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La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
Da: https://www.lacittafutura.it - Aristide Bellacicco (Medico) fa parte del "Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni"
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Epidemiologi al secondo posto
al terzo stanno gli infettivologi
che se la battono con i virologi
e gli statistici
ma chi c'è al primo?
Mascherinistici e distanziologi,
esperti in balistica degli sputi,
amuchinomani, manocuoristi
e ancora i gomitosalutisti
ma chi sta in testa?
No-mask, no-sex, no-vax,
gli eroi di divani e sofà
e lo sterminio nelle RSA.
Coronascettici e complottomani,
ma chi è che vince tutte le mani?
Xenocinofobi, biopoliticanti, Leviatani,
numeratori, sottrattori, teorici
Covinternazionalisti, sfebbratori,
ristorattori e youtubbastri
ma chi prevale lassù negli astri?
Virusoubrettes, cantabalconi,
zizekkisti, spilloversaggi,
antropocenici puntaindici,
catastrofisti, menefreghisti,
cronometristi contatamponi
ma chi galleggia più su di tutti?
Pseudostatisti, vivatrumponi,
mortalitometri, confrontazionisti,
occhiopennini, necrologiomani,
tuttappostologi e terroristici
ignorantipici
ma chi è chi ride su al piano attico?
Non certo i morti sotto la terra
nè i vivi sopra, poco più in alto,
e sui barconi e sui barchini c'è gente
seria da far paura che anche lo scherzo
non fa più presa.
Ma resti intesa
la verità la più schifosa:
dei contasoldi, plusvalorofagi,
percentualisti, borsanottambuli,
naziazionisti e finanzmafietti
capitaloschi e bigfarmacisti
e infine gli eurocravattaracci
nessun di questi ci ha perso un dollaro
né il posto fisso né gli altri averi
ed in remoti superquartieri
hanno vissuto puri e sicuri
ma hanno intascato dei gran denari
da questa strage di proletari.
Pandemia nel capitalismo del XXI secolo - A cura di Alessandra Ciattini, Marco Antonio Pirrone
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Una breve riflessione su che cosa ci sta insegnando il fenomeno mondiale della pandemia. Essa, come avrebbe detto M. Mauss, non è un episodio congiunturale, ma un "fatto sociale totale". Ma a questa dimensione totale non corrisponde ancora un "pensiero planetario" necessario per abbandonare le illusioni neo-liberiste e cambiare in senso convivialista le nostre forme di vita.
Da: https://www.girodivite.it - Luca Antonio Cangemi Docente di Filosofia e Storia, dottore di ricerca in Scienze Politiche, fa parte della segreteria nazionale del Partito Comunista Italiano.
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PENSARE LA RIVOLUZIONE RUSSA* - Luciano Canfora
Cento anni dalla Rivoluzione d'Ottobre - Vladimiro Giacché - Domenico Losurdo
Il discorso di Lenin sull’Oriente è anche il discorso di un nuovo, necessario, rapporto tra il movimento operaio dei paesi capitalistici dell’occidente e i popoli in lotta per la liberazione dal giogo coloniale. La Rivoluzione russa viene vista come il ponte tra queste due realtà. La sconfitta del movimento operaio e del marxismo in occidente pongono ora problemi enormi.
Se la cifra di questi nostri anni convulsi è il tendenziale rovesciamento della ri-colonizzazione (americana) del mondo, più nota sotto il nome di globalizzazione, e persino il tramonto del dominio occidentale sul globo (esito tutt’altro che scontato ma possibile), allora è necessario tornare a studiare l’iniziativa leniniana poi sviluppatisi lungo assai tortuosi sentieri ben oltre la fine del Secolo Breve (che sembra pretendere di diventare molto lungo) che di questi sconvolgimenti è, indiscutibilmente, la matrice. È come se attraverso la faglia leniniana prorompesse una nuova ondata di materiale storico incandescente, che non si può comprendere se non si torna alle caratteristiche originarie di quella frattura.
Che di frattura decisiva si tratti fu chiaro subito ai protagonisti di questa lunga storia. Il carattere “sconvolgente” e “costituente” delle idee di Lenin e degli atti del governo sovietico (sin dai primi giorni) sull’autodeterminazione dei popoli sono rilevati con stupore praticamente da tutti gli esponenti che da posizioni assai diversificate (a volte lontanissime da quelle dei comunisti) si pongono il tema dell’emancipazione delle nazioni costrette dagli europei alla condizione di colonie o semicolonie.
A Canton Sun Yat Sen fece chiudere i teatri per tre giorni alla notizia della morte di Lenin. È notissima la lettera che (siamo già nel 1930) Nehru scrive da una prigione inglese alla figlia Indira Gandhi indicando come memorabile l’anno di nascita della ragazzina (il 1917!) grazie all’opera di “un grande uomo”, ma valutazioni e attenzioni simili le troviamo in nazionalisti turchi, intellettuali persiani persino in qualche principe afghano con volontà di emanciparsi dal controllo inglese. Senza parlare ovviamente di coloro per cui militanza comunista e militanza anticoloniale da subito si identificarono.
