domenica 12 gennaio 2025

Marxismo in Cina e la via cinese al socialismo





Cheng Enfu, tra i maggiori esponenti del marxismo cinese e internazionale, promotore e animatore, con riviste e forum internazionali, della più importante comunità marxista mondiale, raccoglie diversi saggi scritti negli ultimi decenni. 
Preceduto da un importante saggio su Dieci punti di vista sul marxismo, questo corposo libro si snoda attraverso 7 capitoli a loro volta suddivisi in diverse sezioni: 1. Il moderno sistema economico della Cina; 2. L’economia cinese nel quadro di una Nuova Normalità; 3. I cinque nuovi concetti di sviluppo della Cina; 4. La riforma del sistema di distribuzione cinese; 5. Riforma del rapporto tra mercato e governo in Cina; 6. L’apertura graduale del mercato finanziario interno in Cina; 7. L’apertura dell’economia cinese.
                                                                        

                                                                           

sabato 11 gennaio 2025

Pasolini, Salvini e il neofascismo come merce - Wu Ming 1, scrittore

Da: https://www.internazionale.it -  

Leggi anche: Tu che straparli di Carlo Giuliani, conosci l’orrore di Piazza Alimonda? - Wu Ming   

“Perché siamo tutti in pericolo” - PIER PAOLO PASOLINI  

Pasolini, ultima vittima di Salò - Giorgio Gattei  

Un’introduzione alla lettura di Michel Clouscard: «Neofascismo e ideologia del desiderio» - Aymeric Monville 


Pier éaolo Pasolini con Leonida Repaci, Alberto Moravia e Guido Piovene al Lido di Venezia, nel 1968. 



4.6.2018 

“Nel futuro la storia c’è ancora, e la storia è confusione; benché sia assurdo pensarci, nel futuro immediato ci può essere sempre qualcosa di imponderabile che può togliere ai fascisti quel successo che tutti prevedono ed essi tracotanti si aspettano”.

Così scrive Pier Paolo Pasolini nell’appunto 64 del romanzo incompiuto Petrolio.

Stralciato dal testo e letto oggi, sembra un invito a non arrendersi, a non darsi per vinti di fronte all’avanzare dell’ondata reazionaria, xenofoba, razzista e quant’altro.

In quell’abbozzo di capitolo, invece, si parla di tutt’altro: un rimpasto dentro l’Eni. Il protagonista del romanzo, funzionario dell’ente in quota “area cattolica di sinistra”, rischia di essere scalzato da “un uomo decisamente di destra, proposto (anzi, quasi imposto!) da Almirante”, ma riesce a conservare l’incarico spingendosi a destra egli stesso.

È solo uno dei molti possibili esempi di come estrapolare frasi di Pasolini e cercare di adattarle al presente possa generare ogni sorta di equivoci.

Il tormentone del “Caro Alberto”
Durante la lunga campagna per le scorse elezioni politiche, segnate da due fatti di sangue a chiaro movente razzista (a Macerata il 3 febbraio e a Firenze il 5 marzo), circolava un meme. Partito da circuiti di destra, ben presto è dilagato sui social network, in differenti versioni ma sempre con lo stesso schema e messaggio. Una foto di Pasolini era accompagnata da questa citazione:

venerdì 10 gennaio 2025

Investigating war crimes in Gaza I Al Jazeera Investigations


Vedi anche: Questione di lobby di Giorgio Mottola: https://www.rai.it/programmi/report/inchieste/Questione-di-lobby- 

                                                                         

giovedì 9 gennaio 2025

PETIZIONE AI PARLAMENTARI, EX ART. 50 COSTITUZIONE, PERCHÉ NON CONVERTANO IN LEGGE IL DECRETO CHE AUTORIZZA L’INVIO DI ARMI ALL’UCRAINA -


I cittadini che vorranno sostenere la petizione potranno farlo di persona nei banchetti che si attiveranno nei prossimi giorni, o anche online cliccando su 

www.peacelink.it/noarmiucraina 


Il 27 dicembre è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge n. 200 relativo a disposizioni urgenti per la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina, fino al 31 dicembre 2025, previo atto di indirizzo delle Camere.

Le radici profonde di questa, guerra vanno ricercate nella crescente avanzata della NATO e delle sue basi militari verso i confini della Russia (l’“abbaiare della NATO alla porta della Russia”, come ha detto papa Francesco, “Corriere della Sera”, 3 maggio 2022) e nell’oppressione e discriminazione dei russi di Ucraina praticate dal governo ipernazionalista instauratosi dal 22 febbraio 2014 a Kiev, dopo l’estromissione violenta del presidente regolarmente eletto Janukovic. A seguito della svolta antirussa del nuovo governo di Kiev, il popolo della Crimea il 16 maggio del 2014 con un referendum votò per l’annessione alla Russia.

