giovedì 11 dicembre 2025

Michel Clouscard. Un marxismo inesplorato - Alessandra Ciattini

Da: https://www.marxismo-oggi.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). 

Leggi anche: Un’introduzione alla lettura di Michel Clouscard: «Neofascismo e ideologia del desiderio» - Aymeric Monville 

https://frontepopolare.net/2013/05/19/michel-clouscard-neofascismo-e-ideologia-del-desiderio 

La filosofia francese contemporanea - Francesco Valentini 


Non so se il marxismo occidentale sia morto, non so neppure se esso sia riassumibile in una formula, date le mai sopite discussioni sui temi centrali impostati e trattati da Marx, ma posso dire che mi capita spesso di incontrare nuovi studiosi marxisti (almeno che si dichiarano tali) a me sconosciuti, ma non ad altri, operanti sia nell’ambito delle scienze sociali sia in quello delle scienze dure.

In particolare, in questo campo, anche a causa dell’attualità dei temi ecologisti, molti autori, come Georges Gastaud, hanno ripreso a lavorare sulla Dialettica della natura [1]. A mio parere essi (o meglio alcuni di essi) meritano tutto il nostro interesse soprattutto oggi nell’attuale scenario internazionale lacerato da scontri e da conflitti, il cui esito potrebbe essere la sconfitta di tutte le classi in lotta, come prevedevano nel 1848 Marx ed Engels.

Naturalmente occorre in primis valutare il loro contributo e la loro coerenza con la definizione di socialismo, che mi pare appropriata, ma non schematica, proposta da Guglielmo Carchedi e Michael Roberts, per i quali quest’ultimo deve essere identificato con “una società in cui i mezzi di produzione sono di proprietà comune e i produttori lavorano in associazione per soddisfare i bisogni della società definiti dai produttori stessi… Ci saranno solo strutture controllate democraticamente per amministrare la produzione di cose e servizi al fine di soddisfare i bisogni della società umana” [2]. A loro parere (ed io concordo), una tale forma di società per ora non è mai esistita, anche se si sono tentati esperimenti interessanti che hanno dato vita a società complesse, ibride, non più capitaliste ma in trasformazione, tenendo sempre presente che la transizione può avere esiti diversi e inaspettati (https://sinistrainrete.info/marxismo/26741-guglielmo-carchedi-e-michael-roberts-la-teoria-del-valore-di-karl-marx-per-comprendere-il-funzionamento-del-capitalismo-oggi), non sempre umanamente controllabili secondo quella che Adam Ferguson nel Settecento definì la legge delle conseguenze involontarie. Gli stessi politici cinesi collocano la loro società solo nella fase primaria del socialismo, da cui non si potrà rapidamente uscire.

mercoledì 10 dicembre 2025

La Nato attaccherà la Russia? - Alessandro Orsini

Da: Il Fatto Quotidiano - Alessandro Orsini è direttore del Centro per lo Studio del Terrorismo dell’Università di Roma Tor Vergata, Research Affiliate al MIT di Boston e docente di Sociologia del terrorismo alla LUISS. (Alessandro Orsini - https://www.facebook.com/orsiniufficiale/?locale=it_IT

                                                                           

martedì 9 dicembre 2025

1° dicembre: Giornata mondiale dell’Aids - Paolo Crocchiolo

Da: https://futurasocieta.com -  Paolo Crocchiolo, professore dell'Università popolare Antonio Gramsci, già docente di evoluzionismo e filosofia all'Università americana e funzionario dell'Onu. Primario di malattie infettive e tropicali, già responsabile della ricerca clinica sull’AIDS dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (1988-1993) e già presidente del Comitato Scientifico Nazionale del Forum Droghe (2001-2008). Paolo Crocchiolo - 


A 44 anni di distanza dall’inizio della pandemia è possibile tracciare un bilancio che mette in luce come il neoliberismo nei suoi vari aspetti abbia pesantemente influito sulla diffusione e sul tasso di letalità di un’infezione che, sino a oggi, ha provocato 38 milioni di morti. Una frase per social: in tutte le malattie infettive, ma soprattutto in quelle a trasmissione sessuale, ogni forma di discriminazione si ritorce inevitabilmente contro i discriminatori.