Da: https://www.spreaker.com/show/radioquarantena
Leggi anche: I veri responsabili della pandemia e delle sue drammatiche conseguenze - Alessandra Ciattini e Aristide Bellacicco
Proponiamo un’interessante intervista al Dr. Ernesto Burgio, presidente del Comitato scientifico della Società Italiana di Medicina Ambientale, ricercatore dell’European Cancer and Environment Research Institute (ECERI), sull’origine della pandemia provocata dal SARS-COV 2, che provoca una sindrome respiratoria acuta definita COVID 19.
Nell’intervista il Dr. Burgio analizza dettagliatamente i processi che stanno alla base della trasmissione di questo virus dai pipistrelli frugiferi alla specie umana, sottolineando il loro collegamento con la situazione ambientale complessiva del pianeta.
Esamina poi la diversa capacità di controllo della pandemia mostrata dai vari paesi, osservando come quelli orientali erano più preparati ad affrontare tale disastroso evento e sono stati in grado di mettere sotto controllo la diffusione del virus.
Si pronuncia anche sulla possibilità che, se non si realizzano cambiamenti strutturali nell’attuale forma di organizzazione sociale, i fenomeni pandemici possano ripetersi.
Quanto alla questione dei vaccini, ovviamente ne riconosce l’importanza, pur sottolineando che essi non costituiscono la panacea del problema, giacché nell’ipotesi sciagurata che le pandemie si ripetano in maniera ricorrente, saremo sempre alla ricerca di un nuovo vaccino.
Infine, mette in evidenza anche il ruolo non sempre adeguato dei cosiddetti esperti che in molti casi hanno sottovalutato il fenomeno ed hanno dato ai politici suggerimenti sbagliati, enfatizzati dai mass media, generando reazioni contraddittorie nella popolazione. (il collettivo)
Qui l'intervista: https://www.spreaker.com/user/11689128/121120-intervista-burgio
Da: https://futurasocieta.com - Recensione del libro di Alessandra Ciattini, Semi di un mondo futuribile. Note sparse su alcuni problemi internazionali del nostro tempo, Multimage, Firenze 2023. - Aristide Bellacicco (Collettivo di formazione marxista "Stefano Garroni") - Leggi anche: PER UNA SPERANZA DI FUTURO - Antonio Minaldi
Aristide Bellacicco (Medico) fa parte del "Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni"
Stavano ancora sul letto, nudi tutti e due, quando Gena cominciò a piangere. Gli disse che lui voleva solo divertirsi e che per il resto non gliene importava nulla.
- Tu fai l’amore con me tutti i giorni, e pensi che perciò io devo essere contenta. Invece non sono contenta proprio per niente.Aristide Bellacicco (Medico) fa parte del "Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni"
Altri Brevi racconti dello stesso autore: - Wannsee -
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Alle otto di mattina, un operaio polacco chiamato Stanis, riconoscibile dalla magrezza e dall’espressione rassegnata, uscì sul balcone dell’appartamento dove stava lavorando.
Portava un paio di pantaloni di tela azzurra, una maglietta di lana a maniche corte schizzata di verde e aveva in bocca una mezza sigaretta spenta.
Era la fine di febbraio, l’aria era rigida e sui colli attorno alla città aveva nevicato.
Stanis accese la sigaretta riparando con una mano la fiamma dal vento gelato che gli tirava addosso.
‘Sembra che ce l’abbia con me’ pensò.
Anche il fumo della sigaretta si raffreddava ancora prima di penetrargli nei polmoni.
Erano in cinque nell’appartamento, ingaggiati senza contratto da una piccola ditta di ristrutturazioni.
Due di loro erano polacchi come lui, un quarto era nero e non si capiva da dove fosse arrivato.
C’era poi un italiano di nome Marini, un ex muratore di sessantasei anni che faceva da capomastro.
Fra i cinque operai non c’era amicizia. I loro discorsi si limitavano a quanto era necessario dirsi durante il lavoro. A Stanis sarebbe piaciuto scherzare ogni tanto e dire qualche battuta. Ma quando ci si era provato, il silenzio degli altri gli aveva fatto capire che il suo spirito non era gradito. Perciò aveva smesso e ora anche lui parlava il meno possibile..
A mezzogiorno, si sedeva con gli altri alla rozza tavola di legno montata su due cavalletti e mangiava rapidamente e in silenzio ciò che si era portato. Poi si rimetteva al lavoro.
Finita la sigaretta, Stanis la lasciò cadere giù dal terzo piano. Il mozzicone rimbalzò proprio davanti ai piedi di un passante. L’uomo alzò la testa e imprecò.
‘Scusa’ gli disse Stanis sporgendosi da sopra ‘non ti avevo visto. Scusa.’
Gli fece anche un gesto con la mano come a considerare chiuso l’incidente.
‘Un altro po’ e mi prendevi in testa’ gridò il passante, un uomo di una quarantina d’anni che portava a spasso il cane ‘la prossima volta ficcatela nel culo quella sigaretta.’
Aggiunse un insulto e se ne andò scuotendo la testa.