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venerdì 13 giugno 2025

Una lettura marxista della dottrina sociale della Chiesa nell’ultimo libro di Roberto Fineschi - Ascanio Bernardeschi

Da: https://futurasocieta.com - Ascanio Bernardeschi collabora con UniGramsci (Pisa), La Città futura e Futura Società [(APPROFONDIMENTI TEORICI (UNIGRAMSCI)]. 
Roberto Fineschi è docente alla Siena School for Liberal Arts. Ha studiato filosofia e teoria economica a Siena, Berlino e Palermo. Fra le sue pubblicazioni: Marx e Hegel (Roma 2006), Un nuovo Marx (Roma 2008) e il profilo introduttivo Marx (Brescia 2021). È membro del comitato scientifico dell’edizione italiana delle Opere complete di Marx ed Engels, dell’International Symposium on Marxian Theory e della Internationale Gesellschaft Marx-Hegel für dialektisches Denken. (http://marxdialecticalstudies.blogspot.com - https://www.facebook.com/roberto.fineschi - Marx. Dialectical Studies - laboratoriocritico.org!). 


L’intervista ad uno dei maggiori filosofi marxisti viventi sul suo recente lavoro Da Pio IX a Leone XIV. Prospettive marxiste sulla dottrina sociale della Chiesaper aprire una riflessione critica sull’evoluzione del pensiero e del “magistero” cattolico.

L’elezione del nuovo papa ha innescato la gara fra i commentatori per qualificare questo nuovo pontificato. Riteniamo che saranno i fatti a poter dare un giudizio informato, anche se le premesse non ci paiono promettenti a partire proprio dalla decisione di assumere del nome di Leone come richiamo all’autore della Rerum Novarum. Se, infatti, questa scelta viene da molti, forse dai più, vista come un’attenzione alla questione sociale che con quell’enciclica la Chiesa affrontava per la prima volta, non deve sfuggirci, invece, il carattere antisocialista di quel documento che vedeva come un elemento di natura la proprietà privata dei mezzi di produzione e, di conseguenza, contro natura le aspirazioni socialistiche e si poneva l’obiettivo di arginare il montante movimento delle classi lavoratrici proponendo palliativi alla terribile condizione dei lavoratori.

Vorremmo parlarne con Roberto Fineschi, fra i maggiori filosofi marxisti viventi, il quale recentemente ha pubblicato un libro che definisce come “rimaneggiamento di articoli recenti e passati” ma che, in realtà, affronta abbastanza sistematicamente il tema dell’evoluzione della dottrina cattolica attraverso i vari papi, da Pio IX in poi, con una intera parte opportunamente dedicata al solo papa Ratzinger. In un’altra, la prima, affronta il tema della dottrina sociale della Chiesa.

lunedì 19 maggio 2025

Papa, papi e dottrina sociale della chiesa - Roberto Fineschi

Da: http://marxdialecticalstudies.blogspot.com  -  Roberto Fineschi è docente alla Siena School for Liberal Arts. Ha studiato filosofia e teoria economica a Siena, Berlino e Palermo. Fra le sue pubblicazioni: Marx e Hegel (Roma 2006), Un nuovo Marx (Roma 2008) e il profilo introduttivo Marx (Brescia 2021). È membro del comitato scientifico dell’edizione italiana delle Opere complete di Marx ed Engels, dell’International Symposium on Marxian Theory e della Internationale Gesellschaft Marx-Hegel für dialektisches Denken. (http://marxdialecticalstudies.blogspot.com - https://www.facebook.com/roberto.fineschi - Marx. Dialectical Studies - laboratoriocritico.org!).


L’elezione di un nuovo papa suscita inevitabilmente grande interesse per il ruolo internazionale che questa figura ricopre, in particolare in Italia anche se la tendenza recente è quella di eleggere papi non italiani1. È evidente che, pur condividendo determinati principi di fondo, ci si può schierare assai differentemente (diciamo che i comunisti ne sanno qualcosa). Per quanto concerne la cosiddetta dottrina sociale delle chiesa questi principi di fondo sono ben chiari, espressi in molti documenti e sviluppati con coerenza di impianto nel corso del Novecento. Essi consentono un vasto arco di “appoggi” possibili che possono spostare l’operato pontifico più a destra o sinistra; tuttavia nessun papa ha mai messo in dubbio le basi generali di quell’impianto. 

Se dunque bisogna salutare con il giusto apprezzamento posizionamenti più sinistra di taluni rispetto a talaltri, non bisogna nemmeno confondersi sulle questioni di principio.

La seconda precisazione è che quanto si va a tentare di spiegare riguarda la posizione ufficiale della gerarchia ecclesiastica e non concerne necessariamente le mille anime popolari del cattolicesimo sociale. Si sa bene però le gerarchie hanno uno stretto controllo sulla faccia “ufficiale” di santa romana chiesa.

1) Le premesse: Pio IX2

giovedì 24 aprile 2025

Addio Francesco, Papa e uomo - Sergio Scorza

Da:  Millepiani - https://www.facebook.com/sergio.scorza.980 - Sergio Scorza Ha studiato sociologia presso l’Università di Urbino e diritto pubblico presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università la Sapienza di Roma. Blogger, attivista, giornalista freelance, si interessa di conflitti sociali, ecologia e diritti umani. Partigiano, odia gli indifferenti. 