Dal 2014 al 2022 si è svolta in Ucraina una guerra tra il governo di Kiev e le autoproclamate repubbliche popolari russofone di Lugansk e Doneck, che ha provocato oltre 14.000 morti e decine di migliaia di feriti. Gli “Accordi di Minsk” (2014-2015) cheprevedevano un’ampia autonomia per le regioni russofone del Donbass e avrebbero potuto fermare la guerra, non furono mai implementati dal governo di Kiev con una necessaria riforma costituzionale; uno dei più rilevanti protagonisti della politica europea, la ex cancelliera tedesca Angela Merkel, ha dichiarato che essi servivano solo a prendere tempo perché Kiev potesse adeguatamente armarsi per la guerra (intervista a “Die Zeit”, 15 dicembre 2022). Nel 2019 è stata inserita nella Costituzione ucraina la volontà di adesione alla NATO.

L’avanzata della NATO ad Est, percepita dalla Russia come minaccia alla propria sicurezza, e la negazione dei diritti della popolazione russa in Ucraina, hanno sempre più esacerbato i rapporti tra Russia e Occidente. Piuttosto che il dialogo, la mediazione, l’accordo, è stata privilegiata la strada della contrapposizione frontale (anche a livello culturale, con campagne russofobiche e la messa al bando dell’arte e della letteratura russe, che sono parte costitutiva e fondante del patrimonio culturale europeo).

La proposta di una trattativa globale sulla sicurezza, presentata da Mosca a USA e NATO nel dicembre 2021, fu lasciata cadere nel vuoto, dando alla dirigenza russa l’ulteriore segnale che non vi fossero spazi di mediazione e soluzione pacifica. È così prevalso il ricorso alla guerra “come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, proprio ciò che la Costituzione italiana ripudia espressamente, in coerenza con la Carta dell’ONU.

Anche dopo l’inizio della guerra ad alta intensità il 24 febbraio 2022, i tentativi di trattativa e mediazione tra le delegazioni di Ucraina e Russia – in Bielorussia prima, in Turchia dopo –sono falliti per la pesante ingerenza di un forte “partito della guerra” che si proponeva la vittoria completa e definitiva sulla Russia, di cui si preconizzava un rapido cedimento, se non un’implosione. USA, NATO, UE hanno sempre più armato Kiev, a cui sono andati, dalla sola UE, 130 miliardi di euro (Von der Leyen, 19 dicembre 2024).

mercoledì 8 gennaio 2025

Breve storia degli Stati Uniti e delle loro pretese territoriali - Alessandra Ciattini

Da: https://futurasocieta.com -  Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it). 

Leggi anche: LA TEORIA MODERNA DELLA COLONIZZAZIONE - Karl Marx
IL PAESE DELLE LIBERTÀ: stermini, repressione e lager nella storia degli Usa. - Maurizio Brignoli
“RAZZISMO E CULTURA” - Frantz Fanon
Razzismo e capitalismo crepuscolare - Roberto Fineschi
Violenza, classi e persone nel capitalismo crepuscolare - R. Fineschi
Persona, Razzismo, Neo-schiavismo: tendenze del capitalismo crepuscolare. - Roberto Fineschi
Colonialismo, neocolonialismo e balcanizzazione: tre epoche di una dominazione* - Saïd Bouamama
La schiavitù, radici antiche di un male moderno - Francesco Gamba
Vedi anche: Libertà e schiavitù – Luciano Canfora
"IL RITORNO DELLA RAZZA - ARGINI E ANTIDOTI DALLA CONOSCENZA"   
Dottrina Monroe. L’egemonia statunitense nell’emisfero occidentale - Giacomo Gabellini


Le ultime provocazioni di Donald Trump non manifestano solo l’arroganza del personaggio, ma sono ispirate alla stessa storia degli Stati Uniti, costituitisi con occupazioni illegali, acquisizioni imposte, annessioni non accettate dalle popolazioni, basate esclusivamente sul principio della forza.

