Segue da
: I
concetti fondamentali della filosofia di Hegel - Renato Caputo -
" : I
concetti fondamentali della filosofia di Hegel (II parte) - Renato
Caputo -
La
struttura a spirale della verità
Lo sviluppo in tre momenti dell’assoluto –
logica, filosofia della natura e dello spirito – non segue
un ordine cronologico, ma un ordine logico. In effetti,
dal punto di vista cronologico la logica – ossia la grammatica
del reale – può essere estrapolata per astrazione sempre
solo dopo che la lingua, la realtà si è sviluppata
e consolidata.
Dal punto di vista cronologico avremo, quindi, prima lo sviluppo
della natura, oggetto della filosofia della natura, poi
lo sviluppo storico dello spirito umano, studiato dalla filosofia
dello spirito e, solo infine, l’astrazione della logica in
cui si articola inconsapevolmente l’evoluzione della natura e poi
il suo divenire più o meno consapevole nella storia dello sviluppo
dello spirito dell’umanità. Anche se, dal punto di vista sempre
cronologico, si potrebbe meglio dire che viene sempre prima lo
sviluppo fino al suo apice storico della filosofia dello
spirito umano, che diviene così consapevole di ricostruire
l’evoluzione della natura che è divenuta, consapevole di sé
proprio nel genere umano e, infine, ricostruisce (estrapolandola) la
logica seguita tanto dallo sviluppo naturale, che da
quello storico e spirituale. Quindi, dal
punto di vista temporale, è l’ultimo momento – ovvero lo spirito
dell’umanità che, giunto al suo massimo sviluppo in un determinato
momento storico – che, in quanto risultato, consente di porre, di
ricostruire, i momenti precedenti, ovvero la natura e la logica.
D’altra parte è quest’ultima a presiedere allo sviluppo tanto
della storia della natura quanto di quella dello spirito umano, dal
punto di vista logico ovviamente.
La verità, in effetti, ha per Hegel una struttura solo
apparentemente circolare in quanto, con il compiersi della filosofia
dello spirito, è possibile sì ricostruire la logica, ma si tratterà
di una logica più evoluta e complessa della precedente. Dunque, il
risultato solo apparentemente ritorna al suo inizio, compiendo il
circolo, ma in realtà sviluppa la struttura circolare a un grado più
elevato, come avviene nella spirale, che proprio per
questo costituisce la migliore metafora in grado di spiegare
l’articolarsi dei tre diversi momenti dell’assoluto. Del resto,
anche quest’ultimo naturalmente tende a mutare essendo non qualcosa
di morto, di dato una volta per tutte, ma qualcosa di vivente
in un continuo sviluppo storico. Così, da un punto di vista
storico più avanzato diviene, almeno possibile, sviluppare una nuova
versione aggiornata e riveduta, più complessa dell’assoluto e del
suo articolarsi e svilupparsi nella sua storia. Ossia saranno
possibili, necessariamente, elaborare interpretazione sempre
migliore, potendo prendere le mosse dalle precedenti e avendo in più
una maggiore esperienza storica dell’assoluto, per cui
la stessa storia della interpretazioni non può che
esse anch’essa infinita.
Sottolineiamo ciò, in particolare, in polemica con i troppi che,
persino oggi, continuano a equivocare, in modo più o meno
consapevole, accusando a torto il sistema hegeliano di essere chiuso
e di pretendere di voler dire l’ultima parola sullo sviluppo
storico dell’assoluto o, addirittura, di avere l’assurda pretesa
di porsi come fine della storia.