MARX E LA RIVOLUZIONE DEL 1848 - Irene Viparelli*
La Comune di Parigi e gli intellettuali contemporanei - Alessandra Ciattini
"All’alba del 18 marzo, Parigi fu svegliata da un colpo di tuono: 'Vive la Commune!'. Che cos’è la Comune, questa sfinge che tanto tormenta lo spirito dei borghesi? “I proletari di Parigi,” diceva il Comitato centrale nel suo manifesto del 18 marzo, in mezzo alle disfatte e ai tradimenti delle classi dominanti hanno compreso che è suonata l’ora in cui essi debbono salvare la situazione prendendo nelle loro mani la direzione dei pubblici affari… Essi hanno compreso che è loro imperioso dovere e loro diritto assoluto di rendersi padroni dei loro destini, impossessandosi del potere governativo" (Karl Marx)
La Comune di Parigi durò settantuno giorni, dal 18 marzo al 28 maggio 1871. Fu il più bell’esperimento politico della storia contemporanea: finì malissimo, dopo aver illuminato cuori e menti di coloro che lo conducevano e avere acceso scintille di speranza in coloro che lo seguivano a distanza. Si trattò sicuramente del più grande avvenimento rivoluzionario della seconda metà del XIX secolo, o forse dell'intero secolo. I proletari parigini presero il potere e diedero vita ad uno Stato nello Stato, secondo i caratteri essenziali della società comunista. Il suo fallimento fu lievito teorico e pratico per la storia del movimento operaio mondiale.
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