In questi ultimi giorni si è parlato molto delle ultime dichiarazioni o provocazioni di Donald Trump, che assumerà la presidenza degli Usa il prossimo 20 gennaio, benché qualcuno non scarti la possibilità dell’insorgere di un qualche impedimento al suo insediamento. Come è noto, ha prospettato la trasformazione del Canada nel 51° Stato dell’Unione, promettendo ai suoi abitanti una straordinaria riduzione delle tasse e una protezione militare ineguagliabile, ha dichiarato che il Canale di Panama dovrebbe tornare nelle mani degli Usa, se il governo di quel Paese non garantirà il suo funzionamento sicuro, efficiente e affidabile. Inoltre, ha accusato quest’ultimo di applicare tariffe esorbitanti al suo Paese, al suo esercito e alle corporazioni con cui questi ultimi fanno affari, prefigurando un’ipotetica influenza della Cina che, effettivamente, sta rafforzando i legami economici e commerciali con quei territori evidentemente ancora intoccabili per l’antica dottrina Monroe (1823). 

Naturalmente, Paesi come Messico, anch’esso da incorporare, Cuba, Colombia, Nicaragua, Venezuela e lo stesso governo panamegno hanno reagito con forza, sottolineando la sfrontatezza e la mancanza di fondamento della pretesa di quel bizzarro personaggio con cui dovremo fare i conti nei prossimi quattro anni. Anche la Cina si è espressa negativamente.

lunedì 6 gennaio 2025

Libertà di Stampa o Violazione della Legge? Il Caso Cecilia Sala e le Conseguenze Diplomatiche - David Colantoni

Da: Tracce Di Classe - David Colantoni, scrittore e artista croato-abruzzese, figlio del pittore e filmmaker Domenico Colantoni (1938-2018), è stato amico e stretto collaboratore dello scrittore ed editore Aldo Rosselli, figlio e nipote di Nello e Carlo Rosselli, insieme hanno fondato il quadrimestrale Inchiostri. Collaboratore di riviste come Nuovi Argomenti, globo d’oro per la sceneggiatura del film Io, L’altro (2007), ha esposto al Museo di Arte Moderna di Mosca (2015), alle Scuderie Aldobrandini (2010), allo Studio Claudio Abate (2009), alla Biennale di Miami (2010); è nella collezione del 9/11 Memorial & Museum di New York. Dal 2015 dirige e scrive sulla cultura del magazine Young.it (you-ng.it).


                                                                             

sabato 4 gennaio 2025

Dossier Ucraina. La guerra è persa, ma fischiettiamo… - Dante Barontini - Domenico Quirico - Fulvio Scaglione

Da: https://contropiano.org - Dante Barontini Editorialista del quotidiano digitale italiano Contropiano -Domenico Quirico è un giornalista italiano. È reporter per il quotidiano torinese La Stampa, caposervizio esteri. È stato corrispondente da Parigi e inviato di guerra. Si è interessato fra l'altro delle cosiddette primavere arabe. - Fulvio Scaglione è giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 è stato vice-direttore del settimanale “Famiglia Cristiana”, di cui nel 2010 ha varato l’edizione on-line del giornale. E' stato corrispondente da Mosca, ha seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l’Afghanistan, l’Iraq e i temi del Medio Oriente. 

Sta diventando un coro. Dai toni esattamente opposti a quelli cantati per oltre due anni. Del resto, bisogna ora spiegare e far metabolizzare – alle popolazioni dell’Occidente – che quella guerra cui stiamo partecipando come fornitori di armi e soldi (mentre si dice alle stesse popolazioni che “non c’è un euro da spendere più per la sanità, le pensioni, la scuola, ecc“) è persa, bisogna vedere come uscirne senza concedere troppo oppure spingere sull’acceleratore e accettare la notte nucleare.

Compito gramo, certamente, che i nostri gazzettieri “usi a obbedir strillando” provano a modulare scavando e scovando molti argomenti tra loro anche in contraddizione. Fanno quasi tenerezza, poveri megafoni ben stipendiati…

In fondo erano partiti dietro ad autentici geni (incensati come tali, ma tra i dubbi di tanti, noi per primi) come Mario Draghi, che ad un certo punto (giugno 2023), parlando al MIT di Boston, aveva usato toni ultimativi ma anche vagamente apocalittici: “I valori esistenziali dell’Unione europea sono la pace, la libertà e il rispetto della sovranità democratica”, ed è “per questo che non c’è alternativa per gli Stati Uniti, l’Europa e i loro alleati, se non garantire che l’Ucraina vinca questa guerra”.

Vincere o morire… Già sentita e non proprio benaugurante… 

Draghi, spiegava allora che accettare una vittoria russa “infliggerebbe un colpo fatale all’Ue”. Perché “accettare una vittoria russa o un pareggio confuso indebolirebbe fatalmente altri Stati confinanti e manderebbe un messaggio agli autocrati che l’Ue è pronta a scendere a compromessi su ciò che rappresenta, su ciò che è. Segnalerebbe inoltre ai nostri partner orientali che il nostro impegno per la loro libertà e indipendenza – un pilastro della nostra politica estera – non è poi così incrollabile”.