Un esempio paradigmatico di come i microrganismi infieriscano laddove incontrano le condizioni favorevoli alla loro penetrazione e al loro sviluppo nelle società umane, è quello dell’Aids: mai come in questo caso il discorso economico-politico s’intreccia con quello medico-biologico. Per il virus dell’Aids, che fa parte del gruppo degli agenti infettivi a trasmissione sessuale, le cellule e i tessuti di qualunque organismo umano rappresenterebbero potenzialmente un terreno di coltura ottimale. Si notò, invece, sin dall’inizio della pandemia che il virus si avvantaggiava per la sua propagazione delle varie forme di discriminazione e di negazione dei diritti umani e civili, colpendone preferenzialmente le vittime, tra cui gli strati sociali più poveri dei Paesi del Sud globale, gli omosessuali, i tossicodipendenti, le persone che si prostituiscono, i carcerati e i migranti.

In particolare, le masse dei Paesi del Sud globale – cui il sistema neocoloniale e imperialista, per minimizzare i costi della forza lavoro, provocava miseria e malnutrizione negando al contempo l’accesso ad assistenza medica e, dal 1996, a farmaci salvavita, da allora e per vari anni disponibili per via dei brevetti solo nei Paesi industrializzati – hanno subìto le conseguenze più pesanti della pandemia.

lunedì 8 dicembre 2025

Com'era vivere nella Germania dell'Est? - Francesco dall'Aglio

Da: Gazzetta filosofica - Francesco Dall'Aglio, Medievista, saggista, ricercatore presso l’Istituto di Studi Storici al Dipartimento di Storia Medievale dell’Accademia delle Scienze di Sofia e gestore del canale Telegram «War Room».

I cittadini della Repubblica Democratica Tedesca, conosciuta anche come Germania dell'Est, come hanno vissuto la rottura col mondo occidentale? C'è stata una partecipazione attiva al modello socialista o è stato un progetto oppressivo imposto dal regime comunista sovietico? Come sono stati fatti i conti col passato nazista? Ma soprattutto, che significava vivere in concreto in quel mondo? Ne parliamo con lo storico Francesco dall'Aglio!

                                                                             

domenica 7 dicembre 2025

ARLACCHI SPIEGA LA CINA ALL'OCCIDENTE MA L'OCCIDENTE E' DISPOSTO AD ASCOLTARE? - Carlo Formenti

Da: https://socialismodelsecoloxxi.blogspot.com - https://www.marx21.it - Carlo Formenti è un giornalista e scrittore italiano. - Pino Arlacchi è un sociologo, politico e Ex vice-segretario dell'Onu. (https://www.facebook.com/PinoArlacchi - Pino Arlacchi).

Vedi anche: “I tre segreti della civiltà cinese: meritocrazia, pace e socialismo” - Pino Arlacchi - 

Leggi anche: Cina, Brics e Occidente: come sta cambiando il mondo - Pino Arlacchi  

Il falso mito della Cina capitalista e gli occhi strabici dell’Occidente - Pino Arlacchi  

IA: le differenze tra la Cina socialista e l'occidente - Pino Arlacchi  

L’economia reale è sulla Via della seta - Pino Arlacchi  

"Cina 2013" - Samir Amin


Deputato, senatore e parlamentare europeo, il sociologo Pino Arlacchi è noto, oltre che per i suoi libri, per la lunga attività pubblica e istituzionale contro la criminalità organizzata (è stato vicesegretario generale del programma antidroga e anticrimine dell’ONU). Meno conosciuti sono i suoi rapporti con il mondo politico e accademico cinese. Arlacchi presiede, fra le altre cose, il Forum internazionale di criminologia e diritto penale che ha sede a Pechino, il che gli ha consentito, da un lato, di incontrare e discutere, oltre che con i colleghi cinesi, con esponenti dei vertici del Partito Comunista e dello Stato, dall’altro lato di acquisire un ampio repertorio di conoscenze sulla storia antica e recente del grande Paese asiatico, nonché sul suo sistema politico e istituzionale e sulla società cinese contemporanea. Questo vasto materiale è la fonte da cui scaturisce “La Cina spiegata all’Occidente”, cinquecento pagine fitte di analisi e informazioni appena uscite per i tipi di Fazi.

Prima di riassumere quelli che considero i contributi più interessanti di quest’opera alla conoscenza della realtà cinese, premetto i miei dubbi in merito al fatto che essa possa scalfire il muro di pregiudizi, malafede e arroganza eurocentrica dietro il quale si trincera la larga maggioranza dei membri di un mondo politico, accademico e mediatico occidentale sempre più ripiegato su sé stesso. Spero almeno che riesca a suscitare la curiosità e i dubbi del lettore comune, ma soprattutto a far riflettere quegli ambienti di sinistra in cui circolano idiozie sulla Cina come Paese capitalista, imperialista, totalitario e aggressivo (paradossalmente, le destre neoliberali, mentre condividono con le sinistre gli ultimi tre stereotipi, confessano di temere la Cina in quanto esempio della superiorità del suo sistema socialista rispetto all’economia tardo capitalista, timore evidenziato dalle accuse di statalismo, concorrenza sleale, furto di know how, ecc. rivolte alle imprese cinesi).

