lunedì 23 giugno 2025

L'intero pianeta è tenuto in ostaggio da un culto della morte - Pepe Escobar

Da:  La Zona Grigia - Fonte: https://www.unz.com/.../the-whole-planet-is-being-kept... - Traduzione: La Zona Grigia - Emilio Pepe Escobar è un giornalista brasiliano. È noto per la sua collaborazione con i media alternativi online e i suoi lavori sono apparsi su riviste come Asia Times, Mondialisation.ca, CounterPunch, Al-Jazeera, Press TV, Russia Today, Sputnik, Strategic Culture Foundation e Guancha. 


Non c'è da stupirsi che Washington sia completamente coinvolta. Questa è ormai la Guerra del Direttore del Circo.
Di Pepe Escobar - 13 giugno 2025 

Andiamo al dunque. Il devastante attacco all'Iran da parte dell'etno-suprematista psicopatico e Genocida "scelto" insediato a Tel Aviv, una dichiarazione di guerra di fatto, è stato coordinato nei dettagli con il Presidente degli Stati Uniti, il Direttore del Circo Donald Trump. 

Questo Narciso afflitto dall'infantilismo, annegato nella pozza della sua stessa immagine, ha svelato il gioco, lui stesso, in un post sconclusionato. Punti salienti selezionati: "Ho dato all'Iran una possibilità dopo l'altra per raggiungere un accordo". Nessun "accordo"; In realtà, le sue richieste unilaterali. Dopotutto, ha affossato l'accordo originale, il JCPOA, perché non era il suo "accordo". "Ho detto loro che sarebbe stato molto peggio di qualsiasi cosa sapessero, prevedessero o gli fosse stata detta". La decisione di colpire era già stata presa. "Alcuni estremisti iraniani hanno parlato coraggiosamente, ma ora sono tutti morti, e la situazione non potrà che peggiorare!". Il compiacimento fa parte del gioco. "I prossimi attacchi già pianificati saranno ancora più brutali". Totale allineamento con la tipica strategia israeliana della "decapitazione", un marchio di fabbrica. "L'Iran deve raggiungere un accordo, prima che non rimanga nulla, e salvare quello che un tempo era conosciuto come l'Impero iraniano". Era l'Impero persiano, ma dopotutto si tratta di un uomo che non legge né studia. Notate l'arte della diplomazia: accettate il mio accordo o morite. 

Questo decennio, incandescente, è stato inaugurato dall'assassinio del Generale Soleimani a Baghdad, come ho sottolineato nel mio libro del 2021 "Racing Twenties" (Corsa Degli Anni 2020). Era in missione diplomatica. Il via libera è arrivato personalmente dall'allora Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. 

La metà degli anni '20 è ora sull'orlo di una guerra devastante in Asia Occidentale, con ripercussioni globali, a causa dell'assassinio seriale dei vertici del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica a Teheran, da parte dell'entità Sionista Psico-Genocida. Dopo un elaborato teatrino di inganni, il via libera a Tel Aviv, avanti tutta, è arrivato anche dal Presidente degli Stati Uniti, Trump 2.0 (che ha affermato di essere "a conoscenza" degli attacchi). 

UNA GUERRA PREVENTIVA CONTRO I BRICS 

Il Piano Genocida Psicotico è quello di costringere Teheran a capitolare, senza nemmeno opporre resistenza. Il teatrino del preambolo è stato eseguito magistralmente. I negoziati nucleari indiretti in Oman sono stati presi sul serio a Teheran, addormentando la dirigenza iraniana, civile e militare. Sono caduti nella trappola e sono stati letteralmente colti nel sonno. 

L'ayatollah Khamenei, che è lui stesso in pericolo fisico, poiché Israele sta applicando lo stesso modello di decapitazione che ha scatenato contro Hezbollah, ha una decisione molto difficile da prendere: capitolazione o guerra totale. Sarà una guerra totale, e con gli Stati Uniti come partecipanti diretti. 

La dirigenza iraniana, in realtà più la presidenza di Pezeshk gremita di sostenitori di un "accomodamento" con l'Occidente, è stata indotta a un falso senso di sicurezza, dimenticando che gli omicida seriali non fanno diplomazia. 

Quindi il prezzo da pagare ora, per l'Iran, sarà ancora più insopportabile. Teheran risponderà, ammesso che ne abbia ancora le capacità. In questo caso, la sua industria petrolifera corre il rischio di essere distrutta. È una questione aperta se altri due importanti membri dei BRICS, oltre all'Iran, Russia e Cina, per ragioni diverse, permetteranno che ciò accada. 

E se stessimo per entrare in questo territorio particolarmente pericoloso, l'Iran potrebbe giocare la carta decisiva: chiudere lo Stretto di Hormuz e far collassare l'economia globale.
L'attacco all'Iran, pienamente appoggiato dall'Impero del Caos, è soprattutto un attacco preventivo al cuore pulsante dei BRICS. È parte integrante della Guerra Imperialista contro i BRICS, in particolare contro la Russia e la Cina. Mosca e Pechino devono trarre le dovute conclusioni in tempo reale. 