Leggi anche: «Laudato si’» - Jorge Mario Bergoglio  

Fratelli di tutto il mondo, affratellatevi! Brevi note sul “papa comunista” - Roberto Fineschi  

Un commento a margine dell'enciclica "Fratelli tutti" di Papa Francesco - Francesco Fistetti  

BUONISMO ASTRATTO E SPIETATEZZA CONCRETA - Alessandra Ciattini  

ROMERO BEATO, MARTIRE DELLA GUERRA FREDDA O COSTRUTTORE DI PACE? - Alessandra Ciattini 

Francesco Piccioni (https://contropiano.org/editoriale/2025/04/23/pro-o-contro-bergoglio-guarda-la-politica-non-la-religione)  

Geraldina Colotti (https://pagineesteri.it/2025/04/23/apertura/lamerica-latina-piange-francisco-il-papa-degli-ultimi-fra-tradizione-e-innovazione/?

Carla Filosa (https://www.marxismo-oggi.it/saggi-e-contributi/articoli/673-la-guerra-di-bergoglio)


Per me che sono cresciuto in oratorio per poi passare ad una comunità di base che si ispirava ai principi del Concilio Vaticano II ed alla teologia della liberazione, l’elezione del gesuita argentino, Jorge Mario Bergoglio, durante il terrificante papato di Joseh Ratzinger e dopo il lungo e devastante papato di Karol Woitila, era sembrata una specie di miracolo. D’altronde la Chiesa romana, prima della sua (inattesa) nomina, era attraversata da una crisi profonda, in caduta verticale di consenso e travoltra dagli scandali. Mi era apparsa, da subito, come una vera boccata di ossigeno, l’elezione di un papa latinoamericano e, probabilmente fu, soprattutto, una sorta di ultima chance prima del tracollo finale di una istituzione che rischiava di esplodere, sia sul piano religioso che su quello finanziario.

martedì 22 aprile 2025

Decostruire il diritto, liberare la Palestina - Pasquale Liguori

Da: https://www.lantidiplomatico.it - Pasquale Liguori. Fotografo dei contesti di edilizia residenziale pubblica e della città ai suoi bordi. Ha pubblicato due volumi - “Borgate” e “ImpAsse Roma-Berlino” - ed effettuato mostre in Italia e all’estero in musei, enti istituzionali e centri sociali. Collabora con riviste indipendenti di politica e architettura ed è autore di saggi riguardanti la periferia, la fotografia urbana e sociale. È impegnato in attività antimperialiste, decoloniali e di sostegno umanitario (https://www.pasliguori.com).

Leggi anche: Razzismo e capitalismo crepuscolare - Roberto Fineschi  

Breve storia degli Stati Uniti e delle loro pretese territoriali - Alessandra Ciattini

IL PAESE DELLE LIBERTÀ: stermini, repressione e lager nella storia degli Usa. - Maurizio Brignoli 

La categoria di imperialismo è ancora attuale e quali sono i paesi imperialisti? - Domenico Moro  

La schiavitù, radici antiche di un male moderno - Francesco Gamba  

Le parole della guerra sono tra noi. E noi? - Paola Caridi

LOSURDO ed il REVISIONISMO STORICO - Alessandra Ciattini e Gianmarco Pisa 


Nel racconto dominante, quando diventa troppo scomodo difenderla apertamente, la violenza estrema di Israele contro i palestinesi viene derubricata a deviazione momentanea dal diritto internazionale: un’eccezione tollerabile, una sospensione temporanea dell’ordine giuridico globale, un errore morale da stigmatizzare con qualche sanzione di rito. E se il diritto internazionale fosse già ontologicamente selettivo, funzionale a tutelare gli interessi geopolitici, economici e razziali di Israele e del suo alleato occidentale? Se il fallimento del diritto non fosse tale, ma piuttosto genuina espressione della sua forma reale, della sua coerenza storica? 

Israele non agisce in un vuoto normativo, ma in un quadro giuridico che implicitamente autorizza e sostiene il suo operato. Il genocidio in atto non avviene nonostante il diritto internazionale, ma in coabitazione con esso. L’impunità protratta, il sostegno incondizionato di Stati Uniti e Unione Europea, il linguaggio diplomatico che evita la parola “genocidio” mentre scorrono le immagini di crimini sistematici: tutto ciò segnala che non siamo davanti a una sospensione delle regole, ma al loro autentico funzionamento.

Riarticolando concetti di Giorgio Agamben, potremmo osservare l’eccezione nel suo affermarsi norma e, in un ulteriore passo critico, suggerire che essa è sempre stata la norma - almeno nei confronti dei soggetti colonizzati, discriminati, esclusi. La Palestina, allora, non è laboratorio dell’unicum: è il luogo in cui l’infrastruttura coloniale e normativa dell’Occidente si palesa in forma nuda, senza pudore.

giovedì 17 aprile 2025

L'accumulazione originaria: perchè i ricchi sono ricchi - KARL MARX (2)