Un po’ come fuggire dall’Afghanistan, no? (ma questo, al “genio”, non è venuto in mente…) 

giovedì 2 gennaio 2025

L’anno dopo, nulla sarà più come prima - Orly Noy

Da: https://www.mekomit.co.il - Orly Noy è redattrice di Local Call, attivista politica e traduttrice di poesia e prosa in Farsi. È presidente del comitato esecutivo di B'Tselem e attivista del partito politico nazional democratico palestinese Balad. I suoi scritti affrontano la sua identità di Mizrahi, di donna di sinistra, di donna, di migrante temporaneo che vive come un'immigrata perpetua, e il costante dialogo tra queste identità. 


Fame, Torture, Pulizia Etnica, Genocidio, indifferenza e persino gioia di fronte alle uccisioni, alla soppressione di ogni critica e all'oppressione dei cittadini palestinesi, il 2024 è stato l'anno in cui abbiamo tirato fuori il peggio di noi.

Il compito di riassumere l'anno che si è concluso sembra impossibile. I demoni mostruosi che ha liberato dall'abisso continuano ad aleggiare intorno a noi in preda alla follia, offuscando il nostro campo visivo e la nostra coscienza. Ma una cosa si può dire: è stato un anno dopo il quale niente sarebbe stato più lo stesso. 

Un anno in cui un orrore più grande di ogni immaginazione è stato condensato in poche parole: Fame, Tortura, Pulizia Etnica, Genocidio. Una persona può comprendere, comprendere davvero, il pieno significato di queste parole che sono impresse in noi sotto forma di immagini orribili che giungono da Gaza giorno dopo giorno, ormai da un anno intero? È possibile digerire il fatto che l'Olocausto di Gaza non è una forza della natura, ma un lavoro ben ponderato portato avanti dalle persone che siamo noi, i nostri fratelli, padri, figli e vicini? 

giovedì 26 dicembre 2024

L’Europa si prepara alla guerra aumentando le spese militari - Pasquale Esposito

 Da: https://www.mentinfuga.com - Pasquale Esposito, il mio nome è un alias. Un omaggio alla città che mi ha brillantemente ospitato per una decina d’anni. Ma soprattutto è il tener viva l’attenzione agli “Esposti” di ieri e di oggi, quelli che erano e sono abbandonati. Per Mentinfuga mi occupo di Esteri. 

Ascolta anche: Parliamo della crisi francesce con Ophélie Sauger https://grad-news.blogspot.com/2024/12/caffe-e-cornetto-lultimo-metro-parliamo.html?m=1


L'EUROPA SI PREPARA ALLA GUERRA: CHI AGGREDIREMO ? 

Non risulta che ci dobbiamo difendere da qualcuno, forse intendiamo attaccarlo ?
Ma questa Europa lavora per la pace o per la guerra ? Forse la lobby dell'industria militare detta le politiche estere ed economiche europee ? D'altra parte le esigenze di stabilità finanziaria impongono un doloroso contenimento della spesa pubblica, ma se questa viene maggiormente assorbita dalle spese militari, che ne sarà del servizio pubblico sanitario già insufficiente per curarsi ? Al pronto soccorso già si rimane in barella per oltre una settimana e i tempi per una visita specialistica già sono da sei mesi ad un anno...
E le pensioni, già da fame ? Verranno ridotte ancora, sempre per alimentare l'industria della guerra ? Ci toglieremo il cibo di bocca per produrre cannoni ?
Se le prospettive sono quelle dell'Europa in guerra e della miseria dei cittadini (ma non dei padroni -grandi capitalisti e politici e comunicatori lacchè- che al contrario si arricchiscono), perché ci scandalizziamo della crescente violenza ed omicidi ? Perché mai parlare di contrastare i femminicidi, i morti sul lavoro, la violenza giovanile, le discriminazioni sessiste, i danni del fumo ? Che importanza avranno mai queste inezie, di fronte a possibili scenari catastrofici di milioni di morti come preventivabili in un ipotetico scenario di guerra in Europa ? 

