Da: https://www.marx21.it - Leonardo Masella (https://www.facebook.com/leonardo.masella1), già della Redazione Nazionale di “Interstampa” e già della Direzione Nazionale del PRC.
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È morto Gorbaciov. Io non condivido per niente le manifestazioni di apprezzamento per l’azione di Gorbaciov che, anche alla luce di ciò che successo dopo, aiutarono alla fine del l’Urss e del patto di Varsavia.
La controrivoluzione imperialista vinse provocando la cancellazione di tutte le conquiste sociali della Rivoluzione d’Ottobre, anni di privatizzazioni, di disoccupazione e di povertà di massa, il crollo dell’età media di vita, un milione di morti solo all’est, senza calcolare quelli all’ovest e nel terzo mondo, cinque guerre imperialiste (la prima guerra del Golfo, la guerra contro la ex-Yugoslavia, la guerra in Afghanistan, la guerra all’Iraq e quella alla Libia), oltre all’aggressione ai palestinesi, alla Siria e allo Yemen.
La fine del l’Urss indebolì anche il movimento operaio dei paesi capitalisti europei, contribuendo a portare alla fine di tante conquiste ottenute anche per la presenza stessa dell’Urss.
D’altra parte non condivido i festeggiamenti di alcuni esponenti comunisti per la morte di Gorbaciov.
Questo è un altro modo per liquidare tutta l’esperienza comunista, perché riconduce il crollo dell’89 al solo Gorbaciov, alle solite categorie del tradimento, del rinnegamento, del revisionismo, che servono solo a consolarsi psicologicamente e a non riflettere sulle cause politiche e teoriche vere di lunga lena che hanno causato quella catastrofe sociale, politica e geopolitica.
E impediscono di interrogarsi sul perché è potuto accadere, sul perché l’azione controrivoluzionaria dell’imperialismo è potuta passare senza quasi nessuna resistenza popolare.
Gorbaciov non viene dalla luna e un metro di ghiaccio non si forma in una sola notte di gelo.