Questo video di Frasi di Marx è dedicato al famoso tema dell’accumulazione originaria, che spiega in maniera profonda le origini del sistema capitalistico, smentendo la favola dell’uomo che si fa da sé, si arricchisce e fa prosperare la società. Marx tratta dell’accumulazione originaria nel Primo libro del Capitale, esattamente al capitolo XXIV, dove mostra come essa non sia il risultato del modo di produzione capitalistico, ma il suo punto di partenza. Come suo solito, fa un parallelo interessante addirittura con un tema preso dalla teologia, cosa non nuova per lui. A suo parere l’accumulazione originaria gioca lo stesso ruolo del peccato originale nel Cristianesimo. Secondo il Genesi, indotto da Eva, Adamo peccò e la sua colpa ricadde su tutto il genere umano. La tesi dell’accumulazione originaria è invece più selettiva e non coinvolge tutta l’umanità. Infatti, nei tempi dei tempi, vi erano alcuni uomini intelligenti, diligenti e risparmiatori, il cui comportamento era assai diverso da quello degli altri sciagurati che non avevano voglia di lavorare e che si davano allo sperpero. A causa di questa abissale differenza, i primi hanno accumulato grandi ricchezze e non hanno più bisogno di lavorare, mentre gli altri sono privi di tutto e “hanno da vendere solo la propria pelle”. Su questo mito fondativo si basa la struttura di classe del sistema capitalistica, che come si vede si adorna di motivi moralisti, per occultare la cruda realtà svelata nelle parole di Marx, che hanno la potenza di spiegare i fenomeni più raccapriccianti dell’oggi. 
Il Primo libro del Capitale (unico volume pubblicato direttamente da Marx, che ne curò un’edizione semplificata per i lavoratori francesi) colpisce non solo per la profondità delle analisi, per la capacità mutare la natura delle cose guardandole da un punto di vista alternativo e radicale, impressiona anche per la grande passione con cui è scritto. Per riconoscimento unanime si tratta di un’opera dal grandissimo valore, oltre che scientifico, anche letterario, alimentata e arricchita dalle lettura di autori quali Dante, Cervantes, Shakespeare, Balzac; tutti autori che avevano capito a fondo sia la drammatica vicenda umana, sia con Balzac, i meccanismi ideologici e politici del capitalismo in ascesa, eppure profondamente corrotto. (Alessandra Ciattini) 

SECONDO VIDEO:

                                                                          

sabato 12 aprile 2025

NEL LABIRINTO. Italo Calvino filosofo - Roberto Fineschi

Da: Casa della Cultura Via Borgogna 3 Milano -  Roberto Fineschi è docente alla Siena School for Liberal Arts. Ha studiato filosofia e teoria economica a Siena, Berlino e Palermo. Fra le sue pubblicazioni: Marx e Hegel (Roma 2006), Un nuovo Marx (Roma 2008) e il profilo introduttivo Marx (Brescia 2021). È membro del comitato scientifico dell’edizione italiana delle Opere complete di Marx ed Engels, dell’International Symposium on Marxian Theory e della Internationale Gesellschaft Marx-Hegel für dialektisches Denken. (http://marxdialecticalstudies.blogspot.com - https://www.facebook.com/roberto.fineschi - Marx. Dialectical Studies - laboratoriocritico.org!).

                                                                           

domenica 30 marzo 2025

Carl Schmitt, Teologia Politica - Carlo Galli

Da: Mauro Marcenaro - Carl Schmitt (Plettenberg, 11 luglio 1888 – Plettenberg, 7 aprile 1985) è stato un giurista e politologo tedesco. - 
Carlo Galli (Università di Bologna) è un politico, accademico e filosofo politico italiano. 

Marx e la dialettica - Roberto Fineschi, Carlo Galli 
Homo sacer - Giorgio Agamben  
                                                                           

Carl Schmitt - Teologia Politica - Parte 1 - Carlo Galli 
''Tutti i governi post rivoluzione francese, sono da considerarsi illegittimi, perché fondati sul nulla giuridico su cui si fondano''.  
Il pensiero controrivoluzionario cattolico nasce come reazione alla Rivoluzione Francese e si oppone ai principi di libertà, uguaglianza e democrazia liberale, ritenuti distruttivi dell’ordine naturale e cristiano. 
Tra i principali esponenti ci sono: 
• Joseph de Maistre (1753-1821) → sostenitore della monarchia assoluta e del potere del Papa. 
• Louis de Bonald (1754-1840) → critico della sovranità popolare e difensore dell’ordine tradizionale. 
• Juan Donoso Cortés (1809-1853) → teorico della dittatura come risposta al disordine liberale. 

Schmitt, pur vivendo in un’epoca diversa, condivide con questi autori alcuni elementi chiave, come la critica al liberalismo, l’esaltazione dell’autorità e la visione politica come un conflitto tra ordini opposti. 

Carl Schmitt e Karl Marx sono due pensatori molto diversi, ma entrambi hanno avuto un grande impatto sulla teoria politica. Schmitt, con la sua opera Teologia Politica (1922), sviluppò una visione del potere che contrastava fortemente con il pensiero marxista. 

 Carl Schmitt - Teologia Politica - [Carlo Galli] Parte 2 https://www.youtube.com/watch?v=B3jDcHH5Ekk
1. Carl Schmitt – Teologia Politica (1922) 
• Schmitt afferma la celebre frase: “Sovrano è chi decide sullo stato di eccezione”. 
• Per lui, la politica è fondata su una distinzione amico/nemico e sulla necessità di un’autorità forte che possa sospendere il diritto in momenti di crisi. 
• Ritiene che lo Stato non possa essere neutrale: il diritto è sempre legato alla decisione politica di chi ha il potere. 
• Sostiene che la modernità ha secolarizzato concetti teologici, trasformando Dio in Stato e il miracolo nel “potere sovrano di sospendere la legge”. 
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2. Karl Marx e la Teoria Politica 
• Per Marx, il potere politico è sempre espressione di un conflitto di classe: lo Stato è lo strumento con cui la classe dominante impone il proprio dominio. 
• Rifiuta ogni concezione del potere come decisione sovrana: la politica è il riflesso di strutture economiche e sociali. 
• Lo Stato, secondo Marx, è un organo di repressione borghese destinato a scomparire con il comunismo. 
• La vera questione politica non è chi comanda, ma come eliminare il dominio di classe attraverso la rivoluzione proletaria. 