Le politiche in atto nulla fanno per scongiurarla: al contrario, la preparano, la rendono possibile, probabile, necessaria...
Ricordo un particolare storico alquanto inquetante: nei mesi ed anni che hanno preceduto la Prima Guerra Mondiale, i partiti guerrafondai e le stesse masse, le quali, come oggi, hanno subito un "lavaggio del cervello" dai media, spingevano per l'entrata in guerra, inizialmente senza nemmeno aver deciso se partecipare a fianco degli Imperi centrali o dell'Intesa.
Anche oggi stiamo andando in questa direzione ? Oppure, non so se sia meglio, abbiamo già deciso di fare la guerra a Cina e Russia, solo perché la prima cresce economicamente più di noi e la seconda perché non si lascia sottomettere e sbranare dai nostri grandi capitali?
Sembra che il motto "comunismo o barbarie" si stia purtroppo realizzando. (Paolo Massucci per il Collettivo) 
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martedì 24 dicembre 2024

L’assassinio del generale Kirillov | Giacomo Gabellini intervista Francesco Dall’Aglio

Da:  Il Contesto - Giacomo Gabellini è un giovane ricercatore indipendente. - Francesco Dall'Aglio, medievista, ricercatore presso l'Istituto di Studi Storici al dipartimento di storia medievale della Accademia delle Scienze di Sofia (Bulgaria). Esperto di est Europa e di questioni strategico-militari, è diventato un seguito commentatore sul canale Ottolina.tv e autore di War Room - Russia, Ucraina, NATO un canale telegram molto seguito su questi argomenti.

Il vicolo cieco dell’escalation | Francesco Dall’Aglio  
Analisi della situazione internazionale e dei suoi possibili sviluppi - Alessandra Ciattini intervista Giacomo Gabellini 


Il collasso della Siria baathista ha prevedibilmente aperto le porte al caos. Nelle aree settentrionali, i gruppi armati non statali appoggiati dalla Turchia combattono le forze curde sostenute dagli Stati Uniti, mentre Israele sta ricavandosi un’ampia zona cuscinetto nel Golan siriano, dopo aver occupato il Monte Hermon e sferrato una devastante campagna di bombardamenti aerei che ha di fatto demilitarizzato la Siria – ai sensi, si legge sulla stampa turca, di un’intesa con Bashar al-Assad che avrebbe indicato agli israeliani il posizionamento delle strutture militari siriane in cambio di non si sa cosa. Sul futuro delle basi russe vige ancora grande incertezza, anche se «Bloomberg» ha parlato della disponibilità dei jihadisti a preservare gli accordi siglati con il precedente governo. Sembrerebbe che il governo di Mosca stia vagliando la possibilità di spingere il generale Haftar ad autorizzare l’installazione di una base russa a Bengasi, e procedendo allo stesso tempo a una riorganizzazione della loro presenza in Siria implicante l’abbandono di una serie di strutture minori disseminate in varie zone del Paese e il rimpatrio di una enorme quantità di mezzi militari. Sul teatro ucraino, intanto, le forze armate russe continuano ad avanzare, mentre un attentato esplosivo organizzato – pare – da un uzbeko assoldato dai servizi di sicurezza di Kiev ha provocato l’uccisione a Mosca di Igor Kirillov, tenente generale russo a capo dell’unità di protezione nucleare, radiologica, chimica e biologica che all’inizio del conflitto aveva denunciato «attività militari-biologiche del Pentagono in Ucraina». L’operazione è stata giudicata come legittima dal «Times», ma condannata dal generale Keith Kellogg, che in qualità di inviato speciale per il conflitto russo-ucraino da Donald Trump ha dichiarato che l’atto costituisce una violazione delle regole di guerra e una mossa controproducente. Lo stesso Trump continua a inviare segnali circa i propri intendimenti riguardo alla risoluzione del conflitto. Ne parliamo assieme a Francesco Dall’Aglio, medievista, saggista, ricercatore presso l’Istituto di Studi Storici al Dipartimento di storia medievale della Accademia delle Scienze di Sofia e gestore del canale Telegram «War Room».

                                                                         

Questo video presenta una analisi puramente ipotetica e speculativa di possibili scenari riguardanti la Siria, sulla base di fonti pubblicamente disponibili. Riguardo all’assassinio del generale Igor Kirillov, l’analisi è puramente speculativa e non rappresenta eventi confermati.

domenica 22 dicembre 2024

L’Ucraina capitola, ma la Nato è sorda - Fabio Mini

 Da: https://www.ilfattoquotidiano.it - Fabio Mini è un militare e saggista italiano, già comandante NATO della missione KFOR in Kosovo dal 2002 al 2003. 



