La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
domenica 8 giugno 2025
Kiev irresponsabile ci mette a rischio - Fabio Mini
sabato 7 giugno 2025
Gaza muore di fame: la Ghf chiude i cancelli dopo le stragi - Eliana Riva
Leggi anche: Edward Said ha letto nella Storia il futuro della Palestina - Eliana Riva
Si ferma anche la distribuzione dei miseri aiuti umanitari gestiti dalla fondazione israelo-statunitense chiamata Gaza Humanitarian Foundation (Ghf). Ventidue camion appena sono stati scaricati martedì. Prima della guerra ne entravano 600 al giorno. E non c’era la necessità, come oggi, di recuperare tre mesi di blocco totale di cibo, medicine, carburante, macchinari.
La creatura nata dalle menti e dagli interessi (economici, politici e militari) di Washington e Tel Aviv, ha manifestato tutta la sua incompetenza e una inadeguatezza che era stato facile prevedere. Lo avevano detto le Nazioni Unite. Non si può improvvisare il lavoro umanitario costruendo in pochi mesi una società nata per volere del governo il cui presidente è ricercato internazionalmente per crimini di guerra. Non lo si può fare neanche se posizioni ai vertici membri dell’esercito statunitense e imprenditori dai guadagni milionari. A quanto pare, una delle maggiori certezze del presidente Usa Donald Trump è stata smentita dai fatti: non bastano i soldi per sostituire esperienze e professionalità.
venerdì 6 giugno 2025
Il Testamento di Lenin: Stalin, Trockij ed il socialismo in un solo paese. - LUCIANO CANFORA
giovedì 5 giugno 2025
I cavalieri dell’Apocalisse vogliono la guerra - Alessandra Ciattini
Macron, Merz, Starmer e Tusk ci spingono in maniera folle e tragicomica verso una guerra, senza avere né una strategia né obiettivi realistici.
Non si può nascondere che il raggiungimento della pace in Ucraina costituisca un’ardua impresa, giacché è ormai del tutto evidente che la Russia vuole una soluzione delle ragioni profonde del conflitto (no all’espansione della Nato, eliminazione del governo fascista di Zelensky, protezione della popolazione russa), mentre gli Usa si acconterebbero per ora di una tregua alla coreana e l’Ue continua a starnazzare sull’avanzamento di torme di cosacchi verso le grandi città europee. Qualcuno ha giustamente definito Macron, Merz, Starmer e Tusk i quattro cavalieri dell’Apocalisse per il loro bellicismo privo di ogni giustificazione. Addirittura, giorni fa, sul Corriere della sera, Federico Fubini dichiarava che la Russia non sta avanzando e che, quindi, è opportuno continuare a sostenere l’Ucraina, prefigurando ulteriori scenari di guerra del tutto inconsistenti, ma ugualmente preoccupanti.
Proprio il 27 maggio, il Ministero della difesa russo ha comunicato che l’esercito ha liberato la località di Zeliónoye Pole nella repubblica popolare di Donetsk e Konstantínovka nella regione di Sumi, determinando l’uccisione di 1.145 soldati ucraini. Inoltre, ha attaccato e distrutto aerodromi militari, depositi di munizioni, rifugi di mercenari e ucraini in 144 luoghi diversi. E in questi giorni l’avanzamento continua.
mercoledì 4 giugno 2025
Lo Stato minimo: l’ipocrisia del neoliberismo - Frasi di Marx (4)
Vedi anche: L'inizio della lotta di classe - "Frasi di Marx" (1)
L'accumulazione originaria: perchè i ricchi sono ricchi - KARL MARX (2)
Karl Marx, Il Capitale, 1867.
David Harvey, Breve storia del neoliberalismo, 2007.
Naomi Klein, Shock Economy, 2007.
Oxfam International, Relazione sull’evasione fiscale corporativa (2020-2024).
The Lancet, Dati sui prezzi dei farmaci vs costi di produzione (2023).
martedì 3 giugno 2025
Gaza è stata danneggiata? E Quanto? - Massimo Zucchetti
Da: https://zucchett.wordpress.com - Massimo Zucchetti è professore ordinario dal 2000 presso il Politecnico di Torino, Dipartimento di Energia. Attualmente è docente di Radiation Protection, Tecnologie Nucleari, Storia dell’energia, Centrali nucleari. - Massimo Zucchetti
Le conclusioni sono lapidarie: Gaza 2023-2025 è il più grave disastro provocato da una guerra, se rapportato all’esiguità della zona colpita e alla,concentrazione della popolazione: la sua entità e gravità sono senza precedenti.