C’è un Punto di Contatto? 
• Critica al liberalismo: Entrambi criticano il liberalismo parlamentare, anche se per ragioni opposte. 
• Schmitt lo vede come debole e incapace di prendere decisioni forti. 
• Marx lo vede come un inganno che nasconde il dominio borghese. 
• Il conflitto come motore della politica: 
• Per Schmitt, è la distinzione amico/nemico. 
• Per Marx, è la lotta di classe.

domenica 16 febbraio 2025

"Tradurre Il capitale" - Roberto Fineschi

Da: Teoria Critica della Società - Università Bicocca - Roberto Fineschi ( https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Fineschi) è docente alla Siena School for Liberal Arts. Ha studiato filosofia e teoria economica a Siena, Berlino e Palermo. Fra le sue pubblicazioni: Marx e Hegel (Roma 2006), Un nuovo Marx (Roma 2008) e il profilo introduttivo Marx (Brescia 2021). È membro del comitato scientifico dell’edizione italiana delle Opere complete di Marx ed Engels, dell’International Symposium on Marxian Theory e della Internationale Gesellschaft Marx-Hegel für dialektisches Denken. (http://marxdialecticalstudies.blogspot.com - https://www.facebook.com/roberto.fineschi - Marx. Dialectical Studies - laboratoriocritico.org!).- 



                                                                          

mercoledì 8 gennaio 2025

Breve storia degli Stati Uniti e delle loro pretese territoriali - Alessandra Ciattini

Da: https://futurasocieta.com -  Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). 

Leggi anche: LA TEORIA MODERNA DELLA COLONIZZAZIONE - Karl Marx
IL PAESE DELLE LIBERTÀ: stermini, repressione e lager nella storia degli Usa. - Maurizio Brignoli
“RAZZISMO E CULTURA” - Frantz Fanon
Razzismo e capitalismo crepuscolare - Roberto Fineschi
Violenza, classi e persone nel capitalismo crepuscolare - R. Fineschi
Persona, Razzismo, Neo-schiavismo: tendenze del capitalismo crepuscolare. - Roberto Fineschi
Colonialismo, neocolonialismo e balcanizzazione: tre epoche di una dominazione* - Saïd Bouamama
La schiavitù, radici antiche di un male moderno - Francesco Gamba
Vedi anche: Libertà e schiavitù – Luciano Canfora
"IL RITORNO DELLA RAZZA - ARGINI E ANTIDOTI DALLA CONOSCENZA"   
Dottrina Monroe. L’egemonia statunitense nell’emisfero occidentale - Giacomo Gabellini


Le ultime provocazioni di Donald Trump non manifestano solo l’arroganza del personaggio, ma sono ispirate alla stessa storia degli Stati Uniti, costituitisi con occupazioni illegali, acquisizioni imposte, annessioni non accettate dalle popolazioni, basate esclusivamente sul principio della forza.

In questi ultimi giorni si è parlato molto delle ultime dichiarazioni o provocazioni di Donald Trump, che assumerà la presidenza degli Usa il prossimo 20 gennaio, benché qualcuno non scarti la possibilità dell’insorgere di un qualche impedimento al suo insediamento. Come è noto, ha prospettato la trasformazione del Canada nel 51° Stato dell’Unione, promettendo ai suoi abitanti una straordinaria riduzione delle tasse e una protezione militare ineguagliabile, ha dichiarato che il Canale di Panama dovrebbe tornare nelle mani degli Usa, se il governo di quel Paese non garantirà il suo funzionamento sicuro, efficiente e affidabile. Inoltre, ha accusato quest’ultimo di applicare tariffe esorbitanti al suo Paese, al suo esercito e alle corporazioni con cui questi ultimi fanno affari, prefigurando un’ipotetica influenza della Cina che, effettivamente, sta rafforzando i legami economici e commerciali con quei territori evidentemente ancora intoccabili per l’antica dottrina Monroe (1823). 

Naturalmente, Paesi come Messico, anch’esso da incorporare, Cuba, Colombia, Nicaragua, Venezuela e lo stesso governo panamegno hanno reagito con forza, sottolineando la sfrontatezza e la mancanza di fondamento della pretesa di quel bizzarro personaggio con cui dovremo fare i conti nei prossimi quattro anni. Anche la Cina si è espressa negativamente.

domenica 15 dicembre 2024

Alessandro Mazzone: Questioni di teoria dell’ideologia I - Roberto Fineschi

Da: http://marxdialecticalstudies.blogspot.comRoberto Fineschi (Marx. Dialectical Studies) è un filosofo italiano. Membro del comitato scientifico dell’edizione italiana delle Opere di Marx ed Engels.

Leggi anche: RICORDO DI ALESSANDRO MAZZONE concetti hegeliani e materialismo storico - Roberto Fineschi, La Contrddizione

INTRODUZIONE

A distanza di 23 anni viene riproposta l’unica monografia pubbli­cata in vita da Alessandro Mazzone. Il titolo, Questioni di teoria dell’ideologia, è significativamente seguito da “I”1: una seconda parte, di cui a fine libro l’Autore stesso riporta la struttura, avrebbe dovuto far seguito. Nel suo percorso intellettuale il testo fa da spartiacque tra gli inizi dellavolpiani, lo studio di Gramsci e il pro­fondo ripensamento di temi hegeliani che, negli anni Settanta, aveva dato il suo primo corposo frutto nel complesso saggio sul feticismo del capitale2. Lo studio analitico della teoria marxiana del capitale3 - basato sulla pubblicazione della nuova edizione sto­rico critica delle sue opere4 -, l’approfondimento delle strutture lo­giche portanti della teoria hegeliana porteranno a una sospensione di giudizio che non si risolverà mai pienamente, lasciando in so­stanza allo stato di torso lo sviluppo di una teoria marxista dell’ideologia. Nella speranza di rintracciare nel lascito la seconda parte (che l’Autore dichiarava essere sostanzialmente pronta), per agevolare il lettore cerchiamo di ricostruire le linee portanti del suo ragionamento5.