Ultimo sfregio a Kiev - La catena di comando dell’Alleanza atlantica pianifica la continuazione della guerra assegnando ai vari Paesi membri i compiti e fissando quante e quali risorse ognuno di essi deve dedicare alla difesa 



Con l’intervista al quotidiano Le Parisien, il presidente Zelensky ha dichiarato la capitolazione militare dell’Ucraina. Nel nostro piccolo, l’avevamo annunciata tre anni fa, durante l’invasione, senza palla di vetro ma con un filo di ragionamento. Sarebbe bastato quello ad evitare all’Ucraina mezzo milione di soldati eliminati e 10 milioni di cittadini scappati all’estero. La media di 14 mila soldati e 280 mila cittadini perduti, al mese, per anni. Ed è questo dato nudo e crudo che oggi dovrebbe far ragionare chi sta decidendo la continuazione a oltranza della guerra. Ma in quei giorni Zelensky e chi lo appoggiava dandogli armi e idee fantasiose e disastrose, ma comunque criminali, non volevano ragionare. Per questo siamo stati imbottiti di stupidaggini a tutti i livelli, mentre si tenevano opportunamente nascoste tutte le vulnerabilità di una nazione approntata e addestrata per la guerra nei venti anni precedenti, una guerra impari contro i suoi stessi cittadini. Una guerra militare e paramilitare, di polizia e bande armate contro i cittadini autonomisti e una guerra civile contro tutti i russofoni, ma anche i romeni, gli ungheresi e i carpatici: vale a dire buona parte dei cittadini ucraini e la quasi totalità di quelli del Donbas e della Crimea. Nel 2004 gli estremisti neo nazisti ucraini aiutati dagli americani avevano preso il potere con una percentuale irrisoria di voti elettorali. Allora iniziarono i pogrom antirussi e i capi di Stato coccolati dagli occidentali dicevano: “Noi avremo case e lavoro, loro no; i nostri figli andranno a scuola, i loro no e resteranno a marcire nelle cantine come topi”. Questo è stato il programma dei vari governanti sostenuti dai neonazisti. Oggi quei personaggi non sono scomparsi e nessuno di loro ha versato una goccia di sudore in guerra. Ancora oggi dicono e fanno le stesse cose. Nel frattempo la catena di comando della Nato sta già pianificando la continuazione della guerra assegnando ai Paesi membri i compiti da svolgere e fissando quante e quali risorse ognuno di essi deve dedicare alla difesa propria e a quella collettiva. Difesa che, ovviamente, visto che il nemico è chiaro può anche prevedere l’attacco preventivo. 

sabato 21 dicembre 2024

Il funzionamento delle Assicurazioni sanitarie evidenzia la contraddizione insuperabile tra libero mercato e soddisfazione dei bisogni - Paolo Massucci

Da: https://futurasocieta.com - Paolo Massucci, Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni. 



Il funzionamento delle assicurazioni sanitarie private evidenzia insuperabili contraddizioni tra libero mercato e soddisfazione dei bisogni: non compensano ma acuiscono le discriminazioni di classe sulle cure mediche e si avvantaggiano delle crescenti carenze del Ssn. 


Il recente omicidio negli Stati Uniti del CEO della United Healthcare ha riportato nel dibattito pubblico il tema delle Assicurazioni sanitarie. Le Assicurazioni sanitarie, compreso quelle di categoria contrattuale che si appoggiano sempre a grandi Compagnie private, sono in costante sviluppo anche in Italia, ma rappresentano la quintessenza dell'irrazionalità del mercato neoliberista. Esse costituiscono delle macchine altamente inefficienti, che dissipano risorse finanziarie, spartite tra i diversi attori economici capitalistici intermediari, creando, in ultima analisi, una disutilità sociale.

Il punto è questo: se si fabbricano ad esempio salami, al netto dei profitti assorbiti dai capitalisti, il cliente, nel godere del prodotto, nulla sottrae al capitalista. Anzi, pragmaticamente, più il salame è buono e meglio è per tutti. Non che non esistano contrapposizioni tra venditore e consumatore: tutti i metodi del marketing, dal design della confezione di un prodotto alla comunicazione pubblicitaria, hanno lo scopo di aumentare il desiderio del prodotto, facendo particolarmente leva su diversi livelli del subconscio, al fine di incrementare il valore di scambio del prodotto; i creatori pubblicitari insistono ormai da decenni che più che il prodotto fisico si vende un'emozione e infatti si parla di “immagine” del prodotto. E tutto quello che sta dietro la promozione del prodotto, l’industria pubblicitaria, costituisce una porzione significativa del suo costo che si scarica sul prezzo finale di acquisto. Ciò non rappresenta, in un certo senso, un costo irrazionale per la collettività, in termini di risorse, di lavoro umano, e via dicendo?