Come nell’analisi di un grande disastro industriale, come un grande incendio, le cause dell’innesco diventano, a disastro in corso, di relativa rilevanza: siano esse da valutare a partire dal 1940-45, dal 1948, dal 1967, fino al 7 ottobre 2023 – non costituiscono, innanzi a questi numeri, rilevanza alcuna ai fini della minimizzazione dell’ulteriore danno potenziale: per quanto questa limitazione appaia residuale sotto certi punti di vista, a fronte dell’entità di quanto già verificatosi, questo non esime da una richiesta netta.
Questo disastro va immediatamente fermato, con ogni mezzo atto ad estinguerlo, al più presto possibile e senza esitazioni. Ogni giorno che passa, aggiunge ulteriori danni non ulteriormente ammissibili.
La valutazione di quali e quanti crimini di guerra siano stati perpetrati durante questa guerra, sarà essenziale, ma non pertiene a questo lavoro. (Massimo Zucchetti)
Gaza è stata effettivamente danneggiata? E quanto? Vediamo di valutarlo partendo da dati oggettivi, ovvero le immagini satellitari messe a disposizione dalle Nazioni Unite.
lunedì 2 giugno 2025
Il falso mito della Cina capitalista e gli occhi strabici dell’Occidente - Pino Arlacchi
Da: Il Fatto Quotidiano | 30/05/2025 (https://www.ilfattoquotidiano.it) - Pino Arlacchi è un sociologo, politico e funzionario italiano (https://www.facebook.com/PinoArlacchi).
Leggi anche: Perché guardiamo passivi lo scempio - Pino Arlacchi
L’economia reale è sulla Via della seta - Pino Arlacchi
IL GRANDE IMBROGLIO SUL VENEZUELA - Pino Arlacchi
domenica 1 giugno 2025
Gaza: chi fermerà Netanyahu?
sabato 31 maggio 2025
UN SUICIDIO ASSISTITO - Marco Travaglio
Da: Il Fatto Quotidiano | https://www.facebook.com/marcotravaglio - Marco Travaglio è un giornalista, saggista e opinionista italiano, dal 3 febbraio 2015 direttore della versione cartacea de il Fatto Quotidiano.
"Gli EUROPEISTI nel PANICO vogliono la TERZA GUERRA MONDIALE" - LUCIANO CANFORA
venerdì 30 maggio 2025
Rapporto Istat 2025: il declino irreversibile del futuro italiano - Stefano Porcari
Da: https://contropiano.org - Stefano Porcari è redattore di Contropiano.
Leggi anche: Aumento della mortalità? Covid o no, sono state pagate meno pensioni - Stefano Porcari
Ieri mattina, a Palazzo Montecitorio, il Presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, ha presentato il 33esimo rapporto annuale dell’istituto, con il quale si fotografa la situazione dell’Italia nell’anno appena passato, a cui si affiancano le previsioni per il 2025.
Sarebbe da commentare, paragrafo per paragrafo, ognuno dei quattro capitoli che lo compongono, ma bastano alcuni dei dati per mostrare il fallimento della classe dirigente del paese. A cominciare dalle stime di crescita per l’anno in corso.
La guerra commerciale suggerisce un ulteriore rallentamento della crescita: se nel 2024 si era già fermata a +0,7%, ora le previsioni oscillano tra il +0,4% del FMI e il +0,6% di Bankitalia e MEF. Se i conti pubblici hanno segnato un netto miglioramento (e come potrebbe essere altrimenti, visto il continuo tagliare), non è lo stesso per le retribuzioni.