Elaborando una “teoria dell’ideologia” Mazzone è forse uno degli autori che più seriamente ha ripreso l’impo­stazione gramsciana del problema del rapporto fra struttu­ra e sovrastruttura, indagando le modalità di riflessione in se stesso del corpus storico-materiale, quindi la possibilità di una azione storica razionale. Lasciando da parte le frasi fatte sulla generica fondazione strutturale della sovrastrut­tura, Mazzone cerca di ricostruire i processi di mediazione che, a partire dalle determinazioni formali della riproduzione sociale, permettono di sviluppare categorie “fenomeniche” che sa­ranno poi i soggetti agenti alla superficie della società; essi si for­meranno delle ideologie e degli orientamenti sulla base della loro prassi sociale. Ciò produce delle “parvenze oggettive”, vale a dire delle ideologie in senso forte: non mero inganno, ma strutture del­la percezione e dell’autopercezione che sono tali in quanto social­mente praticate da soggetti storicamente determinati.

domenica 3 novembre 2024

Il «nuovo» Capitale: una teoria in costruzione - Sebastiano Taccola

Da: https://jacobinitalia.it - Sebastiano Taccola ha studiato filosofia presso l’Università di Pisa e la Scuola Normale Superiore di Pisa ed è docente di filosofia e storia nei Licei.

Leggi anche: L’attualità del Capitale, liberato dalle secche di interpretazioni superate - Ascanio Bernardeschi intervista Roberto Fineschi  

L’onda lunga della crisi del marxismo (tra prassi e teoria) - Roberto Fineschi  

Vedi anche: Incontro con Roberto Fineschi - Unigramsci Pisa  

Storia del capitalismo e materialismo storico. Riflessioni eretiche - Roberto Fineschi dialoga con Paolo Tedesco  

Marx e la società postcapitalista - Vladimiro Giacché 

Il primo libro de Il capitale di Karl Marx: edizione critica e nuova tradizione con Roberto Fineschi: https://www.youtube.com/watch?v=aGGdbGQkDqo&t=2s

La nuova edizione dell’opera di Marx, curata da Roberto Fineschi, rafforza il carattere rivoluzionario di uno studio che illustra la processualità capitalistica e il metodo per studiarla e contrastarla 

Nel momento in cui sono proliferate le  recensioni della nuova edizione einaudiana del primo libro del Capitale su testate giornalistiche inaspettate (La RepubblicaIl Corriere della SeraIl RiformistaIl Sole 24 oreL’Avvenire, tra le altre) in chi scrive si è profilata l’ipotesi che il metodo socratico e la sua capacità di cogliere nel linguaggio dell’agorà delle spie del sapere e dell’ideologia della polis potesse servire, si parva licet, da canone interpretativo interessante e produttivo anche in questo caso. 

Secondo la splendida ricostruzione corale e teatrale che ne ha dato Platone, il metodo socratico ha una serie di effetti teoricamente significativi: 1) la ricerca sull’essenza degli oggetti del sapere si sviluppa in maniera dialettica e critica; 2) critica non perché basata su una dismissione strumentale ed esteriore delle posizioni altrui, ma su una critica immanente che mette in luce gli aspetti unilaterali e arbitrari di queste; 3) il che significa che la verità non è qualcosa di puntuale né, tanto meno, di personale, ma è il risultato di uno sforzo collettivo e dialogico, che prova a superare l’arbitrio dei molti punti di vista individuali; 4) non esistono, dunque, risposte errate, ma ogni risposta è un momento del tutto e, nello stesso tempo, una spia del sapere della polis (genitivo oggettivo e soggettivo), della quale rappresenta anche un risultato ideologicamente rilevante.

Invece di scartare immediatamente l’interesse dei giornali della stampa liberale e borghese come il segnale di una cultura post-ideologica o come l’inevitabile marchetta da pagare a un editore prestigioso come Einaudi, si può provare a cogliere in questo fenomeno qualcosa di più profondo: un sintomo o effetto di struttura dei rapporti ideologici dell’agorà del nostro tempo.

martedì 3 settembre 2024

L’attualità del Capitale, liberato dalle secche di interpretazioni superate - Ascanio Bernardeschi intervista Roberto Fineschi

Da: https://futurasocieta.com -  Roberto Fineschi è docente alla Siena School for Liberal Arts. Ha studiato filosofia e teoria economica a Siena, Berlino e Palermo. Fra le sue pubblicazioni: Marx e Hegel (Roma 2006), Un nuovo Marx (Roma 2008) e il profilo introduttivo Marx (Brescia 2021). È membro del comitato scientifico dell’edizione italiana delle Opere complete di Marx ed Engels, dell’International Symposium on Marxian Theory e della Internationale Gesellschaft Marx-Hegel für dialektisches Denken. (http://marxdialecticalstudies.blogspot.com - https://www.facebook.com/roberto.fineschi - Marx. Dialectical Studies - laboratoriocritico.org!). -  Ascanio Bernardeschi collabora con UniGramsci (Pisa), La Città futura e Futura Società [(APPROFONDIMENTI TEORICI (UNIGRAMSCI)].