Nella Introduzione, Arlacchi spiega che le tre parti in cui si articola il libro trattano dei tre “segreti” del miracolo cinese – vale a dire delle ragioni che hanno reso possibile l’ascesa della Cina, in una manciata di decenni, da uno stato di arretratezza paragonabile a quello dell’Africa Subsahariana di allora (1949) a quello di prima potenza economica mondiale. I segreti in questione sono, nell'ordine: il non espansionismo di una civiltà sinocentrica ma al tempo stesso universalista e pacifica; un peculiare sistema politico fondato sulla meritocrazia; un sistema economico non capitalista ma con caratteri socialisti inediti (il cosiddetto socialismo di mercato o socialismo con caratteri cinesi). Nelle pagine seguenti mi atterrò a mia volta a questa tripartizione. In un post scriptum che pubblicherò fra qualche giorno, commenterò invece un esempio della incomprensione della sinistra occidentale nei confronti del fenomeno Cina. (C.F.)

sabato 6 dicembre 2025

"Russofobia, russofilia e verità" - conferenza con Angelo D'Orsi, Vincenzo Lorusso e Alessandro Di Battista

Da: Tag24 - Angelo d'Orsi, Professore ordinario di Storia del pensiero politico all’Università di Torino (Angelo d'Orsi). - Vincenzo Lorusso  è nato a Roma nel 1971. Laureato in Lettere Filosofia all'Università di Ferrara, è un giornalista dell'agenzia di stampa russa international Reporters. (https://t.me/donbassitalia) - Alessandro Di Battista è un opinionista e scrittore italiano. Deputato M5S alla Camera (2013–2018) (Alessandro Di Battista). - 

                                                                             

venerdì 5 dicembre 2025

Le vere origini della russofobia - Alessandra Ciattini

Da: https://futurasocieta.org - https://www.lantidiplomatico.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). 

Vedi anche: Russofobia: origini, miti e propaganda – Alessandra Ciattini 

Leggi anche: La fabbrica della “russofobia” in Occidente - Sergio Cararo

Annie Lacroix-Riz: "C'è un contesto storico che spiega perché la Russia è stata messa all'angolo" 


La russofobia, che i penosi leader europei cercano di alimentare tutti i giorni, prefigurando misteriose minacce di invasioni e conquiste da parte del nostro vicino euroasiatico, costituisce un sentimento, a prima vista, irrazionale e quindi razionalmente incomprensibile. Eppure la conoscenza storica ci consente di individuarne le origini nelle ambizioni politiche dell’imperialismo statunitense, cui si sono inchinati i suddetti leader che, incapaci ed imbelli, anche dopo la pubblicazione del cosiddetto piano di Trump, reclamano una schiacciante sconfitta della Russia.

Nei giorni passati è stato impedito al Prof. Angelo D’Orsi, eminente studioso di A. Gramsci, di tenere una conferenza sulla russofobia nelle sale del Polo del Novecento a Torino con l’accusa del tutto ingiustificata che l’evento sarebbe stato incentrato sulla propaganda putiniana, tema centrale della attuale demagogia politica, ma che non sembra essere condiviso dalla maggior parte della popolazione italiana. Per note vicende storiche e politiche, quest’ultima è legata alla Russia, ex Unione sovietica, di cui ha apprezzato la straordinaria cultura musicale, letteraria, artistica e politica e, in gran parte, il tentativo di costruire il socialismo in un paese arretrato. D’Orsi ha successivamente tenuto la sua conferenza, riuscendo a richiamare un pubblico assai più vasto di quello che sarebbe intervenuto se non fosse stato censurato. Solo questo fatto mette in luce la cretineria politica dei suoi censuratori.

giovedì 4 dicembre 2025

PERCHÉ TANTO ODIO NEI CONFRONTI DI FRANCESCA ALBANESE? - Lavinia Marchetti

Da: https://laviniamarchetti.altervista.org - Lavinia Marchetti - Lavinia Marchetti -