Tra il 2019 e il 2024 i salari hanno perso il 10,5% del potere d’acquisto a causa dell’inflazione. Se si parla di retribuzioni lorde di fatto per dipendente, la riduzione è più contenuta, ma segna comunque un -4,4%, più intensa rispetto a quella sperimentata in altri paesi quali Spagna e Germania.
giovedì 29 maggio 2025
Seminario di Francesco Schettino - Socializzare i profitti (Meltemi 2025)
mercoledì 28 maggio 2025
Catastrofe Neoliberista. Una terapia contro la narrazione tossica - Massimo Zucchetti
Da: https://contropiano.org - Massimo Zucchetti è professore ordinario dal 2000 presso il Politecnico di Torino, Dipartimento di Energia. Attualmente è docente di Radiation Protection, Tecnologie Nucleari, Storia dell’energia, Centrali nucleari. - Massimo Zucchetti
Angelo d'Orsi, Professore ordinario di Storia del pensiero politico all’Università di Torino.Angelo d’Orsi, storico di fama internazionale e forse il maggiore conoscitore vivente su Antonio Gramsci, è l’autore di “Catastrofe Neoliberista“, appena pubblicato per LAD Edizioni, 2025.
Dagli anni ’70 a oggi, il neoliberismo si è imposto come un sistema economico, sociale e culturale globale, espandendosi in modo inarrestabile. Attraverso l’uso strategico di guerre, rivoluzioni colorate, media e meccanismi di controllo, ha piegato stati sovrani e devastato economie locali, eliminandone la resistenza.
“Catastrofe neoliberista” di Angelo D’Orsi è innanzitutto un vademecum della storia recente: ripercorre le origini e le dinamiche di quella che de facto è una dittatura totalitaria mondiale, capace di imporsi con violenza e di camuffarsi abilmente da paladina della libertà e della democrazia. Come un vademecum, deve essere snello e utile: solo attraverso la comprensione profonda dell’avversario è possibile immaginare alternative. L’opera ci offre gli strumenti per decifrare il presente e provare a costruire un futuro diverso.
L’analisi riguarda essenzialmente il periodo successivo al 1989-91, con il letterale naufragio della nuova “Grande Illusione”, simboleggiata dalle previsioni di Francis Fukuyama (un mondo senza più guerre, di pace e progresso): la realtà si è invece dipanata in questi tre decenni e mezzo con il neoliberismo, che ha portato a una “guerra infinita” e all’aumento delle disuguaglianze, delle povertà e delle vittime del tritacarne imperialista.
Gli anni ’70 come cerniera tra welfare e neoliberismo.
D’Orsi descrive gli anni ’70 come la fine dei “Trenta (anni) Gloriosi” e l’apice dello stato sociale. Menziona le conquiste sociali degli anni ’60 e ’70 in Italia, come il divorzio, l’aborto, il servizio sanitario nazionale e lo statuto dei lavoratori.
Il prosieguo vede le deviazioni della “lotta di classe (dal basso)” verso la lotta armata, come reazione sbagliata ai tradimenti di molte delle speranze del dopoguerra.
Ma nel frattempo partiva anche la reazione del capitale: citando Domenico Losurdo, avveniva in contemporanea la “lotta di classe dall’alto“. D’Orsi paragona la controffensiva capitalistica a una mazza nelle mani delle classi dominanti, come il fascismo nel primo dopoguerra, citando Giovanni Arrighi. Il neoliberismo si può definire ultracapitalismo, turbocapitalismo e ipercapitalismo, citando Luciano Gallino e Rudolf Hilferding.
martedì 27 maggio 2025
Il lavoro secondo Andrea Zhok - Alessandra Ciattini
Da: https://futurasocieta.org - Alessandra Ciattini (collettivo di formazione marxista "Stefano Garroni”) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza, collabora con https://www.unigramsci.it -
Andrea Zhok ha studiato presso le Università di Trieste, Milano, Vienna ed Essex. È professore di Filosofia morale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano e Master of Philosophy dell’Università di Essex.
Leggi anche: L'identità politica stato - "Sulla questione ebraica" - Stefano Garroni
La logica della crisi corrente - Andrea Zhok
Le riflessioni sul concetto di lavoro di Andrea Zhok, docente di Filosofia morale all’Università Statale di Milano, meritano di essere prese in considerazione. Se nei decenni passati la concezione di lavoro come impegno, contributo alla vita collettiva aveva ancora un qualche spazio, oggi è stata cancellata dall’idea che esso deve essere divertimento, puro mezzo per soddisfare le nostre esigenze personali, sia primarie che secondarie. Questo cambiamento è stato generato da una serie di trasformazioni strutturali e non solo dall’imporsi di un punto di vista differente.