Vedi anche: Incontro con Roberto Fineschi - Unigramsci Pisa 

Storia del pensiero economico dopo Marx - LA “RIVOLUZIONE” MARGINALISTA - Ascanio Bernardeschi 

Storia del capitalismo e materialismo storico. Riflessioni eretiche - Roberto Fineschi dialoga con Paolo Tedesco

Leggi anche: L’onda lunga della crisi del marxismo (tra prassi e teoria) - Roberto Fineschi

La Marx-Engels-Gesamtausgabe (MEGA2), Intervista a Roberto Fineschi* - Ascanio Bernardeschi 

Mondializzazione, finanziarizzazione, nuova composizione di classe. Che uso fare del lascito marxiano per rilanciare una prospettiva comunista? Intervista a Roberto Fineschi* - Ascanio Bernardeschi 



Intervista a Roberto Fineschi, curatore di un’importante nuova edizione del libro I de Il capitale. Perché il capolavoro marxiano è ancora attuale e perché è importante questa nuova impresa editoriale, augurandoci che possa essere portata a termine.

È stata pubblicata nel giugno scorso una nuova edizione, nella prestigiosa collana I millenni di Einaudi, del libro I de Il capitale, l’opera più importante di Marx, con traduzioni di Stefano Breda, Gabriele Schimmenti, Giovanni Sgrò e Roberto Fineschi. L’uscita del capolavoro di Marx è di per sé un fatto da segnalare, ma in questo caso c’è un valore aggiunto in più in quanto si tratta della proposizione in Italia di inediti e varianti alle varie edizioni curate dallo stesso Marx, che aiuta a una migliore comprensione di un’opera a seguito della quale si è sviluppata un’immensa discussione, con divaricazioni significative.

Ne parliamo con il curatore Roberto Fineschi.

D. La prima domanda è d’obbligo. Perché Il capitale, per anni messo in soffitta o conservato come un reperto da museo da molti intellettuali italiani, è invece tornato di attualità e perché è utile a chi oggi si propone il superamento del capitalismo ma anche a chi vuole capire meglio questo modo di produzione?

R. Era stato messo in soffitta perché il modo di leggerlo era legato a una tradizione interpretativa molto importante, ma incapace di aggiornarsi di fronte all’evoluzione del modo di produzione capitalistico. Ponendo una grande enfasi su concetti come valore-lavoro oppure classe operaia sfruttava al massimo determinate caratteristiche che funzionavano molto bene in una fase del capitalismo, ma che, allo stesso tempo, non permettevano alcun adattamento agli sviluppi ulteriori. D’altro canto la crisi politica dei movimenti che quei concetti avevano adottato ha fatto mancare anche le premesse “materiali” affinché un ulteriore sviluppo fosse possibile. La forza in una determinata fase di certi concetti non ha consentito di coglierne la duttilità e capacità interpretativa più generale.

I motivi perché è utile riprenderlo sono alla fine assai semplici: a differenza delle teorie economiche, sociologiche, ecc. mainstream, Il capitale spiega le realtà. Queste teorie offrono dei modelli molto astratti che hanno poco o niente a che vedere con ciò che accade; pretendono invece che sia la realtà ad adattarsi alla teoria (ammettendo di fatto che quello che succede non è ciò che la teoria spiega). Sono in sostanza delle ideologie, al di là dei loro formalismi e delle loro complicazioni matematiche. Il capitale invece prende molto sul serio la realtà e quindi propone una teoria per esempio del conflitto di classe, della crisi, del progresso tecnologico, della disoccupazione e via dicendo. Esso ovviamente può essere discusso, criticato, approfondito, ecc., ma è la realtà che va spiegata con la teoria e non pretendere che la realtà, siccome non corrisponde a ciò che la teoria sostiene, venga cambiata per corrisponderle.

giovedì 8 agosto 2024

Michael Heinrich, La scienza del valore - Ascanio Bernardeschi

Da: https://www.dialetticaefilosofia.it - Ascanio Bernardeschi collabora con UniGramsci (Pisa) e La Città futura. 

Michael Heinrich, matematico e scienziato sociale, ha insegnato alle università di Vienna, Berlino e Nanjing; è stato membro del comitato di redazione della rivista “PROKLA” e ha collaborato alla edizione storico-critica delle opere di Marx ed Engels (MEGA2). Oltre a Die Wissenschaft vom Wert, ha pubblicato diverse monografie dedicate all’introduzione e al commento del Capitale di Marx. Nel 2018 è uscito il primo volume della sua biografia di Marx. 

Per chi voglia seguire dal vivo una delle numerose presentazioni del volume in oggetto, ne elenchiamo qui alcune particolarmente significative. Disponibili on line ai seguenti link: 

- a cura del Centro Riforma Stato: 

https://youtu.be/Ls5y44PnuCM?si=0KgRVbZ8Mt7hxq9c 

- a cura della Fondazione Lelio e Lisli Basso: 

https://www.youtube.com/watch?v=wao_zAVejH4&t=6961s 

- a cura di TCS- Teoria critica della società- Università Bicocca: 

1) https://youtu.be/6JYZms3nysQ?si=D7x6yaj4YkJ4m2-p 

2) https://youtu.be/0revfI1sDoM?si=ZAKhCOmmlfMtSSdZ 


Michael Heinrich, La scienza del valore. La critica marxiana dell’economia politica tra rivoluzione scientifica e tradizione classica, a cura di Riccardo Bellofiore e Stefano Breda, tr. it. di Stefano Breda, Pgreco edizioni, Milano 2023, pp. 559, € 26,60. 


