Gli Stati Uniti hanno bisogno delle basi militari per mantenere il loro dominio imperialista sul mondo. L’occupazione dei paesi che ospitano le sue basi si fonda sulla Nato. Cosa sta alla base della smodata ambizione Usa?
“La
NATO non è un’alleanza, costituisce piuttosto un’occupazione
militare di
quei paesi che furono ‘liberati’ dagli alleati nel corso della
Seconda Guerra Mondiale” (di fatto vinta dallo sforzo
immane dell’Unione Sovietica),
il cui scopo è sempre stato quello di orientare in senso
filostatunitense la politica europea e di impedire il sorgere nel
nostro continente di governi ostili alla superpotenza oggi in seria
crisi.
Questo
concetto è ben spiegato da Manlio Dinucci, il conduttore della
contro-celebrazione della NATO, il quale scrive sul Manifesto che
la “Nato è un’organizzazione sotto il comando del Pentagono… è
una macchina da guerra che opera per gli interessi degli Stati Uniti,
con la complicità dei maggiori gruppi europei di potere”, la quale
può esser giustamente accusata di essersi macchiata di crimini
contro l’umanità.
Da
qui ha preso le mosse il recente convegno internazionale sul 70°
anniversario della NATO, tenutosi a Firenze lo scorso 7 aprile [1], a
cui hanno partecipato circa 600 persone, venute da tutta Italia e
mostrando che nel nostro paese non tutti si identificano con la
politica supinamente allineata dei nostri governi (di vari colori) ai
voleri statunitensi, che – dopo il dissolvimento dell’Unione
Sovietica e dei suoi stretti alleati – hanno
scatenato sanguinose guerre e conflitti ancora in atto.