A tal proposito, un banale episodio che mi ha fatto riflettere è stato l'impiego da parte di una Società di catering in ambito di erogazione di servizio di mensa aziendale di bustine monoporzione di olio extravergine di oliva da 10 ml a disposizione degli utilizzatori del servizio, in sostituzione delle bottiglie dello stesso olio. Se si considera che, rispetto alla bottiglia di olio, la monoporzione ha un costo, a pari contenuto, maggiorato a seguito del processo di confezionamento, al materiale della bustina, allo scarto dovuto ad una certa percentuale di rotture delle bustine, nonché alla perdita di olio che rimane adeso alla bustina dopo l'utilizzo e al costo di smaltimento delle bustine, per non parlare dell'inquinamento da rifiuti, si comprende come la razionalità dell'economia capitalistica non coincida con quella complessiva.

venerdì 20 dicembre 2024

Sull’autostrada della seta: impressioni di un occidentale in Cina - Vincenzo Iaccarino

Da: https://contropiano.org - https://www.sinistrainrete.info - 


Quindici giorni a cospetto del Dragone. Quindici giorni attraverso il pianeta Cina. Una lunga marcia tra tradizione e contemporaneitá, tecnologia high-tech e quartieri popolari, musei e luoghi della Storia.

Osservando, riflettendo, dialogando dove possibile con i cittadini di quella Cina Popolare sul cui sistema politico, economico e sociale tanti sono i cliché che l’Occidente liberista e la sua stampa sono capaci di assommare, tra propaganda e ideologia.

E allora sgomberiano subito il campo dai luoghi comuni. A partire dalla rete e da internet.

Non esiste nessuna regia occulta o dittatura repressiva che vieta ai cinesi di usare Google o qualsivoglia social. Semplicemente loro non li usano.

Esistono decine di offerte per l’utilizzo di smartphone con la VPN. Già in aeroporto, ad esempio, vendono le Sim con le impostazioni per poter postare su instagram la tua vacanza. Tutti i cinesi potrebbero averne accesso. Alcuni hotel hanno persino la Wi-Fi “sbloccata”. Ma niente.

Sarà che i cinesi di FacebookInstagrame degli altri social non sanno che farsene; o forse sarà anche che i loro dati non vogliono regalarli a Google e Meta.

Oppure sarà che le loro app sono utili per fare qualsiasi cosa: dal chattare al fare pagamenti; dal prenotare un museo o vedere la programmazione dei cinema; fino a prendere metro e bus. Funzionando tutte in modo impeccabile, perfino per noi che non parliamo né leggiamo il cinese.

Sta di fatto che la rete non incontra lo stesso successo che riscuote nel nostro Occidente.

Il secondo mito da sfatare riguarda invece il cosiddetto controllo oppressivo, sia esso individuale o sociale – dalla circolazione e la mobilità interna al pericolo terrorismo, per intenderci – in merito al quale ci sono due elementi da considerare.

mercoledì 18 dicembre 2024

La famiglia tradizionale non esiste. La rivoluzione della famiglia nella DDR - Nicolò Monti

Da: https://www.facebook.com/nico12.666 - Nicolo Monti, classe 1991, già segretario nazionale della Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI). 

Nella Repubblica Democratica Tedesca esisteva un’agenzia stampa che stampava opuscoli atti a raccontare nel dettaglio cos’era la DDR. Tutti gli opuscoli venivano scritti in più lingue e pubblicati in più paesi, soprattutto in Europa. In uno di questi, intitolato “La Vita nella DDR” c’è un intero capitolo dedicato al concetto di famiglia che vigeva nella Germania Socialista. Per ogni argomento si spiega quali leggi e diritti concorrono alla formazione e alla sicurezza delle famiglie tedesche. Nella prima pagina del capitolo la frase iniziale dice già molto: “La famiglia media non esiste”. Perché i comunisti sono “contro” la famiglia? No, sono contrari solo a quella borghese. Il libro continua infatti la frase con: “poiché ogni famiglia vive in maniera diversa dalle altre, in modo del tutto individuale, secondo la propria concezione della felicità e dell’armonia.

È importante partire dal presupposto che il femminismo rivoluzionario è parte fondamentale nella concezione di famiglia e di conseguenza anche nella sua strutturazione. Nella DDR la parificazione legale, cioè dinanzi alla legge, di uomini e donne non era il punto di arrivo del socialismo, bensì il presupposto per l’avvio di un percorso di emancipazione e decostruzione che comprendeva entrambi i sessi. Seguendo l’idea marxista per la quale cambiando le condizioni materiali si potrà cambiare la coscienza delle persone, nella DDR l’intervento dello stato era concentrato non nel decidere quale “modello” di famiglia imporre, ma nel garantire materialmente la più ampia libertà di scelta agli individui, fornendo a tutti una consolidata sicurezza sociale. Su queste premesse, se la DDR fosse sopravvissuta avremmo avuto anche i matrimoni omosessuali, come oggi li ha Cuba nel Codice delle Famiglie più avanzato del globo.