Mi sono imbattuta per caso in un video proposto dalla casa editrice Ibex, “che produce libri per chi scala il futuro” e che mira al “Rinascimento italiano”. Nel suo sito, che ha 27.100 iscritti, si può leggere anche: “Non trattiamo un unico argomento, perché l’arte di domare gli eventi futuri non è fatta di tecnicismi settoriali, ma di intraprendenza strategica, e quindi olistica”. Così, spaziano “dal marketing alla filosofia, dall’imprenditoria alla propaganda passando per la politica”; un interessante percorso che desta molta curiosità, soprattutto in chi vuole capire per quale parte gli autori di queste frasi si schierano nel confuso scenario politico contemporaneo.
lunedì 26 maggio 2025
ABBIAMO CONQUISTATO, ESPULSO, UCCISO, RASO AL SUOLO, SCHIACCIATO, ELIMINATO E ABBIAMO FALLITO. E QUINDI ANCORA UNA VOLTA ALL'ATTACCO. - KOBI NIV
Da: https://www.haaretz.co.il - https://thepalestineproject.medium.com/we-conquered. - Traduzione: La Zona Grigia - https://www.haaretz.co.il/ty-WRITER
domenica 25 maggio 2025
Siamo nel nostro “momento Lenin”? - Emiliano Brancaccio
Da: https://www.rosalux.de - Emiliano Brancaccio è professore di Economia politica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e promotore, con Robert Skidelsky, dell’appello “Le condizioni economiche per la pace” pubblicato sul Financial Times , Le Monde e Econopoly de Il Sole 24 Ore . - Emiliano Brancaccio - www.emilianobrancaccio.it -
L'istante, il "momento" decisivo: il concetto è diffuso tra gli scienziati di ogni tipo. In fisica, Galileo chiamava "momento" la diminuzione della gravità di un corpo che poggia su un piano inclinato. In economia, si parla di "momento di Minsky", dal nome del teorico Hyman Minsky, per descrivere il momento in cui una bolla speculativa sui mercati finanziari raggiunge la sua massima estensione prima di scoppiare. In tutti questi casi è implicito un cambiamento di scenario: il "momento" come punto di svolta nelle "leggi del moto" di un sistema.
Applicando questa idea all'indagine dei processi storici, sembra lecito azzardare che il tumulto globale che osserviamo oggi possa essere definito qualcosa di simile a un "momento Lenin". Il riferimento, tuttavia, non è a Vladimir Lenin, il rivoluzionario bolscevico in sé, quanto piuttosto a Vladimir Lenin, l'infaticabile studioso che, allo scoppio della Prima guerra mondiale, scrisse il suo famoso saggio su " Imperialismo: fase suprema del capitalismo" , un testo che continua a rivelarsi estremamente utile per comprendere le tendenze storiche ancora oggi.
L'Imperialismo di Lenin è un'opera più sottovalutata dagli economisti volgari che sopravvalutata dai comunisti ortodossi. Non può certo essere definita "scientifica" in senso moderno: la falsificazione popperiana – o qualsiasi altra modalità di verifica empirica – è resa impraticabile dal tenore narrativo dell'opera. La sua lettura, tuttavia, offre una cornucopia di intuizioni altamente originali, da cui molteplici generazioni di studiosi, marxisti e non, hanno tratto spunto per ricerche pionieristiche. [1]
L'intuizione leniniana che meglio ha resistito alla prova del tempo è il nesso tra l'intreccio dei rapporti internazionali di credito e debito, i correlati processi di centralizzazione del capitale in blocchi monopolistici contrapposti e la conseguente mutagenesi della lotta economica in un vero e proprio conflitto militare. Il "momento Lenin", potremmo dire, è proprio quel punto di svolta angoscioso degli eventi: l'ora del terrore collettivo in cui l'intreccio della competizione capitalista trabocca nello scontro armato. In questo senso, la guerra in Ucraina e le sue conseguenze, che saranno molto lunghe e tortuose, possono essere considerate il "momento Lenin" di questa nuova era di disordine mondiale.
sabato 24 maggio 2025
"Le biotecnologie: verso uomini d’allevamento?" - Remo Bodei
venerdì 23 maggio 2025
"Dagli Houthi all'Iran: TRUMP affonda in Medio Oriente" – SCOTT RITTER
giovedì 22 maggio 2025
L’Occidente perde la guerra della propaganda: la paura delle élite svelata - Michel Collon
mercoledì 21 maggio 2025
Francesco Schettino, "Socializzare i profitti. Le leggi generali dell’economia politica nell’era dell’Antropocene"-
Da: https://decodernews.substack.com - Francesco Schettino è professore ordinario di economia politica all’ Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.