Leggi anche: https://contropiano.org/interventi/2025/12/10/lincredibile-macchina-del-fango-contro-una-sola-persona-francesca-albanese-0189715 

https://laviniamarchetti.altervista.org/la-macchina-della-propaganda-digitale-contro-francesca-albanese 

Ci sono figure che entrano nel dibattito pubblico e diventano un bersaglio immediato, come se concentrassero su di sé tensioni rimaste a lungo senza nome. Francesca Albanese, relatrice speciale ONU sui territori palestinesi occupati, rientra in questa categoria. Prima donna in quel mandato, confermata per un secondo periodo dopo il 2025, si muove in uno spazio già infiammato e infettato. Svolge un ruolo in cui si parla di colonialismo, di genocidio e di diritto internazionale. Cosa significa? Significa mettere il becco nelle colpe dell’Europa. Nel suo caso, però, la quantità di odio, dileggio, aggressione simbolica supera di molto il conflitto politico usuale. Viene sanzionata dagli Stati Uniti per i suoi rapporti sul ruolo delle imprese nell’economia dell’occupazione; viene dichiarata indesiderata in Israele; riceve attacchi continui da governi, partiti, gruppi di pressione filoisraeliani, mentre una parte consistente della società “civile” globale firma appelli a sua difesa. Analizziamo un po’ più in dettaglio i meccanismi dell’odio. 


– UNA DONNA CHE PARLA CON AUTORITÀ IN UN CAMPO MASCHILE 

mercoledì 3 dicembre 2025

Marxismo ed evoluzionismo - Paolo Crocchiolo

 Da: https://futurasocieta.com - Paolo Crocchiolo, professore dell'Università popolare Antonio Gramsci, già docente di evoluzionismo e filosofia all'Università americana e funzionario dell'Onu. 

Leggi anche. Occidente? No, grazie - Paolo Crocchiolo 


A fronte di letture distorte e fuorvianti del darwinismo, quale quella dei darwinisti sociali che giustificano in senso classista e razzista la “prevalenza del più forte”, una lettura marxista valorizza la parità biologica di tutti i membri della specie umana e vede i tratti comuni dell’evoluzione naturale e di quella sociale. L’esacerbarsi delle diseguaglianze, dovuto al sistema di sfruttamento capitalistico, rende sempre più urgente, anche per salvarci dal rischio dell’estinzione, un ristabilimento della parità di diritti e di opportunità economiche. 

Introduzione

Molto a lungo e ancor oggi, almeno in parte, il pensiero di Darwin non ha goduto e non gode di buona fama tra i marxisti e gli intellettuali di sinistra in generale. Questo perché, contrariamente alle intenzioni dello stesso Darwin, la sua teoria, principalmente a opera di Herbert Spencer, è stata rappresentata in forma semplicistica, anzi del tutto travisata mediante espressioni decontestualizzate quali “la sopravvivenza del più adatto” che si prestava alla facile, benché del tutto impropria traduzione di “sopravvivenza del più forte”; il che nel secolo scorso ha contribuito ad aprire la strada a posizioni eticamente inaccettabili quali l’eugenetica e, ancor prima, la “missione civilizzatrice” dell’Occidente.

Le più recenti acquisizioni nel campo dell’evoluzionismo hanno, invece, smantellato la falsa rappresentazione del darwinismo e i pregiudizi che ancora persistono sulla sua presunta incompatibilità con la Weltanschauung marxista. Anzi, il marxismo per molti aspetti si colloca in perfetta continuità con il pensiero di Darwin. Infatti, l’evoluzionismo modernamente inteso, dimostrando la parità biologica di tutti gli esseri umani, può rappresentare una valida piattaforma scientifica per sostenere la lotta contro ogni forma di discriminazione economica e sociale dei più vulnerabili, fondata sul presupposto di una loro presunta inferiorità e quindi addotta a giustificazione del loro sfruttamento. 

martedì 2 dicembre 2025

Al bivio tra violenza e nonviolenza - Alessandra Ciattini

Da: https://www.pressenza.com - https://giuliochinappi.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). - Antonio Minaldi, militante nei movimenti fin dal 68. Esponente del movimento studentesco del 77 e fra i fondatori dei COBAS SCUOLA nell'87. Si occupa di attualità politica e di studi di filosofia collaborando con varie riviste. 


