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lunedì 22 agosto 2022

Dottrina Monroe. L’egemonia statunitense nell’emisfero occidentale - Giacomo Gabellini

Da: la Città Futura - https://www.lacittafutura.it - Alessandra Ciattini intervista un giovane ricercatore indipendente Giacomo Gabellini, sul suo ultimo libro Dottrina Monroe. L’egemonia statunitense nell’emisfero occidentale, Diarkos 2022.



Partendo dall’enunciazione della Dottrina Monroe, avvenuta nel 1823, si finisce col ricostruire due secoli di storia del nostro mondo, giacché essa è sempre stata il fondamento, implicito o esplicito, di tutta la politica statunitense, che ha praticamente coinvolto tutte le regioni del pianeta.

Richiamandosi a un’opera assai nota di John Perkins, Confessioni di un sicario dell’economia (2004), l’autore illustra i vari metodi usati per favorire l’espansione statunitense, il cui scopo primario era ed è quello di garantire lauti profitti al capitale statunitense e ai suoi monopoli. Dall’analisi di Gabellini risulta pertanto evidente come lo Stato statunitense sia stato un semplice strumento nelle mani di voraci élite che per incrementare i loro profitti non si sono fermate dinanzi a nessuna sofferenza e distruzione che le loro scelte politiche hanno provocato e continuano a provocare.

                                                                                                                                                  


mercoledì 1 maggio 2024

venerdì 26 agosto 2022

Sei mesi di sanzioni a Putin: l’economia russa non crollerà - Francesco Lenzi + Appendice di Giacomo Gabellini

Da: https://www.ilfattoquotidiano.it (22 agosto 2022) - Francesco Lenzi è un giornalista italiano.

Vedi anche: Dottrina Monroe. L’egemonia statunitense nell’emisfero occidentale - Giacomo Gabellini


L’inflazione è alta, ma stabile da mesi. Il Pil calerà del 4-6%, il rublo sta bene e la valuta estera entra più di prima.

La caduta di Draghi, le elezioni in arrivo e il confronto sempre più acceso tra Cina e Stati Uniti stanno facendo sparire dai radar quel che accade in Ucraina: si fa presto ad assuefarsi alle notizie. La guerra sul campo, che sembra ormai diventata di posizione, offre pochi spunti e anche l’andamento dell’economia russa ha perso le prime pagine dei giornali. 

Abbiamo passato i primi mesi dell’invasione aspettando da un giorno all’altro l’imminente e fragoroso collasso dell’economia di Vladimir Putin sotto i colpi inferti dalle sanzioni. Il collasso però, dopo sei mesi di guerra, non è avvenuto e probabilmente non avverrà, mentre i costi imposti all’Europa via prezzi energetici sono assai maggiori di quelli inizialmente prospettati ai cittadini del Vecchio continente. 

L’obiettivo delle sanzioni, come detto in maniera nemmeno troppo velata da Joe Biden, era provocare una crisi economica di una portata tale da determinare un cambio politico in Russia: colpendo non solo le persone più vicine a Putin, ma anche le disponibilità estere delle principali banche russe e addirittura della banca centrale, si voleva minare la fiducia nel rublo, provocando una fuga di capitali tale che, distruggendo il valore della moneta russa, avrebbe portato l’economia all’iperinflazione. 

Nelle prime settimane di sanzioni il percorso sembrava quello: in pochi giorni il dollaro si è rivalutato oltre il 100% sul rublo, i prezzi all’import sono esplosi e l’inflazione ha iniziato a muoversi a un ritmo superiore al 2% a settimana, cioè in prospettiva ad oltre il 200% annuo. 

mercoledì 20 dicembre 2023

Perché conquistare Gaza? - Alessandra Ciattini

Da: https://futurasocieta.com - Alessandra Ciattini (Collettivo di formazione marxista Stefano Garroni - Membro del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista) ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. 

Leggi anche: Chi sono i veri responsabili del caos nel Medio Oriente? - Alessandra Ciattini 

La politica di Bibi Netanyahu è davvero fondata solo sull’idea del grande Israele, parola la cui etimologia non è chiara, espressa nel Genesi, secondo cui la Terra ad esso promessa sia da identificare con ciò che Geova promise ai discendenti di Isacco figlio di Abramo? Mi dispiace per i culturalisti che ancora oggi si attardano a vedere ovunque guerre di religione, di civiltà, di valori (tra i quali il cinico Blinken), ma gran parte delle cause stanno altrove e ad esse fa in parte riferimento il sempre aggiornato Giacomo Gabellini. Ho già accennato al fatto che il cosiddetto Occidente collettivo ha avuto bisogno dalla fine dell’Impero ottomano di mantenere divisi gli arabi, di collocare uno Stato gendarme in Medio Oriente per ragioni strategiche ed economiche e soprattutto per contrastare la formazione di un Movimento panarabo aconfessionale a sfondo socialista, cui accordò la sua fiducia inizialmente anche l’Unione Sovietica. Per riassumere, la guerra dei sei giorni del 1967, che segnò la messa in crisi di vari regimi arabo-socialisti, e la Rivoluzione islamista in Iran del 1979 questo movimento, che aveva un carattere antimperialista e nazionalista, benché sia Nasser che Gheddafi si richiamassero ad un socialismo generico, fu sconfitto e sostituito dall’islamismo nelle sue varie forme.

A parere di Scott Ritter, ex ispettore delle Nazioni Unite, che considera Israele, violatore di 62 risoluzioni dell’Organismo internazionale, un nemico degli USA e il vero terrorista in questo gioco al massacro, in realtà le azioni militari contro Gaza non si dispiegano secondo un piano pensato dal corrotto Netanyahu, che vuole mettersi al riparo da gravi incriminazioni con riforme istituzionali.