Ascolta anche: https://www.radiondadurto.org/2025/05/09/economia-presentazione-del-libro-socializzare-i-profitti-delleconomista-francesco-schettino
Caffè e Cornetto: Socializzare i profitti, Luca Placidi intervista Kikko Schettino https://grad-news.blogspot.com/2025/05/caffe-e-cornetto-socializzare-i.html?m=1Gianfranco Pala: L’"AntiKeynes" - Francesco Schettino
Visita la pagina dedicata su: Meltemi editore
Socializzare i profitti è un volume articolato e ambizioso, con cui Francesco Schettino si propone di offrire una rilettura critica dei fondamenti dell’economia politica contemporanea, con particolare attenzione ai limiti della teoria economica mainstream e alla possibilità di delineare modelli alternativi in chiave eterodossa. Pubblicato nella collana “Rethink” di Meltemi, il testo si presenta come un contributo teorico che si colloca all’intersezione tra economia, filosofia e scienze sociali, con l’intento dichiarato di fornire strumenti concettuali utili per comprendere le dinamiche del capitalismo nell’attuale fase storica.
Strutturato in cinque capitoli, il volume apre con un’analisi approfondita della teoria del consumatore e delle principali ipotesi su cui si fonda la microeconomia neoclassica. La trattazione si distingue per l’attenzione alla formalizzazione grafica e al linguaggio accessibile, pensato anche per un pubblico studentesco. L'autore alterna l’esposizione dei modelli convenzionali a osservazioni critiche di taglio teorico, con riferimento a categorie quali valore, lavoro, razionalità economica e classi sociali.
La seconda parte del libro estende l’analisi al funzionamento delle imprese, alla concorrenza, al monopolio e alla formazione dei profitti. Particolare rilievo viene dato alla questione delle disuguaglianze, alla misurazione della povertà e al ruolo dell’innovazione tecnologica. Il testo evidenzia le trasformazioni strutturali dell’economia contemporanea, con richiami a fenomeni globali quali la concentrazione del potere economico, la crisi ambientale e le dinamiche geopolitiche.
Nella parte finale, l’autore formula alcune ipotesi ricostruttive, delineando i tratti generali di un modello economico alternativo, fondato su principi di pianificazione collettiva, proprietà sociale e razionalità distribuita. L’intento non è quello di fornire un progetto definitivo, ma di aprire un dibattito teorico sulle prospettive dell’economia politica in un contesto segnato da discontinuità e sfide sistemiche.
Corredato da una prefazione di Clara E. Mattei e da un’appendice metodologica sul concetto di valore, Socializzare i profitti si caratterizza per l’approccio didattico e divulgativo, affiancato a un impianto teorico coerente e ispirato alle tradizioni dell’economia critica. Il volume si inserisce nel più ampio panorama della riflessione eterodossa contemporanea, offrendo una lettura che si propone come alternativa ai manuali accademici tradizionali.
Nel complesso, Socializzare i profitti si configura come un’opera teorica articolata, che affianca all’impianto critico una precisa intenzione pedagogica. Uno degli aspetti più interessanti è la scelta metodologica di affiancare, capitolo dopo capitolo, l’esposizione dei modelli convenzionali con la loro contestazione analitica. Questo doppio registro, che tiene insieme manuale e saggio critico, permette al lettore non solo di comprendere i principali concetti dell’economia neoclassica, ma anche di valutarli alla luce di alternative teoriche ben strutturate. In questo senso, il libro non si limita a una critica ideologica, ma costruisce un dialogo con l’economia dominante, con l’intento di restituire centralità alla dimensione storica e sociale dei fenomeni economici. Un contributo utile, dunque, per chi desidera ampliare lo spettro degli strumenti analitici disponibili nello studio dell’economia politica.