Per troppi anni in Italia non sono circolati adeguatamente gli importantissimi studi che si basano sulla nuova edizione critica delle opere di Marx ed Engels (Mega2 ). Una significativa rottura di questo assordante silenzio vi fu nel 2001 con la pubblicazione da parte di Roberto Fineschi di Ripartire da Marx, di cui recentemente è uscita un’edizione aggiornata intitolata La logica del capitale (Istituto Italiano per gli Studi Filosofici Press, Napoli 2021). Sempre Fineschi ha curato la pregevole nuova edizione del primo libro del Capitale includente un volume di apparati che documenta importanti varianti fra le varie edizioni. Naturalmente vi sono stati altri saggi in materia di autori italiani, ma la prima traduzione importante di un’opera di uno studioso straniero mi pare sia il quasi introvabile Dialettica della forma di valore, di Hans Georg Backhaus (Editori Riuniti, Roma 2009). C’è pertanto da salutare con soddisfazione l’uscita, verso la fine del 2023, della traduzione di un grande lavoro di Michael Heinrich, la cui prima edizione in tedesco risale al 1991, poi rivisitata notevolmente in successive edizioni: Die Wissenschaft vom Wert. Die Marxsche Kritik der politischen Ökonomie zwischen wissenschaftlicher Revolution und klassischer Tradition. Breda ci avverte opportunamente che la traduzione di Wissenschaft con scienza non dà conto completamente del significato originale e potrebbe indurre il lettore a un accostamento alle scienze esatte, mentre il termine tedesco è usato per indicare in generale attività sistematiche per la produzione di conoscenza. Basti pensare – esemplifico – al titolo della grandiosa opera di Hegel, Die Wissenschaft der Logik, la nota Scienza della logica

Il libro premette corpose note introduttive a cura di Riccardo Bellofiore, che in realtà costituiscono un saggio nel saggio. Bellofiore si confronta con gli elementi portanti del lavoro heinrichiano, come in un dialogo a distanza. L’elemento più significativo trattato è il rapporto tra denaro, valore e prezzo nella teoria del capitale, con la concettualizzazione del lavoro salariato e della moneta-credito, in linea con diversi altri recenti scritti del co-curatore. Altri aspetti sono la caduta tendenziale del saggio del profitto e le crisi. Non c’è spazio in questa sede neppure per illustrare per sommi capi questi interessanti spunti; mi basta dire che se egli si dichiara “critico simpatetico” del lavoro di Heinrich, altrettanto potrei collocarmi io nei confronti di Bellofiore. In un’altra nota introduttiva, Vittorio Morfino si concentra sul rapporto fra Heinrich e Louis Althusser, e lo fa rivisitando accuratamente vari passi dei più importanti lavori del filosofo francese. Nella nota si sostiene che alcuni concetti althusseriani costituiscono il punto di partenza di Heinrich, che gli permette di individuare un campo teorico comune ai classici e ai neoclassici (antropologismo, individualismo, astoricità e empirismo), oltre che di cogliere l’importanza della rottura marxiana con questo campo. 

martedì 30 luglio 2024

Incontro con Roberto Fineschi

antropocene - https://www.antropocene.org - Roberto Fineschi è docente alla Siena School for Liberal Arts. Ha studiato filosofia e teoria economica a Siena, Berlino e Palermo. Fra le sue pubblicazioni: Marx e Hegel (Roma 2006), Un nuovo Marx (Roma 2008) e il profilo introduttivo Marx (Brescia 2021). È membro del comitato scientifico dell’edizione italiana delle Opere complete di Marx ed Engels, dell’International Symposium on Marxian Theory e della Internationale Gesellschaft Marx-Hegel für dialektisches Denken. (http://marxdialecticalstudies.blogspot.com - https://www.facebook.com/roberto.fineschi - Marx. Dialectical Studies - laboratoriocritico.org!).


Il video dell'incontro con Roberto Fineschi, curatore della nuova edizione del primo libro del Capitale
pubblicata da Einaudi Editore, nella collana I Millenni.

                                                                         

giovedì 25 luglio 2024

L’onda lunga della crisi del marxismo (tra prassi e teoria) - Roberto Fineschi

Da: "https://www.dialetticaefilosofia.it/"  dedicato a Il marxismo italiano nella crisi degli anni Settanta, a cura di C. M. Fabiani. - Roberto Fineschi è docente alla Siena School for Liberal Arts. Ha studiato filosofia e teoria economica a Siena, Berlino e Palermo. Fra le sue pubblicazioni: Marx e Hegel (Roma 2006), Un nuovo Marx (Roma 2008) e il profilo introduttivo Marx (Brescia 2021). È membro del comitato scientifico dell’edizione italiana delle Opere complete di Marx ed Engels, dell’International Symposium on Marxian Theory e della Internationale Gesellschaft Marx-Hegel für dialektisches Denken. (http://marxdialecticalstudies.blogspot.com - https://www.facebook.com/roberto.fineschi - Marx. Dialectical Studies - laboratoriocritico.org!).

Leggi anche: Calvino è stato marxista. In memoriam - Roberto Fineschi 

Abbozzo di riflessione sul PCI e sulla sua crisi - Roberto Fineschi 

Razzismo e capitalismo crepuscolare - Roberto Fineschi 

Epoca, fasi storiche, Capitalismi - Roberto Fineschi 

Chi critica la critica? Alla ricerca di soggetti storici - Roberto Fineschi 

Violenza, classi e persone nel capitalismo crepuscolare - R. Fineschi 

Cosa diceva Berlinguer: discorso al "Convegno degli intellettuali" (1977) 

Sul compromesso storico - Aldo Natoli 

L’ACQUA PESANTE E IL BAMBINO LEGGERO*- Gianfranco Pala 

La crisi marxista del Novecento: un’ipotesi d’interpretazione*- Stefano Garroni 

La missione morale del Partito comunista - György Lukács

Comunisti, oggi. Il Partito e la sua visione del mondo. - Hans Heinz Holz.

