![](https://1.bp.blogspot.com/-9YIOmtdEdZo/W2_9qT5IUhI/AAAAAAAAG5A/OIB3au9fqdAtYhqLKdmBYA-Si09xKkD7wCLcBGAs/s320/Fulmini%2Be%2Bsaette.jpg)
Riflessioni di Mario Alighiero Manacorda, storico dell'educazione, sulla riforma scolastica.
Fa un certo effetto leggere nell'agile libro dell'ex ministro dell'istruzione del centro sinistra, Luigi Berlinguer, La scuola nuova, l'annuncio, che «la riforma della scuola è un'opera compiuta». In realtà, se c'è un'incompiuta, è questa: il nuovo ministro del centro destra, Letizia Moratti, felicemente trionfante al meeting di Comunione e liberazione, la sta già smantellando e il libro, come la riforma, è ormai cosa d'altri tempi. Ma che cosa era questa riforma, e che rischi ha comportato e ancora oggi comporta?
Ma quale riforma?
Per la sua ispirazione la riforma Berlinguer era parte integrante di tutta la politica, così squallidamente conclusa, del centro-sinistra e in particolare dei dirigenti diessini: un'affannosa rincorsa dietro agli obiettivi della destra, nazionale e internazionale, quasi a voler dimostrare di essere altrettanto bravi a perseguirli: modernizzazione, liberalizzazione, destatalizzazione, privatizzazione, decentramento, autonomia. Col bel risultato di aver aperto la strada a una più smaccata modernizzazione, liberalizzazione ecc. ecc. per la destra oggi al governo.
Eppure nel suo libro Berlinguer enuncia principi di grande rilievo pedagogico. Dice, ad esempio, che «il successo di tutti i bambini è il vero successo della scuola», la quale perciò deve essere "senza bocciature"; che, mentre «oggi la scuola è quasi esclusivamente l'aula», occorrono «attività integrative collegate al curricolo»; che occorre intervenire sul curricolo o i "saperi" per superare la frattura tra scuola culturale e scuola professionale, coniugando "il conoscere e l'operare"; che col riordino dei cicli, ridotti da tre a due, occorre superare anche «la cesura traumatica tra elementare e media»; che per garantire l'attiva partecipazione di docenti e studenti occorre dare alle scuole più autonomia, ecc.