Da: https://www.analisidifesa.it - Il Contesto - Gianandrea Gaiani. Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa.
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Dopo una fase di titubanza che aveva indotto a ritenere che fosse stato messo irreparabilmente in ginocchio dall’attacco israeliano, l’Iran ha sferrato una durissima rappresaglia che ha palesemente colto di sorpresa la classe dirigente di Tel Aviv per portata ed efficacia. Al punto da spingere il governo guidato da Netanyahu a richiedere l’intervento degli Stati Uniti, che per tramite del presidente Trump si sono mostrati possibilisti in merito al raggiungimento di un accordo, nonostante l’Iran abbia annunciato il ritiro dai negoziati accusando Washington di coinvolgimento nell’Operazione Rising Lion. Posizioni critiche nei confronti della Casa Bianca di fatto speculari a quelle iraniane sono state assunte anche da figure chiave della galassia che sostiene il movimento “Maga”, come Tucker Carlson, Rand Paul e Merjorie Taylor Greene. Parallelamente, le monarchie sunnite del Golfo Persico e la stessa Turchia condannano l’attacco israeliano senza tuttavia assumere misure concrete. Il Pakistan, al contrario, ha espresso pieno sostegno all’Iran e invocato l’unità dei Paesi musulmani dinnanzi all’affronto israeliano. Cina e Russia, dal canto loro, hanno condannato l’attacco israeliano in sede Onu, mentre il presidente Putin si accredita come mediatore tra Tel Aviv e Teheran incassando il sostegno di Trump. Verso quale scenario ci stiamo orientando? Cerchiamo di comprenderlo assieme a Gianandrea Gaiani, giornalista, saggista e direttore della rivista «Analisi Difesa».
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