Vedi anche: Per un nuovo Marx - Giovanni Sgrò, Roberto Fineschi 

La filosofia hegeliana del diritto è ancora attuale? - Roberto Fineschi ne discute con Giorgio Cesarale 

sullo scritto di Ernesto Che Guevara "L'uomo e il socialismo a Cuba" - Alessandra Ciattini 

Premessa 

La prima difficoltà nell’affrontare il tema proposto nasce dalla articolata definizione della stessa categoria di marxismo. Nel dibattito corrente si tende a distinguere tra (i) Marx come fondatore di una teoria della storia che nasce dall’esperienza pratica e che è capace di conseguenze pratiche, (ii) il marxismo, in generale, come tentativo di applicarla alla realtà con intenti trasformativi e (iii) i marxismi, al plurale, come diversificate modalità attraverso le quali quel tentativo viene concretizzato1 . Si discute anche di quanto i vari marxismi siano stati coerenti con l’impianto generale della teoria di Marx, oggi in particolare alla luce delle novità emerse con la pubblicazione della nuova edizione storico-critica2 . In via preliminare mi atterrò a questa articolazione, declinando quindi il tema a partire da una possibile individuazione di quale fosse il peculiare marxismo che entrò in crisi negli anni Settanta; poiché tuttavia caposaldo di questa impostazione è la mediata dialettica di teoria e prassi, di movimento reale e sua trasposizione politica, ritengo necessaria una premessa storico-reale e non meramente teorica. Le riflessioni qui proposte sono di carattere preliminare e da verificare in studi più approfonditi. 

§1. Il marxismo-leninismo del PCI e la sua evoluzione negli anni Settanta

Credo si debba partire dall'individuazione dei tratti caratterizzanti il marxismo-leninismo del PCI, forma egemone di organizzazione pratica e politica in Italia, adattamento togliattiano di ispirazione gramsciana della tradizione sovietica sul modello del Partito nuovo3. Procedendo in maniera estremamente schematica e approssimativa, ritengo si possano individuare alcuni punti chiave: 

1) la classe operaia come soggetto antagonista. L’idea della tendenziale polarizzazione sociale in operai contro capitalisti; 

2) l’alleanza con i contadini per la formazione del blocco storico; 

3) il partito come soggetto organizzativo con una sua struttura centrale forte e una sua capillare diffusione nella produzione e nella società civile; 

4) proprietà e gestione statale della produzione come obiettivo di lungo termine in cui consisteva la realizzazione del socialismo, più o meno sulla falsariga del modello sovietico; il concetto di egemonia per la progressiva formazione di un senso comune comunista che andasse di pari passo con le modifiche di struttura; 

5) l’idea che la questione strutturale fosse risolta, nel senso che, come sostiene Gramsci nei Quaderni, le premesse materiali fossero già poste. Da questo punto di vista la questione della rivoluzione diventava squisitamente – o esclusivamente – sovrastrutturale. 

Se questa sommaria schematizzazione può costituire un primo punto di partenza, che cosa ne resta dopo i cambiamenti avvenuti nella dinamica del modo di produzione capitalistico dalla prima fase del dopoguerra ad oggi?4 

domenica 21 luglio 2024

LOSURDO ed il REVISIONISMO STORICO - Alessandra Ciattini e Gianmarco Pisa

Da: Tracce Di Classe -  Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).
Gianmarco Pisa è operatore di pace. Impegnato in iniziative e ricerca-azione per la trasformazione dei conflitti, nell’ambito di IPRI (Istituto Italiano di Ricerca per la Pace) – Rete Corpi Civili di Pace, si occupa inoltre di inter-cultura e inclusione presso i centri di ricerca RESeT (Ricerca su Economia Società e Territorio) e IRES Campania (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali), a Napoli, la sua città. Ha all’attivo pubblicazioni sui temi del conflitto e della pace e azioni di pace nei Balcani, per Corpi Civili di Pace in Kosovo, e, in diversi contesti, nello scenario mediterraneo. 

"Comprendiamo molto bene che la formazione di un ordine mondiale che rifletta il vero equilibrio di forze e la nuova realtà geopolitica, economica e demografica è un processo complicato e purtroppo addirittura doloroso. 
Ciò è dovuto soprattutto al fatto che gli sforzi dei membri del BRICS e di altri paesi in via di sviluppo affrontano una forte resistenza da parte delle élite al governo degli Stati cosiddetti "miliardi d'oro". 
Agendo contro la logica storica e spesso a scapito degli interessi a lungo termine delle proprie nazioni, cercano di cementare un certo ordine basato sulle proprie regole che nessuno ha mai visto, discusso o adottato. 
Queste regole vengono scritte o corrette ogni volta, per adattarsi a ogni situazione specifica e nell'interesse di coloro che si considerano eccezionali e si arrogano il diritto di dettare la propria volontà agli altri. 
Questo è il meglio del colonialismo classico, un chiaro tentativo di sostituire il diritto internazionale legittimo e monopolizzare la verità ultima, e questo monopolio è distruttivo". 

Estratto del discorso del presidente russo Vladimir Putin durante la sessione plenaria del 10° Forum parlamentare BRICS, Palazzo Tauride, San Pietroburgo, 11 luglio 2024.

                                                                             

IL PAESE DELLE LIBERTÀ: stermini, repressione e lager nella storia degli Usa. - Maurizio Brignoli
“RAZZISMO E CULTURA” - Frantz Fanon
Razzismo e capitalismo crepuscolare - Roberto Fineschi
Violenza, classi e persone nel capitalismo crepuscolare - R. Fineschi
Persona, Razzismo, Neo-schiavismo: tendenze del capitalismo crepuscolare. - Roberto Fineschi
La schiavitù, radici antiche di un male moderno - Francesco Gamba