Da: Politecnico
di Torino - Juan Carlos De Martin è professore ordinario di ingegneria informatica al Politecnico di Torino e Vice Rettore per la cultura e la comunicazione. È titolare del corso "Tecnologie digitali e società" e co-dirige, con Marco Ricolfi (Università di Torino), il Centro Nexa su Internet e Società. Dal 2011 è associato al Berkman Klein Center della Harvard University. E' membro del consiglio scientifico dell’Enciclopedia Treccani e del comitato d'indirizzo di Biennale Democrazia. Dal 2014 al 2018 è stato membro della Commissione per i diritti e i doveri in internet istituita dalla Presidente della Camera dei Deputati. E' membro dell'IEEE - Institute of Electrical and Electronic Engineers ed è autore di oltre 120 articoli scientifici, capitoli di libri e brevetti internazionali. De Martin è stato - insieme a Luca De Biase - il curatore scientifico del Festival della Tecnologia del 2019 e della prima edizione di Biennale Tecnologia (2020). E' autore del libro Università futura – tra democrazia e bit e ha curato, insieme a Dulong de Rosnay, il libro The Digital Public Domain: Foundations for an Open Culture.
Da circa trent’anni molte attività di una parte considerevole dell’umanità hanno iniziato a migrare – in tutto o in parte – online. Altre attività sono rimaste inevitabilmente fisiche, ma sono state innervate, o sono addirittura governate, dal digitale. In altri casi ancora le attività sono rimaste fisiche, ma hanno acquisito un’estensione digitale, creando configurazioni ed esperienze inedite. Un processo graduale, come tutti i processi sociali, con grandi successi e con non trascurabili fallimenti, un processo che ha rivoluzionato non solo le nostre vite, ma anche l’assetto stesso del potere mondiale. Nel marzo 2020, col primo confinamento sanitario, però, è successo qualcosa senza precedenti: nel giro di pochissimo tempo, infatti, molti milioni di italiani hanno dovuto trasferire – in tutto o in parte – su Internet, attività, anche molto importanti per le loro vite, che fino a quel momento avevano svolto prevalentemente, o anche esclusivamente, nel mondo fisico. Che cosa è successo di preciso? Chi è riuscito ad andare online, e per fare cosa, e chi invece è rimasto nel mondo fisico, e perché? Quali sono state le conseguenze - e per chi? Che cosa abbiamo imparato? Guardando avanti: a distanza di 14 mesi dall’inizio della Grande Migrazione Online, che forma vogliamo dare al futuro?
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