Antonio Minaldi, Gandhi ad Aushwitz, elogio della Nonviolenza (e sue problematiche), Multimage 2025

Antonio Minaldi è un autore assai prolifico, scrive con fluidità e riesce a catturare i suoi lettori. Inoltre, nei suoi scritti troviamo una grande passione etica e politica sicuramente da apprezzare. Nel caso di questo libro “Gandhi ad Auschwitz. Elogio della nonviolenza e le sue problematiche”, Antonio ripercorre la sua vicenda umana e in particolare la sua partecipazione agli eventi politici a partire da 1968 fino ai ai nostri giorni. È abbastanza normale che qualcuno, protagonista di importanti vicende storiche, senta la voglia di raccontarle e di trasmettere la sua esperienza in modo che gli altri, soprattutto i giovani, ne possano ricavare qualcosa di buono. Dicevo il libro costituisce un elogio del pacifismo ed ovviamente non sarò certo io a non condividere tale atteggiamento, però nello stesso tempo Antonio riconosce che ci sono una serie di problematiche inerenti ad esso. Illustrerò prima brevemente il contenuto del libro e poi farò una serie di considerazioni, che si fondano su quanto è anche  stato scritto da Antonio e che riguarda la relazione tra pacifismo e contesto storico.

Il pacifismo di Antonio è il frutto di una sorta di ripensamento. Racconta che quando ha cominciato a fare politica era convinto che, per cambiare il sistema sociale nel quale viviamo, fosse opportuno un atto rivoluzionario, il quale in un modo o in un altro inevitabilmente implicasse una qualche forma di violenza. Oggi dichiara di aver abbandonato questo presupposto condiviso da molti, ma bisogna dire non da tutti coloro che si collocano nei cosiddetti movimenti di sinistra. Si potrebbe affermare che il mondo di sinistra è estremamente sfumato e presenta tendenze contraddittorie. Per esempio, soddisfatto dalla forza raggiunta dal Partito Socialdemocratico tedesco, Engels giunse ad ipotizzare che sarebbe stato anche possibile arrivare ad un ribaltamento sociale attraverso una vittoria elettorale, proponendo quindi una prospettiva riformista. Inoltre, inizialmente, i socialdemocratici tedeschi si opposero alla Prima guerra mondiale per poi capitolare tristemente, mentre Karl Liebnecht e Rosa Luxembourg pagarono con la vita il loro antimilitarismo. 

lunedì 1 dicembre 2025

Ucraina verso l’accordo con Trump e Putin: il pensiero magico Ue non protegge Kiev - Barbara Spinelli

Da: il fatto quotidiano (26.11.25) - Barbara Spinelli è una giornalista, saggista e politica italiana. Europarlamentare (2014–2019). (Barbara Spinelli

Leggi anche: L’UE VUOLE LA TREGUA MA NON LA PACE - Barbara Spinelli

(Nel quinto giorno di conflitto si riuniscono per la prima volta a Gomel, Bielorussia, le delegazioni dei due Paesi in guerra per il primo round dei negoziati di pace.)

Nelle dispute internazionali la razionalità dovrebbe essere affidata alla diplomazia, arte inventata in Europa prima che negli Usa. Ma la guerra è diventata la ragion d’essere per gran parte dei governi europei

Ancora non è dato sapere se gli Stati europei che minacciano di svuotare l’accordo di pace con la Russia riusciranno nel loro intento: bloccare il piano che Trump discute con Mosca perché le radici del conflitto siano infine sanate, spingere Kiev a ignorare quel che accade sul fronte, restare appesi al pensiero magico di una guerra giusta (quando si dice pace giusta s’intende guerra giusta). 

Fin d’ora tuttavia è abbastanza chiaro che gli Stati in questione non riconosceranno facilmente di essersi sbagliati su quasi tutto, di non essere comunque affidabili militarmente, e di aver distrutto quel pochissimo che esisteva delle tradizioni diplomatiche europee, ben più antiche di quelle statunitensi e qualificabili come occidentali e atlantiste solo nello spazio temporale della Guerra Fredda. 

domenica 30 novembre 2025

"Catastrofe neoliberista" - Luciano Canfora, Angelo d'Orsi, Vito Petrocelli e Antonio Di Siena

Da: l'AntiDiplomatico - https://www.lantidiplomatico.it - Antonio DiSiena avvocato e blogger. Scrive di politica, economia e geopolitica. - Vito_Rosario_Petrocelli è un politico italiano. - Angelo d'Orsi, Professore ordinario di Storia del pensiero politico all’Università di Torino (Angelo D'Orsi). - Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia, Dedalo Edizioni. (Luciano Canfora Podcast



                                                                                                                   

sabato 29 novembre 2025

SI FA PRESTO A DIRE PACE - FABIO MINI

Da: il fatto quotidiano - Fabio Mini è un militare e saggista italiano, già comandante NATO della missione KFOR in Kosovo dal 2002 al 2003 (Fabio Mini). 