Iran, Cina e Russia sono legati da partenariati strategici interconnessi. Il mese scorso, ero in Iran per monitorare i progressi del Corridoio Internazionale di Trasporto Nord-Sud (INSTC), che collega Russia, Iran e India. Questo è solo uno di una serie di progetti infrastrutturali strategici chiave che consolideranno ulteriormente la connettività economica eurasiatica. Una guerra devastante nell'Asia Occidentale e un Iran al collasso rappresenterebbero un colpo mortale per una maggiore integrazione eurasiatica. 

Questo è esattamente ciò che si addice ai piani dell'Impero. 

Quindi non c'è da stupirsi che Washington sia completamente coinvolta. Questa è ormai la Guerra del Direttore del Circo. 

UNA RISPOSTA DEVASTANTE; UN'ARMA NUCLEARE; O LA CAPITOLAZIONE

Il messaggio di Teheran è: "Non abbiamo iniziato la guerra, ma l'Iran determinerà come finirà". 

La domanda scottante è se mantengano ancora una significativa capacità deterrente e offensiva. 

I Genocida stanno colpendo a piacimento i sistemi di stoccaggio dei missili balistici nel Nord-ovest dell'Iran e persino l'aeroporto civile di Mehrabad a Teheran. Le difese aeree non si vedono da nessuna parte. È immensamente doloroso assistere a ciò. 

Le dichiarazioni dell'IDF, finora nulla di verificato, affermano che alcuni silos missilistici e complessi mobili sono stati distrutti ancor prima di essere messi in stato di allerta. Eppure il fatto è che la stragrande maggioranza del vasto arsenale di missili balistici iraniani è immagazzinata in profondissimi silos e tunnel sotterranei, in grado di resistere a massicci attacchi aerei e a difese aeree sovraccariche. 

Per il momento, Teheran è inquietantemente silenziosa. Ciò ha senso, perché hanno bisogno, in tempi record, di ristabilire una catena di comando unificata che è stata distrutta dagli attacchi; assicurarsi che i lanciamissili possano essere schierati e non neutralizzati dalla supremazia aerea israeliana; riorganizzare l'Operazione Vera Promessa 3, che era pronta a partire, come alcuni di noi hanno appreso a Teheran il mese scorso, ma ora adattata alla nuova situazione (perdite incluse); e pianificare come infliggere colpi dolorosi all'infrastruttura economica israeliana. 

Non ci sono prove che gli attacchi abbiano distrutto l'infrastruttura nucleare iraniana, che è sepolta in profondità nel sottosuolo. Allo stato attuale, la dirigenza di Teheran sta imparando a sue spese che la diplomazia: commissioni, lettere all'ONU, dichiarazioni all'AIEA, riunioni ministeriali, tutto ciò viene smembrato quando si tratta della legge della giungla. 

Gli iraniani sono stati così ingenui da permettere all'AIEA di visitare i loro siti strategici, quando le proverbiali spie raccoglievano tutte le informazioni necessarie per facilitare gli attacchi israeliani. La Corea del Nord non sarebbe mai caduta in una simile trappola. 

L'eliminazione di una figura di spicco come Ali Shamkhani, consigliere chiave di Khamenei, principale negoziatore nucleare dell'Iran, con decenni di influenza sul Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica e sull'apparato di spionaggio, è un duro colpo. 

Eliminare sistematicamente la dirigenza militare e diplomatica dell'Iran nel giro di poche ore rientra nella logica di annientare la cerchia ristretta di Khamenei. Tutto ciò è iniziato molto tempo fa con l'uccisione di Soleimani ordinata da Trump e include certamente la misteriosa morte dell'ex Presidente Raisi e del Ministro delle Finanze Abdollahian in quel losco "incidente" in elicottero. Si tratta di creare le condizioni per un Cambio di Regime.
In una rara nota di buon auspicio, il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica ha fatto sapere, prima degli attacchi, di aver sviluppato una tecnologia segreta per intensificare l'impatto dei suoi missili su Israele. 

Ora siamo tutti coinvolti nella tempesta. Ancora una volta, non c'è via d'uscita: o un colpo devastante agli Psico-Genocida, o l'Iran assembla un'arma nucleare in men che non si dica. La terza opzione è la capitolazione, la decapitazione e il Cambio di Regime. 

Nel frattempo, l'intero pianeta è ostaggio di una minaccia letale. Andrea Zhok è professore di Filosofia Morale all'Università degli Studi di Milano e, oltre alle sue brillanti analisi, ha scritto la prefazione dell'edizione italiana del mio libro "Racing Twenties", pubblicato lo scorso anno. 

Il Professor Zhok ha sinteticamente sottolineato come nessuna costruzione politica nella storia moderna abbia accumulato una combinazione tossica di Suprematismo Etnico Messianico; assoluto disprezzo per la vita umana (tutti gli altri, non "scelti", sono comunque "Amaleciti"); assoluto disprezzo per il Diritto Internazionale; e accesso illimitato a una potenza di fuoco letale. 

Quindi, cosa fare con un culto della morte così vorace e fuori controllo? 

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