mercoledì 6 marzo 2019

Le fasi cruciali della formazione dell'UE - Joseph Halevi (2014)

Da: https://www.facebook.com/joseph.halevi - joseph-halevi Universita  di Sidney


Bisogna ricordarsi che le fasi cruciali della formazione dell'UE sono passate attraverso il dissolvimento dell'est europeo.

(1) Kinkel (ministro degli esteri tedesco) all'Aja sulla Jugoslavia (estate 1990): richiesta di secessione unilaterale della Slovenia e soprattutto della Croazia, sapendo benissimo che nel caso di quest'ultima ci sarebbero state pulizie etniche (che cominciarono con l'espulsione dei serbi della Slavonia, regione croata). Francia e GB contro, appoggiate dalla Grecia, ma USA e Italia-Vaticano fortemente a favore della posizione tedesca. Nasce da qui il compromesso mitterrandiano su Maastricht. La Germania accetta Maastricht, GB e Francia accettano la posizione tedesca sulla Jugoslavia, Francia e Germania accettano le eccezioni richieste da GB purchè quest'ultima accetti Maastricht e ovviamente la posizione tedesca sulla Jugoslavia che porta alla guerra in Bosnia.

(2) Nel 1998 i negoziati sulla moneta unica si intrecciano con le confabulazioni riguardanti la Jugoslavia nel Kosovo che culminano con la dichiarazione di Rambouillet che porterà alla guerra del 1999. Cruciale garantire la partecipazione dell'Italia ed è su questa base che vengono superate le opposizioni degli ambienti più conservatori tedeschi all'entrata dell'Italia nell'euro. Non è stato Ciampi, per altro debolissimo nelle trattative con la Germania, a far entrare l'Italia nell'euro bensì la garanzia della partecipazione del governo italiano capeggiato da D'Alema, con Cossutta e Diliberto dentro, alla già pianificata guerra nel Kosovo.

(3) Allora sul manifesto scrivemmo (Tommaso Di Francesco ed io) che questa strategia mirava oltre la Jugoslavia.

(4) Elemento centrale dell'atteggiamento dell'Europa occidentale verso l'est è stata l'accettazione della riabilitazione del collaborazionsimo e del nazismo da parte delle forze che all'est si presentavano come pro-europeiste. Così è successo nei confronti dei paesi baltici, ove il collaborazionismo con le SS fu massiccio unicamente in nome dell'antisemitismo e dell'antislavismo, poiché le stesse popolazioni baltiche non russe e non ebree erano destinate ad essere in gran parte deportate e decimate come previsto nel General Plan OST la cui formulazione venne richiesta da Himmler. In ognuno di questi casi di riabilitazione del nazifascismo l'appoggio degli Usa fu determinante. Addirittura eclatante nel caso di Tudjman in Croazia. Infatti di fronte all'esaltazione degli Ustascia da parte di Tudjman molte organizzazioni ebraiche cominciarono a preoccuparsi notevolmente. Per farle ricredere, silenziarle, vennero mobilitate varie forme di propaganda usando delle agenzie esperte in pubblicità così da far apparire Tudjman come un democratico e Milosevic come un dittatore sanguinario. E sul Kosovo nascosero il fatto che il riferimento ideologico anti serbo dell'UCK nazionalista "kosovaro" era il collaborazionismo, anti serbo ed antisemita, durante l'occupazione nazifascita della Jugoslavia. 

In Ucraina USA-Europa si stanno comportando esattamente allo stesso modo in perfetta continuità. Ancora una volta viene sdoganato il neonazismo ed il collaborazionismo mentre si spargono a iosa lacrime di coccodrillo sulla Shoà volutamente omettendo di ricordare e onorare il Paese da dove per la Germania nazista 
venne di vedova un velo, di vedova un velo le venne! 

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