Vedi anche: Sergej Larov, https://www.facebook.com/share/v/1AFXFBGDrU/  
Una SPIA alla CASA BIANCA? FALLISCE il tentato SABOTAGGIO dei NEGOZIATI (per ora) ft F. DALL'AGLIO (https://www.youtube.com/watch?v=27hPVUXI6FE)


I piani sono cose serie, sono l’articolazione delle strategie e della politica. Il presunto piano per l’Ucraina di 28 punti di Trump e quello di 18 degli europei non sono piani.
 
Se il teatrino europeo riesce a far fallire ancora i negoziati, Putin potrà dimostrare agli alleati dei Brics che non è colpa sua E passare così all’opzione militare, la sola cosa che conta nelle trattative


Sebbene siano attribuiti alla mente maligna di Putin, a quella rapace di Trump e ai geni europei sono solo i prodotti maldestri, ingenui e raffazzonati che qualche burocrate statunitense o europeo ha tratto da una cosa seria: l’elenco delle quattro o cinque priorità e condizioni che Trump e Putin concordarono in Alaska, a voce ma opportunamente registrate, stenografate e verbalizzato. Una lista di ciò che Putin aveva sempre e pubblicamente dichiarato e che Trump sembrava aver capito. I punti che lo stesso Putin aveva illustrato ai leader dei Paesi amici della Russia che nel frattempo, durante la guerra, sono aumentati. La Russia non ha mai fatto mistero dei propri interessi e principi fondamentali riguardanti l’Ucraina: neutralità, denazificazione demilitarizzazione e cessione dei suoi territori acquisiti con le operazioni militari e con i referendum popolari. Tutto il resto apparso nei 28+18 punti era fuffa, che però eccitava in particolare gli europei votati a sostenere il martirio ucraino come altrettanti politici americani ed europei. 

venerdì 28 novembre 2025

“Tre fonti e tre parti integranti del marxismo” - Vladimir Lenin (1913)

Da: https://www.marxists.org - https://giuliochinappi.com - Articolo pubblicato nella rivista Prosvestcenie, n. 3, marzo 1913; questo numero era dedicato al trentesimo anniversario della morte di Marx. - Estratto da Opere Scelte - Editori Riuniti 1965 - pag. 475 - 480. - Trascritto per Internet da Ivan, Gennaio 1999. 

Leggi anche: Cos'è il potere sovietico - Vladimir Lenin (1919) 


In tutto il mondo civile la dottrina di Marx si attira la più grande ostilità e l'odio più intenso di tutta la scienza borghese (sia ufficiale che liberale), che vede nel marxismo una specie di "setta perniciosa". E non ci si può aspettare un atteggiamento diverso, poiché una scienza sociale "imparziale" non può esistere in una società fondata sulla lotta di classe. In un modo o nell'altro, tutta la scienza ufficiale e liberale difende la schiavitù del salariato, mentre il marxismo ha dichiarato una guerra implacabile a questa schiavitù. Pretendere una scienza imparziale nella società della schiavitù del salariato è una stolta ingenuità, quale sarebbe pretendere l'imparzialità da parte degli industriali nel considerare se occorre aumentare il salario degli operai diminuendo il profitto del capitale.

Ma ciò non basta. La storia della filosofia e la storia della scienza sociale dimostrano con tutta chiarezza che nel marxismo non v'è nulla che rassomigli al "settarismo" inteso come una specie di dottrina chiusa e irrigidita, sorta fuori dalla strada maestra dello sviluppo della civiltà mondiale. Al contrario, tutta la genialità di Marx sta proprio in ciò, che egli ha risolto dei problemi già posti dal pensiero d'avanguardia dell'umanità. La sua dottrina è sorta come continuazione diretta e immediata della dottrina dei più grandi rappresentanti della filosofia, dell'economia politica e del socialismo.

La dottrina di Marx è onnipotente perché è giusta. Essa è completa e armonica, e dà agli uomini una concezione integrale del mondo, che non può conciliarsi con nessuna superstizione, con nessuna reazione, con nessuna difesa dell'oppressione borghese. Il marxismo è il successore legittimo di tutto ciò che l'umanità ha creato di meglio durante il secolo XIX: la filosofia tedesca, l'economia politica inglese e il socialismo francese.

