “potenza revisionista” nella prima National
Security Strategy firmata
Donald J. Trump,
si è consolidata nel rango di potenza capace di intaccare l’egemonia
politica, economica e militare detenuta dagli Stati Uniti su scala
globale. La rivalità sino-americana corre di pari passo
all’attrazione fatale che avvolge i sistemi economici dei due Paesi
e si manifesta in diversi scenari di crisi (dalla
faglia indo-pakistana al
Mar Cinese Meridionale), oltre che nelle reiterate schermaglie
commerciali,
rendendo necessaria una domanda: un conflitto militare diretto tra
Pechino e Washington è da ritenersi possibile?
La
trappola di Tucidide
A
tale domanda ha provato a rispondere Graham T. Allison, professore
alla John F. Kennedy School of Government di Harvard, nel suo testo
fondamentale Destined
for War, pubblicato
nel 2017 e subito entrato nelle librerie personali di tutti gli alti
decisori strategici statunitensi, primo fra tutti il National
Security Advisor H.
R. McMaster.
Allison
ha coniato l’espressione “trappola di Tucidide” per definire i
rischi che possono essere causati dall’esacerbazione della rivalità
tra due Paesi in forte competizione tra loro.
Come
scritto da Massimo Ciullo su Tempi:
“Citando lo storico delle guerre peloponnesiache, considerato il
padre del realismo classico, Allison sostiene che la sfida di una
potenza emergente a una potenza egemone, pone una grave minaccia alla
stabilità e alla pace. Iniziare a riconoscere i fattori di rischio
diventa imprescindibile per evitare che il confronto tra i due
contendenti finisca per farli cadere nella trappola di Tucidide”.
Cosa insegna Tucidide a Cina e Stati Uniti
Nella
sua opera sulla Guerra del Peloponneso, Tucidide scrive: “Ciò
che rese la guerra inevitabile fu l’ascesa della potenza di Atene e
la paura che questa causò a Sparta”. Dal conflitto che devastò la
Grecia classica alla Guerra Fredda, Allison cita sedici esempi di
rivalità simili, nella loro caratterizzazione, a quella
sino-americana, dodici dei quali si sono conclusi con un diretto
conflitto militare.
Emblematico,
in tal senso è il paragone con la forte contrapposizione che
coinvolse Germania e Regno Unito prima della Grande Guerra: i due
Paesi, tanto economicamente interdipendenti quanto atavicamente
rivali, si lanciarono nella colossale corsa al riarmo navale motivata
dalla volontà di Berlino di sfidare l’egemonia planetaria della
flotta britannica, fatto che evoca alcuni paragoni con l’attuale
situazione che vede la Cina intenta a ristrutturare
il suo apparato militare partendo
proprio dall’irrobustimento della flotta.
Se
il paragone con la crisi di inizio XX secolo tra le due principali
potenze europee può risultare inquietante, Allison cita anche
elementi di parallelismo con la contemporanea rivalità tra Londra e
Washington segnata dal forte attivismo di Theodore
Roosevelt,
paragonato dall’autore a Xi Jinping in quanto leader fondamentale
per la costituzione di una solida consapevolezza di potenza mondiale
da parte del proprio Paese. Tale sfida non si risolse in un conflitto
diretto tra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, e non sarebbe
impossibile ritenere che la Cina punti, in ultima istanza, a
conseguire per l’Asia ciò che Roosevelt ottenne per il continente
americano nel corso della sua presidenza, ovvero il riconoscimento di
una primazia indiscutibile e sovrana in ambito politico-economico.
Il monito di Tucidide
Simbolo,
prima ancora che legame concreto, delle caratteristiche che
accomunano epoche storiche lontane tra loro, la “trappola di
Tucidide” descritta in Destined
for War è
prima di tutto un monito ai governanti, ai leader politici, militari
ed economici di Cina e Stati Uniti a considerare in un’ottica di
lungo termine la relazione tra i due Paesi. “The farther backward
you can look, the farther forward you can see”, ha detto Winston
Churchill in un’indimenticabile sentenza che testimonia
l’importanza e il valore di una solida conoscenza della storia,
premessa fondamentale per la comprensione del presente.
Le
chiavi di interpretazione della rivalità sino-americana, insomma,
sono tutte già a disposizione, ed è compito dei decisori politici
afferrarle, ricordando, in presente come in futuro, che la guerra non
è mai un’eventualità completamente ineluttabile e che essa va
prevenuta e scongiurata nella maniera più decisa. La grande lezione
del padre della storiografia segnalata da Allison, il monito di
Tucidide alle generazioni presenti, è un invito a impegnarsi per
evitare che, in futuro, qualche storico si ritrovi a scrivere delle
motivazioni che resero la guerra tra Cina e Stati Uniti
“inevitabile”.
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