Il Codice della Famiglia della DDR del 1965 stabiliva i diritti e i doveri di donne, uomini e bambini come membri uguali della società, sia all'interno che all'esterno del matrimonio. Nel testo si legge che "entrambi i coniugi si assumano la loro parte nell'educazione e nella cura dei figli e nella gestione della casa" e che "le relazioni tra coniugi devono essere concepite in modo tale che le donne possano combinare le loro attività professionali e sociali con la maternità". Lo stato socialista era consapevole che la sola parità legale non avrebbe scalfito la disparità sociale tra uomo e donna, per questo le leggi sulla famiglia erano molto più incentrate sul favorire l’emancipazione della donna in un mondo dove il lavoro di cura nella famiglia tipica borghese era a carico delle sole donne. La DDR, anche se per realismo politico doveva avere un occhio di riguardo più per le “madri”, si prodigò affinché progressivamente i compiti interni ad una famiglia fossero condivisi e interconnessi per entrambi i sessi.

martedì 17 dicembre 2024

Le origini dell’imperialismo - Alessandra Ciattini

Da: https://ottolinatv.it - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. E' docente presso l'Università Popolare Antonio Gramsci (https://www.unigramsci.it).

Torna Alessandra Ciattini in una serie a puntate per presentare le origini del fenomeno imperialista a partire dalla crisi del feudalesimo europeo: così iberici, francesi, olandesi e inglesi partirono alla conquista dei mari esportando la violenza endogena portando avanti un processo di occidentalizzazione del mondo. 







domenica 15 dicembre 2024

Alessandro Mazzone: Questioni di teoria dell’ideologia I - Roberto Fineschi

Da: http://marxdialecticalstudies.blogspot.comRoberto Fineschi (Marx. Dialectical Studies) è un filosofo italiano. Membro del comitato scientifico dell’edizione italiana delle Opere di Marx ed Engels.

Leggi anche: RICORDO DI ALESSANDRO MAZZONE concetti hegeliani e materialismo storico - Roberto Fineschi, La Contrddizione

INTRODUZIONE

A distanza di 23 anni viene riproposta l’unica monografia pubbli­cata in vita da Alessandro Mazzone. Il titolo, Questioni di teoria dell’ideologia, è significativamente seguito da “I”1: una seconda parte, di cui a fine libro l’Autore stesso riporta la struttura, avrebbe dovuto far seguito. Nel suo percorso intellettuale il testo fa da spartiacque tra gli inizi dellavolpiani, lo studio di Gramsci e il pro­fondo ripensamento di temi hegeliani che, negli anni Settanta, aveva dato il suo primo corposo frutto nel complesso saggio sul feticismo del capitale2. Lo studio analitico della teoria marxiana del capitale3 - basato sulla pubblicazione della nuova edizione sto­rico critica delle sue opere4 -, l’approfondimento delle strutture lo­giche portanti della teoria hegeliana porteranno a una sospensione di giudizio che non si risolverà mai pienamente, lasciando in so­stanza allo stato di torso lo sviluppo di una teoria marxista dell’ideologia. Nella speranza di rintracciare nel lascito la seconda parte (che l’Autore dichiarava essere sostanzialmente pronta), per agevolare il lettore cerchiamo di ricostruire le linee portanti del suo ragionamento5.


Elaborando una “teoria dell’ideologia” Mazzone è forse uno degli autori che più seriamente ha ripreso l’impo­stazione gramsciana del problema del rapporto fra struttu­ra e sovrastruttura, indagando le modalità di riflessione in se stesso del corpus storico-materiale, quindi la possibilità di una azione storica razionale. Lasciando da parte le frasi fatte sulla generica fondazione strutturale della sovrastrut­tura, Mazzone cerca di ricostruire i processi di mediazione che, a partire dalle determinazioni formali della riproduzione sociale, permettono di sviluppare categorie “fenomeniche” che sa­ranno poi i soggetti agenti alla superficie della società; essi si for­meranno delle ideologie e degli orientamenti sulla base della loro prassi sociale. Ciò produce delle “parvenze oggettive”, vale a dire delle ideologie in senso forte: non mero inganno, ma strutture del­la percezione e dell’autopercezione che sono tali in quanto social­mente praticate da soggetti storicamente determinati.