Ci fermeremo brevemente su queste tre fonti del marxismo, che sono nello stesso tempo le sue tre parti integranti.

giovedì 27 novembre 2025

Sicurezza Nucleare, spiegata bene - Massimo Zucchetti

Da: Massimo Zucchetti -  Massimo Zucchetti è professore ordinario dal 2000 presso il Politecnico di Torino, Dipartimento di Energia. Attualmente è docente di Radiation Protection, Tecnologie Nucleari, Storia dell’energia, Centrali nucleari. - https://zucchett.wordpress.com


Sono un prof. di Impianti Nucleari. 
Dato che non trovo soddisfacenti le spiegazioni e le analisi sulla Sicurezza Nucleare, ho pensato di provare a raccontarla io. 
Non c'è bisogno di essere studenti universitari, per seguirmi: basta avere un po' di basi di chimica e fisica, oltre che una grande pazienza.
(Massimo Zucchetti)

                                                                           

mercoledì 26 novembre 2025

Russofobia: origini, miti e propaganda – Alessandra Ciattini

Da: Gabriele Germani - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). 
Annie Lacroix-Riz: "C'è un contesto storico che spiega perché la Russia è stata messa all'angolo"

Intervista ad Alessandra Ciattini dedicata al tema della russofobia: dalle sue radici storiche alla costruzione culturale dell’immagine della Russia nel mondo occidentale. 
Una conversazione che analizza miti, stereotipi, propaganda e le implicazioni geopolitiche del discorso antirusso contemporaneo. 
Un contributo essenziale per comprendere come nasce e come si diffonde la narrativa russofoba nei media e nella politica internazionale.

                                                                            

martedì 25 novembre 2025

Lo scambio di plusvalore nel Capitalismo delle Piattaforme - Massimo De Minicis (2019)

Da: https://www.economiaepolitica.it - Massimo De Minicis è Ricercatore presso l’INAPP dove è Responsabile del gruppo di ricerca "Innovazione Tecnologica e Relazioni Industriali" e coordina i progetti di ricerca sugli ammortizzatori sociali e sul lavoro mediante piattaforme digitali (Platform Work). È membro del gruppo di ricerca Fairwork e Visiting Scholar presso l’Università Autonoma di Barcellona.

Vedi anche: La grande migrazione online: costi e opportunità - Juan Carlos De Martin  

Alienazione e rivoluzione (digitale) - Enrico Donaggio 

RIVOLUZIONE DIGITALE - Roberto Finelli e Pietro Montani in dialogo. 

Social? Soggetti in rete, oggetti nella realtà - Paolo Ercolani 

L'impatto delle tecnologie sul lavoro - Renato Curcio 

Esprimersi in digitale - Pietro Montani  

Spazi virtuali - Juan Carlos De Martin  

LO STATO DELLE COSE. Produzione, riproduzione e uso dei saperi nell’era del digitale.  

DEMENZA DIGITALE* - Manfred Spitzer

Premessa

Molti studi ormai da tempo hanno affrontato il tema delle piattaforme di lavoro dell’economia collaborativa digitalizzata[1]. Sono stati così approfonditi numerosi aspetti sulla natura e sull’organizzazione produttiva di questa ultima evoluzione della tecnologia impiegata nei processi di produzione. Ma alcune questioni, al di là delle numerose concettualizzazioni realizzate, rimangono contrastate, provocando tensioni di carattere giuridico e sociale. In particolare, nell’economia collaborativa digitalizzata rimane ancora profondamente irrisolta una comune classificazione della relazione lavorativa tra la piattaforma digitale e il lavoratore. Così obiettivo del paper, è cercare di comprendere meglio questo rapporto, esaminando il ciclo di produzione delle piattaforme di lavoro alla luce, anche, di alcune considerazioni teoriche dell’analisi marxiana sulla relazione tra automazione e produzione industriale. Nuova rilevanza sembrano, infatti, acquisire oggi, le analisi presenti nel Libro I del capitale e nei Gundrisse sull’utilizzo dei macchinari nella grande industria per la determinazione di maggiori quote di produttività e profitto (pluslavoro e plusvalore). In particolare, quando parla di automazione, Marx introduce una articolata classificazione di concetti teorici, che ancora oggi può essere utilizzata per comprendere meglio l’effetto della tecnologia sulla produzione e sul lavoro, a dispetto dei sorprendenti avanzamenti tecnologici intercorsi.

Il ciclo produttivo delle Labour Platform

lunedì 24 novembre 2025

La guerra è persa, gli zombie non lo vogliono capire - Francesco Piccioni

Da: https://contropiano.org - Francesco Piccioni editorialista di Contropiano.

Leggi anche: https://www.facebook.com/francesco.dallaglio 

Il piano c’è, ora vediamo chi lo suona. Come anticipato ieri,  la bozza elaborata dall’mministrazione Trump per chiamare a un “tavolo di pace” Ucraina e Russia è arrivata in mano a Zelenskij e subito dopo a tutto il mondo. 28 punti – come potrete leggerli in fondo a questo articolo – che partono dalla situazione esistente sul terreno e sul piano geopolitico.

Di conseguenza è un piano indigeribile per chi, all’inizio del conflitto, aveva scommesso sulla vittoria di Kiev, il regime change a Mosca e la frammentazione della Russia, che avrebbe spalancato le sue enormi risorse naturali a multinazionali occidentali sempre affamate.

Non c’è alcun dubbio che “il piano” consideri come persa la guerra e quindi risponda alla necessità di impedire ulteriori perdite, sia territoriali che di uomini, mezzi, investimenti, rapporti di forza.

Ma è proprio così che termina ogni guerra. Qualcuno vince, qualcuno perde. La pace non si afferma sventolando formule retoriche angelicate, ma fermando il crepitare delle armi lì dove sono in funzione. C’è sempre un certo spazio per aggiustamenti più o meno consistenti, ma non certo per rovesciamenti radicali della situazione.

UCRAINA: LA GUERRA È PERSA, LE MAZZETTE CORRONO - Paolo Ferrero e Francesco Dall’Aglio

Da: dignità TV - Paolo Ferrero è un politico italiano, Ministro della solidarietà sociale del Governo Prodi II dal 17 maggio 2006 all'8 maggio 2008. È stato segretario di Rifondazione Comunista dal 27 luglio 2008 al 2 aprile 2017 - Francesco Dall'Aglio, Medievista, saggista, ricercatore presso l’Istituto di Studi Storici al Dipartimento di Storia Medievale dell’Accademia delle Scienze di Sofia e gestore del canale Telegram «War Room». È coautore del volume, scritto assieme a Carlo Ziviello, Oppenheimer, Putin e altre storie sulla bomba (Ad Est dell’Equatore, 2023). - Francesco Dall'Aglio -

                                                                           

domenica 23 novembre 2025

Invasione-suicidio: ecco perché Trump fallirà col Venezuela - Pino Arlacchi

Da: https://www.ilfattoquotidiano.it - Pino Arlacchi - Pino Arlacchi è un sociologo, politico e Ex vice-segretario dell'Onu. (Pino Arlacchi). 

Leggi anche: Il narco-Venezuela: la grande bufala - Pino Arlacchi  

IL GRANDE IMBROGLIO SUL VENEZUELA - Pino Arlacchi 


L’ATTACCO AL REGIME venezuelano non è nuovo: è iniziato nel 1999 con l’avvento di Chávez che ha instaurato la rivoluzione bolivariana; è continuato nel 2002 con il fallito golpe della Cia, poi con Obama nel 2015, con Trump nel suo primo mandato, e poi con Biden). Gli Stati Uniti hanno provato nei modi più svariati a eliminare la spina nel fianco più acuta della loro politica estera: dalle sanzioni più devastanti agli sbarchi di mercenari, dalla corruzione di militari e capi dell’intelligence ai sabotaggi della rete elettrica, fino al sovvertimento della valuta venezuelana tramite iperinflazione pilotata. 


Tra le false narrative dei fatti del mondo che imperversano in Occidente, quella sul Venezuela è la più oltraggiosa. Non credete a una parola di ciò che i padroni dei mezzi globali d’informazione dicono sul paese, Maduro e l’aggressione iniziata dagli Usa 27 anni fa, con l’elezione a presidente di Hugo Chávez, e tuttora in corso. 

Gli eventi quotidiani smentiscono le menzogne che tentano di coprire una guerra di rapina e sopraffazione coloniale condotta da una potenza giunta all’ultima tappa del suo declino. Il Venezuela è un un paese forte, stabile, e deciso a non piegarsi. Un paese che vincerà, pur pagando duramente il prezzo della sua sovranità. La sconfitta Usa sarà la 65ª dall’inizio della Guerra fredda (la 66ª è in dirittura di arrivo, in Ucraina). E ciò avverrà sulla scia di quanto accaduto a quasi tutte le loro guerre, invasioni e tentativi di cambio di regime. Controllate le cifre sfogliando lo studio appena pubblicato su Foreign Affairs, bibbia dell’establishment Usa.